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La verità sugli studi sul vaccino antiinfluenzale

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La verità sugli studi sul vaccino antiinfluenzale

di Roberto Gava


La sindrome influenzale che si manifesta dall'autunno alla fine dell'inverno è causata da molti virus e solo l'8-9% di queste infezioni è causata dal vero virus influenzale. Quindi il vaccino antiinfluenzale, se anche fosse efficace al 100%, potrebbe proteggere solo l'8-9% dei vaccinati. In realtà, la sua efficacia è molto inferiore (40-60%) e quindi si pensa che protegga solo il 3-6% dei vaccinati (quando va bene e quando il virus che causa l'epidemia è tra quelli che sono stati scelti per dare origine al vaccino, cosa che non è assolutamente avvenuta nell'inverno 2014-2015 quando l'efficacia del vaccino antiinfluenzale è stata del 23%) (1).

Eppure ogni autunno siamo sottoposti ad una forte pressione mediatica a vaccinarci, perché ci viene promesso che il vaccino di quest'inverno sarà molto efficace e che è essenziale immunizzarsi (2-5).

Alla luce di queste insistenti pressioni, credo possa essere utile riflettere anche su uno studio (6) pubblicato sul British Medical Journal nel febbraio 2009 (ma sempre più valido tanto più si esaspera la battaglia pro-vaccini) in cui Tom Jefferson, uno dei più famosi esperti in campo vaccinale e membro del Cochrane Vaccines Field, fa delle affermazioni tanto chiare e decise quanto sbalorditive, dato che l'intervista è stata pubblicata sul Bollettino d'Informazione sui Farmaci (7) ed è tuttora leggibile dal sito dell'AIFA (8).

Jefferson afferma chiaramente che il movente principale dello studio è stata la curiosità di "cercare di capire come mai a fronte di prove di efficacia scarse o assenti e una valutazione di sicurezza deficitaria, i vaccini influenzali sono diventati una specie di 'vacca sacra' nel giro di una decade. Anche in relazione al crollo completo della mortalità – non per influenza – ma della mortalità relativa all'influenza (ad esempio broncopolmonite) osservato dal 1945 a oggi in America. È un argomento che ci affascina perché́, come i lettori sapranno, noi abbiamo fatto diverse revisioni Cochrane su questo argomento avendole successivamente aggiornate: e nonostante questi dubbi sulla validità̀ delle prove scientifiche su questi vaccini, perplessità che ora stanno diventando crescenti nella comunità̀ scientifica, governi, media, key opinion leaders (vale a dire quindi quei 'personaggi' che si vedono e si sentono sui media e che discettano sull'argomento) continuano tranquillamente a raccomandare l'uso di questi vaccini senza neanche chiedersi come è possibile farlo in assenza di prove scientifiche. Ci saranno dei motivi? Nel Cochrane Vaccines Field disponiamo di una banca dati di studi estratti di tutte le indagini sul vaccino influenzale dal 1948 ad oggi".

Ebbene, le conclusioni dello studio del gruppo di Jefferson sono state le seguenti:

- Gli studi condotti sull'efficacia del vaccino antiinfluenzale sono stati "nel 96% dei casi studi di bassa o infima qualità e per noi non è stata una sorpresa, perché li avevamo quasi già letti tutti in precedenza".

- "Nella maggior parte di questi studi c'era una relazione tra bassa qualità metodologica dei lavori e positività dei risultati nei confronti dei vaccini (in altre parole: più lo studio è scadente, migliori sono i risultati per i vaccini)".

- Proprio "secondo le previsioni, c'era una relazione anche tra conclusioni trionfalistiche e il fatto che gli studi fossero finanziati dall'industria … tutte cose che erano già state viste in altre aree dello scibile biomedico".

- "La vera sorpresa ha riguardato il fattore di impatto e il fattore di citazione: a parità di numerosità campionaria e a parità di qualità metodologica, gli studi finanziati dall'industria erano pubblicati su riviste che avevano un impact factor significativamente più alto di quelli non finanziati dall'industria. Questo dato era costante anche dopo aver tolto di mezzo il 24% degli studi che non aveva dichiarazioni di finanziamento. Quindi è una relazione fortissima. Per la citazione è lo stesso: più alto è il fattore di impatto, più alta è la citazione, quindi anche la citazione è determinata soprattutto da chi paga per la ricerca e non dalla sua qualità".

In genere, i medici che leggono uno studio scientifico non leggono tutto lo studio, ma si limitano a individuare ciò che interessa leggere soltanto sulla base del titolo e poi leggono il riassunto (abstract), magari non tutto ma solo la parte finale.

Ebbene, ci ricorda Jefferson: "ricordatevi che qualcun altro ha già tenuto conto di queste vostre abitudini. 'Qualcun altro' ha già capito che voi andate a leggere soltanto le conclusioni di un articolo e ha sovvertito, sta sovvertendo sistematicamente la letteratura biomedica internazionale per indurvi a conclusioni sbagliate".


Pertanto, "c'è una relazione tra chi finanzia la ricerca e dove questa viene pubblicata, e naturalmente una relazione anche fra le stime di effetto".

Con questo Jefferson non vuole mettere in dubbio la credibilità delle più autorevoli riviste di Medicina, ma vuole solo dire che "le riviste di Medicina più famose e a più alto fattore di impatto sono nel contempo vittime, perché sono i target di questa sovversione dovuta a pressioni economiche e commerciali". Cioè, queste riviste sono molto corteggiate dalle industrie farmaceutiche perché tanto maggiore è la loro visibilità tanto più promettente è il risultato, ovvero l'esito di una pubblicazione sulle loro pagine. Il passo successivo è quello "dell'informatore farmaceutico che porta in giro gli estratti che l'azienda si fa fare: un milione di estratti in tante lingue che vengono pagati in maniera molto profumata dall'industria. Sono servizi esplicitamente pubblicizzati sui siti web delle multinazionali dell'editoria scientifica".

Tom Jefferson, pertanto, termina la sua intervista con queste parole: state attenti alle bufale.

Può essere interessante ricordare che il Bollettino d'Informazione sui Farmaci, chiamato BIF, era un'ottima rivista stampata dal Poligrafico dello Stato e inviata gratuitamente a tutti i medici italiani fino al 2009: poco dopo la pubblicazione di questa intervista a Jefferson, il BIF è stato soppresso, certamente non per questa intervista, ma comunque è stato soppresso!

Altre considerazioni sui vaccini antiinfluenzali e su come cercare di evitare l'influenza utilizzando approcci non farmaceutici possono essere trovate in una mia pubblicazione su questo argomento.

Bibliografia

1 - http://www.newsweek.com/2015-flu-vaccine-will-work-better-last-years-cdc-says-373828.

2 - http://www.who.int/influenza/vaccines/virus/recommendations/201502_qanda_vaccineeffectiveness.pdf.

3 - http://www.who.int/influenza/vaccines/virus/recommendations/201502_qanda_vaccineeffectiveness.pdf.

4 - http://www.sanita.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpagename=DG_Sanita%2FDetail&cid=1213370431966&pagename=DG_SANWrapper.

5 - http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=30877.

6 - Jefferson T, Di Pietrantonj C, Debalini MG, Rivetti A, Demicheli V. Relation of study quality, concordance, take home message, funding, and impact in studies of influenza vaccines: systematic review. BMJ 2009; 338: b354.

7 – Intervista a Ton Jefferson. Studi sui vaccini influenzali e finanziamenti. Bollettino d'Informazione sui Farmaci 2009; XVI (1): 18-19.

8 – http://www.agenziafarmaco.gov.it/allegati/bif1_09_vaccini.pdf


fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/studi-vaccino-antiinfluenzale.php?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook



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