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La (micro)polvere sotto il tappeto

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Lorenzin, la ministra con la maturità classica "innamorata" dell'industria del farmaco (ndr)

La (micro)polvere sotto il tappeto

Qualche giorno fa la ministra Beatrice Lorenzin è stata ospite RAI di UNOMattina. L’unico aggettivo che la può descrivere è “semplicemente splendida”. Bella nella sua figura di futura madre, bella nel suo look e bella nella sua descrizione del suo dicastero.

Non si poteva non restare affascinati dal suo dire fluente impreziosito da un sorriso solare. Del caso della neonata morta in ambulanza durante un trasferimento demenziale ha appena accennato e ha informato che un iter investigativo è stato prontamente attivato, ma subito, forse per cancellare dalla mente dei telespettatori qualcosa di spiacevole, si è dilungata a parlare di un’industria farmaceutica italiana da lei visitata, che, ci si assicura, è la prima nel mondo. Non ne ha fatto il nome perché forse sarebbe stato troppo, ma gli elogi per la ditta e per questi nuovi farmaci, anche antitumorali di nuova generazione, hanno toccato vette commoventi. Così, al sentirla, siamo stati tutti rapiti da un incantesimo, e con noi il giornalista Di Mare che non le ha fatto una sola domanda che avesse a che fare con la salute della cui gestione la signora Lorenzin è a capo.

La ministra sembrava Alice nel Paese delle Meraviglie. Da come decantava i nuovi farmaci era chiaro che l’industria farmaceutica l’aveva completamente affascinata. Incantata. Plagiata. È pur vero che non è difficile decantare farmaci miracolosi ad una persona che non ne sa niente, e la ministra risulta essere in possesso di una licenza di maturità classica. A quanto parrebbe nessuna competenza farmaceutica, nessuna conoscenza medica o anche solo di management sanitario.

In questi casi l’aggressività suadente dell’industria farmaceutica fa breccia con facilità e ormai siamo abituati a che i farmaci vengano proposti non ai medici ma direttamente ai ministri. Si lascia intendere che, con i tempi tecnici perché l’industria possa approvvigionarsi in modo adeguato, ci sarà un’epidemia disastrosa e s’invita il governo nella persona del ministro a comprare milioni di dosi di vaccini (non interamente o sufficientemente sperimentati, ma siamo o no in emergenza?) che, tanto per fare un esempio, nel caso della H1N1 ben pochi hanno usato e sono finiti chissà dove, magari in discarica. Oppure, senza ricorrere all’epidemia, si fa intendere che un vaccino previene il cancro della cervice dell’utero (non dell’utero) e si suggerisce di somministrarlo a spese della comunità alle dodicenni. Vaccino che è dichiarato attivo solo su una piccola percentuale di ceppi responsabili delle infezioni da Papilloma virus come, però, si apprende solo dal bugiardino che temo pochi leggano. E, tanto per puntualizzare, sia chiaro che quelle infezioni sono comunissime in tutte le donne, che nella soverchiante maggioranza dei casi sono del tutto benigne e passano addirittura inosservate, che il cancro del collo dell’utero ha anche altre origini che non siano il virus e, comunque, quella malattia è facilmente diagnosticabile con grande precocità ed è altrettanto facilmente curabile. Sia inoltre chiaro che nessun vaccino ha efficacia certa e, in caso di efficacia, questa non è duratura.

Farmaci anticancro miracolosi, sembra, ma serviranno anche ai residenti di Taranto che si sono ammalati e si ammaleranno per le polveri disperse nell’ambiente dall’ILVA? Serviranno anche per chi ha respirato e respirerà l’amianto?

Come si fa a pensare che chi respira polveri come fanno gli abitanti della Pianura Padana (una delle zone più inquinate d’Europa) possa guarire dal cancro pur avendo quelle polveri in corpo e pur continuando a respirarle? Io avrei preferito che la nostra Lorenzin ci parlasse di prevenzione primaria, ma forse nessuno le ha spiegato per bene di che cosa si tratta. Nessuno, chissà, le ha detto che prima di pensare a curare le malattie è bene, è intelligente, è sano ed è, per soprammercato, immensamente economico prevenirle. Ma noi preferiamo spendere cifre folli per mettere pezze, e pezze che non sempre tappano il buco. E, se anche lo tappano, sempre di pezze si tratta.

Da una persona così squisita come la ministra Lorenzin mi sarei aspettata almeno un’azione concertata con il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, laureato in economia e commercialista, per mitigare l’inquinamento ambientale. È ovvio che discutere di ambiente con un commercialista può risultare difficile e, allora, chi dirà ad entrambi che le polveri urbane sono già state identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come cancerogeni sicuri? Chi dirà loro che non ci sono farmaci che possano distruggere nel nostro corpo queste polveri una volta che sono entrate? Chi dirà loro che i farmaci che nella migliore delle ipotesi curano il cancro costano molto di più di quanto non costi impedire alle persone di essere esposte a questi cancerogeni e gli effetti sono parecchio meno favorevoli?

Capisco, però, che parlare di medicinali miracolosi fa più “politico” ed è più attraente che parlare dell’aumento delle morti per cancro. Che brutto, poi, quando l’aumento è nei bambini! Ma sì, allora: mettiamo questa polvere sotto il tappeto, nascondiamola. Continuiamo a vivere nel Paese delle Meraviglie credendo a tutto ciò che ci raccontano! Finché morte non ci separi.

* Fisico e bioingegnere, è International Fellow della Unione delle Società dei Biomateriali e di Ingegneria. Ha coordinato Progetti Europei e Nazionali di Nanotossicologia, di Nanopatologia e di Nanoecotossicologia e si occupa dell’impatto di polveri submicroniche sulla salute umana, animale e quella del mondo vegetale.   

Fonte: http://www.lastampa.it/2015/02/20/blogs/nanopatologie/la-micropolvere-sotto-il-tappeto-H9xElVYJMp4O1tIQ3RBFHP/pagina.html



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