PrintVersione stampabile





Farmaci Psichiatrici e Uccisioni di Massa: l’Era Della Follia Chimica

| | Commenti (0)

 

Fonte: Effedieffe

Off the Grid News 10 Gennaio 2013

Mentre l’America è colpita dall’ennesima ondata di uccisioni di massa senza senso e non si è ancora ripresa dai precedenti massacri, gli americani sono lasciati a sé stessi nel domandarsi quale possa essere la causa di questa esplosione di follia e morte. Questi terribili massacri ci danno innegabilmente l’idea che esista un legame fra di essi; in effetti, a partire dall’anno 2000, sono avvenuti in America 26 casi di uccisioni di massa (cioè con 4 o più vittime) rispetto ai 20 casi degli anni ’80 e ’90, nel loro insieme. Se poi andiamo a prima degli anni ’80, le uccisioni di massa erano un fenomeno raro: di media 1 o 2 per decennio. Dunque, sembra essere una follia iniziata circa 30 anni fa e che da allora sta crescendo, esponenzialmente.

Antidepressant-Danger2.jpg

 

 

 

 

 

A seguito dell’uccisione di massa avvenuta nel cinema del Colorado sono spuntate legioni di crociati anti-armi; ma i dati collegati a questi comportamenti atroci sconfessano le teorie che vorrebbero collegare tali eventi orribili con la facilità di disporre di armi o con l’assenza di leggi che impongano il controllo sulle armi stesse. Semplicemente non c’è correlazione fra l’esplosione delle uccisioni di massa e le modifiche nelle leggi sulle armi e chi indaga in questa direzione sta cercando nel posto sbagliato.

Esistono invece basi più solide per coloro che cercano una relazione causa-effetto fra la violenza nella società, la violenza nei media e quella nei videogiochi. Esistono una quantità di ricerche che mostrano come la costante esposizione ad immagini violente porti ad una perdita di percezione della violenza nella vita reale, e non è poi così assurdo pensare che dei giovani – soprattutto se passano le ore di ogni giorno fra film, spettacoli e giochi che esaltano la violenza, lo stupro, la guerra ad impersonare i vigilantes – finiscano per subire esplosioni di violenza anche nella vita reale. Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad un gran numero di crimini efferati, perpetrati spesso da minorenni e l’aumento della diffusione di queste immagini violente proprio in tale periodo preso ad esame, potrebbe essere portato come fondata prova a favore della tesi del ruolo della violenza nei media qual causa scatenante e/o favorente la violenza nella realtà.

Però, se la violenza nei media può in una certa misura spiegare la violenza esplosiva dei giovani, la natura schizzata e deviante di crimini quali il massacro del Joker o l’attacco omicida contro pacifici lavoratori Sikh, sembrano suggerire ci sia dell’altro sotto. Sono episodi frutto di menti completamente schizzate che possono sembrare sotto il controllo di un qualcosa che potrebbe essere visto come demoniaco, il che richiede una spiegazione che vada ben più in profondità della consueta analisi sociologica.

Per coloro che ci credono, la possessione diabolica sembra una valida spiegazione, ma ne esiste un’altra che coincide abbastanza bene con le prove e non richiede l’intervento di cause soprannaturali.

In un numero sorprendentemente alto di casi di uccisioni di massa verificatesi sul suolo americano negli ultimi anni, gli esecutori erano (o erano stati) curati per disturbi psichiatrici e nelle settimane e/o nei mesi antecedenti all’esplosione mortale di violenza erano stati trattati con potenti farmaci psichiatrici e quindi si trovavano sotto l’influenza di sostanze che alterarono profondamente la loro mente.

Seminare malattie e raccoglierne i profitti

Il peggiorare della salute degli americani coincide con l’aumento dei margini di profitto delle case farmaceutiche. Dunque, non c’è dubbio che più ci vengono diagnosticate malattie e disturbi cronici, più l’industria farmaceutica guadagna, più i medici hanno scuse per prescrivere medicine ed aumentare i loro profitti. Che tali malattie esistano o meno, che noi si sia ammalati o meno, è assolutamente irrilevante; la cosa importante è che le diagnosi vengano eseguite e vendute le medicine la cui distribuzione è stata pianificata dai giganti farmaceutici.

Negli Stati Uniti, i disturbi legati ad ansia e depressione sono diventati una fonte di grandi guadagni. Relativamente alla depressione, il primo posto al mondo è detenuto dalla Francia : il 21% della sua popolazione risente di diagnosi da depressione, ma gli USA seguono subito dietro con un bel 19,2%. Nel frattempo, stando ai dati della Anxiety and Depression Association of America, almeno il 25,8% della popolazione adulta – cioè quasi 58 milioni di persone – soffrono di un qualche tipo di disturbo d’ansia.

Vengono stilate diagnosi di ansia e depressione e si finisce con l’assumere farmaci miracolosi prescritti da medici convinti che il cambiare profondamente la chimica del cervello sia l’unica maniera per curare i disturbi psicologici. Nel complesso si calcola che l’11% degli americani siano attualmente in cura per disturbi d’ansia e depressione, insieme. Ed è un numero in continua crescita.

Ma malattie come i disturbi d’ansia e depressione, sono davvero malattie?

Applicando l’etichetta di malattia e disturbo agli stati mentali problematici, la scienza medica si è di fatto accordata per dare spiegazioni biologiche a quelle che una volta erano considerate delle condizioni psicologiche. Questo approccio ha gonfiato i portafogli delle case farmaceutiche ed è stato la manna per la professione psichiatrica. Ma che tutto questo abbia alleviato le sofferenze di chi soffre di tristezza cronica, frustrazione e disperazione, beh… è tutto da vedere.

Benché sia evidente che esistono i disturbi di ansia e depressione e sono problemi reali, essi sorgono quando non sono soddisfatti i bisogni più fondamentali dell’uomo quali: amore, amicizia, sicurezza personale e finanziaria, lavoro soddisfacente, passatempi interessanti e così via. Viste da questa prospettiva, ansia e depressione non sono malattie, ma l’espressione dei meccanismi mentali impegnati a confrontarsi con le durezze della vita; e sembra molto più plausibile che miglioramenti interiori sarebbero una diretta conseguenza dei miglioramenti di tali condizioni di vita che non dell’assumere farmaci che non faranno altro che modificare le percezioni, ma non cambieranno nulla della realtà.

Ma la psichiatria, piuttosto che focalizzarsi sull’importanza del cambiare le nostre relazioni con il mondo e con gli altri esseri umani – quale modo più efficace per ripristinare una buona condizione di salute – ha deciso per la via più facile, e lucrosa, dell’etichettare ansia e depressione come malattie, che quindi possono essere curate solo assumendo sostanze che modificano la chimica del cervello in modo profondo e preoccupante.

Diamo uno sguardo più da vicino ai farmaci SSRI ed agli Antidepressivi

Gli antidepressivi più frequentemente prescritti per gli adulti – e sempre più spesso anche per adolescenti e bambini – appartengono ad una classe di sostanze definite SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). Altra classe di farmaci che si stanno adottando sempre più spesso sono gli SNRI o inibitori selettivi della ricaptazione [riassorbimento] di serotonina e norepinefrina, in quanto l’attenzione principale dei medici si sofferma principalmente sul curare la depressione con sostanze che regolino il livello di serotonina, un neurotrasmettitore che risulta carente nel cervello di chi soffre di questo disturbo e di chi soffre di una diagnosi di ansia. Sostanze di questo tipo inibiscono il naturale processo di riassorbimento cellulare della serotonina dopo il suo uso nella trasmissione nervosa. Il risultato è che il cervello viene improvvisamente inondato da un nuovo rifornimento di una sostanza chimica che si è dimostrata influire su comportamento e stati d’animo.

Se si tiene conto che la psichiatria contemporanea si appoggia totalmente sull’alterazione dei livelli di serotonina per produrre i cambiamenti desiderati nella chimica del cervello delle persone, vi sorprenderà sapere che la connessione fra serotonina e depressione non è mai stata dimostrata. Al contrario, molti studiosi sono giunti alla conclusione che questa tesi è priva di fondamento, e ricerche non manipolate, condotte per verificare la validità degli SSRI, convalidano quest’ultimo assunto.

All’interno di un’importante ricerca che ci riporta all’anno 1997 condotta alla Harvard Medical School, è emerso che l’82% del supposto effetto terapeutico degli SSRI nella cura della depressione era classificato come effetto placebo. In altre parole: queste sostanze non sono assolutamente terapeutiche se non su un piccolissimo numero di casi, ma anche in tali casi non si può escludere che la differenza fondamentale sia stata giocata dalle terapie comportamentali e dai cambiamenti di stile di vita che accompagnarono il trattamento farmacologico.

Se già è delinquenziale prescrivere farmaci per dei disturbi medici che non lo sono affatto, farlo su milioni di adulti – ed ora a milioni di minorenni il cui cervello è ancora in fase di sviluppo – diventa uno scandaloso crimine considerando che i supposti farmaci, nella maggioranza dei casi, nemmeno funzionano. Ma, che ci crediate o no, la situazione – per chi assume le sostanze inibitrici della serotonina – diventa ancora più grave perché, se da una parte non danno nessun aiuto concreto al cervello per superare ansia e depressione, dall’altra hanno sul cervello degli effetti collaterali agghiaccianti, paradossali ed incredibilmente pericolosi.

farmaci-500x333.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I dannosi effetti collaterali dei farmaci SSRI

Naturalmente, non tutti riconoscono i lavori che hanno messo in dubbio l’efficacia degli antidepressivi. Ci sono in ballo troppi soldi e troppo potere – per le case farmaceutiche e per gli psichiatri – per arrendersi senza combattere. Per questo lorsignori insistono nel sostenere che la maggioranza delle ricerche confermano l’utilità di farmaci capaci di alterare il livello di serotonina nel cervello di depressi e stressati. Siccome però questi farmaci sono sul mercato da diverso tempo (il primo SSRI, il Prozac, è sul mercato dal 1988), è stato un periodo sufficiente per far emergere gli effetti collaterali e tossici accusati dai pazienti seguiti clinicamente in tali terapie farmacologiche e nessuno è quindi più in grado di poter tenere nascosta la verità. Possono tentare di sminuire, ma non possono farlo sparire.

Stando al Physicians’ Desk Reference, che viene considerato il «prontuario farmacologico più attendibile ed utilizzato», l’intera classe di farmaci nota coma SSRI – quindi Prozac, Luvox e Paxil inclusi – ha dimostrato di far sorgere, in un numero significativo di pazienti in cura, i seguenti effetti collaterali:

• reazioni maniacali (cleptomania, piromania, dipsomania [bisogno irresistibile di bere forti dosi di alcolici], ninfomania)

• ipomania (perdita di giudizio critico, spese incontrollate, impulsività, ecc.)

• modalità anomale di pensiero

• allucinazioni

• disturbi della personalità

• amnesia

• agitazione

• psicosi

• anomalie nei sogni

• abuso di alcolici

• ostilità

• reazioni paranoiche

• confusione

• deliri

• disturbi del sonno

• acatisia (una profonda irrequietezza interna psicomotoria che può portare al suicidio)

• sindrome da astinenza

• impulsività

Qualunque sia il punto di vista, è una lista inquietante. E se notiamo che molti di coloro coinvolti negli omicidi di massa (gli sparatori di Columbine, lo sparatore della Virginia Tech che uccise 32 persone in un campus universitario, l’uomo di Louisville che sparò ed uccise 9 persone alla Standard Gravure Company, il 16enne nativo americano che sparò ed uccise 9 persone alla Red Lake Indian Reservation in Minnesota, solo per citarne alcuni ) assumevano SSRI all’epoca delle uccisioni, beh, dovrebbe suonare in tutti noi il campanello d’allarme.

È il caso di ribadire che non sto parlando di pochi casi isolati. La maggior parte di coloro che hanno perpetrato omicidi di massa negli ultimi 15-20 anni, all’epoca dei misfatti assumeva farmaci della classe SSRI – od altri usati d’abitudine nella cura dei disturbi dell’ansia e della depressione. Dietro prescrizione medica…

E questi cosiddetti farmaci non sono correlati solo agli assassini in massa. La dottoressa Ann Blake Tracy autrice del libro «Prozac, Panacea o Pandora?», ha studiato 32 casi di omicidio-suicidio che riguardavano madri e figli, ed ha scoperto che in 24 di quei casi (circa il 70%), le donne assumevano Prozac all’epoca dell’omicidio.

Naturalmente in questi casi gli psichiatri hanno gioco facile nel difendere i farmaci che prescrivono sostenendo che, siccome questi soggetti erano in cura per malattie mentali, la colpa dei loro crimini risiede nei loro problemi psicologici. Ora però questa spiegazione ha perso gradualmente peso, grazie ad una ricerca condotta dall’Institute for Safe Medication Practices, un’organizzazione indipendente non affiliata a nessun ente governativo od azienda farmaceutica.

I ricercatori dell’ISMP hanno utilizzato informazioni provenienti dall’Adverse Event Reporting System della FDA (Food & Drug Administration) per compilare una lista delle 10 medicine assunte con maggior frequenza da chi ha manifestato comportamenti violenti (è bene precisare che i ricercatori hanno curato con attenzione le statistiche, in modo da tener conto anche degli altri fattori che potevano essere considerati responsabili di esplosioni di violenza in pazienti psichiatrici che assumevano i suddetti farmaci).

A questo punto nessuno dovrebbe sorprendersi nel leggere i risultati di tale ricerca: la lista dei farmaci più violenti è ovviamente dominata dagli antidepressivi, che occupano 5 dei 10 posti. È poi molto illuminante il fatto che tutti e 5 tali farmaci appartengano alle due classi di inibitori della ricaptazione della serotonina, cioè delle due tipologie di antidepressivi di prima scelta nelle prescrizioni degli psichiatri di tutto il mondo.

Questi 5 farmaci mortali sono: Pristiq ed Effexor (della classe SNRI) e Luvox, Paxil e Prozac (per la classe SSRI).

Viviamo nell’era della follia chimica

Gli effetti collaterali degli antidepressivi sono sconcertanti e, almeno in alcuni casi, letali. La mente umana è lo strumento dalla più sensibile regolazione. Somministrare sostanze che ne manomettono l’equilibrio è, nel migliore dei casi, un’azione imprevedibile e rischiosa. Se è difficile sostenere che la correlazione fra consumo di antidepressivi e violenza estrema è dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio, il fatto che in così tanti casi chi ha commesso dei crimini tanto orribili assumesse farmaci inibitori della serotonina è invece un dato certo che dovrebbe spingere il Congresso, la Casa Bianca, la FDA, la stampa ufficiale e tutte le organizzazioni private veramente interessate alla salute degli americani a promuovere ulteriori approfondite indagini. Il fatto che questo non accada è la prova inconfutabile del potere delle case farmaceutiche e di quanto la loro campagna a favore di tali farmaci continui ad essere influente.

La storia di James Holmes, il folle responsabile del massacro di Aurora, Colorado, sembra una conferma: Holmes aveva in precedenza consultato una psichiatra per parecchi mesi che fu talmente preoccupata di quello che veniva a sapere nei colloqui da rompere il vincolo del riserbo medico-paziente ed avvisare chi di dovere presso l’University of Colorado; Holmes poteva essere una minaccia per sé e gli altri. Non sappiamo se gli fossero stati prescritti dei farmaci; ma se in futuro dovesse saltar fuori che era sotto antidepressivi, nessuno di chi ha prestato attenzione a quanto sta accadendo alla nostra società negli ultimi 15-20 anni, ne sarebbe minimamente sorpreso.

Fonte: Effedieffe

 



  • Currently 5/5
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Rating: 5/5 (5 votes cast)




Lascia un commento

Dizionario dei Codici E


SCARICA il pratico tascabile per riconoscere i Codici E
Dizionario dei codici E, Additivi negli alimenti, come riconoscerli FORMATO .PDF

EAdditivi - App per Iphone

Schermata1.png SCARICA GRATIS l'elenco dei maggiori additivi alimentari con descrizione e rispettivo grado di tossicità.
Un'applicazione utilissima per essere consapevoli degli additivi alimentari presenti in ciò che mangiamo.


Giornalino n. 16

Scarica il giornalino n.16 de La Leva di Archimede
Luglio 2012

G16.jpg
Scarica il PDF

Giornalino n. 15

Scarica il giornalino n.15 de La Leva di Archimede
Luglio 2010

G15.jpg
Scarica il PDF

Giornalini n. 14

Scarica il giornalino n.14 de La Leva di Archimede
Speciale Vaccinazioni - Novembre 2009

G14.jpg
Scarica il PDF

Ricevi Aggionamenti

Scrivi il tuo indirizzo email nel campo qui di seguito e clicca "Iscrivimi!" per ricevere notifiche di nuovi articoli pubblicati su questo sito

Inserisci la tua email


Powered by FeedBlitz

La nostra rete

Letture consigliate

Chimica per l'anima

Josef Zehentbauer
Psicofarmaci e terapie alternative

Curare i Disturbi d'Attenzione e di Comportamento dei Bambini

Abram Hoffer
Complementi nutrizionali e trattamenti psicologici

Liberarsi dagli Psicofarmaci

Peter Lehmann
Come Ridurre o Smettere, l’Assunzione di Antidepressivi, Stimolanti, Tranquillanti, ecc..


Altri libri psicofarmaci

About this Entry

This page contains a single entry by Archimede published on 14.01.13 15:39.

I 5 Alimenti che Rallentano la Progressione del Cancro al Seno was the previous entry in this blog.

10 Ragioni per Eliminare Latte e Formaggi is the next entry in this blog.

Find recent content on the main index or look in the archives to find all content.