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PSICOFARMACI: Troppi consumi e poca informazione

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PSICOFARMACI: Troppi consumi e poca informazione

Fonte: www.ccdu.org

Il consumo di psicofarmaci in Italia è aumentato in modo preoccupante negli ultimi anni. Secondo l'Osservatorio Nazionale sull'impiego dei medicinali (Osmed) dal 2000 al 2003 si è registrato un aumento del 75%.

Nel rapporto ESPAD 2007 dell’Osservatorio Europeo sulle droghe e Tossicodipendenze, uno studio svolto in 35 Paesi europei su 100 mila studenti tra i 15 e i 16 anni, per stimare l’andamento del consumo di tabacco, alcol, cannabis, inalanti e psicofarmaci tra i giovani, quelli italiani sono al quinto posto per tranquillanti e sedativi.

Gli psicofarmaci consumati vanno dagli analgesici, agli antidolorifici, dai sedativi e tranquillanti, agli stimolanti. Gli analgesici e gli antidolorifici, assunti per rilassarsi o dormire o per migliorare l’umore, sono a base di oppioidi, agiscono sul cervello bloccando la percezione del dolore e molti stimolano il piacere. I sedativi e i tranquillanti, usati per insonnia, ansia e tensione, rallentano le funzioni del sistema nervoso centrale e dunque le funzioni motorie. Gli stimolanti sono di solito impiegati per migliorare la qualità dell'attenzione, la percezione di forza e energia. Tutti farmaci spesso assunti con altre droghe o alcol, incentivando certi effetti collaterali o causandone di sconosciuti.

Tra i principali effetti secondari che si manifestano con l'uso prolungato ci sono: sedazione, rallentamento dei riflessi, incoordinazione motoria, difficoltà di memoria, confusione mentale, riduzione dell'attenzione, letargia, eruzioni cutanee, nausea, cefalea, riduzione della libido, vertigini. La comparsa di queste manifestazioni varia da individuo a individuo.

Tutte le benzodiazepine danno dipendenza fisica e se l'assunzione viene interrotta all'improvviso, può verificarsi una vera e propria sindrome di astinenza, caratterizzata da insonnia, vertigine, cefalea, anoressia e, nei casi più gravi, anche ipotensione, ipertermia, psicosi, epilessia, crampi muscolari, sudorazione e coma.

Recenti studi hanno dimostrato che queste sostanze provocano assuefazione, tolleranza e dipendenza che si manifesta con agitazione, dolori muscolari e alle ossa, insonnia, diarrea, vomito e tremori. La morte per overdose a causa di depressione del sistema respiratorio è una possibile conseguenza dell'abuso di analgesici e antidolorifici; quello di sedativi e tranquillanti può sfociare nelle convulsioni mentre l'abuso di stimolanti porta tremori, contrazioni muscolari, affaticamento, palpitazioni cardiache.

L'abuso di tali sostanze sta aumentando anche a causa della disinformazione. Le strade che conducono all'uso di queste sostanze sono diverse e molto spesso le persone sono all'oscuro degli effettivi pericoli. Così si crea un vortice di giustificazioni e poi di dipendenze. Alcune persone subiscono anche abusi da somministrazioni eccessive. A scopo informativo e di prevenzione i volontari del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani rendono disponibili gratuitamente materiali informativi, ed è possibile segnalare abusi subiti per trattamenti di questo tipo.

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus

Tel. 02 36510685

Email: info@ccdu.org

www.ccdu.org



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3 Commenti

Ho una patologia che viene trattata anche con psicofarmaci. Per qualche mese li ho presi, mi sembrava la mia una non vita. Non gioivo più, non mi rattristavo neanche, mi sembrava di vivere nell'oblio. Ho smesso ed ho cercato risposte su Internet e mi sono rivolta ad un omeopata. Penso che a molti convenga prendere una pasticca anzichè esaminarsi, cambiare il proprio stile di vita, andare da uno psicologo. Molti medici curanti somministrano questi farmaci con eccessiva solerzia. Mi disse uno psicologo che con il cervello e con le relative medicine, gli unici preposti a dare cure sono i neurologi e gli psichiatri, altrimenti si rischia di far danni. Innanzitutto, la dipendenza da questi se protratta la cura per anni, senza eliminare o cercare la causa di fondo.

concordo pienamente

Un primo commento a caldo : l'Italia e' un Paese a crescita zero; cio' implica che la popolazione italiana diviene di anno in anno piu' vecchia e quindi aumenta proporzionalmente quella fascia della popolazione che assume antidolorifici per necessita': le persone anziane e malate.
Qundi quel 75% di incremento non e' sicuramente un incremento dovuto al solo abuso.
Inoltre mi preme fra notare che il titolo tende a produrre proprio quella disinformazione che questo genere di articoli voerrebbe correggere: analgesici e antidolorifici NON sono affatto psicofarmaci. Se escludiamo gli oppiodi molti altri antidolorifici non agiscono sul Sistema Nervoso Centrale e dunque non inducono cambiamenti nello stato psichico del soggetto.

Del resto per capirlo e' sufficiente riflettere sulla parola stessa: PSICO-farmaci.

Dunque quel 75% non e' sicuramente un indicatore affidabile dell'eventuale incremento d'uso degli psicofarmaci.

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