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Clima/ Agenzia Ambiente Ue: Europa deve "adattarsi"

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Clima/ Agenzia Ambiente Ue: Europa deve "adattarsi"
Coordinare strategie nazionali e colmare lacune informazione

Bruxelles, 29 set. (Apcom) - Le aree più vulnerabili in Europa sono le zone montagnose, le coste, il Mediterraneo, insiste il rapporto, dal titolo "Impatto del cambiamento climatico in Europa", che esamina le conseguenze già osservate o previste: rischi di fenomeni meterologici estremi sempre più intensi e frequenti, inondazioni e siccità, scioglimento dei ghiacciai alpini e polari, aumento del livello del mare, perdita di biodiversità, minacce alla salute umana e danni alle attività economiche (in settori auqli energia, trasporti, agricoltura e foreste, turismo). I sistemi sanitari saranno messi sotto pressione, e sarà necessario prendere misure per i gruppi più vulnerabili o svantaggiati, gli anziani, i bambini.

La temperatura media globale del Pianeta è già cresciuta di 0,8 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, ma in Europa e nelle latitudini settentrionali, ricorda il rapporto, è aumentata più che altrove. Le incertezze sulla rapidità dello scioglimento dei grandi ghiacciai in Groenlandia non permette previsioni sicure sull'aumento del livello del mare, ma le cosenguenze di questo fenomeno saranno, oltre alle inondazioni, l'erosione delle coste e 'l'intrusione' delle acque salate negli ecosistemi delle zone umide costiere.

La diminuzione dei ghiacci dell'Artico, com'è ormai ben noto, sta accelerando: nel settembre 2007 la superficie minima delal superficie ghiacciata al Polo era la metà di quella registrata negli anni '50, e le specie artiche come foche, balene e orsi polari sono ormai minacciati d'estinzione. Ma si sciolgono anche i ghiacciai dei sistemi montagnosi europei, con un amento delle inondazioni fluviali nel Nord e del rinsecchimento dei fiumi nel Sud.

Nei laghi, il fitoplancton primaverile fiorisce con un mese di anticipo rispetto a 30-40 anni fa, ciò che potrebbe favorire la proliferazione di cyanobatteri dannosi per la salute umana e per gli ecosistemi. Piante, uccelli, insetti e mammiferi stanno andando sempre a più a Nord o più in altitudine, e il 60% delle specie animali e vegetali montane rischiano l'estinzione.

In agricoltura, nelle latitudini settentrionali sarà possibile coltivare le terre più a lungo durante l'anno, ma i fenomeni meterologici estremi renderanno più variabili e incerti i raccolti, mentre al Sud la scarsità di risorse idriche metterà le attività agricole in una insostenibile competizione con quelle turistiche e con la stessa fornitura di acqua potabile alle famiglie. Aumenteranno, intanto, i rischi di incendi boschivi.

Anche l'impatto sulla salute umana sarà significativo, come ha già dimostrato il picco di mortalità registrato in 12 paesi europei nell'estate 2003, con 70.000 morti in più della media. Ondate di calore, inondazioni e siccità, il peggioramento dell'inquinamento atmosferico, i cambiamenti nella distribuzione delle piante sono tutti fattori potenzialmente pericolosi per la salute di parte delle popolazioni, se il riscaldamento globale non verrà mitigato.

Il rapporto vuole essere un utile strumento per gli Stati che vogliano adottare e attuare strategie nazionali di adattamento alle cnseguenze del cambiamento climatico, con l'uso degli stessi indicatori in ogni paese. Nell'attesa della proposta della Commissione europea che fornirà a tutti gli Stati membri il quadro per una strategia Ue per l'adattamento.

Lo studio, infine, fa appello ai paesi europei, alla stessa Commissione e agli altri organismi interessati perché coordinino meglio fra loro gli sforzi di adattamento al cambiamento climatico, e colmino le lacune nell'informazione sul monitoraggio dei dati climatici e delle conseguenze osservate, sulla vulnerabilità, sulle buone pratiche di adattamento e sui loro costi.

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE (random):

- UNEP: Global Glaciers Changes: facts and figures
Qui trovate gli ultimi studi, c'e' un pdf.

- CAMBIAMENTO CLIMATICO: Lo scioglimento dei ghiacci artici rivela una tendenza inarrestabile

- Raddoppia la velocità di scioglimento dei ghiacciai

- CLIMA: SCIOGLIMENTO DEI GHIACCI, FRA I RISCHI SPUNTA ANCHE IL METANO


NDR!
- I primi di settembre abbiamo letto articoli allarmistici che ci "avvisavano" che la velocita' dello scioglimento dei ghiacci e' molto piu' veloce del previsto, allarme lanciato dall'indipendent (lo studio mensionato lo trovate in fomato .pdf tra i link).
- Settimana scorsa salta fuori un altro studio che ci porta a conoscenza delle "bolle di metano" che stanno invadendo l'atmosfera velocizzando nuovamente il discioglimento. Da notare che anche questo fattore non era stato "previsto".
- Veltroni, si lui, dichiara che vuole andare al polo nord ad "accertarsi della situazione" (scusate ma in tutto questo ci voleva la notizia comica, quanto vera)
- a data odierna leggo che l'agenzia dell'ambiente della UE dichiara che l'europa deve adeguarsi ai prossimi cambiamenti e, badate bene, dichiara di dover COLMARE LE LACUNE DELL'INFORMAZIONE!!! ...beh, come potevo sottrarmi?

Nella repubblica delle gomme masticate, le agenzie d'informazione (quelle vere, quelle grandi, quelle ufficiali) tacciono. Tra dieci anni troveremo qualche rifermento nel "flusso mediatico ufficiale ed uniformato" che ci citera' dicendo "questa volta non e' il solito sito di disinformazione a dircelo, stiamo affogando sul serio!" ... non mi venite a dire che non ve lo avevo detto! fate girare.



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7 Commenti

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/natura/20081103175234761431.html

(ANSA) - ROMA, 3 NOV - I ghiacci dell'Artico non stanno solo perdendo terreno, ma anche spessore. Lo scorso inverno infatti il livello del ghiaccio marino, in larga parte dell'Artico, e' crollato di quasi mezzo metro, circa il 19%, rispetto alla media dei cinque inverni precedenti. Questo parametro segue la drammatica estate del 2007, con il rilevamento del primo record negativo dell'estensione dei ghiacci. E' quanto rileva una ricerca pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters. Alcuni scienziati hanno parlato di un caldo inusuale sulla regione, ma quest'estate per l'Artico e' stata relativamente fresca e tuttavia ha segnato il secondo record negativo di estensione. Per le misurazioni dello spessore del ghiaccio, che in media si aggira sui due metri e mezzo, la squadra di ricercatori ha impiegato satelliti nella regione artica fra il 2002 e il 2008. La ricerca ha mostrato come lo spessore medio del ghiaccio sull'intero Artico sia diminuito di circa 26 cm (10%) rispetto ai cinque inverni precedenti, mentre la zona occidentale ha perso addirittura 49 cm. Quest'estate, ha affermato la coordinatrice dello studio Katharine Giles, del Centre for Polar Observation and Modelling presso l'University College London, ''non sembra che la modifica dell'estensione dei ghiacci sia stata legata alle temperature, quindi la domanda e' se dietro vi sia la diminuzione di spessore dell'inverno precedente''. La squadra di scienziati e' stata la prima a misurare lo spessore del ghiaccio durante l'inverno dell'Artico, da ottobre a marzo, su oltre la meta' della regione, utilizzando il satellite dell'Agenzia spaziale europea Envisat. Prima di loro, due studiosi dell'Institute for Polar and Marine Research in Bremerhaven, Germania, avevano scoperto del ghiaccio piu' fino in una piccola regione intorno al Polo Nord. Ora, per la prima volta, gli scienziati sono in grado di affermare che la perdita di spessore del ghiaccio e' generalizzata ed e' avvenuta in aree dove si trova sia ghiaccio antico sia piu' giovane. Il team di ricercatori continuera' a monitorare lo spessore della calotta di ghiaccio nel prossimo inverno. (ANSA) Y62-CR
03/11/2008 17:52

Sotto un link a google che riporta ad altri articoli relativi alle anomalie relative alle attivita' solari che hanno coinvolto e coinvolgeranno il nostro sistema.

http://www.google.it/search?hl=it&rlz=1G1GGLQ_ITIT285&q=SOLAR+STORM+NASA+2012&btnG=Cerca&meta=

Alcuni scienziati della nasa sostengono che nel 2011/2012 il sole aumentera' la sua attivita' in maniera considerevole, una anomalia molto piu' intensa di quella verificatasi nel 2001 (qualcuno si ricorda? noi si!)

alcuni scienziati sostengono che entro il 2013 il ghiaccio ai poli non ci sara' piu'...

Ciao Nico,

qui trovi gli studi:

EUROPEAN ENVIRONMENT AGENCY
Impacts of Europe's changing climate - 2008 indicator-based assessment


http://reports.eea.europa.eu/eea_report_2008_4/en/


L'europa in questo momento non sta' porponendo soluzioni ma sta avvisando che bisogna prenderne e sottolinea il fatto con non c'e' informazione.
Il suo e' un invito, in base all'impatto su ogni paese (vedi studi), a tutti gli stati membri di "lavorare sulla questione" e di dare risalto mediatico alla cosa, visto che ancora nessuno ne parla o quanto meno non gli viene dato il giusto peso.

Sono gli stati membri che devono far qualcosa, studiare piani nazionali, ma niente e' stato fatto fino ad ora.

Non ho capito in che cosa consiste l'adeguamento ai cambiamenti climatici. Che cosa chiede in concreto l'Europa.

Clima: il Polo Nord si può circumnavigare, è la prima volta

Il Polo Nord si può circumnavigare: per la prima volta nella storia dell’uomo, i ghiacci che coprivano i passaggi a Nordest e Nordovest si sono sciolti in modo simultaneo, creando così nuove importanti rotte per i trasporti marittimi mondiali. Anche se - affinchè le navi possano utilizzare senza alcun pericolo questi percorsi - si dovrà aspettare ancora qualche tempo.

La notizia, riportata oggi da The Independent, arriva da un team di ricercatori dell’Università tedesca di Brema nel nord della Germania.

Intanto, nuove immagini satellitari analizzate dai ricercatori tedeschi non lasciano ombra di dubbio: mai negli ultimi 125 mila anni, il fenomeno dello scioglimento dei ghiacci alle estremità orientale e occidentale del Polo Nord si era verificato contemporaneamente.

Christian Melsheimer, dell’Università di Brema, ha confermato la scoperta al sito Internet del settimanale tedesco Der Spiegel e Mark Serreze, del Centro nazionale di statistica sulla neve e il ghiaccio di Boulder (Colorado), ha detto alla stessa testata: «Da quanto mi risulta è la prima volta che i due passaggi sono navigabili».

Nel 2005 si era aperto il passaggio a Nordest, mentre quello a Nordovest continuava a rimanere bloccato. Poi, nel 2007, si era formata una lingua di ghiaccio a Nordest, di fatto chiudendo di nuovo la rotta russa.

Gli scienziati di Brema hanno scoperto che nei giorni scorsi si sono sciolti i ghiacci della rotta a Nordovest, che va dal Nord dell’isola di Baffin fino al mare di Beaufort a Sud dell’ isola di Vittoria. Poco dopo, si è riaperto completamente anche il passaggio a Nordest, in quanto si è sciolta la lingua di ghiaccio che si estendeva lungo la Russia attraverso il mare Laptev della Siberia. E le compagnie di trasporti marittimi sono già impazienti.

Il Gruppo Belua, di Brema, sta pensando di inviare una nave attraverso il passaggio a Nordest, una rotta notevolmente più corta rispetto al normale viaggio attraverso il Canale di Suez. Basti pensare che da Amburgo fino al porto giapponese di Yokohama, il viaggio attraverso questo passaggio è di sole 7.400 miglia nautiche, appena il 40% rispetto alle 11.500 miglia nautiche del Canale di Suez. Ma difficilmente questa rotta verrà aperta al commercio in tempi brevi. Le autorità russe, infatti, non hanno ancora dato i necessari permessi alle compagnie e, secondo alcuni esperti, le compagnie assicurative vorranno conferme ufficiali prima di dare il via libera.

Intanto, gli scienziati saranno costretti a rivedere le loro previsioni. Fino a oggi, si pensava che la calotta polare artica sarebbe scomparsa nel 2070. Ma già molti prevedono che, a causa del riscaldamento del pianeta, questo succederà entro il 2030. E già un ricercatore della Naval Postgraduate School di Monterey (California), Wieslaw Maslowski, ritiene che tra metà luglio e metà settembre non ci sarà più ghiaccio dal 2013.

fonte
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/ambiente/grubrica.asp?ID_blog=51&ID_articolo=799&ID_sezione=76&sezione=

qualcuno sa dirmi qualcosa di serio riguardo alla continua presenza nei cieli di scie di condensa sospette (chimiche?) lasciate dal passaggio di aerei?
un ragionevole dubbio potrebbe affiorare osservando il comportamento di queste scie col passare del tempo e osservando come vengano ad intrecciarsi tra loro.
inoltre appaiono molte volte aerei che sembra viaggino alle stesse altezze e quasi appaiati come rotte.
ebbene a volte succede di osservare come le scie visibili dei due aerei siano notevolmente differenti in lunghezza e consistenza e persistenza nel cielo.
forse il cambiamento climatico è indotto da queste azioni fatte deliberatamente dall'uomo per controllare il clima stesso?

EUROPEAN ENVIRONMENT AGENCY
Impacts of Europe's changing climate - 2008 indicator-based assessment


http://reports.eea.europa.eu/eea_report_2008_4/en/

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