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VACCINO ANTINFLUENZALE, NE VALE LA PENA?

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VACCINO ANTINFLUENZALE, NE VALE LA PENA?
Fonte:
Naturmedica
Newsletter Della Settimana
Numero 103


Come ogni anno in questa stagione comincia il “bombardamento” mediatico sulla necessità di vaccinare le persone a rischio: anziani oltre i 65 anni di età, persone con patologie croniche e, da diversi anni .......anche i bambini !!!
Ne vale la pena?

Qui di seguito quanto riportato sul Corriere della Sera Online :

"Vaccinazione antinfluenzale: esperti divisi

Le autorità sanitarie consigliano la profilassi, altre voci esprimono dubbi sugli studi su cui si basano le politiche vaccinali

Vaccinazione antinfluenzale: farla oppure no? La maggioranza delle autorità sanitarie, compresa l'Organizzazione Mondiale della sanità, consiglia la vaccinazione, soprattutto per i cosiddetti «gruppi a rischio» (anziani sopra i 65 anni, diabetici, persone affette da malattie cardiache o respiratorie croniche eccetera).
Uno studio appena pubblicato dalla rivista scientifica British Medical Journal argomenta però alcuni dubbi sulla reale solidità scientifica delle ricerche su cui si basano le politiche vaccinali. Tom Jefferson, della Cochrane Cooperation, autore dell'analisi in questione, conclude che i dati in letteratura scientifica, se si considerano solo le ricerche condotte in modo ineccepibile dal punto di vista metodologico, non forniscono una base sufficiente.

INFLUENZE E PARAINFLUENZE- Il punto, secondo Jefferson, è che il vaccino in effetti funziona sul virus dell'influenza, ma non ha alcuna efficacia per le molte patologie respiratorie simili all'influenza, provocate da altri virus oppure da batteri. Secondo l'analisi Cochrane molto spesso le influenze propriamente dette sono una minoranza rispetto alle simil-influenze, quindi
è da valutare meglio l'opportunità di un vaccinazione di massa.
Le raccomandazioni alla vaccinazione secondo Jefferson si basano su studi di piccole dimensioni, e la sua analisi lo porta a concludere che non sarà possibile fare reale chiarezza sull'argomento fino a che non saranno condotti ampi studi nei quali il vaccino sia confrontato a un placebo (farmaco finto usato a fini sperimentali).
Altri specialisti, però, ribattono che gli studi contro placebo sono difficili da attuare in un caso come questo e che gli studi a disposizione, anche se talvolta con dei limiti come «potenza statistica», danno comunque indicazioni a favore di un bilancio nettamente favorevole del rapporto costo/beneficio della vaccinazione contro l'influenza, e che la profilassi, in taluni casi può essere una vera e propria pratica salvavita.".

Quindi, a fronte di un'incerta e non dimostrata efficacia (stimata dallo 0 all'85%), si possono correre dei rischi non di poco conto.
Il vaccino indebolisce il sistema immunitario predisponendo l'organismo a contrarre altre malattie.
Ciò che comunque non ci viene rivelato riguarda alcuni componenti chimici tossici dei vaccini: i derivati da mercurio e alluminio.

Si possono quindi intuire i pericoli potenziali del vaccino antinfluenzale.
Il Dr. Hugh Fudenberg, uno dei maggiori esperti immunogenetisti ha affermato che le possibilità di contrarre il morbo di Alzheimer sono DIECI volte maggiori negli individui che hanno ricevuto cinque vaccinazioni consecutive rispetto a coloro i quali ne hanno ricevuta una o due o nessuna. Ciò è verosimilmente dovuto al Thimerosol (un conservante derivato dal mercurio) e all'alluminio contenuti nei vaccini.

Che fare allora? Ci sono dei metodi per evitare di ammalarsi senza ricorrere al vaccino?
Ci sono delle semplici regole per per poterlo fare.

1. Evitare lo zucchero. Lo zucchero riduce le capacità del sistema immunitario che è importante per combattere virus e batteri
2. Concedersi il giusto riposo. Dormire almeno otto ore per notte. Un fisico stanco ha maggiori difficoltà a combattere le malattie
3. Evitare il più possibile situazioni stressanti. Si ritiene che lo stress sia una delle cause di 90 malattie su 100
4. Esercizio fisico. L'esercizio fisico aiuta il sistema immunitario migliorando la circolazione in tutto il corpo. Per cui, anche se non si ha il tempo di andare in palestra o di fare una semplice passeggiata di buon passo, invece di prendere l'ascensore, perché non raggiungere l'ufficio o l'abitazione salendo le scale?
5. Mangiare aglio fresco regolarmente. Quello in capsule è praticamente inefficace. Le caratteristiche antibatteriche, antivirali e antimicotiche dell'aglio sono note da tempo. Eventualmente, se crea problemi....sociali, al suo posto si possono assumere integratori alimentari a base di vitamina C (ormai molta frutta ne ha persa gran parte del contenuto teorico, visti i sistemi di coltivazione e raccolta), erbe immunostimolanti quali l' Uncaria tomentosa (Cat's Claw, unghia di gatto), l'Eleuterococco, la Curcuma, l'Astragalo, la Schisandra e infine, ma non meno importante, l'Echinacea, oltre ad altre sostanze naturali quali la Pappa Reale, la Propoli, i Lactobacilli o Fermenti Lattici
6. Lavarsi spesso le mani. Una buona pulizia delle mani diminuirà la possibilità di diffondere il virus a se stessi (attraverso il naso, la bocca o le orecchie) e agli altri.


Se invece l'influenza ti colpisce, ai primi sintomi una delle opzioni più semplici e forse meno conosciute è l'uso del perossido di idrogeno al 3%, la comune acqua ossigenata che possiamo trovare anche al supermercato per pochi centesimi.

Il dr. Richard Simmons nel 1928 ipotizzò che il virus dell'influenza (come pure quello del comune raffreddore) entrino nel corpo attraverso il canale uditivo, contrariamente a quanto comunemente si pensa che lo faccia attraverso il naso , gli occhi o la bocca.

Utilizzare poche gocce di acqua ossigenata al 3%, anche se sarà un po' fastidioso a causa dell'azione pungente e di ribollimento.
Versare in un orecchio, attendere che il ribollimento cessi (di solito entro 5-10 minuti) poi drenare su un pezzo di stoffa o un fazzoletto e ripetere nell'altro orecchio. I risultati potrebbero essere ragguardevoli anche entro 12 ore. Non versare negli occhi, nel caso sciacquare subito con acqua.
Comunque, è di estrema importanza agire ai primi sintomi.



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