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Lo smog responsabile dell'aumento dei casi di allergia

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Lunedì 7 Febbraio 2005, 18:30
Lo smog responsabile dell'aumento dei casi di allergia
Di Italiasalute.it

Un ricercatore tedesco ha chiarito uno dei modi con i quali lo smog è in grado di scatenare nel nostro organismo, in particolare nel sistema immunitario, delle reazioni allergiche.
Secondo Ulrich Poschl, della Technical University di Monaco in Germania, lo smog da traffico cittadino è la causa dell'impennata dei casi di allergie e asma nel mondo occidentale.

Poschl, che raccolto ed esaminando polvere urbana da varie strade più o meno intasate dal traffico e ricostruito in laboratorio l'inquinamento urbano e l'effetto di questo su allergeni naturali, spiega questa epidemia con una reazione che avviene tra alcune proteine presenti nell'aria e alcuni composti inquinanti rilasciati dai tubi di scarico che sono in grado di modificarle e trasformarle in allergeni o trasformare gli allergeni stessi in modo da renderli in grado di innescare le reazioni allergiche. Gli allergeni sono già presenti nell'aria e possono stimolare nel corpo delle persone sensibili una risposta immunitaria talvolta esagerata che scatena i sintomi allergici. La presenza dello smog potrebbe esaltarne tali effetti deleteri.

Secondo lo studio dei ricercatori tedeschi, pubblicato su Environmental Science & Technology, l'inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni delle automobili che rilasciano ozono e composti dell'azoto potrebbe aver causato egli ultimi anni nei centri urbani più inquinati il considerevole aumento d'incidenza delle allergie che gli epidemiologi hanno rilavato. Finora il tipo di legame tra smog ed allergie era stato ipotizzato ma non spiegato in maniera così chiara.
Ozono e composti dell'azoto reagiscono con gli allergeni rendendoli più capaci di attrarre anticorpi e scatenare una reazione allergica.
Lo 0,1% al 10% degli allergeni isolati dalla polvere urbana, secondo lo studio, sono legati all'azoto e quindi più efficaci nel dare una reazione allergica. Inoltre nelle prove di laboratorio, ricostruendo i tassi di inquinamento medi di un'area urbana, il 20% degli allergeni hanno reagito con gli ossidi d'azoto divenendo più potenti. Di certo questo non è il solo modo in cui l'inquinamento contribuisce alla diffusione delle allergie, hanno ammesso gli studiosi, ma questa scoperta permetterà progressi in campo farmacologico perché consentirà di sviluppare principi attivi contro questi allergeni 'truccati' dallo smog.

Per ulteriori notizie consulta Italiasalute.it



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1 Commento

Segnalate che lo Smog e' il responsabile delle allergie esistenti nelle popolazione infantile italiana, ma vi dimenticate di dire che fra i bambini-ragazzi NON vaccinati queste allergie NON esistono e che quindi sono i solo i vaccinati i quali avendo un sistema immunitario compromesso e problemi intestinali cronici piu' o meno evidenti, generati dai vaccini sono molto deboli e reagiscono male agli "allergeni" i quali non sono che l'elemento scatenenate di un "terreno" fisiologico gia' ampiamente compromesso dai vaccini...
Vedi gli studi del dott. M. Montinari:

DISCUSSIONE
Tutti i pazienti osservati presentavano diversi problemi fisici e le varie patologie che interessavano il SNC potrebbero essere dovute alla slatentizzazione di un danno autoimmunitario pre esistente.
Si è osservato che maggiormente la specie risultava “pulita”, dal punto di vista virologico e microbiologico, maggiormente si presentavano malattie auto-immunitarie del SNC o di altri apparati; come è risultato indicativo il fatto che determinate patologie autoimmunitarie siano più frequenti nei Paesi dove sono più diffuse le vaccinazioni, quindi in comunità definite “pulite”.
Con questo studio, e con l’osservazione di alleli quali l’A3 ed il DR7, potrebbero essere identificati soggetti a rischio di insorgenza di patologie autoimmunitarie.
L’azione del Thiomersal contenuto quale eccipiente nei vaccini, la cui tossicità è indipendente dalla dose somministrata, potrebbe rappresentare la dimostrazione di come si possono cambiare determinati aminoacidi nella molecola delegata alla presentazione dell’antigene.
Questo tipo di studio potrebbe essere anche utilizzato per individuare l’eziopatogenesi di ulteriori patologie autoimmunitarie.
http://www.mednat.org/vaccini/flash2.htm


dr. G. Paolo Vanoli

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