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Studio svizzero denuncia il caso Vioxx

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5 novembre 2004 08.19
swissinfo  

Gli effetti secondari pericolosi del farmaco Vioxx, responsabile di infarti e altre malattie cardiache, avrebbero dovuto essere identificati già dal 2000.
 
È quanto afferma uno studio realizzato da due ricercatori dell'Istituto di medicina preventiva e sociale dell'Università di Berna.
 
Presentato giovedì dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica e pubblicato sul sito internet della rivista medica "The Lancet", lo studio prende in esame i dati risultanti da una ventina di ricerche e sperimentazioni condotte sul medicinale anti-infiammatorio negli ultimi anni.

A detta dei due ricercatori bernesi, Peter Jüni e Matthias Egger, la loro meta-analisi conferma quanto si sospettava da tempo.

"Già dal 2000 erano disponibili dei dati che comprovavano un rischio maggiore di affezioni cardiovascolari per i pazienti curati con il Vioxx", afferma Peter Jüni.

Tali rischi sarebbero addirittura indipendenti dal dosaggio e dalla durata della somministrazione del medicinale, impiegato per alleviare malattie reumatiche.

Dal canto suo, la Merck, produttrice del Vioxx, respinge le accuse di negligenza contenute nello studio dei ricercatori svizzeri. Merck contesta anche la conclusione che il medicinale avrebbe dovuto essere ritirato dal mercato molti anni fa.

24 milioni di pazienti
 
Secondo uno studio delle autorità sanitarie americane, il medicinale potrebbe essere stato all'origine di oltre 27'000 decessi avvenuti tra il 1999 e il 2003 negli Stati uniti.

Il 30 settembre scorso, il Vioxx è stato ritirato dal commercio dall'azienda farmaceutica Merck, che dovrà ora far fronte ad una denuncia collettiva inoltrata dai rappresentanti di migliaia di pazienti o famigliari delle vittime del medicinale.

Prima del suo ritiro dal commercio, il farmaco era stato utilizzato da 24 milioni di persone, secondo le indicazioni fornite dalla stessa Merck.
 
Indicazioni già esistenti
 
Lo studio commissionato dal FNS fa seguito ai gravi sospetti sollevati, già prima del 30 settembre, da una ricerca che denunciava gli effetti secondari pericolosi del medicinale.

Per la loro analisi, i due studiosi bernesi hanno preso in esame 20'742 pazienti, di cui 52 sono stati colpiti da un infarto.

Ben 41 di questi ultimi utilizzavano il Vioxx. "Una differenza statisticamente significativa a svantaggio del Vioxx", osserva Peter Jüni.

I ricercatori dell'Università di Berna criticano soprattutto l'interpretazione dei dati del cosiddetto "studio VIGOR" del 2000.

In tale ambito era stato realizzato un confronto tra il Vioxx e altri preparati antidolorifici, da cui erano emerse chiare differenze sul rischio di infarti cardiaci.

"Già in quello studio si sarebbe dovuto prendere in considerazione l'accresciuta frequenza di infarti cardiaci in relazione con la somministrazione di Vioxx", deplora Matthias Egger.
 
Anche dosi minime pericolose
 
Secondo i due ricercatori, Merck avrebbe "potuto o dovuto" ritirare il farmaco molti anni prima, quando già esistevano i dati che evidenziavano i rischi.

Da notare che, finora è sempre stato precisato che i rischi sussistevano solo per quei pazienti che avevano consumato il Vioxx almeno per 18 mesi.

A detta di Peter Jüni, "i dati indicano invece che esiste un elevato rischio di infarto cardiaco già dopo pochi mesi di somministrazione e indipendentemente dalla dose".

Sempre a detta dei due ricercatori, le autorità di controllo dovrebbero rivedere le loro procedure di autorizzazione dei farmaci.

In particolare dovrebbero aggiornare regolarmente la loro documentazione, prendendo in considerazione gli studi realizzati anche dopo la commercializzazione di un medicinale.

"Come dimostra il caso Vioxx, questa procedura non viene assolutamente seguita attualmente", rileva Jüni.

swissinfo e agenzie



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