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DILUVIA! GOVERNO MONTI ! di Antonio Pantano

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DILUVIA!  GOVERNO MONTI !
di Antonio Pantano (valori giuridici e monetari)
                                            
     
                   
      [seconda parte delle "notizie sul Montisalvatore" -
                        La prima fu diffusa col titolo "Affideresti il tuo portafoglio a Mario Monti?"]
 
21  =         Il 3 gennaio 2012 Mr. Monti ("Mario, the year's man" per la "grande finanzaglobalista), nella qualità di ministro dell'economia e presidente del consiglio dei ministri della Repubblica Italiana - silenzio assoluto della stampa mondiale e connivenza silente di quella italiana! - decretò ed attuò l'uscita dalle casse del Tesoro italiano di 2.567 milioni di euro liquidi e contanti, per farle fagocitare in quelle della banca d'affari statunitense (registrata nel Delaware, stato conveniente e paradiso fiscale, ma operante a New YorkMorgan Stanley Corporation. Si tratterebbe di "soli" due miliardi e mezzo di euro e più. Cinquantesimo (2,5%!) di ciò che - forse, dopo pressanti e vessatorie garanzie imposte a costo di sangue - verrà corrisposto dalla Banca Centrale Europea alla Repubblica di Grecia, per sperare o fingere di salvare questa dal "default", il "fallimento finanziario" di quello Stato, che, altrimenti, per vantato e conclamato debito finanziario organizzato da anni anche per "suggerimenti" di una eminenza italiana del sistema bancario centrale europeo, diverrebbe "terra di preda, corsa e saccheggio" da parte della B.C.E. e delle banche private e pubbliche (ammesso che queste esistano e siano realmente tali!) che di essa sono "partecipanti", cioè : padrone.
 
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22 =         Silenzio tombale della stampa italiana per un mese intero.
Finché 21 scarne, ed incomplete nei dati, righe, sfornate da Orazio Carabini sul settimanale "l'Espresso" (di proprietà di Carlo De Benedetti, bankiere e finanziere svizzero, in eterna "libera uscita") del 3 febbraio 2012 hanno rivelato il fatto, desunto da formale comunicazione periodica della suddetta banca statunitense alla S.E.C.( Securities and Exchange Commission, Agenzia Federale ufficiale del governo U.S.A.). Carabini sostiene di aver chiesto chiarimenti sul senso dell'operazione, sulla natura del debito e la di essa "posizione in derivati", al Tesoro italiano ed alla Morgan Stanley, senza ricevere risposta. Il giornalista avrebbe poi raccolto voci "da fonti di mercato" circa una "triangolazione" (assai curiosa, della quale non si comprende lo spirito, non essendovi partecipazione contrattuale di terzo contraente!) che ha visto la Banca IMI (del gruppo Intesa Sanpaolo, capitanato da Corrado Passera, fresco ministro per le politiche economiche nel governo Monti) subentrare (senza spiegare la ragione ed il ruolo!) a Morgan Stanley "consentendo agli americani di "alleggerirsi" rispetto alla Repubblica Italiana", come riportato da Carabini, il quale chiuse la notizia lamentando: "l'episodio riapre la questione della trasparenza delle operazioni in derivati che sono gestite dal Tesoro nella più totale opacità: nessuno sa a quanto ammontano e una volta all'anno (agli uffici di statistica) il guadagno o la perdita complessivamente registrata su quel tipo di operazioni. Infine c'è un problema di immagine per quello che è spesso chiamato il "governo dei banchieri": dare 2,567 miliardi a Morgan Stanley mentre si stangano i pensionati e si stanziano 50 milioni per la social card non suona bene.".
 
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23 =         Il silenzio è stato squarciato il 6 febbraio 2012 da un più ampio comunicato dell'ex parlamentare europeo Roberto Fiore, leader del partito "Forza Nuova", che ha rammentato e chiarito: "6 miliardi e 268 milioni erano stati prestati in derivati (fondi altamente tossici) all'Italia alcuni anni fa ed invece di attendere il consueto pagamento annuale di interessi, la Morgan Stanley, preso atto del downgrading dell'economia italiana da parte dell'agenzia di rating Standard and Poor's pochi giorni prima, ha deciso di richiedere l'immediato pagamento del debito". Fiore ha poi aggiunto: "Quindi nelle prime ore del 2012 l'appena insediato Monti ha decretato il pagamento immediato alla Morgan Stanley annullando la parte rimanente del debito con un passaggio dello stesso debito a Banca Intesa di 3,381 miliardi di debito rimanente.". Oltre la logica deduzione che Morgan Stanley ha ottenuto anzitempo rimborso di un credito prestato finanziariamente  molto tempo prima (che, in tempi di difficoltà di disponibilità di liquidi, nessun cittadino normale italiano riesce ad ottenere dallo Stato), Fiore ha, a ragione, incalzato: "...per ciò che ormai sappiamo dei derivati, avrebbe dovuto effettivamente portare non al pagamento del debito, ma all'emissione di mandati di cattura per truffa ed altri reati nei confronti dei gaglioffi finanzieri. Inoltre Banca Intesa può mettere a bilancio l'entrata di 3,381 miliardi di euro come patrimonio in positivo. Ciò avrà fatto sicuramente piacere a Passera, Presidente di Banca Intesa e Ministro, secondo per importanza solo a Monti, nello specchiato governo in carica. Ma sicuramente - ha proseguito Fiore - farà piacere anche al Vicepresidente di Morgan Stanley  e cioè Giovanni Monti che, guarda un po', è proprio il figlio del nostro Presidente del Consiglio.". Con legittima proprietà di linguaggio Fiore ha concluso il lungo comunicato: "Con il Governo Monti la finanza internazionale ha le mani nelle tasche dello Sato Italiano o meglio, per dirla all'inglese, ha "direct rule" (potere diretto) sull'economia italiana. Monti e Passera continuano nel loro ruolo a fare gli interessi di quelle bande di criminali che sono le istituzioni finanziarie che servono da decenni e come volgari vecchi democristiani decidono come regalare miliardi di euro ai loro compari: tutto in casa, magari tra padre e figlio, o con i loro colleghi di Gabinetto.".  
Fiore ha trascurato di denunziare che l'entrata di 3,381 miliardi di euro, oltre il "patrimonio in positivo", rappresenta plusvalenza da tassarsi doppiamente, giacché con l'operazione si è creato un valore da assoggettarsi ad IVA (e non si venga a sostenere che il commercio di denaro nella fattispecie di merce è esente da IVA! e se ciò lo concede qualche legge fiscale "compiacente", s'ha da rimarcare che tale legge è certamente "di favore" ed anticostituzionale, discriminando tutti gli altri cittadini e le loro attività produttive o commerciali, poste in disparità verso le aziende bancarie!), oltre l'oggetto dell'operazione, che dovrebbe subire tassazione della massima aliquota, con immediata ritenuta alla fonte, alla stregua di ciò che si impone ad un professionista, per esempio.
 
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24 =          Va sopratutto rimarcato che, per il coacervo di leggi "democraticamente" assemblate in decenni dai parlamenti italiani, servi e supini al potere usuraio monopolizzato dalle banche ("I politici sono camerieri dei banchieri", ammonì dal 1935 Ezra Pound, che di regimi "democratici" se ne intendeva!), nella Repubblica Italiana le aziende bancarie NON emettono fatture e documenti fiscali verso i clienti per ogni somma a questi addebitata sugli interessi sia di conto che per mutui, sulle spese d'ogni ordine e per ogni servizio, come, invece, fa ogni corretta azienda che da noi - veramente, e senza sopraffazioni - opera e produce!
         Questo comportamento, rappresentante privilegio unico e sicuramente incostituzionale, non solo discrimina e pone in svantaggio tutto il restante sistema economico e produttivo italiano, ma agevola le aziende bancarie nella totale elusione fiscale e nella evasione dei minimi obblighi verso i cittadini e lo Stato, così che queste aziende, a partire dalla Banca d'Italia, redigono "in proprio" le relazioni periodiche esaltanti le loro attività, insieme con i bilanci. Bilanci che paiono ridicoli al confronto con quelli di qualsiasi media o piccola azienda di produzione, costretta questa, invece, in "obblighi di osservanza negli imposti (e cervelloticiparametri di settore", anche nella evenienza di esercizio in pareggio di bilancio o in perdita. 
          Da ciò discende che le aziende bancarie traggono beneficio ingiusto dalle loro non caritatevoli attività, e lucrano abbondantemente in regime di "tranquillo e saldo monopolio", con inusuale vantaggio rispetto ad ogni altra attività economica. E del lucro abnorme lucrano ancor più, protette da  norme di favore ed agevolative del settore, tanto che ostentano spocchiosa presenza sul territorio con proliferazione di inutili sportelli, assai più numerosi delle farmacie e degli spacci di generi alimentari.
          Conferma della "dominante", ma millantata, priorità su tutto il sistema produttivo nazionale, è data proprio dai giornalisti dei notiziari radio e televisivi, pedissequamente seguiti dagli altrettanto servili colleghi della carta stampata, che indicano costantemente tutte le aziende bancarie come fossero "istituti", mentendo sul piano lessicale e grammaticale, poiché "istituti" sono solo gli organismi dello Stato (magistratura, esercito, carabinieri, università e scuole, ecc.).
 
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25 =           L'agenzia giornalistica romana OPI - Osservatore Politico Internazionale - tre giorni dopo la denuncia di Roberto Fiore, il 9 febbraio 2012, ha pubblicizzato la interrogazione (5-06124) presentata alla Camera dai deputati Mancuso, Girlanda, De Luca, Bocciardo e Barani, del "Partito delle Libertà", al Ministro dell'Economia con la quale ha fatto"presente che molte piccole e medie imprese italiane si trovano in serie difficoltà a causa dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione e che il momento di contingente crisi economico finanziaria suggerisce una seria realizzazione dei criteri di gestione del debito della pubblica amministrazione, locale o governativa. Ma, sopratutto, avendo constatato la mancanza di trasparenza nella gestioni in derivati del Governo italiano e, di conseguenza, non si conosce l'ammontare esatto dell'esposizione e una volta l'anno viene comunicato agli uffici di statistica il guadagno o la perdita complessivamente registrata su questo tipo di operazioni, si sollecita il Governo di chiarire le motivazioni per cui si è deciso di pagare parte del proprio debito con la banca d'affari newyorkese e di istituire una nuova strategia comunicativa delle proprie operazioni in derivati, all'insegna della chiarezza e della trasparenza". Gli stessi parlamentari hanno sottolineato che quanto zelantemente elargito dal ministro Monti, anche capo del governo italiano, corrisponde a circa un decimo della manovra "Salva Italia".
 
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 26 =            La stessa agenzia OPI ha anche dato notizia della interrogazione (4-06809) proposta dal senatore del partito "Italia dei Valori", Elio Lannutti, a Mario Monti, Presidente del consiglio dei ministri e Ministro dell'economia e delle finanze, con la quale lo si informava che "secondo la rivista  "International Financing Rewiew", il Tesoro italiano ha in portafoglio strumenti derivati per un ammontare di 30 miliardi di euro e che si tratta in particolare dei cross currency swap e degli interest rate swap, utilizzati largamente dagli enti pubblici, dunque l'Italia è uno dei maggiori investitori sovrani in tali controverse attività finanziarie e tutti i Governi succedutisi nel tempo si sono sempre rifiutati di dire da dove vengono questi derivati e quanti si annidano nello stock del debito pubblico. Questa scarsa trasparenza getta un'ombra circa la composizione del debito stesso e, in ultima analisi, sulla sua sostenibilità, alla luce dell'attacco speculativo di cui l'Italia è bersaglio da mesi." L'OPI ha, in particolare, aggiunto che nella interrogazione "l'articolo segnala il caso di Morgan Stanley, che ha ridotto la propria esposizione in credit default swaps verso l'Italia di 3,4 miliardi di dollari. Ciò che non emerge dai risultati finanziari della banca - evidenzia l'interrogazione - sono le modalità con cui questa dismissione è avvenuta. Se lo swap fosse stato ristrutturato o ceduto ad un altro intermediario, il Tesoro potrebbe non aver pagato nulla. Se invece il contratto è stato chiuso, e molti pensano sia andata così, l'operazione potrebbe esserci costata circa 2 miliardi di dollari. Secondo la European Bank Authority, l'Italia deve alle banche dell'area euro circa 5,1 miliardi di euro in contratti swap, ovvero al netto di quelle statunitensi, svizzere e inglesi. Se tali investitori decidessero di chiudere le rispettive posizioni, peraltro sempre più costose da mantenere in virtù del nuovo regime normativo, il salasso per le italiche finanze potrebbe rivelarsi astronomico.".
          OPI riferisce che "Linkiesta", giornale economico on-line, ha ripreso l'articolo "cercando di ricostruire la genesi di questo fenomeno sulla base delle informazioni già in possesso. In sintesi, un anno fa il Wall Street Italia metteva in correlazione un articolo del "New York Times", il quale denunciava che l'Italia avrebbe truccato i propri conti pubblici a partire dal 1996, con un altro del "Fatto quotidiano", secondo cui gli interessi sul debito pagati dallo Stato si mantenevano costanti, nonostante i tassi di mercato fossero in discesa. Da sospettare l'ombra della finanza creativa dietro le operazioni del Tesoro. Sempre "Linkiesta", citando fonti Eurostat, segnalava mesi fa che l'Italia ha fatto un ingente (ab)uso di strumenti finanziari nel periodo tra il 1998 e il 2008. Per la verità le speculazioni avevano preso avvio due anni prima, ma è stato sotto Tremonti che questa prassi ha conosciuto un netto incremento. Si parla in particolare di cross-currency swap swap e interest rate swap, ma anche cessioni di crediti in cartolarizzazioni. Fino al 2008 l 'Italia ha guadagnato un ricavo di 8 miliardi, ma con l'avvio della crisi il trend deve essersi invertito, per quanto non esistano dati certi per mancanza di informazioni ufficiali. Ma la discrepanza tra tassi di mercato e interessi pagati segnalata dal "Fatto quotidiano" rappresenta una prova circostanziale che tali contratti sono ora in perdita, sebbene sia impossibile stabilire di quanto; il volume totale delle "scommesse" sulla bancarotta dell'Italia, sotto forma di CDS, ammonta a 8.611 contratti per un controvalore di 21 miliardi di euro. Segno che il mercato nutre serie preoccupazioni sulla capacità dell'Italia di tenere fede ai propri impegni.
Quel che chiede l'interrogazione è di sapere se al Governo risulti a quanto ammonta la reale entità dei titoli derivati in possesso del Tesoro e quali siano precisamente i relativi rischi per le finanze del Paese.".
 
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27 =   In realtà, il dettagliato dispaccio "DTCC"- "The Depository Trust & Clearing Corporation" leggibile anche per via telematica, che registra oltre 1000 enti ed organizzazioni statali impegnati a livello mondiale, alla data 14 febbraio 2012 indica "Repubblica Italiana - Governo" esposto per 8720 contratti di importo complessivo 22,197 miliardi di USD, mentre la "Repubblica Federale di Germania - Governo" - ha 4012 contratti di importo 19,269 miliardi di USD. Cioè : maggiori impegni per gli abili e virtuosi germanici con meno di metà numero di contratti rispetto alla più ... pasticciona e disinvolta Repubblica Italiana.
 
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 28 =  Sempre la solitaria agenzia giornalistica romana OPI, il 9 febbraio 2012 ha anche riportato: "Quale è la reale esposizione italiana al rischio swap? Come potrebbe incidere sulla tenuta dei nostri conti pubblici? Quanti derivati possiede il Tesoro italiano nel suo portafoglio?"sono queste le domande che il vicepresidente del gruppo Idv alla Camera, Antonio Borghesi, rivolge al presidente del Consiglio e ministro dell'Economia Mario Monti, in un'interrogazione a risposta scritta. "Secondo alcuni articoli apparsi sulla stampa internazionale, il nostro Paese, dal 1996, avrebbe truccato i propri conti, utilizzando derivati grazie all'aiuto di Jp Morgan  la questione è tutt'altro che irrilevante. In particolare, l'articolo apparso sul'autorevole rivista International Financing Review prende l'esempio di Morgan Stanley, che ha recentemente ridotto la sua esposizione in swap verso l'Italia di circa 3,4 miliardi di dollari. Se questo interest rate swap fosse stato ristrutturato e assegnato a un'altra banca, allora l'Italia non sarebbe stata particolarmente toccata dalla vicenda. Ma se lo swap fosse stato chiuso allora l'Italia avrebbe dovuto pagare almeno 2 miliardi di euro"si legge nell'interrogazione. "Secondo l'European Bank Authority, l'Italia è esposta per 5,1miliardi di euro in swap verso le banche europee. Ciò significa che, se gli investitori decidessero di chiudere queste posizioni, più costose con il nuovo regime regolatorio, l'Italia si troverebbe d'improvviso a dover pagare svariati miliardi di euro. Chiediamo, dunque, al governo, di fare chiarezza sulla reale esposizione italiana ai rischi sopra-esposti",conclude il vicepresidente IdV alla Camera, Antonio Borghesi."
 
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29 =      Ma, a fronte di questa avvilente situazione concreta, emergono le taciute attività di organizzazioni bancarie private con sede formale e reale oltre i nostri confini, ma con succursali (autorizzate da Banca d'Italia e l'organo di vigilanza bancaria delegato dallo Stato), operanti da noi, che vantano crediti verso la Repubblica Italiana. E il catapultato al potere di governo prof. Monti (con sospetto opportunismo e ... saggia provvidenza, posto al riparo da ogni futuro "rilievo" mediante l'elargizione in apparenza inspiegabile, a priori, di laticlavio a vita, che, per consuetudine e norma etica,viene concesso  ad uomini di chiara fama e prestigio che abbiano illustrato la Patria per non comuni meriti culturali), con eccesso di zelo profuso in assoluto silenzio nei giorni delle feste d'inizio 2012, e ad appena 40 giorni dal suo insediamento, ha soddisfatto anzi tempo (assai prima della scadenza contrattuale, e senza nemmeno tentare una transazione con un creditore, tra i tanti, certamente privilegiato e non incontrovertibile) un debito contratto da altri in epoca oscura ed imprecisata. Azione che il Monti, tecnico con "decantata" esperienza di docente di scienze economiche alla università Bocconi, avrebbe dovuto comunque intraprendere, nello stesso criterio e spirito che ha, poi o nel contempo, profuso nel modificare in pejus sia le sorti pensionistiche degli italiani sia altre provvidenze del così detto scassatissimo "stato sociale", con tagli alla spesa, che, per contro, non sono stati tentati nemmeno alla lontana verso i "mercanti del denaro". Mercanti ed affaristi monetari che nessun danno avrebbero subito se ridimensionati nelle loro pretese, sovente impinguate da corredi prepotenti ed illegittimi di interessi monetari usurai.
 
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30 =   Va osservato che un governante degno di questo nome, specchiatamente onesto ed indifferente a qualunque potente (o prepotente) organizzazione monetaria reclamante crediti, propenso realmente ad operare negli interessi totali del Popolo italiano e dello Stato, prima di soddisfare ogni richiesta di rimborso, ha il dovere di pretendere di conoscere :
1        in dettaglio l'elenco dei debiti contratti dalla Repubblica Italiana verso, sia :
1.1     Stati esteri (e pretendere la verifica del trattato conseguente), sia verso
1.2     organizzazioni finanziarie e/o bancarie private, siano queste
1.2.1    estere o
1.2.2   italiane
e, nel contempo,  dopo avere profondamente ed analiticamente verificata, e pubblicizzata in ogni modo,
2        la natura dei debiti ad oggi vigenti,
2.1     la data della contrazione degli impegni,
2.2     gli importi di ciascun impegno,
2.3     i nomi degli antichi contraenti/sottoscrittori del debito per conto della Repubblica   Italiana,
2.4     la commissione promessa ed erogata agli intermediari (brokers) coinvolti nella   operazione di sottoscrizione del debito
2.4.1  i nomi degli intermediari (brokers) coinvolti e/o sovrintendenti nella citata           operazione,
2.4.2  il luogo e la modalità di corresponsione della commissione per la citata operazione,
e, in particolare,
3        per ciascun debito:
3.1     il nome dell'organismo bancario che sovrintese (anche per sola consulenza) alla           formulazione del contratto del debito,
3.1.1  il ruolo e l'atteggiamento della Corte dei Conti per ciascun contratto,
3.1.2  il ruolo e l'atteggiamento della Banca d'Italia spa (che esercita la "tesoreria dello   Stato") nella sua veste di "organo di vigilanza"
3.2     la natura, in dettaglio, dei termini contrattuali con specifica inequivoca dei tassi di          interesse a debito,
3.2.1  se riferiti a tassi vigenti in Italia,
3.2.2  se riferiti ad altri tassi,
3.2.3  se organizzati in altri termini, sotto forma di "contratti derivati" od altro [e, a           questo proposito, chiarire la ragione di tale specie di contratti, essendo      evidente la fallacità di questi, sotto il profilo, ormai conclamato ed      accertato, della loro "tossicità"],
3.3     l'ufficio erogatore del denaro liquido o in titoli (e quali?) necessario per il           ripianamento del debito verso il creditore (e, quindi, determinare e precisare se       "agenzia dello Stato" o "tesoreria per conto dello Stato" od altri)
3.3.1  la commissione corrisposta agli intermediari (brokers) coinvolti nel ripianamento          del debito,
3.3.1.2   i nomi degli intermediari (brokers) coinvolti e/o sovrintendenti nel           ripianamento del debito,
3.3.1.1   il luogo e la modalità di corresponsione della commissione corrisposta agli           intermediari,
4        i rapporti pregressi tra le organizzazioni bancarie vantanti titolo di creditrici verso la Repubblica Italiana e:
4.1     il presidente del consiglio dei ministri della Repubblica Italiana,
4.2     qualsiasi banchiere, o intermediario operante nel mondo della finanza, avente          ruolo nel governo che ripiana il debito in oggetto,
4.3     qualsiasi componente il governo (con incarico di ministro o vice o sottosegretario) legato           alla vicenda,
4.4     qualsiasi parente fino al decimo grado dei componenti il governo,
4.5     qualsiasi membro, presente e passato, del parlamento italiano
4.6     qualsiasi membro, presente e passato, del parlamento europeo,
5        lo stato patrimoniale, denunziato o presunto, noto in Italia ed oltre confine,           precedente l'assunzione di incarico da parte di tutti coloro indicati almeno ai punti 4.1, 4.2, 4.3, 4.4,
6        curriculum vitae di ogni personaggio indicato al punto 5,
7        la giustificazione giuridica per ogni atto di debito sottoscritto dalla Repubblica   Italiana,
7.1     la contestuale giustificazione giuridica per la sottoscrizione di debiti con organismi     estranei ed esterni alla amministrazione della Repubblica Italiana,
8        la compatibilità della vigenza di debiti monetari tra la Repubblica Italiana e           qualsiasi altra azienda bancaria e/o finanziaria operante sul suolo della Repubblica,
9        gli adempimenti fiscali TUTTI, verso la Repubblica Italiana, a carico delle           aziende bancarie e finanziarie che - per debiti della Repubblica Italiana - abbiano        ad introitare interessi su questi,
10      le attività idonee degli organi sovrintendenti alle attività di controllo contabile e   fiscale dello Stato (Corte dei Conti, Agenzie delle entrate, Guardia di Finanza)       svolte circa gli argomentiindicati nei nove punti - e relativi sub - sopra elencati.
 
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31 =             In proposito, proprio la mattina di giovedì 16 febbraio 2012, nella rituale cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti, il presidente Luigi Giampaolino, alla presenza del Presidente della Repubblica e delle massime cariche istituzionali (queste si, sono tali!) dello Stato, ha esordito : "Illegalità, corruzione e malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese le cui dimensioni sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, faticosamente, alla luce.". Reclamando la "mappatura" dei fenomeni di cor

Denunciato Mario Monti per alto tradimento

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Roma (Lazio) - 24 Dicembre 2011

Un gruppo di cittadini guidati dal Sig. Orazio Fergnani nella tarda mattinata della vigilia di natale si sono radunati davanti la stazione del Comando Carabinieri in via Gualtiero Castellini 28 in zona parioli a Roma e hanno depositato una denuncia per alto tradimento nei confronti di: Mario Monti, Ignazio Visco, i principali responsabili del ministero delle finanze, i direttori delle banche, il direttore della Consob, i responsabili del Consiglio di amministrazione della Corte dei Conti e quelli della ragioneria generale dello Stato.

Io c'ero.












La prima vera grande manifestazione partita dal popolo (con nomi e cognomi degli organizzatori) contro il vero potere, contro il sistema della moneta debito e contro le gravi conseguenze ad esso implicate.

Vi terremo aggiornati su ogni sviluppo affinché chiunque possa capire chi manifesta e perché, cercando di evitare qualsiasi controversia.


Roma, 21 ottobre 2011

1. Il Comitato "Legittima Difesa", composto dai Signori Danilo Calvani e Domenico Longo e dal Generale Antonio Pappalardo, eletti dall'Assemblea dei Comitati Spontanei Autonomi degli Agricoltori, degli Autotrenisti e degli iscritti al SUPU (Sindacato Unitario Personale in Uniforme), al fine di organizzare una manifestazione in Roma, Piazza del Popolo il 19 novembre 2011, dalle ore 10,30, ha inviato il prescritto preavviso alla Questura di Roma.

2. A seguito dell'incontro fra il Questore di Roma, dott. Francesco Tagliente, e il Generale Antonio Pappalardo, delegato dal suddetto Comitato, che ha avuto luogo nell'Ufficio del Questore dalle ore 17,30 alle 18,00, del 21 ottobre 2011, si è addivenuto al seguente accordo:
- tutti i mezzi pesanti (trattori e autotreni), non potendo raggiungere piazza del Popolo, per preesistenti divieti, dovranno concentrarsi, giungendo alla spicciolata nella capitale, nello spiazzale di Saxa Rubra, dinanzi alla sede della RAI;
- è preferibile che i mezzi pesanti giungano di notte;
- le forze dell'ordine presidieranno la zona e opereranno affinché l'area sia totalmente sgombera di altri veicoli;
- il piazzale di Saxa Rubra si raggiunge, dopo aver imboccato il raccordo anulare e lo svincolo della via Flaminia, direzione Roma-Centro. Ci saranno pattuglie della Polizia Stradale che scorteranno trattori e autotreni nell'ultimo tratto. I mezzi saranno parcheggiati in modo ordinato e vigilati dalle forze dell'ordine;
- dalle ore 6,00 del mattino sono disponibili trenini che trasporteranno i manifestanti dalla stazione ferroviaria, situata a ridosso del piazzale, sino a Piazza del Popolo, in pochi minuti;
- sarà incrementato il numero dei trenini nella giornata del 19 novembre per consentire il più celere e ordinato trasporto dei manifestanti, che potranno portare con loro solo bandiere, striscioni e mezzi sonori;
- sarà consentito solo ad un trattore, con al traino un carro, adeguatamente predisposto per la successiva sua trasformazione in palco, su cui saliranno solo gli oratori, di giungere sino a piazza del Popolo. A tal fine occorre inoltrare al competente ufficio comunale (gabinetto del Sindaco di Roma capitale), il collaudo del carro/palco e richiedere l'occupazione del suolo pubblico;
- una delegazione di 10 persone, al termine del comizio, si porterà, scortata dalla Polizia di Stato, a Palazzo Chigi per essere ricevuta dal Capo del Governo, secondo un itinerario concordato.
3. Al fine di assicurare il migliore svolgimento di tutte le operazioni le sottonotate persone sono cortesemente invitate:
a) Danilo Calvani, a fornire le caratteristiche del carro su cui dovrà essere costruito il palco, con il materiale di amplificazione delle voci e delle musiche;
b) Vanda Lucidi e Pino Giuseppe, ricevuti i dati tecnici di Danilo Calvani, a prendere contatti con il Gabinetto del Sindaco al fine di chiedere l'occupazione del suolo pubblico e il collaudo del palco
c) Danilo Calvani e il suo staff, ad approntare due servizi di caffetteria sin dalle ore 05,00, uno, presso il piazzale di Saxa Rubra, l'altro a Piazza del Popolo;
d) Domenico Longo a predisporre il documento da consegnare al Presidente del Consiglio dei Ministri;
e) Antonio Pappalardo, a prendere contatti con la segreteria del Capo del Governo per la consegna del documento al Presidente Berlusconi.
4. I manifestanti, che giungeranno con mezzi propri o in treno, si porteranno liberamente in piazza del Popolo.

Per la Questura di Roma Per il Comitato "Legittima Difesa"
Dott. Filippo Santarelli Antonio Pappalardo


Motivi della protesta:

- aggregare le forze sane del Paese per mettere un freno al potere selvaggio del sistema finanziario, che in Italia sta generando miseria e sudditanza con l'annichilimento della micro produzione legata alla piccola e media impresa, al commercio, all'agricoltura e al trasporto;

- difendere le categorie produttive del Paese dai continui assalti del governo, che tendono, con normative che eliminano conquiste sociali di ben due secoli e con manovre finanziarie irresponsabili, ad affamare i lavoratori per mantenere un sistema economico-finanziario nazionale ed internazionale gestito dalle banche;

- abbattere tutti i privilegi della classe dirigente politica e delle lobby di potere, ad essa collegate;

- rinnovare il contesto politico-economico italiano ed europeo, "purificando l'aria", come chiesto ripetutamente da più parti, con la creazione di nuovi movimenti, espressioni della società civile;

- raccogliere consensi popolari e delle diverse associazioni, col fine di promuovere lo sviluppo ed il dibattito economico e sociale attraverso il confronto sui seguenti tre punti ritenuti fondamentali:

1) Sistema Monetario, con la richiesta della piena attuazione dell'art. 47 della Carta Costituzionale ma soprattutto con il recupero da parte dello Stato della propria funzione naturale e sovrana nell'emissione monetaria diretta, oggi affidata a pochi banchieri azionisti di banche centrali, i quali, stampando banconote e sistematicamente falsificando i bilanci aziendali degli Istituti che battono moneta, creano debito pubblico e schiavitù umana;

2) Sistema Fiscale, con un'inversione di rotta tendente questa volta all'equità, anche in ossequio all'art. 36 della Costituzione, partendo dal principio che i contribuenti devono poter detrarre tutti i costi e le spese che sostengono, a prescindere dal fatto che si riferiscano a beni primari o secondari, mettendo al primo posto, dunque, il diritto naturale alla vita e la difesa della dignità dell'individuo, delle famiglie e delle comunità umane tutte;

3) Equitalia o altre agenzie di recupero crediti, da mettere immediatamente e definitivamente al bando perché iniqui centri di speculazione finanziaria, destabilizzatori del sistema economico del Paese e conseguenti causa di impoverimento delle fasce meno abbienti.

La prima vera grande manifestazione partita dal popolo (con nomi e cognomi degli organizzatori) contro il vero potere, contro il sistema della moneta debito e contro le gravi conseguenze ad esso implicate.

Vi terremo aggiornati su ogni sviluppo affinché chiunque possa capire chi manifesta e perché, cercando di evitare qualsiasi controversia.


Roma, 21 ottobre 2011

1. Il Comitato "Legittima Difesa", composto dai Signori Danilo Calvani e Domenico Longo e dal Generale Antonio Pappalardo, eletti dall'Assemblea dei Comitati Spontanei Autonomi degli Agricoltori, degli Autotrenisti e degli iscritti al SUPU (Sindacato Unitario Personale in Uniforme), al fine di organizzare una manifestazione in Roma, Piazza del Popolo il 19 novembre 2011, dalle ore 10,30, ha inviato il prescritto preavviso alla Questura di Roma.


2. A seguito dell'incontro fra il Questore di Roma, dott. Francesco Tagliente, e il Generale Antonio Pappalardo, delegato dal suddetto Comitato, che ha avuto luogo nell'Ufficio del Questore dalle ore 17,30 alle 18,00, del 21 ottobre 2011, si è addivenuto al seguente accordo:
- tutti i mezzi pesanti (trattori e autotreni), non potendo raggiungere piazza del Popolo, per preesistenti divieti, dovranno concentrarsi, giungendo alla spicciolata nella capitale, nello spiazzale di Saxa Rubra, dinanzi alla sede della RAI;
- è preferibile che i mezzi pesanti giungano di notte;
- le forze dell'ordine presidieranno la zona e opereranno affinché l'area sia totalmente sgombera di altri veicoli;
- il piazzale di Saxa Rubra si raggiunge, dopo aver imboccato il raccordo anulare e lo svincolo della via Flaminia, direzione Roma-Centro. Ci saranno pattuglie della Polizia Stradale che scorteranno trattori e autotreni nell'ultimo tratto. I mezzi saranno parcheggiati in modo ordinato e vigilati dalle forze dell'ordine;
- dalle ore 6,00 del mattino sono disponibili trenini che trasporteranno i manifestanti dalla stazione ferroviaria, situata a ridosso del piazzale, sino a Piazza del Popolo, in pochi minuti;
- sarà incrementato il numero dei trenini nella giornata del 19 novembre per consentire il più celere e ordinato trasporto dei manifestanti, che potranno portare con loro solo bandiere, striscioni e mezzi sonori;
- sarà consentito solo ad un trattore, con al traino un carro, adeguatamente predisposto per la successiva sua trasformazione in palco, su cui saliranno solo gli oratori, di giungere sino a piazza del Popolo. A tal fine occorre inoltrare al competente ufficio comunale (gabinetto del Sindaco di Roma capitale), il collaudo del carro/palco e richiedere l'occupazione del suolo pubblico;
- una delegazione di 10 persone, al termine del comizio, si porterà, scortata dalla Polizia di Stato, a Palazzo Chigi per essere ricevuta dal Capo del Governo, secondo un itinerario concordato.
3. Al fine di assicurare il migliore svolgimento di tutte le operazioni le sottonotate persone sono cortesemente invitate:
a) Danilo Calvani, a fornire le caratteristiche del carro su cui dovrà essere costruito il palco, con il materiale di amplificazione delle voci e delle musiche;
b) Vanda Lucidi e Pino Giuseppe, ricevuti i dati tecnici di Danilo Calvani, a prendere contatti con il Gabinetto del Sindaco al fine di chiedere l'occupazione del suolo pubblico e il collaudo del palco
c) Danilo Calvani e il suo staff, ad approntare due servizi di caffetteria sin dalle ore 05,00, uno, presso il piazzale di Saxa Rubra, l'altro a Piazza del Popolo;
d) Domenico Longo a predisporre il documento da consegnare al Presidente del Consiglio dei Ministri;
e) Antonio Pappalardo, a prendere contatti con la segreteria del Capo del Governo per la consegna del documento al Presidente Berlusconi.
4. I manifestanti, che giungeranno con mezzi propri o in treno, si porteranno liberamente in piazza del Popolo.

Per la Questura di Roma Per il Comitato "Legittima Difesa"
Dott. Filippo Santarelli Antonio Pappalardo


Motivi della protesta:

- aggregare le forze sane del Paese per mettere un freno al potere selvaggio del sistema finanziario, che in Italia sta generando miseria e sudditanza con l'annichilimento della micro produzione legata alla piccola e media impresa, al commercio, all'agricoltura e al trasporto;

- difendere le categorie produttive del Paese dai continui assalti del governo, che tendono, con normative che eliminano conquiste sociali di ben due secoli e con manovre finanziarie irresponsabili, ad affamare i lavoratori per mantenere un sistema economico-finanziario nazionale ed internazionale gestito dalle banche;

- abbattere tutti i privilegi della classe dirigente politica e delle lobby di potere, ad essa collegate;

- rinnovare il contesto politico-economico italiano ed europeo, "purificando l'aria", come chiesto ripetutamente da più parti, con la creazione di nuovi movimenti, espressioni della società civile;

- raccogliere consensi popolari e delle diverse associazioni, col fine di promuovere lo sviluppo ed il dibattito economico e sociale attraverso il confronto sui seguenti tre punti ritenuti fondamentali:

1) Sistema Monetario, con la richiesta della piena attuazione dell'art. 47 della Carta Costituzionale ma soprattutto con il recupero da parte dello Stato della propria funzione naturale e sovrana nell'emissione monetaria diretta, oggi affidata a pochi banchieri azionisti di banche centrali, i quali, stampando banconote e sistematicamente falsificando i bilanci aziendali degli Istituti che battono moneta, creano debito pubblico e schiavitù umana;

2) Sistema Fiscale, con un'inversione di rotta tendente questa volta all'equità, anche in ossequio all'art. 36 della Costituzione, partendo dal principio che i contribuenti devono poter detrarre tutti i costi e le spese che sostengono, a prescindere dal fatto che si riferiscano a beni primari o secondari, mettendo al primo posto, dunque, il diritto naturale alla vita e la difesa della dignità dell'individuo, delle famiglie e delle comunità umane tutte;

3) Equitalia o altre agenzie di recupero crediti, da mettere immediatamente e definitivamente al bando perché iniqui centri di speculazione finanziaria, destabilizzatori del sistema economico del Paese e conseguenti causa di impoverimento delle fasce meno abbienti.



pagine di riferimento su facebook:

https://www.facebook.com/event.php?eid=236364383083513
https://www.facebook.com/event.php?eid=215732585158431


Se non fosse che ogni tanto uno si taglia un dito e si accorge di essere dentro la realtà invece che in un film sarebbe da impazzire in mezzo a questa inesorabile ed indistruttibile normalità della schiavitù soporifera  costruita scientemente dalla "imperocrazia finanziaria".
Chi emette moneta governa il mondo e la democrazia è la sua polizza assicurativa.
La Clinton va a trovare il neo governo libico è gli dice "il futuro ora è vostro" e la vostra sovranità e nelle vostre mani (non servono commenti per chi ci segue da tempo su queste parole, anzi una traduzione la faccio perchè è vermante troppo forte dentro di me: "il petrolio libico era vostro, ora che siete liberi ve lo vendiamo noi non siete felici?"). Maroni: "Le manifestazioni si faranno solo se chi li organizza fa una fideiussione bancaria", anche l'aria si opponeva a trasmettere alle mie orecchie questa notizia tale era l'assurdità, ma per il gregge significa:  "giusto cosi si pagano i danni", per quelli un po' più svezzati, le manifestazioni non sono cosa che riguarda i poveri e i disperati ma solo le organizzazioni  (con i soldi) che vengono finanziate dal sistema (vedi triplice o abberazioni del genere), del resto anche le opposizioni (finte) vengono in qualche modo finanziate per far credere che ci sia una opposizione, perché scandalizzarsi. Il sindaco Alemanno vieta le manifestazioni per trenta giorni a Roma (senza parole). Moodys declassa la Spagna e anche la Francia (ma dai?). La Marcegallia sostiene che: "il tempo ormai è scaduto", per cosa? (per i compratori che devono comprare le svendite patrimoniali dello stato a causa di un debito finto ed indotto per la ceduta sovranità politica  e i patrimoni messi all'asta per i fallimenti dei privati prima che la gente capisca?) . Un Berlusconi, deluso, stanco, istituzionalizzato, in conflitto con tutti e sopratutto con se stesso tra populismo e imprenditoria che dice: "non ci sono soldi" per lo sviluppo (no ma dai?). Se prima paghiamo gli interessi ai parassiti (che non sono tra il popolo ma esattamente dall'altra parte, certamente (con il sistema debito che toglie più di quel che da), non ci saranno soldi per il resto, ansi tagli, svendite, e lacrime amare.

 I Black Block che nonostante avrebbero (il condizionale è d'obbligo) migliaia di alternative tra: "tempi" "modi" e "obbiettivi" su cui porre l'attenzione per ottenere le loro aspettative, casualmente  (ma è una pura coincidenza) scelgono sempre le manifestazioni dove si comincia a mettere in discussione il vero potere (G20, NO TAV, Banche Centrali). Troppe cose non tornano ad una lettura complessiva.  ed oltre) , vecchia tecnica quella di fare disordine per spostare l'attenzione sui danni che non sull'argomento della manifestazione (proprietà della emissione monetaria), fa più rumore un albero che cade che una intera foresta che cresce. Tutti i medi, casualmente poi hanno paralato di tutto ma proprio di tutto eccetto della "proprietà della emissione monetaria". E' chiaro che si condanna ogni violenza ma bisogna scriverlo per definizione sopratutto per i professionisti del fraintendimento.

Draghi,  dice che: "i ragazzi hanno ragione a protestare", qui qualcuno deve andare dallo psichiatra (lo psicologo è troppo poco) naturalmente non Draghi (ci mancherebbe) ma tutti gli altri che sicuramente hanno frainteso. Ma quella lettera che parti dalla BCE di indicazioni politiche ed economiche  all'Italia chi ca.ca...cavolo l'aveva scritta che proprio non mi ricordo!?!?  Partiti e partitini allo sbando, che cercano di raccogliere il malcontento popolare, con manifestazioni o inviando pseudo capetti  istruiti ed imbottiti ad arte (blindati intellettualmente con ideologia del passato sia a destra che a sinistra) inviasti dentro questi movimenti e comitati spontanei per strumentalizzare l'ennesima volta tutto e tutti e l'ingenuità popolare, ma purtroppo hanno un curriculum a dir poco impresentabile. Che d'io internet ci aiuti!!! (finché sarà libero). Una televisione da voltastomaco che se si tiene spenta almeno si risparmia corrente, vista e salute fisica e mentale. Si potrebbe andare avanti per ore in questa Italia da spolpare, fatta ex sessantottini tutti sistemanti (che volevano cambiare il modno), la speranza è riposta nei giovani che dovranno mantenere la calma e lo spirito vigile, resistere ad oltranza per riprendersi la loro sovranità, la dignità, il loro futuro, e sopratutto  il frutto del loro lavoro. Questo può avvenire solo se si rispetta la "proprietà del valore" che è frutto del lavoro di ciascuno, per rispettare  questo principio c'è solo una strada:  ritorno alle "sovranità umana- popolare- monetaria". Queste devono camminare di pari passo se solo una viene lasciata indietro non si otterrà nulla, anzi ci sarà un padre (simbolico) che portando sulla collina suo figlio e mostrando la ricca valle piena di aziende, strade, ponti, ville, treni, parchi, ecc  gli dirà: vedi figlio mio ti chiedo scusa, perché tutto questo era tuo ma a causa della mia stupidità adesso è delle banche.   Giuseppe Turrisi albamediterranea

Manifestazione di Roma (15 Ottobre 2011)

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Manifestazione di Roma

l'abilità del ladro consiste nel convincere il derubato che ciò che gli viene sottratto non gli appartiene

Hanno voluto sporcare la manifestazione contro il debito pubblico e contro l'usura bancaria svoltasi a Roma il 15 ottobre scorso. Si è tentato di far passare il messaggio subliminale che quelli che manifestano contro il sistema bancario e monetario finiscono per far succedere disastri, e quindi persone da evitare giacché violente ed insensibili capaci solo di sfasciare le vetrine dei negozi e delle povere ed indifese banche private. La squallida e sin troppo abusata costumanza di utilizzare il solito squadrone per screditare e far passare in secondo piano le istanze che vengono avanzate in queste circostanze è sin troppo nota e doveva essere altrettanto prevedibile al Ministero degli Interni. Ormai la gente come dicono a Roma ha "sgamato" e l'opinione pubblica non è più così sprovveduta da cadere in queste trappole. Ovviamente non sarà difficile sapere e capire chi ha organizzato tutto ciò ed a favore di chi; dal momento che siamo bravissimi a seguire la scia dei soldi per motivi anche più futili, cominciamo a capire chi li paga. Il vecchio ed infallibile quesito: "cui prodest? saprà indirizzarci nella giusta direzione come ha prontamente ipotizzato il Ministro Sacconi sulla futura collocazione dei contractors black bank all'interno del sistema monetario. Da questa manifestazione in poi l'onorata società bancaria e monetaria non potrà più contare sull'aureola di rispettabilità che si era faticosamente costruita nel tempo quando riusciva a convincere che ciò che rastrellava direttamente od indirettamente dalle tasche dei cittadini e dallo Stato era giusto e legittimo. A tal proposito Auriti ricordava che l'abilità del ladro consiste proprio nel convincere il derubato che ciò che gli viene sottratto non gli appartiene. Altro punto che hanno cercato di conseguire i mandanti dello sfascio è quello di far ricadere le cause della crisi unicamente sulle spalle dell'attuale classe politica. In tal senso la responsabilità della è sicuramente rilevante, ma è esattamente quella di non aver saputo eliminare dal proprio interno i politici annidati sia nella maggioranza che nell'opposizione servi dei banchieri. L'aver ceduto ai banchieri privati le sovrane prerogative economiche e monetarie ha precipitato lavoratori, imprenditori, Pubbliche Amministrazioni e semplici cittadini in un mare di debiti che non potranno mai essere pagati. Nel discorso di commiato Mario Draghi ha esternato comprensione per i giovani disoccupati ed ha aggiunto che l'Italia ce la deve fare da sola. Se Berlusconi e le forze politiche di governo e d'opposizione smettono di dare ascolto ai servi dei banchieri ed invece di alimentare le sceneggiate sui futili motivi decidessero di intraprendere le azioni utili al rilancio dell'economia e dell'occupazione a favore dei cittadini, saremmo in grado di farcela da soli, basterebbe approvare il seguente semplice decreto legge formato di quattro articoli, già pronto che non può essere considerato ne di destra ne di sinistra:

 " Articolo N° 1  Lo Stato italiano, per la vigente sua Costituzione e per la positiva centennale esperienza pregressa, (dal 1874 al 1975) in nome e per conto dei propri cittadini torna ad emettere direttamente, in prima persona, titoli e valori monetari. Acquisisce a titolo originario il controvalore dell'emissione monetaria (esercitando il dovuto legittimo signoraggio) che iscrive direttamente all'attivo nel proprio bilancio.

 Articolo N° 2  La gestione ed il controllo della circolazione monetaria vengono svolti dalla Repubblica Italiana mediante il Ministero del Tesoro e la Presidenza del Consiglio di concerto con il Consiglio dei Ministri e delle categorie produttive.  Il Ministero del Tesoro, mediante propri ispettori costituenti proprio Dipartimento,  svolge l'attività ispettiva,  di controllo e di indirizzo verso tutte le aziende bancarie di ogni ordine e genere. La creazione materiale della cartamoneta è affidata alla  Zecca / Poligrafico dello Stato. Il Ministero del Tesoro esercita il controllo anche su tutta la circolazione finanziaria che si svolge sul proprio territorio, anche per via elettronica e telematica.

 

 

 

Articolo N° 3     L'immissione monetaria sul mercato nazionale avviene:

A)  con l'esecuzione ed il pagamento delle attività e delle opere di pubblica utilità;                       

B)  con le operazioni pronti contro termine tra il Ministero del Tesoro e le Aziende bancarie; tutto il denaro sarà loro disponibile al tasso corrispondente al puro costo di stampa, creazione e contabilità  (circa 0,1 %), secondo modalità specificate in regolamento conseguente;                      

C )  il livello di circolazione monetaria sul territorio nazionale è commisurato :                               

1 )  alle esigenze del mercato e del proprio sviluppo, alla ricerca tecnica e scientifica,                    

 2 )  alla innovazione, alle attività sociali ed all'incremento demografico dei residenti.         

Articolo N° 4    Le aziende bancarie, alla stregua di ogni attività produttiva, sono assoggettate ai comuni e correnti obblighi fiscali e all'emissione delle relative contabili, con obbligo di rendiconto fiscale come tutte le altre aziende di mercato. E' fatto divieto a tutte le aziende bancarie e loro partecipate di possedere aziende produttive di qualsiasi altro genere o loro quote, anche indirettamente. Analogamente è vietato a tutte le altre aziende di mercato di possedere aziende bancarie o loro quote. Il costo finale per l'accesso al credito, ritenuto di pubblico e sociale interesse,  per i cittadini e per le attività produttive, non potrà superare il tetto massimo del 2,50 %  omnicomprensivo".

Il braccio di ferro sulla nomina del nuovo governatore della B. d' I. al posto di Draghi risulta del tutto inutile poiché la Banca d'Italia, per quello che occorre fare non serve nazionalizzarla ma semplicemente baipassarla a favore del Ministero del Tesoro. Occorrerà un piccolo strappo ai trattati europei alla stregua di molti altri già apportati da diverse nazioni che pur restano nella C. E., senza contare Inghilterra, Svezia e Danimarca che sin dall'inizio hanno mantenuto la loro moneta nazionale. Il resto sono e restano solo chiacchere.

!6 ottobre 2011                                                                                              Savino Frigiola . 

 

Le 5 leggi anticostituzionali "regala-soldi" alle banche


Le 5 leggi anticostituzionali "regala-soldi" alle banche



A breve verranno presentati i ricorsi alla Corte Costituzionale circa le seguenti 5 leggi, improntate del tutto a favore delle banche e a discapito dei cittadini\correntisti. Inoltre si procederà a promuovere un referendum abrogativoper auspicare la loro cancellazione dall'ordinamento giuridico.

Sono 5 le leggi, 3 delle quali recentissime, con le quali sono stati regalati alle banche centinaia di miliardi di euro annuali. E poiché (non so se stupisce) nessun partito si è opposto, non resta che il referendum.

-- La più recente è il DL n. 70\13.5.2011 ('decreto sviluppo'), art. 8, secondo cui l'usura, che prima scattava quando il tasso medio veniva superato del 50%, scatta ora quando il tasso medio viene superato di 8 punti, o anche del 25% + 4 punti (ma questo secondo criterio è 'fumogeno': serve solo a confondere). Per fare l'esempio che interessa il maggior numero di italiani, nei mutui a tasso variabile, ora in media del 2,79%, prima, per verificarsi l'usura, la banca doveva praticare il 4,18%, ora invece il 10,79%. Cosa che, ora che non c'è più il baluardo del 'tasso soglia', ha già innescato un aumento strisciante del costo del denaro, e che inoltre serve a evitare alle banche le sempre più numerose condanne per usura.

--La seconda è la L. n. 10, art. 2, comma 61, del 26.2.11, con cui, in contrasto frontale con decenni di giurisprudenza anche delle Sezioni Unite della Cassazione, si è stabilito che la prescrizione decennale nelle cause contro le banche, che decorreva dalla chiusura del conto corrente, ora decorra dall'annotazione dell'operazione. Significa che, ad esempio, in relazione a un conto durato venti anni e chiuso nove anni fa potevi recuperare tutto, mentre ora puoi recuperare solo un anno, ovvero solo le somme di cui la banca si è indebitamente appropriata tra oggi e dieci anni fa.

--  La terza è il D. Lgs n. 11 del 27.1.2010 con il quale - ora che si stavano vincendo le cause sulla 'valuta zero', cioè sull'accredito immediato dei versamenti - è stato stabilito l'accredito al terzo giorno. Una guerra iniziata invero proprio da me nel 1980 (ottenendo il primo risultato positivo nel 2004) in base al semplice argomento che se Tizio dà a Caio un assegno di 1.000 euro il primo gennaio, e Caio lo versa subito sul suo conto, i 1.000 euro vengono stornati a Tizio il primo gennaio e accreditati a Caio dopo alcuni (o molti) giorni, sicché, nell'intervallo, gli interessi vanno alla banca, che non è mai stata proprietaria dei soldi.

--  La quarta è il D Lgs 4.8.99, n. 342, art. 25, con cui si è stabilito che l'anatocismo (addebito trimestrale anziché annuale degli interessi) è legittimo purché venga praticato anche all'attivo, 'dimenticando' però l'enorme differenza tra tassi attivi e passivi. Una 'amnesia' che ha colpito anche la Corte Costituzionale vanificando la sentenza in cui si dilunga a illustrare la legittimità del 'pareggiamento' senza però aggiungere (lo ha dato per scontato?) che sarebbe occorso anche il 'pareggiamento' quantitativo dei tassi. Una 'amnesia' che, dal 22.4.2000, data di entrata in vigore di questo regime, al 31.12.2010, con un tasso attivo medio dello 0,87% e un tasso passivo medio del 13,32% (10,08% + lo 0,81% trimestrale = 3,24% annuo di commissione di massimo scoperto), ha causato - per ogni 100.000 euro - in dieci anni, un guadagno per i correntisti di 427 euro, ma un guadagno per le banche di 203.576 euro.


--  La quinta è il decreto legislativo 385 del 1993, art. 50, con il quale si è stabilito che è sufficiente una dichiarazione del direttore della banca (quindi 'di parte') per far diventare «certa, liquida ed esigibile» la somma scritta in fondo a un qualsiasi estratto conto bancario. Con la conseguenza, ove si rompano i rapporti, che la banca, anziché dover iniziare un giudizio civile con citazione, cosa che ti consentirebbe di difenderti adeguatamente, può depositare un ricorso per decreto ingiuntivo: decreti che spesso i giudici (sempre larghi di manica con le banche per motivi meglio noti a loro) rilasciano in forma esecutiva, sicché la banca può subito pignorarti quello che hai. Una norma assurda (solo le banche possono 'autocertificare' i propri crediti), oggi divenuta grottesca perché quasi tutte le voci dell'estratto conto sono ormai oggetto di censura giurisprudenziale, per cui si sa a priori che il saldo, all'esito dei giudizi, risulterà errato. 


Alfonso Luigi Marra









riportato da: http://www.assoterranostra.org/2011/10/le-5-leggi-anticostituzionali-regala.html

La moneta e la "crisi globale"

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Per contrastare il nwo bisogna capire questi importanti concetti e farli nostri. Di seguito alcune importantissime interviste di Giorgio Vitali e Onorato Vitale su questioni di estrema attualità:

Sulla svendita del patrimonio italiano - Onorato Vitale per Albamediterranea

In fine l'ugualmente importante intervento di Daniele Di Luciano sulla moneta debito. La sua emissione a credito con proprietà popolare sarebbe una possibile soluzione che rimedierebbe a cascata a tanti mali della nostra società.

Buona visione. Ivan














Il grande inganno (parte 1,2,3)

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Il grande inganno    


(Storiella numero 1, La cronaca di un rogo)


Oberammergau, linda cittadina della Baviera. Dicembre 1954. 

Guido Roeder, appassionato di arti grafiche, conserva nello scantinato una vecchia Linotype con la quale si diverte a stampare graziosi calendari. 

In tiratura ridotta e formato tradizionale, le pagine dei dodici mesi riproducono sulla carta patinata scenari alpestri e gli affreschi delle case bavaresi, recando messaggi di ottimismo per l'anno che sta per nascere e auguri di miglior sorte per la futura Germania. 

Il centro destra di Konrad Adenauner continua ad amministrare la RFT sotto l'egida del governo di occupazione, mentre il marco tedesco si rivaluta, con dispetto di Wall Street, dove peraltro son note le prospettive nel medio termine del piano Marshall, di più estesa e lungimirante influenza.

Guido Roeder ha buona fama in città (i suoi calendari vanno a ruba). Anche se qualche noia gli ha arrecato la pagina di Aprile dell'ultima serie, sulla quale si ammirano splendidi scorci di Berteschgaden e il "nido dell'aquila", dove Adolf Hitler trascorrendo i week end in compagnia di Eva Braun, avrebbe progettato olocausti e scrutato, oltre le cime di quota 2000, il miraggio di svastiche, sparse ovunque per il mondo. 

Il tipografo bavarese è comunque entusiasta, perché con le vendite dei calendari ha messo insieme un piccolo gruzzolo, grazie al quale inizia a stampare a proprie spese 10.000 copie di un libro, che non solo il pubblico della Baviera troverà interessante. 

I primi esemplari freschi di stampa sono distribuiti nelle librerie di Oberammergau e nel resto della regione. Qualcuno pensa che nella Germania libera un libro venduto in provincia e il messaggio del suo contenuto (verità o menzogna che sia) abbiano il tempo di proporsi all'attenzione di pubblico e critica. 

Ma non è così.

Alcuni giorni trascorrono e mezzi blindati delle Forze di occupazione sconvolgono le strade della tranquilla Oberammergau, convergono verso lo scantinato del Roeder  e lo cingono d'assedio. Entro qualche mese la RFT aderirà alla NATO, ma i foschi presagi del piano Morgenthau sembrano di nuovo nell'aria.

Un ufficiale con tanto di elmetto, senza dare spiegazioni, interroga il tipografo:

"Quante sono le copie del libro e dove si trovano?" 

Roeder impallidisce, blatera decine di volte "Varum?", senza avere risposta.

Soldati in tuta mimetica caricano le copie del libro su due camionette. 

Roeder firma una dichiarazione attestante che non ne esistono altri esemplari, mentre una squadra di forzuti agenti della Military Police s'incarica di distruggere, a colpi di mazza, le matrici dell'impaginato e la vecchia "Linotype". A ritirare in fretta le copie presenti in libreria e a disporne il sequestro ci pensa un magistrato, il cui nome è tutto un programma: Izrael Katz. 

Il titolo del libro (in versione tedesca) forse basta a spiegare le ragioni di tanto trambusto?

Die Geheimnisse der Federal Reserve  (I Segreti della Federal Reserve) 

(O, per intenderci, oggi: come si persegue legittimamente l'interesse privato a totale spesa e danno della cosa pubblica.)

Il motivo che giustificherebbe il provvedimento è il seguente: il contenuto del libro è di chiaro stampo antisemita e in contrasto con una legge della Germania Federale che vieta ogni manifestazione, verbale o scritta, di pregiudizi razziali.  


In soccorso del Roeder e a tutela del proprio lavoro, interviene da Washington l'autore del "manoscritto", Eustace Mullins, che inoltra istanza al governo tedesco federale e chiede il dissequestro del libro, sostenendo che in esso non vi è nulla di antiebraico. 

Ma invano.

Mullins insiste. Il giudice Katz risponde, dichiarando che il Tribunale della Germania Federale è incompetente a giudicare il caso, poiché il sequestro del libro sarebbe stato eseguito applicando una norma del Governo d'occupazione. 

Mullins dovrà dunque appellarsi al Governo degli Stati Uniti, il quale, interpellato, risponderà che la Germania Ovest ha riacquistato autonomia e libertà (d'informazione?) fin dal 1953. Interessante! Un "runaround" (per usare il termine di Mullins), irrispettoso e non certo chiarificatore. 


Ma la storia non finisce qui. 

a porvi termine sarà il fuoco "purificatore". 

La vicenda di Oberammergau finisce infatti sul rogo.

Qualche anno più tardi, a Monaco di Baviera, le 10.000 copie di "Die Geheimnisse der Federal Reserve", poste sotto sequestro, vengono bruciate. Se ne incarica tale Otto John, funzionario del Governo Federale, eseguendo l'ordine del giudice Izrael Katz, il quale a sua volta segue i suggerimenti della ADL, l'Anti Defamation League, affiliata dell'Organizzazione Sionista Mondiale. 

Heinrich Heine, decadente poeta della transizione germanica, scriveva che 

"Dovunque si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini."

Aforisma spesso citato dopo il grande falò dell'Operaplatz di Berlino, dove il 10 maggio 1933, Goebbels suggerì a Hitler di bruciare montagne di libri mandando in fumo la cultura tedesca.

Nel 1961 a Monaco di Baviera si brucia il libro di Mullins, ma nessuno lo sa.

"I Segreti della Federal Reserve" restano... segreti. 

Fino al 1983, quando la Bridger House di Carson City pubblica qualche migliaio di copie dell'edizione aggiornata. 

I tempi sono cambiati? Forse. 

Così almeno avrebbe fatto pensare Lindon B. Johnson nel '66, quando firmò il Freedom of Information Act, (alias FOIA), legge sulla libertà d'informazione, destinata, come si vedrà, a fare in modo che il mistero dei dischi volanti resti tale.  

Più tardi si avrà conferma (ma ce n'era bisogno?) che l'alchimia economica di George Soros è un perfetto riflesso di quella politica, solitamente praticata dalla "Serious Minority" (vedi "Open Conspiracy" di H.G.Wells), per controllare New York Times, Washington Post e il grado di acidità degli inchiostri americani (troppo basso per sostenere le frottole del rapporto Warren).  

Oggi una singola copia di "The Secrets of The Federal Reserve" si può ottenere soltanto...su ordinazione (Provare per credere!). Tuttavia, sempre oggi, l'intero testo (inglese) è scaricabile da Internet! 

Non si è mai vista comunque un'edizione italiana del libro di Mullins. 

Perché nel nostro Paese convenzione e prudenza ci risparmiano il puzzo del rogo? 

O perché ai nostri "Internauti" i segreti della Federal Reserve interessano fino a un certo punto? Chissà se la sinistra equazione di Heine (in versione aggiornata) è ancor oggi tragicamente attuale?


Storiella n. 2 (L'antefatto)


Washington DC - Primavera del 1949.

Eustace Mullins ha un rispettabile impiego alla Library of Congress, una laurea alla Washington University e un vivo interesse per le avanguardie europee del primo Novecento. 

Lo attraggono i dipinti di Picasso e di Kandinski e in genere il Modernismo.

La Biblioteca del Congresso è la più grande del mondo (ventotto milioni di volumi). 

Monumentale compendio dell'intero scibile umano e (con qualche disagio) campionario assortito di crisi e fulgori della cultura occidentale. Di quest'ultima un semplice bibliotecario può comprendere ambiguità e contraddizioni, a stento nascoste sotto il peso dell'architettura neoclassica, della tradizione liberale e della memoria di un presidente. 

L'imponente Jefferson Building, appunto. E tutto quello che c'è dentro. 

Ubicazione: 101 Independence Avenue - Washington - DC,  qualche minuto a piedi dalla Casa Bianca; mezz'ora d'autobus e due secoli d'inutile fuga dall'oscurantismo per raggiungere il 1100 dell'Alabama Avenue e il... "Nido del Cuculo".

La leggenda dei manicomi lascia concrete tracce d'archetipi. Uno di questi si trova su lieve altura, in direzione sud-est, quasi alla confluenza del Potomac con l'Anacostia. 

Il punto in cui sostano gli uccelli migratori in cerca della giusta rotta, sbagliando nido. 

Settanta piedi in altezza, linee tardogotiche in segno d'austerità e non trascorsi orrori, sovrapposti ai tanti frantumi del sogno americano, in modo che ne risulti un sinistro edificio. (L'ispirazione è di Milos Foreman che venticinque anni più tardi, tenterà di spiegare le terapie psichiatriche in uso negli States, con buoni appoggi di Upjohns, Roche e le Multinazionali delle benzodiazepine).  

Nome ufficiale: St. Elizabeths Hospital. 

A causa di ben note imprecisioni nel distinguere la follia individuale da quella collettiva, 

i cartelli indicatori all'ingresso del nosocomio non recano la scritta  "Mental Health". Anche perché non è bene si sappia che fra gli 8000 "ospiti" dell' Ospedale sono selezionati i "forensic patients" da sottoporre al test della lobotomia. 

I Civils "beneficiano" invece di quotidiane terapie elettroconvulsive. 

Le visite ai ricoverati non sono concesse facilmente. Per via del lezzo di urina secolare misto ai vapori dell'acido ipocloroso, causa di svenimenti e complicazioni polmonari.

Poi perché non sono ancora tanto lontani i tempi in cui Mr. Donovan, già Chief dell' O.S.S., inaugurò al St. Elizabeth l'uso della scopolamina per farne il siero della verità. 

Nel complesso dell'Alabama Avenue si conservano in formaldeide 1.400 cervelli umani e corre voce che vi sia finito anche quello di Mussolini, ritenuto d'interesse sociale e utile un domani a chi intendesse esaminare le cellule del Capo del Fascismo a scopi didattici 

(e forse misurare, nella migliore tradizione liberale, gli effetti dell'irrazionalità delle masse sui lobi cerebrali del Duce). 

Eustace Mullins ha appena varcato i cancelli del St. Elizabeth, dopo aver ottenuto il "passi" e non prima di aver svuotato la propria vescica urinaria. Fra tante amenità, recentemente apprese, mentre s'incammina verso l'entrata principale, sente 

l'irrefrenabile impulso di affondare una mano nella tasca dei pantaloni per tastarsi ripetutamente i testicoli. Gesto salvifico, anche se irrispettoso per la vicinanza 

di Mrs. Dorothy che, pur mesta e pensosa, con lui procede affiancandolo. 

Poco dopo, preda dell'emozione e degli scongiuri, Mullins si guarda intorno circospetto, avvertendo invisibili presenze di spettri in divisa. 

Sono i 500 Soldati Blu (e Grigi) sepolti nell'area circostante, senza alcun segno tombale, vittime della guerra civile e dell'oblio. I loro poveri resti dispersi per sempre nel sottosuolo, mentre ignari tagliaerba, ordinando il prato che li sovrasta, continuano a cancellarne la memoria. Sembra udire grida di vendetta, soffocate da metri di terra e ronzii fastidiosi di tagliatrici. Ma è solo un'impressione. Mullins accenna un sorriso verso Mrs. Dorothy, misto a sottile amarezza. 


Appare il cartello Mental Health Department. Prima di entrarvi, il "visitatore" guarda il lontano e quasi immobile Potomac, cerca invano i fantasmi dei Soldati Blu, prima di varcare l'ingresso del St. Elizabeth. 

Poi, accompagnato da Mrs. Dorothy, giunge alla camera di un "ospite" illustre: 

Ezra Pound.

Fuori, lo struttural-funzionalismo alla Talcott Parsons propone tregua ai conflitti sociali, solidale in tutto (o solo in parte?) col noto impostore che raccomanda "Società Aperte" senza far uso di volantini. 

Bastano l'abbaglio del benessere e l'abitudine a invisibili moltiplicatori del debito pubblico. 

Mullins intanto, da buon veterano dell'US Army, comincia a chiedersi se gli enormi crateri scavati nel suolo di Hiroshima nella calda estate '45 non siano anch'essi segno di "apertura", consigliata in economia e in politica.

Inutili tests dell'Enola Gay o motivo d'accesi bisticci tra Oppenheimer e Truman, sull'uso opportuno dell'uranio o del plutonio nella fissione nucleare?

Solo qualche anno prima l'Italia correva scalza, gridando "Pietà!". E Mullins lo rammenta. Lo Stivale, troppo logoro per calcare ancore le sabbie africane e le steppe russe, finiva nelle mani dei farabutti, intriso d'odio e di sangue. 

Nella R.S.I. si segnalava allora la presenza di un britannico obeso con l'orecchio all'ascolto di sempre più fievoli eco, disperse nel vuoto, fino alla decisa pressione d'uno scarpone militare straniero; un brindisi di compiacimento e si festeggiava la morte di Radio Roma e i trionfi del Dio della Guerra. Un'analisi retrospettiva è essenziale, dice il Poeta, non certo per convincere chi baratta la libertà con la miopia, ma per vederci chiaro. 

Pound scrive appunti.

Quando Mullins li leggerà, sarà sorpreso.

Ora è Pound che fa le domande. Mullins ascolta.

L'agenda di Winston Churchill vale più dei diari di Mussolini e di una

cartella marrone-chiaro, contenente documenti... di sicuro interesse?

Il Premier inglese usava la matita rossa per scrivere "Yalta - 4 febbraio 1945"

Dresda invece era scritta in blu (che ricorda le bombe al fosforo) alla pagina del 15, stesso mese, stesso anno.  

Le annotazioni a matita bicolore sottolineano la rilevanza di quanto accadde o sta per accadere. La Storia affermerà e basta. Senza farsi domande o proporle. 

Perché, ad esempio, la Conferenza economica di Bretton Woods ebbe luogo dal 1 al 22 luglio 1944, un mese dopo lo sbarco in Normandia, che avvenne il 6 giugno?  Perché così ordinava il Capo del  "War Production Board", Donald Nelson? Non obbediva costui alle direttive del "Pool" di Banche Internazionali che finanziavano le industrie di armamenti? Chi faceva la guerra "dietro le quinte"? Avendo deciso fin dall'inizio chi l'avrebbe vinta, per garantirsi colossali guadagni e il controllo assoluto della finanza mondiale? 

Provincia di Como, Giulino di Mezzegra e dintorni - 28 aprile 1945. 

Lo stesso signore sovrappeso, calvo e vestito di scuro, la matita rossa e blu nel taschino, pronta a scrivere luoghi e date, e a tracciare una bella "X" trasversale sopra un nome importante. Che cosa fa costui, quando gli Alleati sono alle porte e il Cielleenne combatte la "sua" guerra di ritorsioni? Dipinge mediocri acquarelli sulle rive del lago. 

E sa di certo che lo Stato Maggiore Tedesco ha da tempo firmato l'armistizio. 

Alle creazioni artistiche assistono a breve distanza i suoi attenti custodi, agenti del Secret Operations Executive (SOE). 

Il cadavere di Mussolini penderà a testa in giù in Piazzale Loreto, entro poche ore. 

Il signore obeso, vestito di scuro, che non conosce le sventure di Mani, l'eretico, né l'orrenda fine di Dioniso, o del Paracleto consolatore, due volte crocifisso, traccia due "X" in rosso su quel nome e riprende a pasticciare acquarelli. 

Così si commentano a freddo i primi sette versi del Canto Pisano 74, (scritti su carta igienica, all'interno di una gabbia esposta alle intemperie in aperta campagna). 

Lì si apprende che rischia la condanna a morte chiunque raccomandi la "moneta a scadenza" di Silvio Gesell, le teorie monetarie del Maggiore Douglas e osi maledire il "putrido" gold standard e i Banchieri usurai. Ma dal ventoso viale di Washington, dove si aprono i portali della Suprema Corte giunge l'eco della sentenza, nella severa voce del giudice che si appresta a decretare insanità mentali (non è forse follia scrivere che Mussolini e Jefferson avevano qualcosa in comune?). 

Il "folle" Pound, avrebbe fatto anche l'uomo in gabbia per manifestare i tormenti del secolo breve e il grande inganno, di cui il mondo è tuttora vittima, senza il bisogno di cercare conferme fra gli appunti di Winston Churchill?

In America intanto i sondaggi già tendono a far crescere benessere e ottimismo, omettendo di evidenziare che la vita continua fra incertezze e paure. 

Per altro, nessuno crede più alla casualità di quel che accade in politica. Né alle stime pilotate che confermano il prevalere degli  "accidentalisti" sui "cospirazionisti". Smentendo il noto cospiratore di Wall Street, Franklin Delano Roosevelt, divenuto compianto presidente, subito dopo aver confidato che in quel "campo" nulla avviene per caso (by chance  or by accident).

All'esterno si vive l'età dell'ansia, da secoli sofferta e decisa per i decenni a venire. 

"The Age of Anxiety" è, fra l'altro, poema fresco di stampa, che guadagna il Pulitzer, la  buona fama di W.H. Auden e crea non pochi equivoci nella società americana del dopoguerra, più incline a ingoiare ansiolitici che a leggere versi (ignorando forse che le strade della follia spesso non portano al manicomio). 

Pound si congeda, pregando Mrs. Dorothy di accompagnare l'ospite all'uscita. 

Al commiato, un biglietto di 10 dollari si protende verso Mullins ed è accettato volentieri. Rimborso spese settimanali per svolgere una piccola inchiesta. 

Dove? Alla Library of Congress, naturalmente. Lì c'è tutto quello che occorre sapere sul  Vreeland-Aldrich Act, e molto altro ancora: per esempio quanto accadde in una stazione ferroviaria del New Jersey durante una sera d'autunno del 1910. 

Il bibliotecario intanto accetta l'incarico che gli costerà, subito dopo, il posto di lavoro. 






Storiella n° 3  Jekyll Island


Stazione Ferroviaria di Hoboken,  New Jersey - 22 novembre 1910


Umida e fredda sera autunnale. Un treno speciale è in partenza. Destinazione ignota.

I viaggiatori si contano sulle dita di una mano, ma l'intero convoglio è ad essi riservato.

Vi prendono posto un senatore, un rappresentante del governo federale e quattro noti esponenti della finanza americana e internazionale:

Paul Warburg, astuto banchiere di Francoforte, organizzatore di un segreto convegno, nel corso del quale egli esporrà il suo progetto di "Banca Federale".

Frank Vanderlip, che al meeting partecipa in veste di rappresentante dei Rockefeller, (il suo memoriale rivelerà, vent'anni più tardi, circostanze e dettagli della riunione). 

Il  Senatore Nelson Aldrich, sorta di "Mr. Hide" della politica americana, all'epoca, fra l'altro, Capo della Commissione Monetaria Nazionale, incaricata di condurre un'inchiesta sulla crisi finanziaria del 1907 (e di provare i sospetti che a determinarla fossero state le "manovre" di John Pierpont Morgan (sic)). 

Henry P. Davinson, Chairman della JP Morgan and Company 

Piatt Andrew, vice segretario del Tesoro,  

Benjamin Strong della Morgan Bankers Trust Company.

Questi signori avrebbero il compito di formulare una proposta di legge (il cosiddetto "Aldrich Bill"), sulla base dei risultati dell'inchiesta che la Commissione Monetaria Nazionale ha nel frattempo condotto per evidenziare le cause della crisi e indicare rimedi e percorsi per la ripresa economica.

E' perlomeno quanto si aspettano la Camera dei Rappresentanti e il Senato che a tal fine hanno costituito la Commissione (presieduta da Nelson Aldrich, simbolo di connivenza fra politica e finanza, nonché avo del prediletto Nelson Rockefeller e di altri con lo stesso nome, cui si tramanda la tecnica del "trasformismo").

Ma, perché mai tanto segreto? Se lo chiedono i reporters, accorsi numerosi alla stazione di Hoboken (e puntualmente allontanati). Sono a caccia di scoop e cercano conferme di quanto trapela dagli ambienti che contano.

Se lo chiede, un mese più tardi, anche William Taft, Presidente in carica degli Stati Uniti,  

quando riceve la proposta (elaborata da un già operante "Federal Advisory Council"), che sottopone all'approvazione del Congresso, anticipando candidamente alla Commissione riunita ch'egli mai ne firmerà il successivo, previsto "Act" che la trasformerebbe in legge.

Il rifiuto, come più tardi lo stesso Taft avrà tempo di spiegare, è dovuto al fatto che la costituenda "norma", qualora entrasse in vigore, metterebbe a rischio le istituzioni democratiche, compromettendo seriamente la sovranità monetaria del libero popolo statunitense. Col disappunto della Commissione e del Senatore Nelson Aldrich, Taft accantona la proposta (peraltro approvata dal Congresso, che evidentemente non ne ha voluto rilevare la portata e le insidie), dichiarando, con parole chiare e dirette, che la stessa legge sembra fatta apposta per legittimare (come altre in seguito) ciò che essa espressamente...vieta, cioè la costituzione di una Banca Centrale non sottoposta al controllo dello Stato.

Il Presidente, fra l'altro, ricorda il monito di Thomas Jefferson, che più o meno recitava così: "Permettere che una banca in mano a soggetti privati si costituisca in Banca Centrale e ne svolga la funzione di emettere denaro pubblico, equivale ad ospitare in modo permanente un esercito invasore fra le mura domestiche". 

Fra l'altro Taft non è tanto imbecille da credere che basti cambiare nome in Federal Reserve per nascondere l'operato di una Central Bank a tutti gli effetti, per quanto l'Aldrich Bill preveda la costituzione di 12 filiali in altrettanti Stati, giusto per confondere le idee. E infine perché Taft ha, oltre alla responsabilità politica, quel minimo di pudore, che sarebbe mancato più tardi ai suoi successori, in nome del politicamente corretto, "formula" che non pretende verifiche di kafkiana memoria, per provare che assurdità incostituzionali possono diventare norme d'uso corrente.

Ma all'epoca (come oggi, del resto) le terapie d'urto si praticano con disinvoltura, largo impiego di parole chiave, come  libertà e democrazia, sempre funzionali (al pari delle crisi finanziarie) all'allora costituendo Sistema della Federal Reserve. 

(Tanto da far credere in tempi recenti all'attuale Chairman Fed, Ben Bernanke, che sia politicamente corretta la sua seguente affermazione: 

"La Grande Depressione del '29? Siamo stati noi a causarla!" 

per "noi" s'intenda deputati, senatori, Presidenti USA e uomini Fed graditi all'International Banking).


Taft dunque non ci sta! 

E' un vero peccato! Ma occorre comunque dare una sistemata al mondo, perché la rivoluzione industriale lo sta portando a grandi passi ad una svolta cruciale: 

il cambio del regime energetico

Cioè l'uso prevalente del petrolio nei motori a combustione interna. 

Il Capitalismo finanziario monopolistico o network bancario internazionale della House of Rothschild di Londra, intende ovviamente acquisire il controllo delle zone in cui il petrolio già scorre copioso e ovunque nel Pianeta la ricerca del combustibile fossile si svolga in febbrile concorrenza con le Grandi Potenze d'Europa, Russia zarista e Stati Uniti (l'impero del Sol Levante, alle prese con la Cina e la stessa Russia, già pensa agli effetti di una cospirazione a suo danno). 

Quanto alle "aree d'influenza" la più attenta diplomazia inaugura il criterio del

"controllo a distanza", a tutela dell'esteso e consolidato dominio britannico e contro nascenti, estranei e preoccupanti, fervori imperialistici. 

Giova ricordare che il petrolio di Mashid-i-Suleiman in Persia (casualmente scoperto nel 1907 da William D'Arcy, squattrinato nobile inglese e archeologo a tempo perso), è oggetto d'avida attenzione da parte di John A. Fisher e Winston Churchill, nonché origine delle ansie crescenti di John David Rockefeller. Il Cartello della sua Standard Oil, per quanto frantumato dalla legge Sherman, ma operante sotto mentite spoglie, rischia di veder dimezzata la sua presenza sul mercato europeo. Il pericolo è costituito dal neonato "Trust" col nome provvisorio di APOC (Anglo Persian Oil Company) che ambirebbe ovviamente a provvedere  al fabbisogno petrolifero del vecchio continente, grazie allo sfruttamento esclusivo di promettenti giacimenti d'oro nero nei territori di Persia, Mesopotamia e Arabia Saudita. Nella disputa, l'astuzia britannica dovrà però confrontarsi, non tanto con gli Stati Uniti (legati, attraverso il sistema Fed, ad una "London connection" finanziaria), ma con le pretese del Kaiser Guglielmo II°, deciso a far valere i diritti della Deutsche Bank, che possiede il 25% del capitale della preesistente Turkish Petroleum Company, scomoda erede dell'Impero Turco Ottomano. 

Ma vi è anche il timore che in Europa, e proprio in Germania, sia avviata una produzione su vasta scala di propulsori a combustione interna, emulando quanto avvenuto negli Stati Uniti, dove dal 1908 circolano molti esemplari del "modello T".  L'automobile che Henry Ford ha voluto lanciare sul mercato americano a prezzi accessibili, segnala fra l'altro il successo del sistema "taylorista" i cui criteri di produzione legati alla catena di montaggio puntano sulla quantità e la diffusione dell'automobile come mezzo di trasporto. 

Negli Imperi Centrali, fra l'altro, c'è gente che scalpita (come Von Tirpitz) per creare una grande "Flottenverein" che a sua volta dovrà contrastare il dominio britannico degli oceani. Occorre dunque sostituire i vecchi motori a carbone, in uso alla Marina Mercantile e Militare, con i nuovi motori, progettati dal tedesco Rudolf Diesel nel 1892 per l'idoneo utilizzo dei derivati del petrolio.

La "consecutio temporum" non è solo sospetta: la legge Federal Reserve entra in vigore (dicembre 1913) quando è in corso (con i soldoni della Deutsche Bank) la realizzazione della Ferrovia Berlino - Baghdad, causa di preoccupanti tensioni che rischiano di trasformarsi in aperti conflitti e... nel luglio del 1914 scoppia la Guerra Mondiale.  

Il mondo si divide sempre fra oppressori e oppressi, e dietro le quinte c'è chi controlla gli uni e gli altri, manovrando con destrezza al solo scopo di arricchirsi alle loro spalle. Tutto avviene nel pieno disprezzo della teoria geopolitica di Karl Haushofer, ispiratore di... tirannici invasori e sempre ignorato da chi combatte per la libertà che, come l'equa distribuzione delle risorse del Pianeta si ottiene (o si conquista?), impiegando una cospicua parte... del bilancio nazionale (o, per essere chiari,  del debito pubblico su cui lucra la Fed). Tormentone perpetuo della miglior tradizione millenarista, rappresentata dalla "Banca" come istituzione: fondata sul principio dell'affidabilità di terzi contraenti (Governi compresi), per cui il "credito" è offerto contro garanzie reali; e nel caso sia lo Stato ad aver bisogno di soldi, gli viene chiesto quasi sempre di "garantire" il prestito 

Rinunciando alla sovranità monetaria e all'indipendenza economica. 

Il trucco riesce perfettamente, quando sono in gioco grandi interessi o, come già allora si diceva (rimescolando politica, economia e società), quando si tratta di programmare il nuovo Ordine Mondiale. 

Così, sono politicamente corretti, concetti e pratiche delle già ricordate aree d'influenza, dei protettorati, delle "indirect rules" col sostegno al dittatore compiacente, da appendere alla forca al momento opportuno.    

Ma all'arbitrio dell' International Banking spetta anche la manovra mirante alla variazione del potere d'acquisto della moneta. Come?

Si assecondano smanie imperialistiche, proponendo l'acquisto di armi con la collaborazione del leader di turno. Ma si opera nel mercato dell'oro affinché la moneta del Paese acquirente perda potere d'acquisto nei confronti della altre valute.

Infine, l'ormai noto Cartello dell'International Banking cerca di assicurarsi vasta operatività attraverso il mezzo che gli è più congeniale, Wall Street, e le "aperture" dei mercati finanziari esteri, coi quali stabilisce flussi continui di liquidità. Il Sistema Fed, risponde perfettamente all'esigenza. Il suo meccanismo infatti prevede che il capitale di maggioranza della Federal Reserve (inizialmente fissato al 53 %) sia interamente in mano a finanzieri privati (leggasi Morgan, Rockefeller, Kuhn Loeb, J. Henry Schroder, fra i maggiori, tutti indistintamente legati ai Rothschild di Londra).

Vale a dire ampia facoltà d'accesso alle azioni trattate a Wall Street con profitti del Cartello dei Banchieri Internazionali, grazie all' "Insider Trading" e il giochetto dei "Bonds" del Tesoro. Liquidità a fiumi insomma con l'emissione di banconote senza limite, perché così dovrebbe prevedere il diritto interno e le sue insistenti "proiezioni internazionali" d'ordine finanziario, economico e infine politico. 

Chi paga?

Il Contribuente, sempre! 

I piccoli investitori (in gergo, "flottante": altro modo di definire le masse oppresse), quasi sempre! 

I "Grandi Clienti", quelli del Big Money di John Dos Passos, alias Wall Streeters...mai!

(A salvare le apparenze ci penserà vent'anni dopo FDR, creatore d'un "Ghost" senza precedenti nella storia finanziaria, la Stock Exchange Commission).

Ma, la truffa del secolo come ha fatto a diventare legge, o Federal Reserve Act?

Con l'aiuto dei "gruppi di pressione", invenzione britannica (raccomandata anche a Washington), per fare in modo che il Parlamento approvi?

Negli Stati Uniti le cose sono un tantino diverse, anche se gli emendamenti intervengono a sostegno di certi propositi che contrastano la Costituzione. Paul Warburg, naturalizzato americano (ma in linea diretta col fratello Max, banchiere anch'egli a Francoforte), è una volpe anche in politica e sa come s'investono a dovere i grandi capitali: non solo finanziando guerre e rivoluzioni, ma anche le campagne presidenziali. La "grana" però non basta, occorre l'abilità dell'illusionista e l' "Airborne hat", il cappello a cilindro. 

Vi si introduce democrazia e (Voilà!) se ne estrae un Presidente selezionato, con buona pace dell'Opinione Pubblica, come sempre depositaria di prolungate illusioni e vittima di grandi inganni. La regola è tacita e sempre in vigore:  i Presidenti, prima si selezionano, poi si eleggono democraticamente e, se opportuno, si "sostituiscono". 

Per esempio, quando ad Abramo Lincoln salta in mente di stampare i "Green Backs", lo si spedisce direttamente nell'Aldilà, dove i suoi biglietti non fanno concorrenza a nessuno e può maledire quanto gli pare i politici corrotti.

Ma Auguste Belmont non è un politico, come non sono politici gli Erlangers. 

Chi sono costoro lo sa Rothschilds di Londra che li ha assunti per finanziare Nord e Sud nella Guerra Civile, al tasso agevolato del 12%. 

Le dinastie dei grandi banchieri sono prolifiche, ma un'altra progenie si fa strada sul finire del XIX secolo, quella dei faccendieri di razza, da incrociare alla linea di sangue degli statisti. Merito dei Morgan (Ferrovie) e dei Rockefeller (Petrolio), cioè due cartelli che, sommati ad altri tre, formano i cinque "Robber Barons".

Le famiglie Delano e Roosevelt possono scalpitare, ma i loro rampolli, per farsi strada, devono mirare alla presidenza.

Sempre per fare un esempio, nel 1901 Theodore Roosevelt (cugino anziano di Franklin Delano Roosevelt) sembra il più adatto a sostituire l'indeciso William Mc Kinley, cocciuto e intollerabile sostenitore del gold standard in piena guerra ispano-americana.

Un repubblicano tira l'altro. Mc Kinley va al Creatore. Ce lo manda il solito anarchico.

Teddy viene eletto presidente, industriali e banchieri sono pronti alla predazione: Manila, Porto Rico, la canna da zucchero di Cuba. Qualcuno vorrebbe vederci chiaro sulla strana esplosione del Maine , incrociatore dell'US Navy, colato a picco nella baia dell'Avana, con 262 vittime (siamo nel 1898). Ma Theo Roosevelt spiegherà due anni dopo che le guerre si fanno e basta. Morgan e Rockefeller esultano. Parte dei loro capitali investiti nella Società del Canale di Panama si decuplicano.

Nel 1913 William Howard Taft sembra avere i consensi che gli garantiscono il secondo mandato presidenziale, ma è scrupoloso giurista e "poor politician". Lo sanno bene i Morgan, i Rockefeller e Leopold Rothschilds, Banchiere a Londra e precettore finanziario di Re Carlo V°, dinastia Sassonia - Coburgo - Gotha, alias Windsor (per non urtare i sudditi, in pace e in guerra).

Theodore Roosevelt, che consigliava Taft quale suo idoneo successore nelle precedenti elezioni, si candida a sorpresa fra i repubblicani in competizione col suo raccomandato, rosicchiandogli i voti necessari per continuare a risiedere alla Casa Bianca.

Il gioco è fatto! Basta far sortire dal cilindro un professorino di Princeton, democratico, anch'egli giurista, critico ma remissivo, (nel 1886 scrive"Il Governo Congressionale" denunciando lacune nella Costituzione, che egli giudica "permeabile alla corruzione"). 

Ma sorprende non poco quando afferma " Io analizzo fatti, e mi limito a diagnosticare, non prescrivo rimedi". Costui è Woodrow Wilson, 28° (democratico) presidente degli Stati Uniti. Con lui (selezionato) vi è l'uomo ombra che gli è messo alle calcagna, nel ruolo di consigliere: il Colonnello Edward Mandell House.

L'amministrazione Wilson provvede: si tollerano "pressure groups" e si varano provvidenziali emendamenti. Presentato al voto del Congresso, l'Aldrich Bill diventa Vreeland- Aldrich Act, legge che istituisce il Federal Reserve System, potente strumento (come scriverà più tardi Vanderlip nel suo memoriale) per mezzo del quale si esercita il controllo dell'economia mondiale.

Nubi minacciose intanto s'addensano sull'intero Pianeta, pronte a scatenare la tempesta. Le grandi Potenze puntano decise ad affermare i rispettivi interessi coloniali, rimuovendo intralci di vecchia data. 

Ma è sul Teatro Europeo che si assiste al "gioco degli Specchi".  I segnali si riflettono da una sponda all'altra dell'Oceano, ordinando l'avvio d'un diabolico piano, orchestrato nella City londinese. 

Per il momento ha un nome che passerà alla Storia: Prima Guerra Mondiale. 

Bastano quel tanto di segreto e massicce dosi di menzogne per selezionare anche il pretesto da trasformare in casus belli. In attesa che si perfezionino le tecniche di persuasione di massa, il "congegno misterioso" di Jekyll Island mostra gli effetti del suo perverso funzionamento. L'arte d'ingannare la gente non prevede anche l'obbligo di scrivere la storia? Ma tutto sembra già predestinato.  Il grande disegno, di cui la Federal Reserve è indispensabile strumento, si chiama, come già accennato, Nuovo Ordine Mondiale. 

Continua...



Gian Paolo Pucciarelli 


Il debito pubblico (da non pagare)


di Savino Frigiola


Da più parti e dai più disparati schieramenti, con sempre maggior vigore, giungono esortazioni a non pagare il mastodontico debito pubblico nazionale. Man mano che i vari soggetti arrivano a quantificare mentalmente l'ammontare della cifra, con tanti zeri da renderla addirittura illeggibile, (circa un milione 935 mila 300 milioni di Euro) per rendersi conto del significato, si cominciano a fare alcune considerazioni paragonandola a prodotti e beni reali esistenti di valore equivalente. C'è da  restare allibiti. 

Dai primi sommari conteggi emergono risultati a dir poco inimmaginabili e sconcertanti. Il debito pubblico è pari a 3 volte il valore dell'intero patrimonio immobiliare privato Italiano, a 8 volte il valore di tutti gli immobili dello Stato Italiano: scuole, ospedali, caserme, enti pubblici, porti, aeroporti, ferrovie ecc. ecc. Se si volesse pagare il debito pubblico occorrerebbero ben 33 manovre come l'ultima disastrosa di 59 miliardi, e vi è ancora da aggiungere gli interessi passivi pretesi nei 32 anni successivi. Se volessimo pagarlo con prodotti della nostre industrie ci vorrebbe l'intera produzione annuale delle macchine della FIAT (n. 1.781.000 di automobili Panda) per un minimo di 128 anni. Se volessimo pagarlo con prestazioni di lavoro occorrerebbero 20 milioni di lavoratori che dovrebbero lavorare gratis in tutti i giorni di un anno (365 giorni) per 10 ore al giorno a 10 €\ora. Non occorre essere grandi e blasonati economisti per comprendere che una tale mole di debito non potrà essere mai pagata, anche se decidessimo di consegnare ai nostri famelici strozzini l'intero patrimonio immobiliare sia pubblico che privato. 

Poiché secondo le regole truffaldine poste in essere dalla cricca bancaria monetaria, colposamente recepite dall'imbelle e compiacente classe politica senza alcuna distinzione di colore, quand'anche si dovesse arrivare alla spoliazione totale di tutti i beni nazionali del Paese, resteremmo comunque inadempienti, tanto vale smettere di mortificare il livello di vita dei cittadini anche con l'abbattimento delle attività sociali e risparmiarci la squallida sceneggiata di selezionare con grande cura i gioielli di famiglia da consegnare ai famelici banchieri, per poi raggiungere l'inutile risultato di procrastinare solo di qualche mese l'inevitabile crac finale. Ma la ragione più importante per non pagare il debito pubblico non è tanto dovuta alla natura giuridica dell'impossibilità ad adempiere, quanto alla truffaldina causa dell'indebitamento, frutto di un colossale raggiro posto in essere dalla cricca monetaria in combutta con un ristretto numero di politici, a danno dei cittadini, che si verifica in occasione dell'attuale emissione monetaria per mano di banchieri privati, causata dall'adesione al "trattato di Maastricht". Anche secondo il parere si insigni giuristi internazionali il "debito detestabile" non deve essere pagato. 

Mutuando sinteticamente quanto riportato sul sito "Modart", i tre requisiti necessari per poter definire un debito pubblico "detestabile" sono : 1) Il governo del Paese deve aver conseguito il prestito senza che i cittadini ne fossero consapevoli e senza il loro consenso. 2) I prestiti devono essere stati utilizzati per attività che non hanno portato benefici alla cittadinanza nel suo complesso. 3) I creditori devono essere al corrente di questa situazione, e disinteressarsene. C'è ne in abbondanza per mettere sotto processo banchieri e politici aventi causa, non solo per non pagare ma anche per ottenere il ristoro dei danni arrecati come egregiamente stanno facendo i cittadini Islandesi. Per fugare ogni incertezza in tal senso è sufficiente osservare l'Argentina la quale, messa in crisi con le solite manovre economiche, sbarazzatesi di tutti gli orpelli monetari ora cresce di 7 - 8 % ogni anno. Scansare il debito non è sufficiente per rilanciare economia ed occupazione poiché le nuove risorse necessarie per gli investimenti produttivi producono altro debito che viceversa deve essere bloccato. Per far ciò lo Stato italiano, memore delle sue esperienze pregresse deve ritornare a battere moneta in prima persona. Se i titoli di debito dello Stato sono buoni e valgono, al punto da essere accettati e scontati dagli avveduti e prudentissimi banchieri privati, valgono anche i titoli monetari emessi dallo stesso Stato, che riprende a battere moneta in nome e per conto dei propri cittadini. Ne acquisisce la proprietà a titolo originario, iscrivere la cifra corrispondente al signoraggio all'attivo del proprio bilancio e la utilizza per il conseguimento dei suoi scopi istituzionali, a favore dei cittadini, per rilanciare economia, occupazione e ricerca come da centennale esperienza già effettuata dal 1874 al 1975. Ciò ha consentito, subito dopo l'unità d'Italia, di realizzare tutte le infrastrutture necessarie al nuovo Stato nazionale, compreso i famosi palazzi e quartieri "umbertini", ancora esistenti in tutta l'Italia, senza imporre tasse ai cittadini e senza accendere debiti. Successivamente utilizzando sempre la stessa emissione monetaria si sono realizzate una miriade di opere pubbliche ancora esistenti dalle inconfondibili linee architettoniche, "razionalista" e del Piacentini anche queste senza aumentare il debito pubblico che, anzi, sino al 1940 era rimasto stabile al 20 % (tra i più bassi della storia d'Italia) per passare poi al 25% nel 1945, dopo una guerra persa. Successivamente lo Stato continuò a battere moneta sino al 1975. Gli introiti così incamerati hanno seriamente contribuito alla ricostruzione del territorio nazionale devastato dagli eventi bellici (all'inizio degli anni '70 il debito pubblico era sceso al 20 %). Tutto ciò a conferma e dimostrazione che il debito pubblico è generato dall'emis-sione monetaria dei banchieri privati. 


Se vogliamo restare in Europa occorre una piccola deroga ai trattati europei, troppo frettolosamente firmati, come quelli già effettuati anche da Paesi più blasonati di noi. Le ultime due, hanno permesso a due banche della Grecia e dell'Irlanda di emettere direttamente moneta con la benedizione della ELA (Emergency Liquidity Assistance) - BCE. Ciò che è consentito a due banche private non potrà essere negato ad uno Stato sovrano.

S.F.


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