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Se non fosse che ogni tanto uno si taglia un dito e si accorge di essere dentro la realtà invece che in un film sarebbe da impazzire in mezzo a questa inesorabile ed indistruttibile normalità della schiavitù soporifera  costruita scientemente dalla "imperocrazia finanziaria".
Chi emette moneta governa il mondo e la democrazia è la sua polizza assicurativa.
La Clinton va a trovare il neo governo libico è gli dice "il futuro ora è vostro" e la vostra sovranità e nelle vostre mani (non servono commenti per chi ci segue da tempo su queste parole, anzi una traduzione la faccio perchè è vermante troppo forte dentro di me: "il petrolio libico era vostro, ora che siete liberi ve lo vendiamo noi non siete felici?"). Maroni: "Le manifestazioni si faranno solo se chi li organizza fa una fideiussione bancaria", anche l'aria si opponeva a trasmettere alle mie orecchie questa notizia tale era l'assurdità, ma per il gregge significa:  "giusto cosi si pagano i danni", per quelli un po' più svezzati, le manifestazioni non sono cosa che riguarda i poveri e i disperati ma solo le organizzazioni  (con i soldi) che vengono finanziate dal sistema (vedi triplice o abberazioni del genere), del resto anche le opposizioni (finte) vengono in qualche modo finanziate per far credere che ci sia una opposizione, perché scandalizzarsi. Il sindaco Alemanno vieta le manifestazioni per trenta giorni a Roma (senza parole). Moodys declassa la Spagna e anche la Francia (ma dai?). La Marcegallia sostiene che: "il tempo ormai è scaduto", per cosa? (per i compratori che devono comprare le svendite patrimoniali dello stato a causa di un debito finto ed indotto per la ceduta sovranità politica  e i patrimoni messi all'asta per i fallimenti dei privati prima che la gente capisca?) . Un Berlusconi, deluso, stanco, istituzionalizzato, in conflitto con tutti e sopratutto con se stesso tra populismo e imprenditoria che dice: "non ci sono soldi" per lo sviluppo (no ma dai?). Se prima paghiamo gli interessi ai parassiti (che non sono tra il popolo ma esattamente dall'altra parte, certamente (con il sistema debito che toglie più di quel che da), non ci saranno soldi per il resto, ansi tagli, svendite, e lacrime amare.

 I Black Block che nonostante avrebbero (il condizionale è d'obbligo) migliaia di alternative tra: "tempi" "modi" e "obbiettivi" su cui porre l'attenzione per ottenere le loro aspettative, casualmente  (ma è una pura coincidenza) scelgono sempre le manifestazioni dove si comincia a mettere in discussione il vero potere (G20, NO TAV, Banche Centrali). Troppe cose non tornano ad una lettura complessiva.  ed oltre) , vecchia tecnica quella di fare disordine per spostare l'attenzione sui danni che non sull'argomento della manifestazione (proprietà della emissione monetaria), fa più rumore un albero che cade che una intera foresta che cresce. Tutti i medi, casualmente poi hanno paralato di tutto ma proprio di tutto eccetto della "proprietà della emissione monetaria". E' chiaro che si condanna ogni violenza ma bisogna scriverlo per definizione sopratutto per i professionisti del fraintendimento.

Draghi,  dice che: "i ragazzi hanno ragione a protestare", qui qualcuno deve andare dallo psichiatra (lo psicologo è troppo poco) naturalmente non Draghi (ci mancherebbe) ma tutti gli altri che sicuramente hanno frainteso. Ma quella lettera che parti dalla BCE di indicazioni politiche ed economiche  all'Italia chi ca.ca...cavolo l'aveva scritta che proprio non mi ricordo!?!?  Partiti e partitini allo sbando, che cercano di raccogliere il malcontento popolare, con manifestazioni o inviando pseudo capetti  istruiti ed imbottiti ad arte (blindati intellettualmente con ideologia del passato sia a destra che a sinistra) inviasti dentro questi movimenti e comitati spontanei per strumentalizzare l'ennesima volta tutto e tutti e l'ingenuità popolare, ma purtroppo hanno un curriculum a dir poco impresentabile. Che d'io internet ci aiuti!!! (finché sarà libero). Una televisione da voltastomaco che se si tiene spenta almeno si risparmia corrente, vista e salute fisica e mentale. Si potrebbe andare avanti per ore in questa Italia da spolpare, fatta ex sessantottini tutti sistemanti (che volevano cambiare il modno), la speranza è riposta nei giovani che dovranno mantenere la calma e lo spirito vigile, resistere ad oltranza per riprendersi la loro sovranità, la dignità, il loro futuro, e sopratutto  il frutto del loro lavoro. Questo può avvenire solo se si rispetta la "proprietà del valore" che è frutto del lavoro di ciascuno, per rispettare  questo principio c'è solo una strada:  ritorno alle "sovranità umana- popolare- monetaria". Queste devono camminare di pari passo se solo una viene lasciata indietro non si otterrà nulla, anzi ci sarà un padre (simbolico) che portando sulla collina suo figlio e mostrando la ricca valle piena di aziende, strade, ponti, ville, treni, parchi, ecc  gli dirà: vedi figlio mio ti chiedo scusa, perché tutto questo era tuo ma a causa della mia stupidità adesso è delle banche.   Giuseppe Turrisi albamediterranea

La moneta e la "crisi globale"

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Per contrastare il nwo bisogna capire questi importanti concetti e farli nostri. Di seguito alcune importantissime interviste di Giorgio Vitali e Onorato Vitale su questioni di estrema attualità:

Sulla svendita del patrimonio italiano - Onorato Vitale per Albamediterranea

In fine l'ugualmente importante intervento di Daniele Di Luciano sulla moneta debito. La sua emissione a credito con proprietà popolare sarebbe una possibile soluzione che rimedierebbe a cascata a tanti mali della nostra società.

Buona visione. Ivan














Il grande inganno (parte 1,2,3)

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Il grande inganno    


(Storiella numero 1, La cronaca di un rogo)


Oberammergau, linda cittadina della Baviera. Dicembre 1954. 

Guido Roeder, appassionato di arti grafiche, conserva nello scantinato una vecchia Linotype con la quale si diverte a stampare graziosi calendari. 

In tiratura ridotta e formato tradizionale, le pagine dei dodici mesi riproducono sulla carta patinata scenari alpestri e gli affreschi delle case bavaresi, recando messaggi di ottimismo per l'anno che sta per nascere e auguri di miglior sorte per la futura Germania. 

Il centro destra di Konrad Adenauner continua ad amministrare la RFT sotto l'egida del governo di occupazione, mentre il marco tedesco si rivaluta, con dispetto di Wall Street, dove peraltro son note le prospettive nel medio termine del piano Marshall, di più estesa e lungimirante influenza.

Guido Roeder ha buona fama in città (i suoi calendari vanno a ruba). Anche se qualche noia gli ha arrecato la pagina di Aprile dell'ultima serie, sulla quale si ammirano splendidi scorci di Berteschgaden e il "nido dell'aquila", dove Adolf Hitler trascorrendo i week end in compagnia di Eva Braun, avrebbe progettato olocausti e scrutato, oltre le cime di quota 2000, il miraggio di svastiche, sparse ovunque per il mondo. 

Il tipografo bavarese è comunque entusiasta, perché con le vendite dei calendari ha messo insieme un piccolo gruzzolo, grazie al quale inizia a stampare a proprie spese 10.000 copie di un libro, che non solo il pubblico della Baviera troverà interessante. 

I primi esemplari freschi di stampa sono distribuiti nelle librerie di Oberammergau e nel resto della regione. Qualcuno pensa che nella Germania libera un libro venduto in provincia e il messaggio del suo contenuto (verità o menzogna che sia) abbiano il tempo di proporsi all'attenzione di pubblico e critica. 

Ma non è così.

Alcuni giorni trascorrono e mezzi blindati delle Forze di occupazione sconvolgono le strade della tranquilla Oberammergau, convergono verso lo scantinato del Roeder  e lo cingono d'assedio. Entro qualche mese la RFT aderirà alla NATO, ma i foschi presagi del piano Morgenthau sembrano di nuovo nell'aria.

Un ufficiale con tanto di elmetto, senza dare spiegazioni, interroga il tipografo:

"Quante sono le copie del libro e dove si trovano?" 

Roeder impallidisce, blatera decine di volte "Varum?", senza avere risposta.

Soldati in tuta mimetica caricano le copie del libro su due camionette. 

Roeder firma una dichiarazione attestante che non ne esistono altri esemplari, mentre una squadra di forzuti agenti della Military Police s'incarica di distruggere, a colpi di mazza, le matrici dell'impaginato e la vecchia "Linotype". A ritirare in fretta le copie presenti in libreria e a disporne il sequestro ci pensa un magistrato, il cui nome è tutto un programma: Izrael Katz. 

Il titolo del libro (in versione tedesca) forse basta a spiegare le ragioni di tanto trambusto?

Die Geheimnisse der Federal Reserve  (I Segreti della Federal Reserve) 

(O, per intenderci, oggi: come si persegue legittimamente l'interesse privato a totale spesa e danno della cosa pubblica.)

Il motivo che giustificherebbe il provvedimento è il seguente: il contenuto del libro è di chiaro stampo antisemita e in contrasto con una legge della Germania Federale che vieta ogni manifestazione, verbale o scritta, di pregiudizi razziali.  


In soccorso del Roeder e a tutela del proprio lavoro, interviene da Washington l'autore del "manoscritto", Eustace Mullins, che inoltra istanza al governo tedesco federale e chiede il dissequestro del libro, sostenendo che in esso non vi è nulla di antiebraico. 

Ma invano.

Mullins insiste. Il giudice Katz risponde, dichiarando che il Tribunale della Germania Federale è incompetente a giudicare il caso, poiché il sequestro del libro sarebbe stato eseguito applicando una norma del Governo d'occupazione. 

Mullins dovrà dunque appellarsi al Governo degli Stati Uniti, il quale, interpellato, risponderà che la Germania Ovest ha riacquistato autonomia e libertà (d'informazione?) fin dal 1953. Interessante! Un "runaround" (per usare il termine di Mullins), irrispettoso e non certo chiarificatore. 


Ma la storia non finisce qui. 

a porvi termine sarà il fuoco "purificatore". 

La vicenda di Oberammergau finisce infatti sul rogo.

Qualche anno più tardi, a Monaco di Baviera, le 10.000 copie di "Die Geheimnisse der Federal Reserve", poste sotto sequestro, vengono bruciate. Se ne incarica tale Otto John, funzionario del Governo Federale, eseguendo l'ordine del giudice Izrael Katz, il quale a sua volta segue i suggerimenti della ADL, l'Anti Defamation League, affiliata dell'Organizzazione Sionista Mondiale. 

Heinrich Heine, decadente poeta della transizione germanica, scriveva che 

"Dovunque si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini."

Aforisma spesso citato dopo il grande falò dell'Operaplatz di Berlino, dove il 10 maggio 1933, Goebbels suggerì a Hitler di bruciare montagne di libri mandando in fumo la cultura tedesca.

Nel 1961 a Monaco di Baviera si brucia il libro di Mullins, ma nessuno lo sa.

"I Segreti della Federal Reserve" restano... segreti. 

Fino al 1983, quando la Bridger House di Carson City pubblica qualche migliaio di copie dell'edizione aggiornata. 

I tempi sono cambiati? Forse. 

Così almeno avrebbe fatto pensare Lindon B. Johnson nel '66, quando firmò il Freedom of Information Act, (alias FOIA), legge sulla libertà d'informazione, destinata, come si vedrà, a fare in modo che il mistero dei dischi volanti resti tale.  

Più tardi si avrà conferma (ma ce n'era bisogno?) che l'alchimia economica di George Soros è un perfetto riflesso di quella politica, solitamente praticata dalla "Serious Minority" (vedi "Open Conspiracy" di H.G.Wells), per controllare New York Times, Washington Post e il grado di acidità degli inchiostri americani (troppo basso per sostenere le frottole del rapporto Warren).  

Oggi una singola copia di "The Secrets of The Federal Reserve" si può ottenere soltanto...su ordinazione (Provare per credere!). Tuttavia, sempre oggi, l'intero testo (inglese) è scaricabile da Internet! 

Non si è mai vista comunque un'edizione italiana del libro di Mullins. 

Perché nel nostro Paese convenzione e prudenza ci risparmiano il puzzo del rogo? 

O perché ai nostri "Internauti" i segreti della Federal Reserve interessano fino a un certo punto? Chissà se la sinistra equazione di Heine (in versione aggiornata) è ancor oggi tragicamente attuale?


Storiella n. 2 (L'antefatto)


Washington DC - Primavera del 1949.

Eustace Mullins ha un rispettabile impiego alla Library of Congress, una laurea alla Washington University e un vivo interesse per le avanguardie europee del primo Novecento. 

Lo attraggono i dipinti di Picasso e di Kandinski e in genere il Modernismo.

La Biblioteca del Congresso è la più grande del mondo (ventotto milioni di volumi). 

Monumentale compendio dell'intero scibile umano e (con qualche disagio) campionario assortito di crisi e fulgori della cultura occidentale. Di quest'ultima un semplice bibliotecario può comprendere ambiguità e contraddizioni, a stento nascoste sotto il peso dell'architettura neoclassica, della tradizione liberale e della memoria di un presidente. 

L'imponente Jefferson Building, appunto. E tutto quello che c'è dentro. 

Ubicazione: 101 Independence Avenue - Washington - DC,  qualche minuto a piedi dalla Casa Bianca; mezz'ora d'autobus e due secoli d'inutile fuga dall'oscurantismo per raggiungere il 1100 dell'Alabama Avenue e il... "Nido del Cuculo".

La leggenda dei manicomi lascia concrete tracce d'archetipi. Uno di questi si trova su lieve altura, in direzione sud-est, quasi alla confluenza del Potomac con l'Anacostia. 

Il punto in cui sostano gli uccelli migratori in cerca della giusta rotta, sbagliando nido. 

Settanta piedi in altezza, linee tardogotiche in segno d'austerità e non trascorsi orrori, sovrapposti ai tanti frantumi del sogno americano, in modo che ne risulti un sinistro edificio. (L'ispirazione è di Milos Foreman che venticinque anni più tardi, tenterà di spiegare le terapie psichiatriche in uso negli States, con buoni appoggi di Upjohns, Roche e le Multinazionali delle benzodiazepine).  

Nome ufficiale: St. Elizabeths Hospital. 

A causa di ben note imprecisioni nel distinguere la follia individuale da quella collettiva, 

i cartelli indicatori all'ingresso del nosocomio non recano la scritta  "Mental Health". Anche perché non è bene si sappia che fra gli 8000 "ospiti" dell' Ospedale sono selezionati i "forensic patients" da sottoporre al test della lobotomia. 

I Civils "beneficiano" invece di quotidiane terapie elettroconvulsive. 

Le visite ai ricoverati non sono concesse facilmente. Per via del lezzo di urina secolare misto ai vapori dell'acido ipocloroso, causa di svenimenti e complicazioni polmonari.

Poi perché non sono ancora tanto lontani i tempi in cui Mr. Donovan, già Chief dell' O.S.S., inaugurò al St. Elizabeth l'uso della scopolamina per farne il siero della verità. 

Nel complesso dell'Alabama Avenue si conservano in formaldeide 1.400 cervelli umani e corre voce che vi sia finito anche quello di Mussolini, ritenuto d'interesse sociale e utile un domani a chi intendesse esaminare le cellule del Capo del Fascismo a scopi didattici 

(e forse misurare, nella migliore tradizione liberale, gli effetti dell'irrazionalità delle masse sui lobi cerebrali del Duce). 

Eustace Mullins ha appena varcato i cancelli del St. Elizabeth, dopo aver ottenuto il "passi" e non prima di aver svuotato la propria vescica urinaria. Fra tante amenità, recentemente apprese, mentre s'incammina verso l'entrata principale, sente 

l'irrefrenabile impulso di affondare una mano nella tasca dei pantaloni per tastarsi ripetutamente i testicoli. Gesto salvifico, anche se irrispettoso per la vicinanza 

di Mrs. Dorothy che, pur mesta e pensosa, con lui procede affiancandolo. 

Poco dopo, preda dell'emozione e degli scongiuri, Mullins si guarda intorno circospetto, avvertendo invisibili presenze di spettri in divisa. 

Sono i 500 Soldati Blu (e Grigi) sepolti nell'area circostante, senza alcun segno tombale, vittime della guerra civile e dell'oblio. I loro poveri resti dispersi per sempre nel sottosuolo, mentre ignari tagliaerba, ordinando il prato che li sovrasta, continuano a cancellarne la memoria. Sembra udire grida di vendetta, soffocate da metri di terra e ronzii fastidiosi di tagliatrici. Ma è solo un'impressione. Mullins accenna un sorriso verso Mrs. Dorothy, misto a sottile amarezza. 


Appare il cartello Mental Health Department. Prima di entrarvi, il "visitatore" guarda il lontano e quasi immobile Potomac, cerca invano i fantasmi dei Soldati Blu, prima di varcare l'ingresso del St. Elizabeth. 

Poi, accompagnato da Mrs. Dorothy, giunge alla camera di un "ospite" illustre: 

Ezra Pound.

Fuori, lo struttural-funzionalismo alla Talcott Parsons propone tregua ai conflitti sociali, solidale in tutto (o solo in parte?) col noto impostore che raccomanda "Società Aperte" senza far uso di volantini. 

Bastano l'abbaglio del benessere e l'abitudine a invisibili moltiplicatori del debito pubblico. 

Mullins intanto, da buon veterano dell'US Army, comincia a chiedersi se gli enormi crateri scavati nel suolo di Hiroshima nella calda estate '45 non siano anch'essi segno di "apertura", consigliata in economia e in politica.

Inutili tests dell'Enola Gay o motivo d'accesi bisticci tra Oppenheimer e Truman, sull'uso opportuno dell'uranio o del plutonio nella fissione nucleare?

Solo qualche anno prima l'Italia correva scalza, gridando "Pietà!". E Mullins lo rammenta. Lo Stivale, troppo logoro per calcare ancore le sabbie africane e le steppe russe, finiva nelle mani dei farabutti, intriso d'odio e di sangue. 

Nella R.S.I. si segnalava allora la presenza di un britannico obeso con l'orecchio all'ascolto di sempre più fievoli eco, disperse nel vuoto, fino alla decisa pressione d'uno scarpone militare straniero; un brindisi di compiacimento e si festeggiava la morte di Radio Roma e i trionfi del Dio della Guerra. Un'analisi retrospettiva è essenziale, dice il Poeta, non certo per convincere chi baratta la libertà con la miopia, ma per vederci chiaro. 

Pound scrive appunti.

Quando Mullins li leggerà, sarà sorpreso.

Ora è Pound che fa le domande. Mullins ascolta.

L'agenda di Winston Churchill vale più dei diari di Mussolini e di una

cartella marrone-chiaro, contenente documenti... di sicuro interesse?

Il Premier inglese usava la matita rossa per scrivere "Yalta - 4 febbraio 1945"

Dresda invece era scritta in blu (che ricorda le bombe al fosforo) alla pagina del 15, stesso mese, stesso anno.  

Le annotazioni a matita bicolore sottolineano la rilevanza di quanto accadde o sta per accadere. La Storia affermerà e basta. Senza farsi domande o proporle. 

Perché, ad esempio, la Conferenza economica di Bretton Woods ebbe luogo dal 1 al 22 luglio 1944, un mese dopo lo sbarco in Normandia, che avvenne il 6 giugno?  Perché così ordinava il Capo del  "War Production Board", Donald Nelson? Non obbediva costui alle direttive del "Pool" di Banche Internazionali che finanziavano le industrie di armamenti? Chi faceva la guerra "dietro le quinte"? Avendo deciso fin dall'inizio chi l'avrebbe vinta, per garantirsi colossali guadagni e il controllo assoluto della finanza mondiale? 

Provincia di Como, Giulino di Mezzegra e dintorni - 28 aprile 1945. 

Lo stesso signore sovrappeso, calvo e vestito di scuro, la matita rossa e blu nel taschino, pronta a scrivere luoghi e date, e a tracciare una bella "X" trasversale sopra un nome importante. Che cosa fa costui, quando gli Alleati sono alle porte e il Cielleenne combatte la "sua" guerra di ritorsioni? Dipinge mediocri acquarelli sulle rive del lago. 

E sa di certo che lo Stato Maggiore Tedesco ha da tempo firmato l'armistizio. 

Alle creazioni artistiche assistono a breve distanza i suoi attenti custodi, agenti del Secret Operations Executive (SOE). 

Il cadavere di Mussolini penderà a testa in giù in Piazzale Loreto, entro poche ore. 

Il signore obeso, vestito di scuro, che non conosce le sventure di Mani, l'eretico, né l'orrenda fine di Dioniso, o del Paracleto consolatore, due volte crocifisso, traccia due "X" in rosso su quel nome e riprende a pasticciare acquarelli. 

Così si commentano a freddo i primi sette versi del Canto Pisano 74, (scritti su carta igienica, all'interno di una gabbia esposta alle intemperie in aperta campagna). 

Lì si apprende che rischia la condanna a morte chiunque raccomandi la "moneta a scadenza" di Silvio Gesell, le teorie monetarie del Maggiore Douglas e osi maledire il "putrido" gold standard e i Banchieri usurai. Ma dal ventoso viale di Washington, dove si aprono i portali della Suprema Corte giunge l'eco della sentenza, nella severa voce del giudice che si appresta a decretare insanità mentali (non è forse follia scrivere che Mussolini e Jefferson avevano qualcosa in comune?). 

Il "folle" Pound, avrebbe fatto anche l'uomo in gabbia per manifestare i tormenti del secolo breve e il grande inganno, di cui il mondo è tuttora vittima, senza il bisogno di cercare conferme fra gli appunti di Winston Churchill?

In America intanto i sondaggi già tendono a far crescere benessere e ottimismo, omettendo di evidenziare che la vita continua fra incertezze e paure. 

Per altro, nessuno crede più alla casualità di quel che accade in politica. Né alle stime pilotate che confermano il prevalere degli  "accidentalisti" sui "cospirazionisti". Smentendo il noto cospiratore di Wall Street, Franklin Delano Roosevelt, divenuto compianto presidente, subito dopo aver confidato che in quel "campo" nulla avviene per caso (by chance  or by accident).

All'esterno si vive l'età dell'ansia, da secoli sofferta e decisa per i decenni a venire. 

"The Age of Anxiety" è, fra l'altro, poema fresco di stampa, che guadagna il Pulitzer, la  buona fama di W.H. Auden e crea non pochi equivoci nella società americana del dopoguerra, più incline a ingoiare ansiolitici che a leggere versi (ignorando forse che le strade della follia spesso non portano al manicomio). 

Pound si congeda, pregando Mrs. Dorothy di accompagnare l'ospite all'uscita. 

Al commiato, un biglietto di 10 dollari si protende verso Mullins ed è accettato volentieri. Rimborso spese settimanali per svolgere una piccola inchiesta. 

Dove? Alla Library of Congress, naturalmente. Lì c'è tutto quello che occorre sapere sul  Vreeland-Aldrich Act, e molto altro ancora: per esempio quanto accadde in una stazione ferroviaria del New Jersey durante una sera d'autunno del 1910. 

Il bibliotecario intanto accetta l'incarico che gli costerà, subito dopo, il posto di lavoro. 






Storiella n° 3  Jekyll Island


Stazione Ferroviaria di Hoboken,  New Jersey - 22 novembre 1910


Umida e fredda sera autunnale. Un treno speciale è in partenza. Destinazione ignota.

I viaggiatori si contano sulle dita di una mano, ma l'intero convoglio è ad essi riservato.

Vi prendono posto un senatore, un rappresentante del governo federale e quattro noti esponenti della finanza americana e internazionale:

Paul Warburg, astuto banchiere di Francoforte, organizzatore di un segreto convegno, nel corso del quale egli esporrà il suo progetto di "Banca Federale".

Frank Vanderlip, che al meeting partecipa in veste di rappresentante dei Rockefeller, (il suo memoriale rivelerà, vent'anni più tardi, circostanze e dettagli della riunione). 

Il  Senatore Nelson Aldrich, sorta di "Mr. Hide" della politica americana, all'epoca, fra l'altro, Capo della Commissione Monetaria Nazionale, incaricata di condurre un'inchiesta sulla crisi finanziaria del 1907 (e di provare i sospetti che a determinarla fossero state le "manovre" di John Pierpont Morgan (sic)). 

Henry P. Davinson, Chairman della JP Morgan and Company 

Piatt Andrew, vice segretario del Tesoro,  

Benjamin Strong della Morgan Bankers Trust Company.

Questi signori avrebbero il compito di formulare una proposta di legge (il cosiddetto "Aldrich Bill"), sulla base dei risultati dell'inchiesta che la Commissione Monetaria Nazionale ha nel frattempo condotto per evidenziare le cause della crisi e indicare rimedi e percorsi per la ripresa economica.

E' perlomeno quanto si aspettano la Camera dei Rappresentanti e il Senato che a tal fine hanno costituito la Commissione (presieduta da Nelson Aldrich, simbolo di connivenza fra politica e finanza, nonché avo del prediletto Nelson Rockefeller e di altri con lo stesso nome, cui si tramanda la tecnica del "trasformismo").

Ma, perché mai tanto segreto? Se lo chiedono i reporters, accorsi numerosi alla stazione di Hoboken (e puntualmente allontanati). Sono a caccia di scoop e cercano conferme di quanto trapela dagli ambienti che contano.

Se lo chiede, un mese più tardi, anche William Taft, Presidente in carica degli Stati Uniti,  

quando riceve la proposta (elaborata da un già operante "Federal Advisory Council"), che sottopone all'approvazione del Congresso, anticipando candidamente alla Commissione riunita ch'egli mai ne firmerà il successivo, previsto "Act" che la trasformerebbe in legge.

Il rifiuto, come più tardi lo stesso Taft avrà tempo di spiegare, è dovuto al fatto che la costituenda "norma", qualora entrasse in vigore, metterebbe a rischio le istituzioni democratiche, compromettendo seriamente la sovranità monetaria del libero popolo statunitense. Col disappunto della Commissione e del Senatore Nelson Aldrich, Taft accantona la proposta (peraltro approvata dal Congresso, che evidentemente non ne ha voluto rilevare la portata e le insidie), dichiarando, con parole chiare e dirette, che la stessa legge sembra fatta apposta per legittimare (come altre in seguito) ciò che essa espressamente...vieta, cioè la costituzione di una Banca Centrale non sottoposta al controllo dello Stato.

Il Presidente, fra l'altro, ricorda il monito di Thomas Jefferson, che più o meno recitava così: "Permettere che una banca in mano a soggetti privati si costituisca in Banca Centrale e ne svolga la funzione di emettere denaro pubblico, equivale ad ospitare in modo permanente un esercito invasore fra le mura domestiche". 

Fra l'altro Taft non è tanto imbecille da credere che basti cambiare nome in Federal Reserve per nascondere l'operato di una Central Bank a tutti gli effetti, per quanto l'Aldrich Bill preveda la costituzione di 12 filiali in altrettanti Stati, giusto per confondere le idee. E infine perché Taft ha, oltre alla responsabilità politica, quel minimo di pudore, che sarebbe mancato più tardi ai suoi successori, in nome del politicamente corretto, "formula" che non pretende verifiche di kafkiana memoria, per provare che assurdità incostituzionali possono diventare norme d'uso corrente.

Ma all'epoca (come oggi, del resto) le terapie d'urto si praticano con disinvoltura, largo impiego di parole chiave, come  libertà e democrazia, sempre funzionali (al pari delle crisi finanziarie) all'allora costituendo Sistema della Federal Reserve. 

(Tanto da far credere in tempi recenti all'attuale Chairman Fed, Ben Bernanke, che sia politicamente corretta la sua seguente affermazione: 

"La Grande Depressione del '29? Siamo stati noi a causarla!" 

per "noi" s'intenda deputati, senatori, Presidenti USA e uomini Fed graditi all'International Banking).


Taft dunque non ci sta! 

E' un vero peccato! Ma occorre comunque dare una sistemata al mondo, perché la rivoluzione industriale lo sta portando a grandi passi ad una svolta cruciale: 

il cambio del regime energetico

Cioè l'uso prevalente del petrolio nei motori a combustione interna. 

Il Capitalismo finanziario monopolistico o network bancario internazionale della House of Rothschild di Londra, intende ovviamente acquisire il controllo delle zone in cui il petrolio già scorre copioso e ovunque nel Pianeta la ricerca del combustibile fossile si svolga in febbrile concorrenza con le Grandi Potenze d'Europa, Russia zarista e Stati Uniti (l'impero del Sol Levante, alle prese con la Cina e la stessa Russia, già pensa agli effetti di una cospirazione a suo danno). 

Quanto alle "aree d'influenza" la più attenta diplomazia inaugura il criterio del

"controllo a distanza", a tutela dell'esteso e consolidato dominio britannico e contro nascenti, estranei e preoccupanti, fervori imperialistici. 

Giova ricordare che il petrolio di Mashid-i-Suleiman in Persia (casualmente scoperto nel 1907 da William D'Arcy, squattrinato nobile inglese e archeologo a tempo perso), è oggetto d'avida attenzione da parte di John A. Fisher e Winston Churchill, nonché origine delle ansie crescenti di John David Rockefeller. Il Cartello della sua Standard Oil, per quanto frantumato dalla legge Sherman, ma operante sotto mentite spoglie, rischia di veder dimezzata la sua presenza sul mercato europeo. Il pericolo è costituito dal neonato "Trust" col nome provvisorio di APOC (Anglo Persian Oil Company) che ambirebbe ovviamente a provvedere  al fabbisogno petrolifero del vecchio continente, grazie allo sfruttamento esclusivo di promettenti giacimenti d'oro nero nei territori di Persia, Mesopotamia e Arabia Saudita. Nella disputa, l'astuzia britannica dovrà però confrontarsi, non tanto con gli Stati Uniti (legati, attraverso il sistema Fed, ad una "London connection" finanziaria), ma con le pretese del Kaiser Guglielmo II°, deciso a far valere i diritti della Deutsche Bank, che possiede il 25% del capitale della preesistente Turkish Petroleum Company, scomoda erede dell'Impero Turco Ottomano. 

Ma vi è anche il timore che in Europa, e proprio in Germania, sia avviata una produzione su vasta scala di propulsori a combustione interna, emulando quanto avvenuto negli Stati Uniti, dove dal 1908 circolano molti esemplari del "modello T".  L'automobile che Henry Ford ha voluto lanciare sul mercato americano a prezzi accessibili, segnala fra l'altro il successo del sistema "taylorista" i cui criteri di produzione legati alla catena di montaggio puntano sulla quantità e la diffusione dell'automobile come mezzo di trasporto. 

Negli Imperi Centrali, fra l'altro, c'è gente che scalpita (come Von Tirpitz) per creare una grande "Flottenverein" che a sua volta dovrà contrastare il dominio britannico degli oceani. Occorre dunque sostituire i vecchi motori a carbone, in uso alla Marina Mercantile e Militare, con i nuovi motori, progettati dal tedesco Rudolf Diesel nel 1892 per l'idoneo utilizzo dei derivati del petrolio.

La "consecutio temporum" non è solo sospetta: la legge Federal Reserve entra in vigore (dicembre 1913) quando è in corso (con i soldoni della Deutsche Bank) la realizzazione della Ferrovia Berlino - Baghdad, causa di preoccupanti tensioni che rischiano di trasformarsi in aperti conflitti e... nel luglio del 1914 scoppia la Guerra Mondiale.  

Il mondo si divide sempre fra oppressori e oppressi, e dietro le quinte c'è chi controlla gli uni e gli altri, manovrando con destrezza al solo scopo di arricchirsi alle loro spalle. Tutto avviene nel pieno disprezzo della teoria geopolitica di Karl Haushofer, ispiratore di... tirannici invasori e sempre ignorato da chi combatte per la libertà che, come l'equa distribuzione delle risorse del Pianeta si ottiene (o si conquista?), impiegando una cospicua parte... del bilancio nazionale (o, per essere chiari,  del debito pubblico su cui lucra la Fed). Tormentone perpetuo della miglior tradizione millenarista, rappresentata dalla "Banca" come istituzione: fondata sul principio dell'affidabilità di terzi contraenti (Governi compresi), per cui il "credito" è offerto contro garanzie reali; e nel caso sia lo Stato ad aver bisogno di soldi, gli viene chiesto quasi sempre di "garantire" il prestito 

Rinunciando alla sovranità monetaria e all'indipendenza economica. 

Il trucco riesce perfettamente, quando sono in gioco grandi interessi o, come già allora si diceva (rimescolando politica, economia e società), quando si tratta di programmare il nuovo Ordine Mondiale. 

Così, sono politicamente corretti, concetti e pratiche delle già ricordate aree d'influenza, dei protettorati, delle "indirect rules" col sostegno al dittatore compiacente, da appendere alla forca al momento opportuno.    

Ma all'arbitrio dell' International Banking spetta anche la manovra mirante alla variazione del potere d'acquisto della moneta. Come?

Si assecondano smanie imperialistiche, proponendo l'acquisto di armi con la collaborazione del leader di turno. Ma si opera nel mercato dell'oro affinché la moneta del Paese acquirente perda potere d'acquisto nei confronti della altre valute.

Infine, l'ormai noto Cartello dell'International Banking cerca di assicurarsi vasta operatività attraverso il mezzo che gli è più congeniale, Wall Street, e le "aperture" dei mercati finanziari esteri, coi quali stabilisce flussi continui di liquidità. Il Sistema Fed, risponde perfettamente all'esigenza. Il suo meccanismo infatti prevede che il capitale di maggioranza della Federal Reserve (inizialmente fissato al 53 %) sia interamente in mano a finanzieri privati (leggasi Morgan, Rockefeller, Kuhn Loeb, J. Henry Schroder, fra i maggiori, tutti indistintamente legati ai Rothschild di Londra).

Vale a dire ampia facoltà d'accesso alle azioni trattate a Wall Street con profitti del Cartello dei Banchieri Internazionali, grazie all' "Insider Trading" e il giochetto dei "Bonds" del Tesoro. Liquidità a fiumi insomma con l'emissione di banconote senza limite, perché così dovrebbe prevedere il diritto interno e le sue insistenti "proiezioni internazionali" d'ordine finanziario, economico e infine politico. 

Chi paga?

Il Contribuente, sempre! 

I piccoli investitori (in gergo, "flottante": altro modo di definire le masse oppresse), quasi sempre! 

I "Grandi Clienti", quelli del Big Money di John Dos Passos, alias Wall Streeters...mai!

(A salvare le apparenze ci penserà vent'anni dopo FDR, creatore d'un "Ghost" senza precedenti nella storia finanziaria, la Stock Exchange Commission).

Ma, la truffa del secolo come ha fatto a diventare legge, o Federal Reserve Act?

Con l'aiuto dei "gruppi di pressione", invenzione britannica (raccomandata anche a Washington), per fare in modo che il Parlamento approvi?

Negli Stati Uniti le cose sono un tantino diverse, anche se gli emendamenti intervengono a sostegno di certi propositi che contrastano la Costituzione. Paul Warburg, naturalizzato americano (ma in linea diretta col fratello Max, banchiere anch'egli a Francoforte), è una volpe anche in politica e sa come s'investono a dovere i grandi capitali: non solo finanziando guerre e rivoluzioni, ma anche le campagne presidenziali. La "grana" però non basta, occorre l'abilità dell'illusionista e l' "Airborne hat", il cappello a cilindro. 

Vi si introduce democrazia e (Voilà!) se ne estrae un Presidente selezionato, con buona pace dell'Opinione Pubblica, come sempre depositaria di prolungate illusioni e vittima di grandi inganni. La regola è tacita e sempre in vigore:  i Presidenti, prima si selezionano, poi si eleggono democraticamente e, se opportuno, si "sostituiscono". 

Per esempio, quando ad Abramo Lincoln salta in mente di stampare i "Green Backs", lo si spedisce direttamente nell'Aldilà, dove i suoi biglietti non fanno concorrenza a nessuno e può maledire quanto gli pare i politici corrotti.

Ma Auguste Belmont non è un politico, come non sono politici gli Erlangers. 

Chi sono costoro lo sa Rothschilds di Londra che li ha assunti per finanziare Nord e Sud nella Guerra Civile, al tasso agevolato del 12%. 

Le dinastie dei grandi banchieri sono prolifiche, ma un'altra progenie si fa strada sul finire del XIX secolo, quella dei faccendieri di razza, da incrociare alla linea di sangue degli statisti. Merito dei Morgan (Ferrovie) e dei Rockefeller (Petrolio), cioè due cartelli che, sommati ad altri tre, formano i cinque "Robber Barons".

Le famiglie Delano e Roosevelt possono scalpitare, ma i loro rampolli, per farsi strada, devono mirare alla presidenza.

Sempre per fare un esempio, nel 1901 Theodore Roosevelt (cugino anziano di Franklin Delano Roosevelt) sembra il più adatto a sostituire l'indeciso William Mc Kinley, cocciuto e intollerabile sostenitore del gold standard in piena guerra ispano-americana.

Un repubblicano tira l'altro. Mc Kinley va al Creatore. Ce lo manda il solito anarchico.

Teddy viene eletto presidente, industriali e banchieri sono pronti alla predazione: Manila, Porto Rico, la canna da zucchero di Cuba. Qualcuno vorrebbe vederci chiaro sulla strana esplosione del Maine , incrociatore dell'US Navy, colato a picco nella baia dell'Avana, con 262 vittime (siamo nel 1898). Ma Theo Roosevelt spiegherà due anni dopo che le guerre si fanno e basta. Morgan e Rockefeller esultano. Parte dei loro capitali investiti nella Società del Canale di Panama si decuplicano.

Nel 1913 William Howard Taft sembra avere i consensi che gli garantiscono il secondo mandato presidenziale, ma è scrupoloso giurista e "poor politician". Lo sanno bene i Morgan, i Rockefeller e Leopold Rothschilds, Banchiere a Londra e precettore finanziario di Re Carlo V°, dinastia Sassonia - Coburgo - Gotha, alias Windsor (per non urtare i sudditi, in pace e in guerra).

Theodore Roosevelt, che consigliava Taft quale suo idoneo successore nelle precedenti elezioni, si candida a sorpresa fra i repubblicani in competizione col suo raccomandato, rosicchiandogli i voti necessari per continuare a risiedere alla Casa Bianca.

Il gioco è fatto! Basta far sortire dal cilindro un professorino di Princeton, democratico, anch'egli giurista, critico ma remissivo, (nel 1886 scrive"Il Governo Congressionale" denunciando lacune nella Costituzione, che egli giudica "permeabile alla corruzione"). 

Ma sorprende non poco quando afferma " Io analizzo fatti, e mi limito a diagnosticare, non prescrivo rimedi". Costui è Woodrow Wilson, 28° (democratico) presidente degli Stati Uniti. Con lui (selezionato) vi è l'uomo ombra che gli è messo alle calcagna, nel ruolo di consigliere: il Colonnello Edward Mandell House.

L'amministrazione Wilson provvede: si tollerano "pressure groups" e si varano provvidenziali emendamenti. Presentato al voto del Congresso, l'Aldrich Bill diventa Vreeland- Aldrich Act, legge che istituisce il Federal Reserve System, potente strumento (come scriverà più tardi Vanderlip nel suo memoriale) per mezzo del quale si esercita il controllo dell'economia mondiale.

Nubi minacciose intanto s'addensano sull'intero Pianeta, pronte a scatenare la tempesta. Le grandi Potenze puntano decise ad affermare i rispettivi interessi coloniali, rimuovendo intralci di vecchia data. 

Ma è sul Teatro Europeo che si assiste al "gioco degli Specchi".  I segnali si riflettono da una sponda all'altra dell'Oceano, ordinando l'avvio d'un diabolico piano, orchestrato nella City londinese. 

Per il momento ha un nome che passerà alla Storia: Prima Guerra Mondiale. 

Bastano quel tanto di segreto e massicce dosi di menzogne per selezionare anche il pretesto da trasformare in casus belli. In attesa che si perfezionino le tecniche di persuasione di massa, il "congegno misterioso" di Jekyll Island mostra gli effetti del suo perverso funzionamento. L'arte d'ingannare la gente non prevede anche l'obbligo di scrivere la storia? Ma tutto sembra già predestinato.  Il grande disegno, di cui la Federal Reserve è indispensabile strumento, si chiama, come già accennato, Nuovo Ordine Mondiale. 

Continua...



Gian Paolo Pucciarelli 


Non si possono capire l' attuale e le passate grandi crisi economiche, che sembrano periodicamente colpire come un' invasione di locuste bibliche la nostra civiltà occidentale, se non si ha ben chiaro l' esatto ruolo in essa giocato dall' economia.

Economia che non va assolutamente intesa ( e buttate tranquillamente alle ortiche tutte le astruse disquisizioni degli economisti accademici, preposti proprio a nasconderne agli occhi della gente la vera criminale funzione ) come mera attività di scambio, nè come imperscrutabile e bizzarra entità metafisica con cui popoli e governi si trovino a lottare, nè come pura alchimia di moneta, interessi, e prodotti finanziari ... questi sono tutti ruoli secondari, o meglio "coperture" del suo vero volto, del reale ruolo oggi giocato nell' Occidente dalla sua economia.
Molto più semplicemente, l' economia occidentale è il sistema stesso di gestione del potere, lo schema, il "Matrix" attraverso il quale si struttura il potere e l' èlite mercantile-finanziaria, il "motore immobile", la funzione primaria cui sottostanno tutti gli altri meccanismi sociali, il sistema operativo trasversale sia ai governi che ai secoli. Funzione il cui scopo ultimo non è nè la sussistenza dei popoli nè l' arricchimento della classe dominante, ma il puro schema attraverso il quale si conserva e tramanda nel tempo il potere reale.
In una parola, è l' Occidente stesso, il "sistema" stesso, il suo organismo e non uno dei tanti organi.
Ma quello che non vi diranno mai è che il fine ultimo dell' economia è quello della "demolizione controllata" del sistema sfruttato
... ossia proprio quello che sta ora accadendo.


Facendo l' esempio di un computer, l' economia occidentale ( è bene sottolineare sempre tale aggettivo, in seguito capiremo perchè ) coincide quindi con il "sistema operativo", all' interno del quale girano e sono ad esso sottoposti tutti gli altri "programmi" di gestione sociale, inclusa la "politica" che ad esso è completamente asservita. Questo non perchè le cose "debbano" andare per forza così, ma semplicemente perchè così si è strutturato e mantenuto nei secoli quel potere finanziario-bancario che prese il sopravvento in Occidente al tempo dei Comuni e delle Signorie, parallelamente alla caduta ( o per meglio dire "formulazione di compromesso" ) del potere temporale della Chiesa.
Potere mercantile che trova nel sistema bancario non solo il mezzo ideale per sostituirsi al potere dinastico di Principi e Vescovi, ma anche il mezzo perfetto per poter tenere sotto controllo occulto la popolazione che, con la caduta degli assolutismi, sarebbe divenuta il centro del potere, nonchè l' èlite legittimamente delegata alla guida della società ...

Condizione quest' ultima che, guardacaso, non si è mai effettivamente verificata nonostante i successivi apparenti passaggi di potere dalla nobiltà al popolo, passaggi ottenuti a costo di sanguinose rivolte, rivoluzioni e guerre d' indipendenza ripetutesi prima in Europa contro gli assolutismi di Re e Principi, poi in America per l' indipendenza dalla nativa Inghilterra, fino alla conquista in tutto l' occidente degli Stati Nazionali e delle attuali "Democrazie" ... eppure mai il popolo ha tratto da tutte queste guerre un briciolo di potere o benessere in più ...
Quello che invece parallelamente vediamo verificarsi è che, nonostante il passaggio negli stessi secoli del centro "fisico" del potere prima dalle Repubbliche Marinare agli Stati Coloniali, poi dal dominio Inglese a quello Americano, troviamo ben salda nelle posizioni di comando e "potere reale" sempre una sola e ben precisa classe: quella mercantile, la stessa che ancora oggi ci scassa così ignobilmente i maroni con le sue assurde pretese di governance globale.

"... In Francia la Rivoluzione scoppia perché bisogna ripagare un debito pubblico che il Re ha contratto col solito gruppo di banchieri privati, che allora come oggi rivogliono i soldi e te li prestano ancora a condizione -allora- che fai pagare le tasse ai nobili e che confischi e vendi i beni della chiesa; mentre oggi i soliti ti chiedono di vendere l'oro, i palazzi, i musei con la mano destra, mentre con la sinistra devi tagliare pensioni e spese sociali. Gli storici, vuoi perchè scemi, vuoi perchè furbastri, omettono sistematicamente di dire che la Rivoluzione rivoluzionò tutto, dal calendario al modo di vestire, tranne il debito pubblico, che la Francia rivoluzionaria mantenne e poi saldò; prima con la confisca dei beni della chiesa e parte della nobiltà, poi con le rapine di Napoleone in tutta Europa ( il Corso fu uno dei più grandi servitori del Potere del Cane, le cui predazioni furono fermate al Sud della Penisola dalle Armate dei Sanfedisti, al canto che potete sentire sotto, nel 1799). Mentre ciò avrebbe aiutato a capire i veri mandanti della Rivoluzione. La dinamica della storia e della politica da più di tre secoli è la stessa" ...
( Cfr: Paolo de Bernardi: "La storia governata dai banchieri ..."  )




Cosa è successo, quindi ?? In una parola, che il potere mercantile ha sempre trovato molto più comodo tenersi nell' ombra, "facendo credere" alla popolazione PRIMA di poter conquistare il potere tramite le rivoluzioni, POI di poterlo gestire, autogovernandosi attraverso gli stati democratici ...
... Ma quello che vediamo benissimo ancora oggi è che questa in realtà non è altro che l' illusione in cui con grande maestria ci hanno sempre intrappolati, mentre il vero governo ed il potere reale sono sempre stati saldamente nelle loro mani ...
In una parola il potere mercantile "ha usato" dapprima la popolazione per abbattere il proprio nemico, ma poi semplicemente ne ha occultamente preso il posto, illudendo il popolo con una raggiunta libertà che purtroppo sarà solo formale, ed autoeleggendosi a nuova nobiltà parassitaria che dalla popolazione trarrà la sua linfa vitale, potere e sostentamento.
Lo strumento che ha permesso la riuscita di tale perfetto gioco illusionistico è appunto l' economia, o per meglio dire IL VIRUS in essa introdotto per rendere schiavo il sistema operativo economico ( e di conseguenza ogni programma sociale che in esso "gira" ).


Virus, coincidente col controllo privato dell' emissione monetaria, che comincia lentamente ad agire ( esattamente come abbiamo visto accadere al nostro motore in questo post ) provocando successivamente nel sistema tali malfunzionamenti:

a) Aspirazione della ricchezza dalla base e suo totale trasferimento all' Empireo finanziario ( banchieri, azionisti, investitori, borse, paradisi fiscali, speculatori, assicurazioni, spa, strumenti speculativo-finanziari in genere )

b) Conseguenti malfunzionamenti della macchina statale, sfruttati a loro volta per impoverire maggiormente la base con l' ulteriore richiesta di tasse, tagli, sacrifici, maggiore produttività, privatizzazione di imprese statali

c) Rischio di default degli Stati, cui si sopperisce con un' inutile operazione di rifinanziamento a fronte dell' ulteriore privatizzazione di imprese, servizi pubblici, beni e patrimoni culturali

d) Morte sistemica finale, che sarà gestita come demolizione controllata o del solo aspetto economico o dell' intero sistema socio-politico.

Vediamo nel particolare cosa succede e perchè.
 


IL VIRUS INTRODOTTO: DA "POMPA" A "AUTOCLAVE"

Da bimbi all' oratorio avevamo già la più perfetta concezione dell' essenza dell' economia: "Ti dò una figurina di Trapattoni per Mazzola, ma per Burnich voglio tre Rivera" ... ossia la sua funzione di "puro strumento di scambio", una mera transazione in cui si stabilisce A per B ... non "ti presto A per B + interessi" ... che cazzo c' entra ... nessuno all' oratorio avrebbe mai osato dire, che ne so: "Ti presto Mazzola, fai pure come se fosse tuo, in cambio però ogni mese mi dai un Rivera; ma se un mese non hai un Rivera da darmi, mi riprendo Mazzola" ... perchè anche il più imbranato della compagnia avrebbe capito l' assurdità truffaldina di tale proposta, e l' incauto proponente sarebbe stato oggetto della reazione molto istintiva e concreta degli altri bimbi ... eppure oggi, che ci consideriamo "evoluti", non capiamo più una cosa tanto elementare ...
"Tornate innocenti come bambini", predicava qualcuno ...

 Da adulti, nella pratica quotidiana usiamo la moneta quale mezzo di scambio, sostituendola al baratto diretto di merci e servizi per una pura questione di maggior praticità ... ciò non toglie che, in una economia NORMALE, la moneta resti "pura funzione", priva di reale valore fino al momento in cui viene scambiata con altro.  A garantire la "copertura" della massa monetaria circolante nella comunità saranno dunque gli stessi beni e servizi prodotti dalla comunità stessa: tot beni, tot moneta circolante. Lo Stato, ossia la comunità, si fa dapprima garante di tale copertura presso terzi che usano una differente moneta con un relativo corrispondente in oro o altra materia pregiata che funga a sua volta quale "garanzia e scambio"; in seguito tale sistema viene abbandonato, in quanto limitante e poco pratico: "in questo momento sarei in grado di produrre di più, ma non posso farlo in quanto la mia esigua riserva aurea non mi consente di stampare la nuova moneta che servirebbe agli scambi interni" ... si cerca quindi di bypassare questo problema passando dapprima al più disponibile petrolio e poi direttamente al concetto di "Fiat Money".



L' introduzione della "Fiat Money"

Per ovviare a tale inconveniente, si decide quindi di svincolare la moneta da qualsiasi valore materiale, e vincolarla alla pura e semplice capacità di produzione interna, ossia la "promessa di copertura" di cui lo Stato si fa garante presso Terzi in virtù della ricchezza interna prodotta (PIL): se l' economia è florida ne stampo un po' di più, se l' economia rallenta ne ritiro un po' ... FATTO: semplice e stupendo, questo espediente mi permette di poter estrarre tutta la ricchezza interna che in un determinato periodo posso produrre, senza inutili vincoli aurei ... ( e in questo caso lo Stato si indebita con se stesso emettendo moneta, ma è un debito fittizio in quanto indica solo la sua potenziale capacità di scambio sul mercato estero, che non deve essere realmente restituito a nessuno in quanto il puro e semplice rispetto della produzione prevista basterà a creare un automatico pareggio di bilancio. In questo caso quindi "debito" equivale a "ricchezza" ).  
Sarebbe stato l' uovo di Colombo che avrebbe veramente e finalmente permesso un benessere generalizzato ed una ricchezza equamente distribuita tra la popolazione ... non solo, ma lo Stato, sovrano di gestirsi, avrebbe potuto liberamente stabilire anche COME destinare la propria ricchezza interna, per esempio privilegiando ed agevolando i servizi di base ( istruzione, pensioni, sanità, trasporti, bisogni primari in genere ), facilitando l' acquisto di case di proprietà, ecc, esattamente come abbiamo scoperto succedeva nella Libia del "cattivo" Gheddafi ...

... MA, come in tutte le favole, c'è un "ma" ... un MA grosso come una casa posto proprio da quella stessa classe mercantile-bancaria che fino ad allora, gestendo il possesso ed il controllo dell' oro maturato con gli scambi commerciali, aveva storicamente sempre ottenuto il dominio o perlomeno il controllo politico dei Sovrani prima e poi degli Stati ( ECCO perchè le rivoluzioni furono solo "fumo senza arrosto", solo pura e formale apparenza: perchè il controllo monetario, e di conseguenza la sovranità reale, non passò mai di mano ... cosa che adesso avrebbe potuto diventare possibile proprio con le Democrazie, - che ricordiamolo significa "sovranità del popolo" - se lo Stato si fosse giuridicamente avocato, come giusto, il potere di emettere moneta in proprio; rischio che diventava assai reale e minacciosamente meno utopico con l' introduzione della "Fiat Money" ).


Moneta Privata a Prestito

Poteva la vecchia classe mercantile-bancaria, da secoli incontrastata egemone, rinunciare di punto in bianco al suo totale potere solo perchè gli Stati si erano messi in testa di dotarsi di una moneta svincolata da qualsiasi  controvalore esterno ?

"Eh no, caro il mio politico ... se non vuoi che rovini te e la tua gente, instaurando una dittatura che riporti indietro il tuo bello Stato di secoli e rimettendolo direttamente sotto il mio controllo, facciamo così: in cambio di privilegi personali e di un briciolo di libertà e benessere per il tuo popolo, sarò io a battere moneta, che ti presterò a interesse" ....

"Ah, ma allora non cambia niente"

"Bravo ..." 

E così un' idea perfetta, un meccanismo in sè perfettamente funzionale e dotato di un preciso regolatore interno, viene lasciato esternamente intatto, ma infiltrato da sempre più numerosi virus ... che trasformano il corretto funzionamento dell' economia inteso come "pompa" per favorire gli scambi, in quello tipico di un' "autoclave", che risucchia la ricchezza dal basso per proiettarla verso l' alto, verso il ceto dominante.


Il sugo della trattativa sarà stato più o meno quello sopra riportato, con l' aggravante che il politico "democratico" diventa ora una sorta di giano bifronte, apparentemente al servizio del popolo che lo elegge ma realmente legato a doppio filo con chi gli "presta" la moneta, in quanto costretto ad indebitare realmente la popolazione ( Cfr: Storia della Banca d' Italia ) ... ma non finisce qui, in quanto verrà indotto a stringerla in un ricatto ancora peggiore di quello che legava i precedenti monarchi ai loro finanziatori: il ricatto speculativo.


Per farla breve: i banchieri ( intendi: il complesso del mondo finanziario: banche, borse, azionisti, investitori, speculatori, ecc ... in sintesi PERSONE PRIVATE CON ENORME POTERE FINANZIARIO ) a questo punto non si accontentano di chiedere gli interessi annuali sulla massa monetaria circolante, interessi che non essendo in essa inclusi causano già continua inflazione e continuo ricorso a nuovo prestito ( virus primario ), ma, impossessandosi arbitrariamente della decisionalità e potere legalmente appartenenti allo Stato, cominciano tramite tutta una serie di artifici e prodotti finanziari atti a "capitalizzare la moneta" ( ossia le decretano un "valore intrinseco" del tutto arbitrario ), ad indebitare il futuro stesso delle popolazioni ... creando quella famosa "bolla virtuale" per onorare la quale si costringeranno gli Stati ad essere sempre più despoti verso i loro popoli, pretendendo "tasse sempre più elevate, tagli alla spesa pubblica e sempre maggiore produttività". ( secondo virus ).

Forzando in questo modo ulteriormente l' equilibrio interno degli Stati e mettendoli nelle condizioni di non poter essere puntuali nel pagare il loro debito, che così si accumula, si cominciano ora a pretendere "svendite di aziende e servizi", accampando la scusa della "non produttività" statale ( terzo virus ).


Non ne hanno ancora abbastanza ? ... No, perchè come vedremo questo è solo il gradito antipasto ... il piatto forte deve ancora venire, in quanto coinciderà con la "demolizione controllata del sistema".
Infatti tutti questi virus sono SCIENTEMENTE INTRODOTTI nel sistema economico non ( o perlomeno non solo ) al fine di arricchimento e dominio, ma PROPRIO PER PORTARLO INFINE AD ESPLODERE ( ed è proprio questo che gli economisti mainstream non vi direbbero mai ).

A questo punto bisogna introdurre la differenza tra i concetti profondamente diversi di "crisi ciclica" e "crisi sistemica"


Le crisi "cicliche" e le crisi "sistemiche"

Anche qui, gli economisti mainstream si danno un gran daffare per spiegare e giustificare con paroloni, grafici complessi e teorie arrampicate sui vetri quelli che sarebbero invece concetti semplicissimi ma che, semplicemente, NON POSSONO DIRVI: tutta la dottrina economica serve quindi a "buttare nebbia" e "complicare ciò che è semplice", in questo campo più che in ogni altro, costituendo il vero e proprio "cuore" del sistema di questo Potere Criminale.
Un cuore che deve essere assolutamente occultato alla vista della popolazione.

E' ovvio ed intuitivo che un sistema economico che continua a richiedere ad un asino sempre più digiuno ancor più sacrifici, che insiste a caricarlo con pesi che lo uccideranno, che persevera contemporaneamente a gonfiare una bolla speculativa virtuale anche quando NON PUO' MATERIALMENTE PIU' ESSERE ASSORBITA dal sistema stesso ... beh, è ovvio che non lo sta facendo "per errore" ( come furbescamente dicono i vari analisti ammaestrati ), ma lo sta facendo "apposta" ... e che non è colpa del "capitalismo", o del "tenore di vita troppo elevato" ( e quale di grazia ? ), o del "sistema che non funziona" ( grazie tante, dopo i virus introdotti da loro stessi ... ) ma è, al contrario, l' "esatto funzionamento che si vuole ottenere dal sistema economico" ( e sociale per ovvia ripercussione ).

Se il nostro "autoclave" dell' esempio sopra sarà infatti spinto a succhiare più ricchezza di quanta la base possa produrre, e si insiste a farlo funzionare così, presto succederà semplicemente che "girerà a vuoto", ossia non riuscirà a portare più nulla ai piani superiori ... e che i sacchi gia virtualmente predisposti ad accogliere tale ricchezza rimarranno inesorabilmente vuoti.

Ecco: ora è arrivato il momento di "far crollare il sistema", in quanto non se ne ricava più niente, come da una tetta sterile o da un terreno esausto.
E L' èlite ha ovviamente più di un interesse a partire in un sistema completamente nuovo piuttosto che "riparare" l' esistente: crisi, guerre, spoliazioni, privatizzazioni, conquiste, ricostruzioni ecc. daranno il duplice vantaggio economico di "riempire i sacchi fino al possibile" e di partire da zero in un sistema vergine da riparassitare alla stessa identica maniera, con un po' di popolazione in meno, maggiormente impoverita e sempre più "governabile" ...

La crisi ciclica:  Se tale processo è LIMITATO ad una zona specifica e al puro ambito economico prende il nome di "crisi ciclica" ... è la tipica crisi che l' èlite CREA ( sottolineo: le crisi sono scientemente create in quanto parte terminale ed indispensabile dell' intero ciclo del debito, semplicemente facendo rientrare la massa monetaria circolante ) al fine di "spazzolare ricchezze reali" che vadano a colmare la bolla virtuale artatamente gonfiata.
E poichè l' èlite prevede in questo caso di poter recuperare tutto o buona parte del "debito" sono le tipiche crisi "da cui si esce". Avvengono generalmente in cicli di circa 50 / 60 anni.

La crisi sistemica:  Ben altra cosa, e ben più grave per la popolazione, è la "crisi sistemica", ( come quella odierna ), in quanto si alimenta continuamente la bolla speculativa in modo CHE NON SIA PIU' RECUPERABILE ( oggi si parla di circa 10 volte l' intero Pil mondiale ) ... sono le tipiche crisi "da cui non si esce" ... perlomeno non con i soliti strumenti finanziari.




Perchè lo fanno ???
  E qui sta il "segreto dei segreti", l' aspetto più terribilmente subdolo di questo tipo di potere: perchè l' èlite ha deciso in questo secondo caso uno stravolgimento totale del sistema, stravolgimento che attraverso guerre o rivolte di massa dovrà portare ad un nuovo ed esteso riassetto geopolitico, e garantire contemporaneamente a sè stessa di potersi "riciclare" in un diverso centro del potere ( che ieri era l' Inghilterra, oggi l' America, domani probabilmente la Cina ).

E' l' Araba Fenice che rinasce dalle sue ceneri, è la tipica crisi cui all' aspetto puramente economico si aggiunge un aspetto geostrategico e politico: tutti i passaggi storici sopra menzionati avvenuti attraverso guerre e rivoluzioni che abbiano spostato il centro fisico del potere occidentale sono stati conseguenti ad una crisi sistemica.

Il Potere mercantile-bancario attraverso queste crisi FINGE DUNQUE LA SUA MORTE per poter mantenere il suo anonimato e la sua caratteristica di segretezza, predisponendosi ad un nuovo "ciclo storico" ( questa volta NON SOLO ECONOMICO ), proprio per poter rinascere facendo credere alla popolazione ingenua di essere definitivamente sparito, vittima proprio di quella stessa Rivoluzione Sociale da lui stesso provocata, ma in realtà risorgendo più forte come la Fenice, come il vampiro che muore solo apparentemente, finchè non si riesca a trapassargli definitivamente il cuore con un paletto di frassino.          

I vantaggi di tale processo di "morte e resurrezione" sono innumerevoli per l' èlite: essi vanno dall' accumulo di enormi ricchezze portate dai conflitti, al fatto di evitare di poter col tempo essere scoperta, al vantaggio di "nuova e maggiore governabilità" di una popolazione che si crede finalmente libera, alla possibilità di continua reiterazione dello stesso schema di dominazione occulta, allo stringere nuove alleanze, al dare un ordine sociale SOLO APPARENTEMENTE NUOVO, come sopra riportato, dove le conquiste per il popolo saranno di pura facciata, di pura forma, tendenti a donargli l' illusione di essersi liberato del "nemico" ( che non a caso viene mediaticamente indotto ad essere fallacemente individuato sempre e solo in "sotto-sistemi" quali la casta politica, il capitalismo, la setta bancaria, i riscaldamento climatico, le lobbye e le multinazionali, ecc ) e di potersi ora pienamente autogestire ...  mentre il potere, poco dopo, si scoprirà essere rimasto esattamente nelle stesse mani di prima, e condotto con gli stessi subdoli espedienti.



CAVALCARE LA CRISI

Qual' è la cosa oggi ( come in ogni crisi sistemica ) più temuta in assoluto dal potere reale ?  Che scoppi una rivolta VERA, ossia da lui non prevista e gestita, come è già successo negli anni precedenti in Sudamerica, in Argentina, o in Venezuela con Chavez, o in Russia con Putin ... una rivolta ( di popolo o condotta da un "uomo forte" ) che scavalchi le intenzioni della stessa èlite che ha predisposto il caos, finendo per volgersi a vantaggio della popolazione che riesce così veramente ad individuare e cacciare o imprigionare "il vampiro", ossia i membri locali dell' èlite.

Ogni incanalazione "politica" ovviamente non costituisce invece un vero pericolo per il potere, in quanto strettamente controllata dallo stesso, e per questo si cercherà in ogni modo di far confluire il caos generato ad indirizzarsi e riorganizzarsi attraverso una via "politica" preventivamente predisposta e studiata dall' èlite stessa a sfociare nelle soluzioni già stabilite ... via politica che può benissimo essere costituita anche da una rivoluzione pilotata, o da un conflitto bellico, o addirittura da un conflitto mondiale.

Per questo i politici esortano continuamente la popolazione a "mantenere la calma" ... per prendere tempo, per temporeggiare all' infinito, dando modo all' èlite sia di "spazzolare per bene" beni, aziende, servizi e patrimonio culturale ( come sta avvenendo oggi in Grecia e domani da noi ), e nel frattempo lasciarle predisporre quello che sarà il piano di "demolizione controllata" del sistema esistente ... tra una cosa e l' altra possono passare anni, per cui si presenta la necessità di una disinformazione molto ben infiltrata ad ogni livello ...
Disinformazione in cui si butta la colpa sugli "organi" del sistema piuttosto che sulla sua stessa essenza ... ( nè del resto potrebbero venirvi a raccontare che l' economia non può riprendersi proprio perchè farla crollare, far crollare l' ordine interno degli Stati, creare caos, guerre e distruzione è proprio quello che a questo punto si vuole ...

In questo senso i vari movimenti, siti, organizzazioni che parlano di "ridurre il tenore di vita", di "ridurre la crescita", di "riscaldamento climatico, crisi del sistema, crisi del capitalismo, superamento del picco del petrolio" ecc", o danno la colpa del disastro economico solo ad una decina di sparuti quanto folkloristici banchieri, invitando contestualmente ad intraprendere un' azione "politica" verso tali problematiche, stanno facendo esattamente il gioco dell' èlite, imbrigliando la rabbia della popolazione in modo da scongiurare il facile pericolo di una VERA rivolta spontanea che potrebbe mandare a gambe all' aria il piano tanto a lungo studiato e ben predisposto.

Per questo si passerrà sempre più ad una "tolleranza zero" anche nei confronti di piccoli movimenti quali il No-Tav, o quello degli insorti Inglesi, ossia di ogni possibile frangia di dissidenza "spontanea", non prevista e non controllata dal potere stesso, per l' enorme paura che possa espandersi e confluire in qualcosa di non più controllabile.

fonte: MONDART



Sulle menzongne delle agenzie di rating


Paolo Barnard: "Questo è il Potere"

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Eccovi i nomi e cognomi del Potere, chi sono, dove stanno, cosa fanno. Così li potrete riconoscere e saprete chi realmente oggi decide come viviamo. Così evitate di dedicare tutto il vostro tempo a contrastare le marionette del Potere, e mi riferisco a Berlusconi, Gelli, Napolitano, D'Alema, i ministri della Repubblica, la Casta e le mafie regionali. Così non avrete più quell'imbarazzo nelle discussioni, quando chi ascolta chiede "Sì, ma chi è il Sistema esattamente?", e vi toccava di rispondere le vaghezze come "le multinazionali... l'Impero... i politici...". Qui ci sono i nomi e i cognomi, quindi, dopo avervi raccontato dove nacque il Potere ('Ecco come morimmo', paolobarnard.info), ora l'attualità del Potere. Tuttavia è necessaria una premessa assai breve.

Il Potere è stato eccezionalmente abile in molti aspetti, uno di questi è stato il suo mascheramento. Il Potere doveva rimanere nell'ombra, perché alla luce del sole avrebbe avuto noie infinite da parte dei cittadini più attenti delle moderne democrazie. E così il Potere ci ha rifilato una falsa immagine di se stesso nei panni dei politici, dei governi, e dei loro scherani, così che la nostra attenzione fosse tutta catalizzata su quelli, mentre il vero Potere agiva sostanzialmente indisturbato. Generazioni di cittadini sono infatti cresciuti nella più totale convinzione che il potere stesse nelle auto blu che uscivano dai ministeri, nei parlamenti nazionali, nelle loro ramificazioni regionali, e nei loro affari e malaffari. Purtroppo questa abitudine mentale è così radicata in milioni di persone che il solo dirvi il contrario è accolto da incredulità se non derisione. Ma è la verità, come andrò dimostrando di seguito. Letteralmente, ciò che tutti voi credete sia il potere non è altro che una serie di marionette cui il vero Potere lascia il cortiletto della politica con le relative tortine da spartire, a patto però che eseguano poi gli ordini ricevuti. Quegli ordini sono le vere decisioni importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. E' così da almeno 35 anni. In sostanza il punto è questo: combattere la serie C dei problemi democratici (tangentopoli, la partitocrazia, gli inciuci D'Alem-berlusconiani, i patti con le mafie, l'attacco ai giudici di questo o quel politico, le politiche locali dei pretoriani di questo o quel partito ecc.) è certamente cosa utile, non lo nego, ma non crediate che cambierà una sola virgola dei problemi capitali di tutti gli italiani, cioè dei vostri problemi di vita, perché la loro origine è decretata altrove e dal vero Potere. O si comprende questo operando un grande salto di consapevolezza, oppure siamo al muro.

"Un colossale e onnicomprensivo ingranaggio invisibile manovra il sistema da lontano. Spesso cancella decisioni democratiche, prosciuga la sovranità degli Stati e si impone ai governi eletti". Il Presidente brasiliano Lula al World Hunger Summit del 2004.

E' nell'aria

Come ho detto, sarò specifico, ma si deve comprendere sopra ogni altra cosa che oggi il Potere è prima di tutto un'idea economica. Oggi il vero Potere sta nell'aria, letteralmente dovete immaginare che esiste un essere metafisico, quell'idea appunto, che ha avvolto il mondo e che dice questo: 'Pochi prescelti devono ricevere il potere dai molti. I molti devono stare ai margini e attendere fiduciosi che il bene gli coli addosso dall'alto dei prescelti. I governi si levino di torno e lascino che ciò accada'.
Alcuni di voi l'avranno riconosciuta, è ancora la vecchia teoria dei Trickle Down Economics di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, cioè il Neoliberismo, cioè la scuola di Chicago, ovvero il purismo del Libero Mercato. Questa idea economica comanda ogni atto del Potere, e di conseguenza la vostra vita, che significa che davvero sta sempre alla base delle azioni dei governi e dei legislatori, degli amministratori e dei datori di lavoro. Quindi essa comanda te, i luoghi in cui vivi, il tuo impiego, la tua salute, le tue finanze, proprio il tuo quotidiano ordinario, non cose astruse e lontane dal tuo vivere. La sua forza sta nel fatto di essere presente da 35 anni in ogni luogo del Potere esattamente come l'aria che esso respira nelle stanze dove esiste. La respirano, cercate di capire questo, gli uomini e le donne di potere, senza sosta, dal momento in cui mettono piede nell'università fino alla morte, poiché la ritrovano nei parlamenti, nei consigli di amministrazione, nelle banche, nelle amministrazioni, ai convegni dove costoro si conoscono e collaborano, ovunque, senza scampo. Ne sono conquistati, ipnotizzati, teleguidati. Il Potere ha creato attorno a quell'idea degli organi potentissimi, che ora vi descrivo, il cui compito è solo quello di metterla in pratica, null'altro. Essi sono quindi la parte fisica del Potere, ma che per comodità chiamiamo il vero Potere.

Primo organo: Il Club

Il primo organo del Potere è il Club, cioè il raggruppamento in posti precisi ed esclusivi dei veri potenti. Chi sono? Sono finanzieri, industriali, ministri, avvocati, intellettuali, militari, politici scelti con cura. Fate attenzione: questo Club non sta mai nei luoghi che noi crediamo siano i luoghi del potere, cioè nei parlamenti, nelle presidenze, nelle magistrature, nei ministeri o nei business. Esso è formato da uomini e da donne provenienti da quei luoghi, ma che si riuniscono sempre all'esterno di essi ed in privato. Come dire: quando quegli uomini e quelle donne siedono nelle istituzioni democratiche sono solo esecutori di atti (leggi, investimenti, tagli...) che erano stati da loro stessi decisi nel Club. Esso assume nomi diversi a seconda del luogo in cui si riunisce. Ad esempio: prende il nome di Commissione Trilaterale se i suoi membri si riuniscono a Washington, a Tokio o a Parigi (ma talvolta in altre capitali UE). I fatti principali della Trilaterale: nasce nel 1973 come gruppo di potenti cittadini americani, europei e giapponesi; dopo soli due anni stila le regole per la distruzione globale delle sinistre e la morte delle democrazie partecipative, realmente avvenute; afferma la supremazia della guida delle elite sulle masse di cittadini che devono essere "apatici" e su altre nazioni;  ha 390 membri, fra cui i più noti sono (passato e presente) Henry Kissinger, Jimmy Carter, David Rockefeller, Zbigniev Brzezinski, Giovanni Agnelli, Arrigo Levi, Carlo Secchi, Edmond de Rothschild, George Bush padre, Dick Cheney, Bill Clinton, Alan Greenspan, Peter Sutherland, Alfonso Cortina, Takeshi Watanabe , Ferdinando Salleo; assieme ad accademici (Harvard, Korea University Seoul, Nova University at Lisbon, Bocconi, Princeton University...), governatori di banche (Goldman Sachs, Banque Industrielle et Mobilière Privée, Japan Development Bank, Mediocredito Centrale, Bank of Tokyo-Mitsubishi, Chase Manhattan Bank, Barclays...)  ambasciatori, petrolieri (Royal Dutch Shell, Exxon...), ministri, industriali (Solvay, Mitsubishi Corporation, The Coca Cola co. Texas Instruments, Hewlett-Packard, Caterpillar, Fiat, Dunlop...) fondazioni (Bill & Melinda Gates Foundation, The Brookings Institution, Carnegie Endowment...). Costoro deliberano ogni anno su temi come 'il sistema monetario', 'il governo globale', 'dirigere il commercio internazionale', 'affrontare l'Iran', 'il petrolio', 'energia, sicurezza e clima', 'rafforzare le istituzioni globali', 'gestire il sistema internazionale in futuro'. Cioè tutto, e leggendo i rapporti che stilano si comprende come i loro indirizzi siano divenuti realtà nelle nostre politiche nazionali con una certezza sconcertante.

Quando il Club necessita di maggior riservatezza, si dà appuntamento in luoghi meno visibili dei palazzi delle grandi capitali, e in questo caso prende il nome di Gruppo Bilderberg, dal nome dell'hotel olandese che ne ospitò il primo meeting nel 1954. I fatti principali di questa organizzazione: si tratta in gran parte degli stessi personaggi di cui sopra più molti altri a rotazione, ma con una cruciale differenza poiché a questo Gruppo hanno accesso anche politici o monarchi attualmente in carica, mentre nella Commissione Trilaterale sono di regola ex. Parliamo in ogni caso sempre della stessa stirpe, al punto che fu una costola del Bilderberg a fondare nel 1973 la Commissione Trilaterale. Il Gruppo è però assai più 'carbonaro' della Trilaterale, e questo perché la sua originaria specializzazione erano gli affari militari e strategici. Infatti, in esso sono militati diversi segretari generali della NATO e non si prodiga facilmente nel lavoro di lobbistica come invece fa la Commissione. La peculiarità dirompente del Bilderberg è che al suo interno i potenti possono, come dire, levarsi le divise ed essere in libertà, cioè dichiarare ciò che veramente pensano o vorrebbero privi del tutto degli obblighi istituzionali e di ruolo. Precisamente in questo sta il pericolo di ciò che viene discusso nel Gruppo, poiché in esso i desideri più intimi del Potere non trovano neppure quello straccio di freno che l'istituzionalità impone. Da qui la tradizione di mantenere attorno al Bilderberg un alone di segretezza assoluto. I partecipanti sono i soliti noti, fra cui una schiera di italiani in posizioni chiave nell'economia nazionale, cultura e politica. Non li elenco perché non esistendo liste ufficiali si va incontro solo a una ridda di smentite (una lista si trova comunque su Wikipedia). Un fatto non smentibile invece, e assai rilevante,  è la cristallina dichiarazione del Viscount Etienne Davignon, che nel 2005 fu presidente del Bilderberg, rilasciata alla BBC: "Agli incontri annuali, abbiamo automaticamente attorno ai nostri tavoli gli internazionalisti... coloro che sostengono l'Organizzazione Mondiale del Commercio, la cooperazione transatlantica e l'integrazione europea." Cioè: i primatisti del Libero Mercato con potere sovranazionale ( si veda sotto), e i padrini del Trattato di Lisbona, cioè il colpo di Stato europeo con potere sovranazionale che ci ha trasformati in cittadini che verranno governati da burocrati non eletti. Di nuovo, i soliti padroni della nostra vita, che significa decisioni inappellabili su lavoro, previdenza, servizi sociali, tassi dei mutui, costo della vita ecc., prese non a Palazzo Chigi o all'Eliseo, ma a Ginevra o a Brussell o nelle banche centrali, dopo essere state discusse al Bilderberg.
Per darvi un'idea concreta di come questi Club e gli altri organi del Potere siano in realtà un unico blocco che si scambia sempre gli stessi personaggi, vi sottopongo la figura di Peter Sutherland. Costui lo si è trovato a dirigere la British Petroleum , la super banca Goldman Sachs, l'università The London School of Economics (una delle fucine  mondiali di ministri dell'economia), ed è stato anche Rappresentante Speciale dell'ONU per l'immigrazione e lo sviluppo, Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (secondo organo del Potere), membro della Commissione Europea (il super-governo d'Europa), e ministro della Giustizia d'Irlanda. E, ovviamente, membro sia della Commissione Trilaterale che del Gruppo Bilderberg.

Secondo organo: Il colosso di Ginevra

Si chiama Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), nacque nel 1994 ed è più potente di qualsiasi nazione o parlamento. Riunisce 153 Paesi in un'unica sede a Ginevra, dove essi dettano le regole del commercio internazionale, e ciò dicendo capirete che stiamo parlando di praticamente tutta l'economia del mondo produttivo, che lì viene decisa. Cioè fette enormi dei nostri posti di lavoro, di ciò che compriamo, mangiamo, con cui ci curiamo ecc., cose della nostra vita quotidiana, non astratte e lontane. Le decidono loro, e come nel caso della nuova Europa del Trattato di Lisbona, anche al WTO le regole emanate, dette Accordi, sono sovranazionali, cioè più potenti delle leggi nazionali. E come nel caso del Trattato, diviene perciò cruciale che regole così forti siano decise in modo democratico. Nel Trattato non lo sono, e al WTO? Neppure. Infatti la sua organizzazione di voto è falsata dallo strapotere dei soliti Paesi ricchi nel seguente modo: i Paesi poveri o meno sviluppati non posseggono le risorse economiche e il personale qualificato in numeri sufficienti per poter seguire il colossale lavoro di stesura degli Accordi del WTO (27.000 pagine di complicatissima legalità internazionale, 2.000 incontri annui), per cui ne sono tagliati fuori. Chi sta al timone è il cosiddetto gruppo QUAD, formato da Usa, Giappone, Canada ed Europa. Ma l'Europa intera è rappresentata al tavolo delle trattative del WTO dalla Commissione Europea, che nessun cittadino elegge, e per essere ancora più precisi vi dico che in realtà chi decide per tutti noi europei è un numero ancora più ristretto di burocrati: il misterioso Comitato 133 della Commissione, formato da specialisti ancor meno legittimati. La politica italiana di norma firma gli Accordi senza neppure leggerli.

Se un Paese si oppone a una regola del WTO può essere processato da un tribunale al suo interno (Dispute Settlement Body), dotato di poteri enormi. Questo tribunale è formato da tre (sic) individui di estrazione economico-finanziaria, le cui sentenze finali sono inappellabili. Una sentenza del WTO può penalizzare o persino ribaltare le scelte democratiche di milioni di cittadini, anche nei Paesi ricchi. Per esempio, tutta l'Europa è stata condannata a risarcire gli USA con milioni di euro perché si è rifiutata di importare la carne americana agli ormoni. Neppure gli Stati Uniti hanno potere sulle decisioni del WTO. Il presidente Obama, sotto pressione dai cittadini a causa della catastrofe finanziaria dello scorso anno, aveva deciso di imporre nuove regole restrittive delle speculazioni selvagge delle banche (la causa della crisi). Ma gli è stato sbarrato il passo proprio da una regola del WTO, che si chiama Accordo sui Servizi Finanziari, e che sancisce l'esatto contrario, cioè proibisce alla Casa Bianca e al Congresso di regolamentare quelle mega banche. E sapete chi, anni fa, negoziò quell'accordo al WTO? Timothy Geithner, attuale ministro del Tesoro USA, che è uno dei membri del Gruppo Bilderberg. Fa riflettere.

Vi do ancora un'idea rapida del potere del WTO. Gli Accordi che ha partorito:

1) hanno il potere di esautorare le politiche sanitarie di qualunque Paese, incrinando il vecchio Principio di Precauzione che ci tutela dallo scambio di merci pericolose (WTO: Accordo Sanitario- Fitosanitario).

2) tolgono al cittadino la libertà di sapere in quali condizioni sono fatte le merci che acquista e con che criteri sono fatte, inoltre ostacolano l'uso delle etichette a tutela del consumatore (WTO: Accordo Sanitario-Fitosanitario & Accordo Barriere Tecniche al Commercio, con implicazioni sui diritti dei lavoratori e sulla tutela dell'ambiente).

3) impongono ai politici di concedere alle multinazionali estere le stesse condizioni richieste alle aziende nazionali nelle gare d'appalto, a prescindere dalla necessità di favorire l'occupazione nazionale; e minacciano le scelte degli amministratori locali nel caso volessero facilitare l'inserimento di gruppi di lavoratori svantaggiati, poiché tali politiche sono considerate discriminazioni al Libero Mercato (WTO: Accordo Governativo sugli Appalti  - Principio del Trattamento Nazionale ecc.).

4) accentrano nelle mani di poche multinazionali i brevetti della maggioranza dei principi attivi e delle piante che si usano per i farmaci o per l'agricoltura, poiché permettono la brevettabilità privata delle forme viventi e tutelano quei brevetti per 20 anni. Inoltre, il fatto che i brevetti siano protetti dal WTO per 20 anni sta alla base anche della mancanza di farmaci salva vita nei Paesi poveri. (WTO: Accordo TRIPS sulla Proprietà Intellettuale).

5) stanno promuovendo a tutto spiano la privatizzazione e l'apertura al Libero Mercato estero di praticamente tutti i servizi alla cittadinanza, anche di quelli essenziali come sanità, acqua, istruzione, assistenza agli anziani ecc., con regole che impediranno di fatto agli amministratori locali la tutela dei cittadini meno abbienti che non possono permettersi servizi privati (WTO: Accordo GATS in fase di negoziazione).
E ricordo, se ce ne fosse bisogno, che questi Accordi sono vincolanti su qualsiasi legge nazionale, esautorando quindi i nostri politici dalla gestione della nostra economia nei capitoli che contano.

Terzo organo: I suggeritori.
Prendete un disegno di legge e un decreto in campo economico, persino una finanziaria. Pensateli nelle mani dei politici che li attuano, e ora immaginate cosa gli sta dietro. Cosa? I 'suggeritori'. Chi sono? Sono i lobbisti, coloro cioè che sono ricevuti in privato da ogni politico che conti al mondo e che gli 'suggeriscono' (spesso dettano) i contenuti delle leggi e dei decreti, ma anche delle linee guida di governo e persino dei programmi delle coalizioni elettorali. Le lobby non sono l'invenzione di fantasiosi perditempo della Rete. Sono istituzioni con nomi e cognomi, con uffici, con budget (colossali) di spesa, dove lavorano i migliori cervelli delle pubbliche relazioni in rappresentanza del vero Potere.

In ordine di potenza di fuoco, vi sono ovviamente le lobbies internazionali, quelle europee e infine quelle italiane. Parto da queste ultime. Va detto subito che nel nostro Paese l'interferenza dei 'suggeritori' non ha mai raggiunto i livelli di strapotere degli omologhi americani o europei, il cui operato tuttavia detta legge per contagio anche in casa nostra. Ma nondimeno essa c'è, e non va trascurata, anche perché in Italia esiste un vuoto normativo totale sull'attività delle lobbies: dopo decine di proposte di legge, nessuna di esse è mai approdata alla Gazzetta Ufficiale. I lobbisti italiani sono circa un migliaio, organizzati in diverse aziende fra cui spunta la Reti , fatturato 6 milioni di euro annui e gestione di un ex d'Alemiano di ferro, Claudio Velardi (altri gruppi: Cattaneo Zanetto & co., VM Relazioni Istituzionali, Burson-Marsteller, Beretta-Di Lorenzo & partners...). La proiezione per il futuro dei 'suggeritori' italiani è di almeno diecimila unità entro dieci anni, almeno secondo le richieste dei gruppi più noti. In assenza di regole, dunque, le cose funzionano così: si sfrutta la legge berlusconiana per il finanziamento ai partiti che permette finanziamenti occulti alle formazioni politiche fino a 50.000 euro per ciascun donatore, con la possibilità per la lobby di turno di far versare 49.999 euro dal banchiere A, altri 49.999 da sua moglie, altri 49.999 da suo figlio, ecc. all'infinito. In questo modo, con una stima basata sui bilanci passati, si calcola che il denaro sommerso versato alla politica italiana ammonti a diverse decine di milioni di euro all'anno, provenienti dai settori edile, autostradale, metallurgico, sanitario privato, bancario, televisivo, immobiliare fra gli altri. Le ricadute sui cittadini sono poi leggi e regolamenti che vanno a modificare spesso in peggio la nostra economia di vita e di lavoro. Un solo dato che fa riflettere: mentre appare ovvio che le grosse cifre siano spese per i 'suggerimenti' ai due maggiori partiti italiani, colpisce che l'UDC si sia intascata in offerte esterne qualcosa come 2.200.000 euro nel 2008, di cui l'80% da un singolo lobbista (l'immobiliarista Caltagirone). Chi di voi pensa ancora che il Potere siano i politici a Roma, pensi alla libertà di Pierferdinando Casini nel legiferare in campo immobiliare, tanto per fare un esempio. Ma non solo: Antonio di Pietro incassa 50.000 euro dalla famiglia Lagostena Bassi, che controlla il mercato delle Tv locali ma che contemporaneamente serve Silvio Berlusconi e foraggia la Lega Nord. Un obolo a fondo perduto? Improbabile. Il Cavaliere poi, non ne parliamo neppure; è fatto noto che il criticatissimo ponte sullo stretto di Messina, con le ricadute che avrà su tutti gli italiani, non è certo figlio delle idee di Berlusconi, piuttosto di tal Marcellino Gavio, titolare del gruppo omonimo e primo in lizza per l'impresa, ma anche primo come finanziamenti al PDL con i 650.000 euro versati l'anno scorso.

I 'suggeritori' americani... che dire. Negli USA l'industria delle lobby economiche non è più neppure riconoscibile dal potere politico, veramente non si capisce dove finiscano le prime e dove inizi il secondo. Troppo da raccontare, una storia immensa, che posso però riassumere con alcuni sketch. Lobby del petrolio e amministrazione di George W. Bush, risultato: due guerre illegali e sanguinarie (Iraq e Afghanistan), montagne di morti (oltre 2 milioni), crimini di guerra, l'intera comunità internazionale in pericolo, il prezzo del petrolio alle stelle, di conseguenza il costo della nostra vita alle stelle, ma alle stelle anche i profitti dei petrolieri. Chi ha deciso? Risposta: i membri della sopraccitata lobby del petrolio, che sono Dick Cheney, James Baker III, l'ex della Enron Kenneth Lay, il presidente del Carlyle Group Frank Carlucci, Robert Zoellick, Thomas White, George Schultz, Jack Sheehan, Don Evans, Paul O'Neil; a servizio di Shell, Mobil, Union Carbide, Huntsman, Amoco, Exxon, Alcoa, Conoco, Carlyle, Halliburton, Kellog Brown & Root, Bechtel, e Enron. George W. Bush è il politico più 'oliato' nella Storia americana, con, solo dalle casse dei giganti di petrolio e gas, un bottino di oltre 1 milione e settecentomila dollari.
Lobby finanziaria/assicurativa e Barak Obama: nel 2008 crollano le banche USA dopo aver truffato milioni di esseri umani e migliaia di altre banche internazionali, 7 milioni di famiglie americane perdono il lavoro, l'intera economia mondiale va a picco, Italia inclusa. Obama firma un'emorragia di denaro pubblico dopo l'altra per salvare il deretano dei banchieri truffatori e per rianimare l'economia (dai 5 mila miliardi di dollari agli 11 mila secondo le stime), senza che neppure uno di quei gaglioffi finisca in galera. Anzi: il suo governo ha chiamato a ripulire i disastri di questa crisi globale gli stessi personaggi che l'hanno creata. Invece di farli fallire e di impiegare il denaro pubblico per la gente in difficoltà, Obama e il suo ministro del Tesoro Timothy Geithner gli hanno offerto una montagna di denaro facile affinché comprino i debiti delle banche fallite. Funziona così: questi delinquenti hanno ricevuto da Washington l'85% del denaro necessario per comprare quei debiti, mentre loro ne metteranno solo il 15%. Se le cose gli andranno bene, se cioè ritorneranno a guadagnare, si intascheranno tutti i profitti; se invece andranno male, essi ci rimetteranno solo il 15%, perché l'85% lo ha messo il governo USA e non è da restituire (i fondi così regalati si chiamano non-recourse loans). E' il solito "socialismo al limone: le perdite sono dei contribuenti e i profitti sono degli investitori privati". Non solo: il presidente propone nell'estate del 2009 una regolamentazione del settore finanziario che il Washington Post ha deriso definendola "Priva di un'analisi delle cause della crisi... e senza alcun vero controllo sugli hedge funds, gli equity funds, e gli investitori strutturati", cioè nessun vero limite agli speculatori che causarono la catastrofe. Domanda: quanto denaro ha preso Obama in campagna elettorale dalle lobby finanziarie? Risposta: 38 milioni di dollari. Allora, chi comanda? Il Presidente o le lobby del Potere?

Poi ci sono i 45 milioni di americani senza assistenza sanitaria. Obama propone una falsa riforma della Sanità per tutelare gli esclusi, ma che, nonostante le sciocchezze scritte dai media italiani, non ha nulla di pubblico ed è un ulteriore regalo ai giganti delle assicurazioni private americane. Domanda: quanto denaro ha preso Obama in campagna elettorale dalle lobby assicurative e sanitarie? Risposta: oltre 20 milioni di dollari. Allora, chi comanda? Il Presidente o le lobby del Potere?

Washington è invasa ogni santo giorno da qualcosa come 16.000 o 40.000 lobbisti a seconda che siano registrati o meno, la cui percezione del potere che esercitano è cristallina al punto da spingere uno di loro, Robert L. Livingston, a sbottare entusiasta "Ci sono affari senza limiti per noi là fuori!", mentre dalle finestre del suo ufficio spiava le sedi del Congresso USA.
Ma l'ultimo sketch del potere dei 'suggeritori', sempre in ambito americano, è quello delle lobby ebraiche. Qui il dibattito è aperto, fra coloro che sostengono che sono quelle lobby a gestire interamente la politica statunitense nel teatro mediorientale, e coloro che lo negano. Personalmente credo più alla prima ipotesi, ma la sostanza non cambia: di fatto ci troviamo ancora una volta di fronte alla dimostrazione che neppure il governo più potente del mondo può sottrarsi ai condizionamenti del Potere vero. Ecco un paio di illustri esempi: nella primavera del 2002, proprio mentre l'esercito israeliano reinvadeva i Territori Occupati con i consueti massacri indiscriminati di civili, un gruppo di eminenti sostenitori americani d'Israele teneva una conferenza a Washington, dove a rappresentare l'amministrazione di George W. Bush fu invitato l'allora vice ministro della difesa Paul Wolfowitz, noto neoconservatore di estrema destra e aperto sostenitore della nazione ebraica. Lo scomparso Edward Said, professore di Inglese e di Letteratura Comparata alla Columbia University di New York e uno degli intellettuali americani più rispettati del ventesimo secolo, ha raccontato un particolare di quell'evento con le seguenti parole: "Wolfowitz fece quello che tutti gli altri avevano fatto - esaltò Israele e gli offrì il suo totale e incondizionato appoggio - ma inaspettatamente durante la sua relazione fece un fugace riferimento alla 'sofferenza dei palestinesi'. A causa di quella frase fu fischiato così ferocemente e per così a lungo che non potè terminare il suo discorso, abbandonando il podio nella vergogna." Stiamo parlando di uno dei politici più potenti del terzo millennio, di un uomo con un accesso diretto alla Casa Bianca e che molti accreditano come l'eminenza grigia dietro ogni atto dello stesso ex presidente degli Stati Uniti. Eppure gli bastò sgarrare di tre sole parole nel suo asservimento allo Stato d'Israele per essere umiliato in pubblico e senza timori da chi, evidentemente, conta più di lui nell'America di oggi. Le lobby ebraiche d'America hanno nomi noti: AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), ZOA (Zionist Organization of America), AFSI (Americans for a Safe Israel), CPMAJO (Conference of Presidents of Major American Jewish Organisatios), INEP (Institute for Near East Policy), JDL (Jewish Defense League), B'nai Brith, ADL (Anti Defamation League), AJC (American Jewish Committee), Haddasah. Nei corridoi del Congresso americano possono creare seri grattacapi a Senatori e Deputati indistintamente. Un fronte compatto che secondo lo stesso Edward Said "può distruggere una carriera politica staccando un assegno", in riferimento alle generose donazioni che quei gruppi elargiscono ai due maggiori partiti d'oltreoceano.

Nel 1992 George Bush senior ebbe l'ardire (e la sconsideratezza) a pochi mesi da una sua possibile rielezione alla Casa Bianca di minacciare Tel Aviv con il blocco di dieci miliardi di dollari in aiuti se non avesse messo un freno agli insediamenti ebraici nei Territori Occupati. Passo falso: gli elettori ebrei americani, che già per tradizione sono propensi al voto Democratico, svanirono davanti ai suoi occhi in seguito alle sollecitazioni delle lobby, e nel conto finale dei voti Bush si trovò con un misero 12% dell'elettorato ebraico contro il 35% che aveva incassato nel 1988. Al contrario, la campagna elettorale del suo rivale Bill Clinton fu invece innaffiata dai lauti finanziamenti proprio di quelle organizzazioni di sostenitori d'Israele, che l'allora presidente aveva in tal modo alienato.

E in ultimo l'Europa, cioè l'Unione Europea. Che alla fine significa Brussell, cioè la Commissione Europea , che è il vero centro decisionale del continente, e che dopo la ratifica del Trattato di Lisbona è divenuta il super governo non eletto di tutti noi, con poteri immensi. A Brussell brulicano dai 15.000 ai 20.000 lobbisti, che spendono un miliardo di euro all'anno per 'suggerire' le politiche e le leggi a chi le deve formulare. E come sempre, eccovi i nomi dei maggiori gruppi: Trans Atlantic Business Dialogue (TABD) - European Services Leaders Group (ESLG) - International Chamber of Commerce (ICC) - Investment Network (IN) - European Roundtable of Industrialists (ERT) - Liberalization of Trade in Servicies (LOTIS), European Banking Federation, International Capital Market Association e altri. Il loro strapotere può essere reso dicendovi che per esempio l'Investment Network si riuniva direttamente dentro il palazzo della Commissione Europea a Bruxelles, o che il TABD compilava liste di suoi desideri che consegnava alla Commissione da cui poi pretendeva un resoconto scritto sull'obbedienza a quegli ordini. Le aziende rappresentate sono migliaia, fra cui cito una serie di nomi noti: Fiat e Pirelli, Barilla, Canon e Kodak, Johnson & Johnson, Motorola, Ericsson e Nokia, Time Warner, Rank Xerox e Microsoft, Boeing (che fa anche armi), Dow Chemicals, Danone, Candy, Shell, Microsoft, Hewlett Packard, IBM, Carlsberg, Glaxo, Bayer, Hoffman La Roche , Pfizer, Merck, e poi banche, assicurazioni, investitori...

Mi fermo. Il rischio nel continuare è che si perda di vista il punto capitale, ovvero l'assedio che i lobbisti pongono alla politica. Esso, oltre a dimostrare ancora una volta che il potere reale sta nei primi e non nella seconda, è un vero e proprio attentato alla democrazia. Poiché ha ormai snaturato del tutto il principio costituzionale di ogni nazione civile, secondo cui i rappresentanti eletti devono fare gli interessi delle maggioranze dei cittadini e tutelare le minoranze, non essere gli stuoini delle elite e dei loro 'suggeritori'.

Quarto organo: Think Tanks

Letteralmente "serbatoi di pensiero" nella traduzione in italiano, le Think Tanks sono esattamente ciò, ovvero fondazioni dove alcuni fra i migliori cervelli si trovano per partorire idee. Il loro potere sta nell'assunto che apre questa mia trattazione, e cioè che sono le idee a dominare sia la Storia che la politica, e di conseguenza la nostra vita, in particolare l'idea economica. Lewis Powell lo comprese assai bene nel 1971, quando diede il via alla riscossa delle elite e alla fine della democrazia partecipativa dei cittadini (si legga 'Ecco come morimmo', paolobarnard.info). Infatti egli scrisse: "C'è una guerra ideologica contro il sistema delle imprese e i valori della società occidentale". La parola 'ideologica' è la chiave di lettura qui, volendo dire che se le destre economiche ambivano a riconquistare il mondo, se ambivano a sottomettere la politica, cioè a divenire il vero Potere, si dovevano armare di idee in grado di scalzare ogni altro sistema di vita. Ecco che dalle sue parole nacquero le prime Think Tanks, come la Heritage Foundation , il Manhattan Institute, il Cato Institute, o Accuracy in Academe. La loro strategia era semplice: raccogliere denaro da donatori facoltosi, raccattare nelle università i cervelli più brillanti, pomparli di sapere a senso unico, di attestati prestigiosi, e immetterli nel sistema di comando della società infiltrandolo tutto. Per darvi un'idea di che razza di impatto queste Think Tanks sono riuscite ad avere, cito alcuni fatti. Nel solo campo del Libero Mercato, cioè dell'idea economica del vero Potere, ve ne sono oggi 336, piazzate oltre che nei Paesi ricchi anche in nazioni strategiche come l'Argentina e il Brasile, l'Est Europa, l'Africa, l'India, la Cina , le ex repubbliche sovietiche dell'Asia, oltre che in Italia (Adam Smith Soc., CMSS, ICER, Ist. Bruno Leoni, Acton Ist.). Alcune hanno nomi sfacciati, come la Minimal Government , la The Boss , o la Philanthropy Roundtable ; una delle più note e aggressive è l'Adam Smith Institute di Londra, che ostenta un'arroganza di potere tale da vantare come proprio motto questo: "Solo ieri le nostre idee erano considerate sulla soglia della follia. Oggi stanno sulle soglie dei Parlamenti". Di nuovo, il fatto è sempre lo stesso: la politica è la marionetta, o, al meglio, è il braccio esecutivo del vero Potere. Infatti, l'osservatore attento avrà notato che assai spesso i nostri ministri economici, i nostri banchieri centrali, ma anche presidenti del consiglio (Draghi e Prodi su tutti) si trovano a cene o convegni presso queste fondazioni/Think Tanks, di cui in qualche raro caso i Tg locali danno notizia. In apparenza cerimonie paludate e noiose, in realtà ciò che vi accade è che ministri, banchieri e premier vi si recano per dar conto di ciò che hanno fatto per compiacere all'idea economica del vero Potere. Nel 1982, l'Adam Smith pubblicò il notorio Omega Project, uno studio che ebbe ripercussioni enormi sulla gestione delle nostre vite di lavoratori ordinari, e dove si leggeva che i suoi scopi erano di "fornire un percorso completo per ogni governo basato sui principi di Libero Mercato, minime tasse, minime regolamentazioni per il business e governi più marginali (sic)". In altre parole tutto ciò che ha già divorato la vita pubblica in Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e che sta oggi "sulla soglia del Parlamento" in Italia.

Quinto organo: l'Europa dei burocrati non eletti

Non mi ripeto, poiché questo capitolo è già esaustivamente descritto qui http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139 [3]. Ma ribadisco il punto centrale: dopo la ratifica del "colpo di Stato in Europa" che prende il nome di Trattato di Lisbona, 500 milioni di europei saranno a breve governati da elite di burocrati non eletti secondo principi economici, politici e sociali interamente schierati dalla parte del vero Potere di cui si sta trattando qui, e che nessuno di noi ha potuto scegliere né discutere. Il governo italiano ha ratificato questo obbrobrio giuridico senza fiatare, obbedendo come sempre.

Sesto Organo: il Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali

Era il 16 Settembre del 1992, un mercoledì. Quel giorno un singolo individuo decise di spezzare la schiena alla Gran Bretagna. Si badi bene, non al Burkina Faso, alla Gran Bretagna. E lo fece. George Soros, un investitore e speculatore internazionale, vendette di colpo qualcosa come 10 miliardi di sterline, causando il collasso del valore della moneta inglese che fu così espulsa dal Sistema Monetario Europeo. Soros si intascò oltre 1 miliardo di dollari, ma milioni di inglesi piansero lacrime amare e il governo di Londra ne fu umiliato.

Era l'agosto del 1998, e nel caldo torrido di New York un singolo individuo contemplò il crollo dei mercati mondiali per causa sua. John Meriwether, un investitore e speculatore internazionale, aveva giocato sporco per anni e irretito praticamente tutte le maggiori banche del mondo con 4,6 miliardi di dollari ad alto rischio. La sua compagnia, Long-Term Capital Management, era nota a Wall Street perché i suoi manager si fregiavano del titolo di 'I padroni dell'universo', cioè pochi individui ubriachi del proprio potere. Meriwether perse tutto, e i mercati del mondo, che alla fine sono i nostri posti di lavoro, tremarono. La Federal Reserve di New York dovette intervenire in emergenza col solito salvataggio a spese dei contribuenti.

Era l'anno scorso, e in un ufficio londinese dell'assicurazione americana AIG, un singolo individuo, di nuovo un investitore e speculatore internazionale di nome Joseph Cassano, dovette prender su la cornetta del telefono e dire alla Casa Bianca "... ho mandato al diavolo la vostra economia, sorry". E lo aveva veramente fatto. Questa volta la truffa dei suoi investimenti era di 500 miliardi di dollari, le solite banche internazionali (italiane incluse) vi erano dentro fino al collo con cifre da migliaia di miliardi di dollari a rischio. Panico mondiale, fine del credito al mondo del lavoro di quasi tutto il pianeta e, sul piatto di noi cittadini, ecco servita la crisi economica più pericolosa dal 1929 a oggi. Ovvero le solite lacrime amare, veramente amare, per le famiglie di Toronto come per quelle di Perugia, per quelle di Cincinnati come per quelle di Lione, a Vercelli come a Madrid ecc. Per non parlare degli ultimi della Terra...

Tre storie terribilmente vere, che descrivono chiaro, anzi, chiarissimo, cosa si intende per il 'Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali',  e quale sia il loro sterminato potere nel mondo di oggi. Altro che Tremonti o Confindustria. Nel mondo odierno esiste una comunità di singoli individui privati capaci di movimentare quantità di ricchezze talmente colossali da scardinare in poche ore l'economia di un Paese ricco, o le economie di centinaia di milioni di lavoratori che per esse hanno faticato un'intera vita, cioè famiglie sul lastrico, aziende che chiudono. Le loro decisioni sono come sentenze planetarie. Inappellabili. Si pensi, se è possibile pensare un'enormità simile, che costoro stanno facendo oscillare sul Pianeta qualcosa come 525 mila miliardi di dollari in soli prodotti finanziari 'derivati', cioè denaro ad altissimo rischio di bancarotta improvvisa. 525 mila miliardi... Vi offro un termine di paragone per capire: il Prodotto Interno Lordo degli USA è di 14 mila miliardi di dollari. Rende l'idea? L'Italia dipende come qualsiasi altra nazione dagli investitori esteri, per cifre che si aggirano sui 40 miliardi di euro all'anno, cioè più di due finanziarie dello Stato messe assieme. Immaginate se una cifra simile dovesse sparire dalla nostra economia oggi. Nel 2008 è quasi successo, infatti ne sono scomparsi di colpo più della metà (57%) col risultato in termini di perdita di posti di lavoro, precarizzazione, e relativo effetto domino sull'economia di cui ci parla la cronaca. Ripeto: qualcuno che non sta a palazzo Chigi, decide che all'Italia va sottratto il valore di oltre un'intera finanziaria. Così, da un anno all'altro, una cifra pari a tutto quello che lo Stato riesce a spendere per i cittadini gli viene sottratta dal 'Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali', a capriccio. Questa tirannia del vero Potere prende il nome tecnico di Capital Flight (letteralmente capitali che prendono il volo), ed è interessante constatare il candore con cui il 'Tribunale' descrive la pratica: basta leggere Investors.com là dove dice che "Capital Flight è lo spostamento di denaro in cerca di maggiori profitti... cioè flussi enormi di capitali in uscita da un Paese... spesso così enormi da incidere su tutto il sistema finanziario di una nazione". Peccato che di mezzo ci siano i soliti ingombranti esseri umani a milioni. Oltre al caso italiano, si pensi alla Francia, altro Stato ricco e potente, ma non a sufficienza per sfuggire alle sentenze del 'Tribunale', che ha punito l'Eliseo con una fuga di capitali pari a 125 miliardi di dollari per aver legiferato una singola tassa sgradita al business.

Conclusione

Gli organi esecutivi del vero Potere non si limitano a questi sei, vi si potrebbe aggiungere il World Economic Forum, il Codex Alimentarius, l'FMI, il sistema delle Banche Centrali, le multinazionali del farmaco. Ma quelli menzionati sono gli essenziali da conoscere, i primari. Un'ultima brevissima nota va dedicata alle mafie regionali, che sono spesso erroneamente annoverate fra i poteri forti (e non posso purtroppo entrare qui nel perché siano un così caratteristico fenomeno italiano). La lotta ad esse è sacrosanta, ma il potere che gli verrebbe sottratto da una eventuale vittoria della società civile è prima nulla a confronto di quanto illustrato sopra, e in secondo luogo è comunque un potere concessogli da altri. Traffico di droga, prostituzione, traffico d'armi, e riciclaggio di rifiuti tossici sono servizi che le mafie praticano per conto di committenti sempre riconducibili al vero Potere, o perché da esso condizionati oppure perché suoi ingranaggi importanti. Serva qui quanto mostrato nel 1994 dal programma d'inchiesta 'Panorama' della BBC, dove un insider della criminalità organizzata britannica si rese disponibile a condurre il reporter nel cuore della "mafia più potente del mondo", a Londra. L'auto su cui viaggiavano con telecamera nascosta si fermò a destinazione... nel centro della City finanziaria della capitale. Indicando dal finestrino i grattacieli dei giganti del business internazionale, il pentito disse: "Eccoli, stanno tutti lì". (si pensi che il giro d'affari mondiale delle Cosche è stimato sugli 80 miliardi di dollari, che sono un terzo del giro d'affari di una singola multinazionale del farmaco come la Pfizer )

Se queste mie righe sono state efficaci, a questo punto i lettori dovrebbero volgere lo sguardo a quegli ometti in doppiopetto blu che ballonzolano le sera nei nostri Tg con il prefisso On., o il suffisso PDL, PD, UDC, e dovrebbero averne, non dico pietà, ma almeno vederli per quello che sono: le marionette di un altro Potere. Ma soprattutto, i lettori dovrebbero finalmente poter connettere i punti del puzzle, e aver capito da dove vengono in realtà i problemi capitali della nostra vita di cittadini, o addirittura i drammi quotidiani che tante famiglie di lavoratori patiscono, cioè chi li decise, chi li decide oggi e come si chiamano costoro. Da qui una semplice considerazione: se vi sta a cuore la democrazia, la giustizia sociale, e la vostra economia quotidiana di lavoro e di servizi essenziali alla persona, allora dovete colpire chi veramente opera per sottrarceli, cioè il vero Potere. Ci si organizzi per svelarlo al grande pubblico e per finalmente bloccarlo. Ora lo conoscete, e soprattutto ora sapete che razza di macchina micidiale, immensa e possente esso è. Risulta ovvio da ciò che gli attuali metodi di lotta dei Movimenti sono pietosamente inadeguati, infantili chimere, fuochi di paglia, che mai un singolo attimo hanno impensierito quel vero Potere. Di conseguenza lancio un appello ancora una volta:

VA COMPRESO CHE PER ARGINARE UN TITANO DI QUELLA POSTA L'UNICA SPERANZA E' OPPORGLI UN'ORGANIZZAZIONE DI ATTIVISTI E DI COMUNICATORI ECCEZIONALMENTE COMPATTA, FINANZIATA, FERRATA, DISCIPLINATA, SU TUTTO IL TERRITORIO, AL LAVORO SEMPRE, IMPLACABILE, NEI LUOGHI DELLA GENTE COMUNE, PER ANNI.

(http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=153 [4])


Altra speranza non c'è, sempre che ancora esista una speranza.

Le fonti principali di questo articolo:

Trilateralism, Holly Skalar, South End Press, 1980.

Who pulls the strings? John Ronson, The Guardian, 10 marzo 2001

Inside the secretive Bilderberg Group, BBC News, 29 settembre 2005,

Shadowy Bilderberg group meet in Greece -- and here's their address, Timesonline, 14 maggio 2009
The Council on Foreign Relations and the Center for Preventive Action, Michael Baker, 6 marzo 2008,
Znet

WTO, materiale tratto da: l'inchiesta I Globalizzatori, Report RAI 3, 09/06/2000, di Paolo Barnard, www.report.rai.it [5] - Public Citizen: Trade Watch, USA - The Transnational Institute, Amsterdam, Olanda - The World Trade Organization: The Marrakech Treaty - Corporate Europe Observatory, Amsterdam, Olanda - The Economic Policy Institute, Washington DC, USA - Friends of the Earth, Bruxelles, Belgio - Corporate Watch, USA - Oxfam UK - Global Policy Forum Europe, Bonn, Germania - Institute for Policy Studies USA- et al., e da studi di autori fra cui: Joseph Stiglitz, Jeff Faux, Noam Chomsky, Greg Palast, Susan George, Richard W. Behan, Alexandra Wandel, Peter Rosset, Dean Baker, Barry Coates et al.

Master in Public Affairs, Lobbying e Relazioni Istituzionali, presso l'università LUMSA di Roma, testi del prof. Franco Spicciariello.

Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, Il Tesoro della Casta,  L'Espresso 16/03/09

Roberto Mania, Il Potere Opaco che Governa l'Italia, La Repubblica 02/03/09

Paolo Barnard, 'Primarie, Partito Democratico, legge sul conflitto d'interessi', Golem del Sole 24 Ore, 2007

Big Oil Protects its Interests, The Center for Public Integrity, July 15, 2004

JOHN M. BRODER, Oil and Gas Aid Bush Bid For President, New Yor Times, June 23, 2000

Jeffrey H. Birnbaum, The Road to Riches Is Called K Street, Washington Post, June 22, 2005

Federal Election Commission data released electronically on Monday, October 27, 2008.
http://www.zmag.org/znet/viewArticle/19603 [6]

ROBERT KUTTNER & MICHAEL HUDSON, Democracy Now 13 Feb 2009

Paolo Barnard, 'Perché ci Odiano', Rizzoli BUR, 2006.

Paolo Barnard, 'Per Un Mondo Migliore', www.paolobarnard.info [1], 2004

Corporate Europe Observatory, Financial Lobbies - A Guided Tour of the Brussels EU Quarter, 23 September 2009

Paolo Barnard, 'Ecco come morimmo', www.paolobarnard.info [1], 2009

Free Market Think Tank Links, Atlas Economic Research Foundation ~ 1201 L St. NW Washington , DC
Financial services industry lobby groups listed on EC lobbying register, 9 March 2009, Corporate Europe Observatory

The Adam Smith Institute, The Omega Project, by Norman Chapman et al. from research conducted for the Adam Smith Institute.

I Globalizzatori, di Paolo Barnard, Report RAI 3, 09/06/2000

Paolo Barnard, 'Lo spaventapasseri e la vera catastrofe', www.paolobarnard.info [1], 2009

Crollano gli investimenti esteri, In Italia -57 per cento - Sole 24 Ore, 17 settembre 2009

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The Washington Post, New Money Flee France and its Wealth Tax, July 16, 2006
 

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[5] http://www.report.rai.it/
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