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Il farmaco contro il diabete potrebbe causare cancro alla vescica. Ma l'Aifa: "Indispensabile in alcuni casi"

Inchiesta della procura di Torino, ma l'Agenzia per il farmaco avverte che i medici sono informati

La procura di Torino ha aperto un'inchiesta su un farmaco usato per la cura del diabete mellito di tipo 2 che conterrebbe un principio attivo associato al rischio di contrarre il cancro alla vescica. L'ipotesi di reato è di commercio o somministrazione di medicinali guasti. Il caso, su cui indagano i carabinieri del Nas del capoluogo piemontese, è nato da un esposto dell'associazione Promesa (Protezione professioni mediche e sanitarie) rappresentata dall'avvocato Riccardo Salomone. "Ora - sostiene l'avvocato- spero che da Roma escano i dati sui casi di pazienti che si sono ammalati".

l farmaco si chiama Actos ed è prodotto da due case, la Takeda e la Eli Lilly & Co. Il principio attivo che sarebbe dannoso è il pioglitazone. Germania e Francia ne hanno sospeso l'utilizzo e la commercializzazione nel 2011, mentre una Corte degli Stati Uniti ha condannato Takeda ed Ely Lilly al pagamento di danni per 36,8 milioni di dollari, riconoscendo che le aziende avrebbero intenzionalmente nascosto i rischi correlati all'uso del farmaco e che, tra il 2002 e il 2012 avrebbero distrutto parte della documentazione scientifica.

Ma il direttore generale dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, Luca Pani, commenta che l'Actos, a base di pioglitazone "ha un rapporto rischio-beneficio favorevole, e va dunque utilizzato, in una particolare categoria di pazienti con diabete 2 più grave, che non possono essere trattati con altri farmaci". La relazione con il rischio di cancro alla vescica, spiega Pani, "è nota da tempo, ma va valutato il rapporto rischio-beneficio" in relazione ai pazienti. Si tratta di un farmaco "che va utilizzato secondo indicazioni mediche precise; in alcuni pazienti deve poi essere utilizzato necessariamente ed in questa categoria il rapporto rischio-beneficio è positivo". In particolare, si tratta di "pazienti adulti, con diabete mellito di tipo 2, in sovrappeso e con controindicazioni all'assunzione di farmaci a base del principio attivo metformina".

Il rischio di carcinoma della vescica legato all'utilizzo di pioglitazone, si sottolinea sul sito dell'Aifa, "è stato oggetto di ampio dibattito a livello europeo, nel corso del quale sono stati presi in considerazione tutti i dati a disposizione" e "al termine della revisione, il Comitato per i Medicinali per uso umano (CHMP) dell'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), nell'ottobre 2011, ha confermato che il profilo beneficio-rischio del pioglitazone rimane favorevole se il farmaco è utilizzato come trattamento di seconda e terza linea". Si è infatti osservato che "sussiste un lieve aumento di rischio di cancro della vescica e che tale rischio può essere ridotto con un'appropriata selezione ed esclusione dei pazienti procedendo alla revisione periodica dell'efficacia e sicurezza del trattamento nel singolo paziente". Il Comitato ha anche ritenuto che vi sia "una sottopopolazione di pazienti che non può essere adeguatamente trattata con altre terapie, ed ha pertanto concluso che pioglitazone

debba rimanere disponibile come alternativa terapeutica per questi soggetti". L'Aifa precisa che "sono state dunque messe in atto le opportune misure finalizzate a minimizzare il rischio, anche attraverso la divulgazione di materiale formativo indirizzato ai medici, con cui gli operatori sanitari sono stati informati circa il rischio di carcinoma della vescica correlato all'uso di pioglitazone nonché sulla corretta gestione dei pazienti più a rischio”.

fonte: http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/03/18/news/il_farmaco_contro_il_diabete_potrebbe_causare_cancro_alla_vescica-135763602/?ref=fbpr