Article reference: http://www.laleva.org/it/2016/02/uomini_e_donne_ogm_come_in_uk_vogliono_cambiare_i_nostri_figli.html

Uomini e Donne OGM: come in UK vogliono cambiare i nostri figli.

Uomini e donne più piccoli, che mangino e bevano di meno, più socievoli e ingenui, più resistenti al calore e alle malattie tropicali e in grado di comprendere meglio le richieste dell’establishment. Ecco come in UK vogliono combattere i cambiamenti climatici, in un paper del 2012.

Gli autori

Si chiamano S. Matthew Liao, Anders Sandberg e Rebecca Roache. Non sono tre persone qualunque: il primo insegna alla New York University e partecipa ai talks di Ted, dove promuove l’uso della tecnologia per la selezione (o la rimozione) dei ricordi. Il secondo è un ricercatore transumanista, con un dottorato in Computational Neuroscience completato all’università di Stoccolma, fondatore di un think tank, Eudoxa, e membro del Future of Humanity Institute, un centro di ricerca della Oxford University che seleziona gli intelletti migliori per studiare come migliorare il futuro della specie. La terza ha un dottorato a Cambridge, ha avuto ruoli importanti in molti centri di ricerca a Oxford, insegna etica, logica e filosofia della mente alla Royal Holloway – University of London ed è una che si interroga su come rendere le punizioni per crimini particolarmente odiosi più intense e dolorose, rendendo per esempio l’ergastolo più duraturo “estendendo artificialmente nel tempo la vita dei condannati“.

Questi tre signori, tutti insieme, nel 2012 hanno pubblicato un paper, dal titolo “Human Engineering and Climate Change“, cioè più o meno “Ingegneria genetica applicata all’uomo e cambiamenti climatici“, dove sostengono cose che, se Londra non avesse dato proprio adesso il via ai cosiddetti “bambini OGM” (iniziando così un percorso e tracciando una linea), forse sarebbero da annoverare fra le migliori trame dei movie di ispirazione orwelliana, o dei libri scritti dai discendenti di Aldous Huxley. Invece, quello che leggerete, potrebbe anche diventare realtà, visto che loro stessi concludono il paper citando esempi di proposte o teorie apparse risibili e ora realizzate, come la Teoria dei Germi di Pasteur, come la bocciatura del telefono come mezzo di comunicazione da parte di Western Union nel 1876, come la ridicolizzazione nel 1895 della possibilità di volare da parte di macchine più pesanti dell’aria, o ancora come lo scetticismo di Thomas Watson, a capo dell’IBM, che nel 1943 dubitava che il mondo avesse bisogno di più di soli cinque computer.

Uomini e donne Ogm per salvare il clima

Nel loro scritto, gli autori considerano “un nuovo genere di soluzioni al cambiamento climatico, quello che chiamiamo ‘human engineering’, che riguarda modifiche biomediche agli esseri umani così che possano mitigare e/o adattarsi ai cambiamenti climatici“. Secondo loro, la branca dello human engineeering (l’ingegneria applicata al corpo umano) è potenzialmente meno rischiosa rispetto alla geoingegneria e potrebbe aiutare gli approcci comportamentali e le soluzioni di marketing ad avere successo nell’affievolire le conseguenze dei cambiamenti climatici.

Se gli esperti sostengono che ognuna del miliardo e mezzo di mucche sia responsabile da sola delle emissioni di 100-500 litri di metano al giorno (ed ecco la recente aggressione al consumo di carni rosse), d’altro canto ogni nascituro nel Regno Unito è responsabile dell’emissione di 160 volte la quantità di gas serra che produrrà ogni nuovo nato in Etiopia. Come risolvere il problema? Semplice: agendo direttamente sugli aspetti biomedico-genetici dei nuovi bambini. Ecco come.

Introdurre intolleranze alimentari alle carni rosse

La riduzione del consumo di carni rosse può essere raggiunta attraverso un cambiamento sociale e culturale, ma le persone spesso sono restie a farlo. L’ingegneria applicata al corpo umano può allora intervenire, creando intolleranze alimentari artificiali e specifiche. Mangiare carne rossa con additivi che inducono il vomito non è una soluzione, perché nessuno lo farebbe, quindi l’unica chance realistica è quella di “indurre una leggera intolleranza, come quella che alcuni hanno naturalmente verso il latte, a certi tipi di carne“.

Rendere gli esseri umani più piccoli

L’impronta ecologica degli esseri umani è parzialmente collegata alla nostra dimensione. Abbiamo bisogno di una certa quantità di cibo e nutrienti per mantenere ogni chilogrammo di massa corporea. Questo significa che, a parità di condizioni, più grossi si è, più cibo ed energia serviranno. Modifiche genetiche per controllare l’altezza dei nascituri sono troppo complesse per la nostra tecnologia attuale, ma l’utilizzo della diagnosi genetica preimpianto, o PGD (una nuova tecnica che permette di identificare la presenza di malattie genetiche o di alterazioni cromosomiche in embrioni in fasi molto precoci di sviluppo, generati in vitro, prima del loro impianto in utero), può essere invece molto utile per selezionare per la nascita bambini più piccoli.

Potenziare le abilità cognitive

Uomini e donne con un livello cognitivo più basso (tradotto in parole povere: i più scemi o ignoranti) hanno maggiore probabilità di avere figli in età precoce. Questo conduce a scelte sulla riproduzione poco ponderate, in considerazione del fatto che il numero ideale di figli per ogni coppia nel Regno Unito non dovrebbe essere maggiore di due. Come convincere le persone meno intelligenti che non dovrebbero figliare come conigli? Semplice: mediante l’utilizzo del potenziamento cognitivo. Attraverso il potenziamento delle abilità dell’intelletto, o delle facoltà di apprendimento, da ottenersi per via di mezzi bioingegneristici o farmacologici, è possibile avere nuove generazioni in grado di essere più responsabili nei confronti dei problemi sociali, e dunque più propense a fare meno figli.

Rendere tutti più docili, sereni e “disponibili” alle richieste del sistema

Reggetevi perché questa è forte. Ci sono evidenze, scrivono gli autori del paper, che alti livelli di empatia sono associati a comportamenti più vicini alle necessità ambientali. L’altruismo e l’empatia hanno certamente componenti culturali, ma ci sono anche fattori biologici. Questo suggerisce che la loro induzione attraverso tecniche di ingegneria umana è un campo molto promettente. Studi dimostrano che soggetti a cui è stato somministrato l’ormone prosociale ossitocina sono più disponibili a condividere il loro denaro con gli sconosciuti e ad avere un comportamento più affidabile. Al contrario, il testosterone sembra diminuire la propensione all’empatia. Quindi, la human engineering dovrebbe essere applicata con successo per ottenere individui altruisti, empatici e generosi, inducendo alti livelli di ossitocina e bassi livelli di testosterone. Ma attenzione, poiché questo renderebbe la popolazione più ingenua (la gente si fiderebbe di più e sempre, anche a dispetto delle esperienze negative), “se le persone devono essere persuase a farsi modificare ingegneristicamente, allora è necessario minimizzare i rischi connessi a questo eccesso di fiducia“. In pratica, anche se gli autori non lo dicono esplicitamente, si legge tra le righe che rendere i nostri figli più docili e generosi deve essere compensato con un servizio d’ordine più efficace e pervasivo. Fantastico!

Generare figli più resistenti al calore e meno affamati

L’ingegneria genetica potrebbe essere applicata anche per creare bambini più resistenti al calore, nell’ipotesi che le temperature globali dovessero innalzarsi progressivamente, e più resistenti alle malattie tropicali. Inoltre, dovremmo disegnare a tavolino bambini che hanno un fabbisogno energetico di acqua e cibo inferiore, in maniera che siano meno “affamati” e consumino meno le risorse del pianeta.

Uomini e donne OGM: dovremmo seriamente farlo?

Gli autori del paper inseriscono in chiusura una valutazione sull’opportunità di realizzare una simile strategia, cioè la modifica genetica e comportamentale di uomini e donne delle prossime generazioni. Ovviamente la loro tesi ne esce rinforzata, poiché sostengono che ci sono almeno due ragioni per cui dovremmo prendere questa proposta sul serio. La prima è che l’ingegneria applicata agli esseri umani è potenzialmente meno rischiosa rispetto alla geoingegneria (cioè: modificare geneticamente i nostri figli perché crescano di meno, abbiano meno bisogno di acqua e cibo, resistano di più al calore e alle malattie tropicali, siano più socievoli e meno stupidi non sarebbe altrettanto rischioso rispetto all’ingegneria climatica). La seconda è che modificare geneticamente o farmacologicamente gli esseri umani aiuta le tecniche di marketing e le attività persuasive rispetto alla modifica dei comportamenti individuali a funzionare meglio.

Esempio: “data un certa quota per nucleo familiare di emissioni di gas serra, a ogni famiglia dovrebbe essere consentito per legge di generare solamente due bambini. Ma se fossimo in grado di ridurre la taglia degli esseri umani, allora ogni famiglia potrebbe avere anche più di due figli. La human engineering darebbe cioè ad ogni famiglia la scelta se avere un numero inferiore di “bambini più grossi”, o un numero maggiore di “bambini più piccoli [ndr: e poi parlano di Hitler o delle sue follie eugenetiche]”.

E se qualcuno ricorda che il problema con la modifica ingegneristica di uomini e donne è che rappresenta un’aspirazione alla Prometeo di rimodellare la natura, inclusa la natura umana, per soddisfare i nostri obiettivi e i nostri desideri, gli autori rispondono senza scomporsi che allora non dovremmo neppure accettare le cure mediche, perché se il problema è non interferire con la natura, allora anche ingerire farmaci o farsi operare o sottoporsi a una vaccinazione significa interferire con la natura.

Modificare i nostri figli

C’è poi l’obiezione finale, riportata nel paper al fine di offrire già una risposta pronta, secondo cui modificare ingegneristicamente i nostri figli sarebbe eticamente inaccettabile, perché se un essere umano adulto che compie scelte mature e responsabili, che hanno ricadute unicamente su se stesso, rappresenta un’espressione della libertà individuale, decidere per conto di un altro essere umano che deve ancora nascere le sue caratteristiche genetiche e comportamentali non sarebbe lecito.

A questo genere di argomentazioni, S. Matthew Liao, Anders Sandberg e Rebecca Roache ribattono che non tutti hanno lo stesso senso dell’etica. Per esempio, ci sarebbero molti genitori “felici” di somministrare potenziatori cognitivi ai loro bambini. Molti genitori – ribadiscono – danno il Ritalin a figli sanissimi, anche se il Ritalin è pensato per “curare” la cosiddetta sindrome ADHD, il “Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività“, solo per migliorare la loro performance scolastica.

Sulla sindrome ADHD, leggetevi questo post scritto da una pedagogista-docente italiana: “Come distruggono i nostri figli“. Per quanto riguarda gli autori di questo paper, invece, non vanno presi come visionari, ma vanno inseriti all’interno dell’era del dominio della tecnica che caratterizza il nostro tempo, un’era che vede la stessa Unione Europea investire 3,6 milioni di euro nella discussione sulla tecnologia per il miglioramento delle prestazioni neuro-cognitive, nell’ambito del progetto NERRI, e gli USA approvare il super-salmone geneticamente modificato.

Sarò di vecchio stampo, ma continuo a credere che una specie che seleziona i propri figli in base alla statura e ai requisiti psicologici è una specie destinata a un’estinzione non troppo lontana. E, forse, una specie che se lo merita.

Fonte: http://www.byoblu.com/post/2016/02/02/uomini-e-donne-ogm-come-in-uk-vogliono-cambiare-i-nostri-figli.aspx#more-39487