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Firenze, vaccinazioni meningite: "Noi medici diciamo no, troppi rischi in ambulatorio”

Firenze, vaccinazioni meningite: "Noi medici diciamo no, troppi rischi in ambulatorio”

Le motivazioni dei dottori che non aderiscono alla campagna: servono attrezzature in caso di reazione allergica, e poi tutti quei moduli da fare...

di MICHELE BOCCI

Vaccinare fa perdere troppo tempo ed è pure un po' rischioso. Sono queste le motivazioni principali che spingono molti medici di famiglia a non partecipare alla campagna voluta dalla Regione. Eppure sarebbero fondamentali per riuscire a dare il farmaco ad almeno un milione di toscani, come previsto dalla Regione. «E poi non ci sono abbastanza vaccini», spiega un professionista. In effetti in questo momento le dosi scarseggiano ma la Asl ha promesso la prossima settimana di rifornire tutti i dottori che ne faranno richiesta.

«In passato ho avuto problemi legali con dei pazienti a causa di rezioni avverse da vaccino nemmeno particolarmente gravi — racconta un medico che chiede di restare anonimo — Per questo preferisco non farle». A Firenze a fare ragionamenti simili sono circa 350 medici di famiglia, oltre la metà del totale. Gli altri a gennaio hanno fatto circa 3.500 vaccinazioni, non tante. Nel resto della regione le cose vanno un po' meglio visto che le adesioni sono al 65%. E però la meningite sta dando i maggiori problemi nell'area del capoluogo. «A vaccinare la gente si corrono rischi e non ci sono particolari ritorni economici», spiega un altro dottore. Nel senso che la Asl dà circa 6 euro al professionista. «E non ci dimentichiamo che bisogna avere tutta l'attrezzatura in ambulatorio nel caso di reazione allergica, oltre a varie attrezzature come ad esempio il frigorifero». E allora i vaccini per l'influenza, che fanno tutti i medici? «Quelli prendono una o due settimane di tempo e basta, la campagna è breve». Altra cosa che non piace sono i vari moduli da fare, cioè le informazioni da dare alla Regione, la doppia

lista dei pazienti vaccinati, cartacea e informatica, da tenere, le dichiarazioni da far firmare alle persone.

«Non è etico, ovviamente se non ci sono controindicazioni serie, rifiutarsi di fare la vaccinazione in una situazione come questa, con la popolazione toscana fortemente preoccupata», dice Vittorio Boscherini, vicesegretario nazionale della Fimmg, principale sindacato. Da mesi chiede a tutti i colleghi di aderire alla campagna, senza grossi risultati.

Fonte: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2016/02/11/news/_noi_medici_diciamo_no_troppi_rischi_in_ambulatorio_e_senza_ritorni_economici_-133157391/?ref=fb