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A Cosenza somministrati vaccini non obbligatori

«A Cosenza somministrati vaccini non obbligatori»

Il procuratore aggiunto Marisa Manzini sta valutando la denuncia del Codacons. Avviati gli accertamenti sanitari. Da verificare eventuali fattispecie di reato e responsabilità

COSENZA Anche nella provincia di Cosenza vengono somministrati i vaccini pediatrici non obbligatori. È questo l'esito di un primo accertamento che la Procura di Cosenza ha avviato dopo un esposto presentato dal Codacons a tantissime Procure italiane. Si tratta di una situazione «preoccupante» che riguarda la somministrazione dei vaccini in età pediatrica. Quelli obbligatori sono soltanto quattro: antidifterite; antitetanica; antipoliomelite e antiepatite virale B. E – spiega il Codacons – «non esiste un vaccino combinato che contenga le quattro vaccinazioni obbligatorie per legge. Ma non è dato capire – è la denuncia dell'associazione – perché non ci sia una somministrazione dei soli quattro vaccini obbligatori, mentre è disponibile una somministrazione per cinque: cioè i quattro obbligatori più l'anti pertosse o sei, quattro vaccini obbligatori e due facoltativi». Una situazione che il procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, vuole approfondire considerata la delicatezza del caso ed è per questo che ha avviato degli accertamenti all'Azienda sanitaria per capire come e perché anche lì vengono somministrati vaccini in più di quelli obbligatori, se le famiglie sono informate e quali sono le reali motivazioni di tali protocolli. Fino a questo momento è emerso che l'Azienda sanitaria di Cosenza somministra anche i vaccini non obbligatori perché non esiste uno trivalente. Quello che la Procura sta cercando di capire è se ci siano delle responsabilità e se si possano ipotizzare delle fattispecie di reati. Bisognerà, inoltre, valutare se e in che modo ci sia il consenso informato dei genitori.

LA DENUNCIA DEL CODACONS Per il Codacons «non si capisce come siano fornite le informazioni e come sia supportata la libertà di scelta sulla vaccinazione dato il rischio individuale e la mancanza di evidenza che un bambino vaccinato sia più sano di uno non vaccinato». Quello che non si «spiega in concreto è come si possa ottenere un'adesione consapevole del cittadino a un'offerta più ampia di vaccinazioni, considerata anche dal ministero indispensabile per la somministrazione del farmaco. È del tutto evidente che una volta consapevolmente aderito anche alle vaccinazioni non obbligatorie, sarebbe meglio un'unica inoculazione. Perché non sia possibile avere un vaccino con le sole quattro obbligatorie». Ulteriori dubbi sono stati avanzati proprio nei confronti del caso del «vaccino Tetravac, prodotto dall'Aventis Pasteur s.a. Il vaccino Tetravac contiene l'immunizzazione contro la difterite, tetano, pertosse e poliomielite. Contiene, quindi, il vaccino per la pertosse che non è previsto come obbligatorio dalla legge, mentre non contiene l'antiepatite virale b obbligatorio». Ecco, quindi, quale sarebbe l'anomalia: l'eventuale disponibilità del Tetravac nelle Asl non risolve il problema di avere la disponibilità delle sole vaccinazioni obbligatorie in un unico vaccino. Di prassi, in ogni caso, le Asl continuano a somministrare il vaccino esavalente, che contiene due vaccinazioni non obbligatorie.

IL SOSPETTO DI SPECULAZIONI «Si potrebbe desumere – mette nero su bianco il Codacons – che anche in questo caso vi siano speculazioni su prodotti essenziali per la salute come i vaccini. Se si pensa che il vaccino per la pertosse, seppur non obbligatorio, continua a essere inserito nei vaccini pediatrici esavalenti, rendendosi necessaria un'apposita indagine volta a verificare la casa produttrice e i rapporti con l'Aifa. Ma soprattutto se il Tetravac non comprende il vaccino obbligatorio per l'epatite virale B occorre procedere con una nuova puntura sul minore solo per questa vaccinazione? I genitori sono stati preventivamente informati?».
Tanti gli interrogativi che il procuratore aggiunto Manzini vuole chiarire anche perché è in ballo la salute dei bambini. Infatti, quel che rimane gravissimo – denuncia il Codacons – è che per favorire una maggiore assunzione di vaccini non obbligatori, ci si presta a «fare violenza su mamme e bambini consentendo che siano messi in un'unica siringa i quattro obbligatori e i due non obbligatori in modo che le mamme per evitare lo stress di quattro siringhe singole al bambino accettino di far inoculare la confezione unica che comprende anche quelli non obbligatori». L'associazione dei consumatori stigmatizza un «comportamento gravissimo e inaccettabile che violenta la libera determinazione dei genitori e che per di più mette a rischio i bambini per gli effetti collaterali. E anche se i benefici fossero maggiori dei danni questo non giustifica la violenza».

COSTI ELEVATI PER IL SISTEMA SANITARIO Tutto ciò comporterebbe, inoltre, «un vantaggio economico illecito per l'azienda che così pesa sul sistema sanitario già esausto con i costi elevatissimi dei due vaccini non obbligatori attraverso l'estorsiva uni-confezione dell'esavalente». 
Ecco perché il Codacons chiede alle autorità competenti di intervenire per tutelare la salute pubblica e «punire i responsabili di eventuali illeciti, accertando se la situazione denunciata possa celare un concreto ed effettivo rischio di un grave danno alla salute della collettività».
L'esposto è arrivato sulla scrivania della dottoressa Manzini che ha subito delegato la polizia giudiziaria a effettuare accertamenti e verifiche per capire perché anche nell'Azienda sanitaria di Cosenza vengono somministrati vaccini in più rispetto a quelli obbligatori.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it