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VACCINI, Assis: Lettera aperta al Professor Giulio Tarro

Lettera aperta al Professor Giulio Tarro

Ho conosciuto il prof Tarro a Verona il 4 agosto 2011, in occasione della cerimonia di inaugurazione dei Giardini pubblici dedicati a Marco e Andrea Tremante, “deceduti in seguito a vaccinazione obbligatoria” come recita la targa commemorativa. L’ho incontrato qualche anno dopo, sempre a Verona, in occasione della costituzione della Fondazione Tremante.

La storia di Giorgio Tremante e della sua famiglia è terribile e l'ho raccontata in uno dei miei libri: 2 figli deceduti a causa del vaccino antipolio, e un gemello che vive in condizioni disperate, attaccato a un respiratore artificiale da più di 30 anni. In entrambe le circostanze il professore, allievo di Sabin, ideatore del vaccino che aveva causato lutti e malattia nella famiglia Tremante, aveva usato parole coraggiose per affermare semplicemente che i vaccini possono, a volte, causare reazioni avverse ed effetti collaterali, e che non bisogna avere paura nell’affermarlo. Ho poi avuto modo di parlare altre volte a Padova con il professore Tarro che ha assistito a un convegno di Assis seduto in prima fila, seguendo con attenzione le relazioni sino alla fine, e ho ascoltato i suoi interventi critici in un convegno tenuto al Senato nell’autunno di quest’anno.

Ha sempre affermato che sulle vaccinazioni ci sono luci e ombre: che le vaccinazioni non hanno da sole debellato le malattie infettive, citando il caso della peste, ridotta a malattia poco numerosa senza l’intervento delle vaccinazioni di massa; che la loro utilità è riconosciuta dalla letteratura scientifica e dalle evidenze cliniche; che possono causare reazioni avverse significative, con frequenza non trascurabile.
Le sue dichiarazioni sono sempre state improntate a razionalità e pragmatismo, intendendo per quest'ultimo l'atteggiamento di chi non rigetta i dati di fatto solo perché poco coerenti con la teoria generale.
Ecco perché AsSIS si è ritenuta onorata di accogliere il prof. Tarro come membro onorario dell'Associazione che intende promuovere, per l'appunto, una cultura della medicina scientifica, cioè non inquinata da interessi di parte, soprattutto economici. Al tempo stesso AsSIS non intende abbracciare neppure tesi oltranziste sui vaccini, ritenuti strumenti di profilassi immunitaria che possono rivelarsi utili in base al contesto epidemiologico ed alla storia individuale del paziente.
Rispetto a tutto questo, l'articolo del prof. Tarro dal titolo “Una riflessione sulle vaccinazioni” e comparso sul suo sito rappresenta l'espressione di un deciso allontanamento delle posizioni dell'autore da quelle di AsSIS in quanto, pur ribadendo la necessità di tenere desto il senso critico in materia di politica vaccinale, si schiera apertamente a favore delle vaccinazioni obbligatorie: una conclusione che risulta difficile dedurre per via di logica consequenziale dalle passate dichiarazioni del professore, e che comunque risulta davvero incompatibile con le posizioni di AsSIS che, proprio per rifiuto di posizioni preconcette, propugna la libertà di scelta in materia di vaccinazioni. Se infatti si accoglie il dato di fatto che la vaccinazione non sia immune da rischi, ne discende che l'individuo deve poter scegliere se accollarsi o no il rischio della malattia o di una potenziale reazione avversa.
Direi che questo costituisce il punto più significativo di distanza e di contrasto dell'articolo del prof. Tarro rispetto a quanto AsSIS intende promuovere in tema di salute pubblica.
Un secondo aspetto che costituisce il segnale, tutt'altro che insignificante, di un orientamento nuovo e diverso rispetto al passato delle idee del prof. Tarro in materia di vaccinazioni è l'affermazione secondo cui “vanno ugualmente menzionati i pareri contrari alla vaccinazione, facendo tuttavia presente l'eventuale carenza di dati scientifici a loro sostegno”. Il quesito che sorge è il seguente: cosa significa “l'eventuale carenza di dati scientifici”? O vi è carenza di dati, o non ve ne è. I dati ufficialmente riconosciuti sui bambini danneggiati da vaccino rappresentano una carenza o una presenza di dati? Come va d'accordo l'eventuale carenza di dati scientifici con l'affermazione, contenuta nello stesso articolo, secondo cui niente è stato fatto per applicare compiutamente la legge del 25 febbraio 1992 che, ponendo a carico dello Stato il risarcimento in caso di danni accertati, imponeva di attuare, entro sei mesi dall'approvazione della legge, progetti di informazione pubblica sui possibili rischi delle vaccinazioni.
A conclusione dell'articolo il prof. Tarro scrive:
I pareri contrari alle vaccinazioni vanno rispettati, ma non oltre il limite al di là del quale ciò possa risultare lesivo del diritto alla tutela della propria salute da parte sia del minore sia di altri.
Ma proprio il caso dei fratelli Tremante non dimostra come l'affermazione possa essere ribaltata? In modo speculare ed altrettanto legittimo si potrebbe affermare che i pareri favorevoli alle vaccinazioni obbligatorie vanno rispettati, ma non oltre il limite al di là del quale ciò possa risultare lesivo del diritto alla tutela della propria salute da parte sia del minore sia di altri.
Il dibattito scientifico, per sua natura, esige la libertà di pensiero il cui prerequisito indispensabile è la libertà di motivato dissenso. Pertanto, è diritto del prof. Tarro dissentire da AsSIS anche in modo inaspettato, ed è diritto di AsSIS rilevare la incompatibilità delle proprie posizioni rispetto a quelle dell'articolo in questione. Rimane inevasa la parte riguardante la motivazione, ossia la risposta ad un altro, ulteriore quesito, quello che sta più a cuore a chi, come il sottoscritto, ha nutrito e nutre stima per Tarro e per la sua capacità di assumere posizioni non solo autonome ed indipendenti ma anche franche e dirette. Il quesito riguarda la motivazione. Che cosa ha condotto il prof. Tarro alla stesura di un testo che si dibatte tra affermazioni che dichiarano la propria equidistanza dagli opposti estremismi ma che propendono poi per uno di questi, se pure mascherando la propensione con espressioni, punti di domanda, e termini appartenenti al campo della eventualità? Se qualche nuovo dato nella situazione epidemiologica ha determinato in lui un ripensamento, lo invitiamo ad esporlo. Se altre considerazioni lo hanno condotto ad esaminare l'opportunità di manifestare posizioni più caute rispetto al passato, saremmo ugualmente interessati a conoscerle perché, nella professione come nei rapporti umani, non è rilevante il fatto che due cammini individuali si separino, quanto la motivazione per cui lo fanno e dalla cui reale natura nasce, al di là delle posizioni contrapposte, la stima ed il reciproco rispetto.

Dott Eugenio Serravalle
Presidente AsSIS

Fonte https://www.facebook.com/gruppoassis/posts/1061352447244608