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CAMPAGNA SU OBBLIGO DEI VACCINI: ARRIVA LA DENUNCIA DELL’ORDINE DEI MEDICI DI ROMA

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CAMPAGNA SU OBBLIGO DEI VACCINI: ARRIVA LA DENUNCIA DELL’ORDINE DEI MEDICI DI ROMA

Ombre e forti dubbi sulle motivazioni che hanno spinto a rendere obbligatorio un esavalente ad oggi fuori normativa, solo dopo inchiesta e indagine conoscitiva sui vaccini attivata dall’Antitrust a maggio 2015

LEGGI ANCHE: 28/05/2015 L'ANTITRUST INDAGA SUL BUSINESS DEI VACCINI

di Cinzia Marchegiani

Continua l’inchiesta de L’Osservatore d’Italia, sul caso vaccini e profilassi obbligatorie che ha sollevato molte critiche aspre sia da parte dei medici, ma anche di molti genitori, che con amarezza non si sentono più rassicurati dalle mancate responsabilità del Ministero della Salute, ogni volta che il mondo delle vaccinazioni è colpito da qualche scandalo, dimostrando pochissima trasparenza e fermezza nel punire i responsabili.

Caso Meningitec, da allora i genitori hanno perso la fiducia nelle istituzioni sanitarie, non c’entra nulla la disinformazione. Basta ricordarsi come nel caso Meningitec, senza neanche consultare e monitorare con analisi e diagnostica specifica i bambini che avevano ricevuto i lotti contaminati e poi ritirati dal commercio, dopo ben due anni di somministrazione, come la Lorenzin e l’Aifa abbiano lasciato in solitudine le stesse famiglie dei bambini che avevano ricevuto i lotti specifici contaminati da ruggine e acciaio, semplicemente rispondendo a due interrogazioni parlamentari affermando che nessun Stato aveva ritenuto necessario porre in essere alcuna azione a tutela dei pazienti, poiché non sono state identificate reazioni avverse riconducili alla contaminazione:“Tutte le valutazioni effettuate hanno confermato che le evidenze ad oggi disponibili non suggeriscono né la necessità, né l’opportunità di predisporre controlli specifici di monitoraggio della salute dei soggetti vaccinati con i suddetti lotti, né risulta che simili iniziative siano state adottate nei paesi in cui i vaccini sono stati ritirati”. Meno male che in Francia invece il processo è già partito, altra nazione, altre culture verrebbe da dire.

Sanzioni e obbligatorietà dei vaccini esavalenti anche a scuola. Il Ministro Lorenzin e le repentine smentite sui media nazionali. Ora il Ministro Lorenzin, sotto pressione da troppe sbavature evidenti sul caso nazionale sollevato dalla obbligatorietà del vaccino esavalente, continua a collezionare cadute istituzionali non consoni al proprietario di un dicastero così importante come quelle della salute. Ma soprattutto sembra essere votata a rilasciare interviste senza consultarsi con i preposti del settore medico. Di fatto il Ministro Lorenzin, ha attivato una campagna mediatica sulle vaccinazioni obbligatorie, senza alcuna emergenza pandemica e innescata senza logica dalla morte di una bambina di 28 giorni di pertosse, quando ora tutto il mondo sa che lo stesso vaccino antipertosse (raccomandato, ma di fatto si trova nell’esavalente assieme ai 4 obbligatori per legge) è sul banco degli imputati perché questo vaccino non solo non funziona più, ma rende i vaccinati ospiti privilegiati per i nuovi ceppi di Bordetella pertussis che infettano preferibilmente i soggetti vaccinati adolescenti e giovani adulti, che, a loro volta, diffondono la malattia in seno alla popolazione della quale sono parte. L’Osservatore d’Italia in tempo non sospetti lo aveva già anticipato a giugno 2015. 10/06/2015 VACCINO ANTI-PERTOSSE: ECCO COME ALIMENTA NUOVI CEPPI DI BORDETELLA PERTUSSIS

Non scordiamoci che questa nuova campagna sulle malattie senza alcuna emergenza incombente sembra voler, con un bel colpo di coda ormai più che evidente rendere obbligatorio un vaccino esavalente che ad ora non lo è. Non esiste un prodotto che contenga solo i quattro vaccini obbligatori per legge, ma solo un esavalente con cui qualcuno da molto tempo ha probabilmente mire di monopolizzazione del mercato farmaceutico, senza alcuna spiegazione, ma che ora l’Antitrust sta indagando dallo scorso maggio 2015…insomma un tempismo perfetto verrebbe da dire.

Focus Antitrsut indaga sul businnes dei vaccini. Una decisione quella dell’ Autorità garante della Concorrenza e del Mercato presa in base della rilevanza dei vaccini in termini di spesa sanitaria a carico del Sistema Sanitario Nazionale, si parla di oltre 300 milioni di euro l’anno, del fatto che l’approvvigionamento dei prodotti avviene tramite gare a evidenza pubblica, e della circostanza che i prezzi di alcuni dei principali vaccini paiono in tendenziale aumento. L‘obiettivo dell’indagine è quello di approfondire i seguenti temi: 1. caratteristiche delle dinamiche commerciali relative ai vaccini per uso umano; 2. sussistenza di criticità concorrenziali nei mercati dei vaccini per uso umano, con specifico riferimento alla situazione italiana alla luce della normativa vigente e atti conseguenti (es. piano nazionale di prevenzione vaccinale); 3. efficienze e criticità delle procedure di acquisto a evidenza pubblica dei vaccini per uso umano.


DETTAGLIO DEL PROCEDIMENTO L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ritenuto procedere all’avvio di una indagine conoscitiva riguardante il settore dei vaccini per uso umano, con specifico riferimento a quelli definiti come obbligatori o altamente raccomandati ai sensi del piano nazionale di prevenzione vaccinale, in quanto sussistono circostanze che fanno presumere che, nel settore considerato, esistano ostacoli al corretto dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali.


VACCINI SPESA PUBBLICA RILEVANTE E PREZZI DIFFERENZIATI PER MEDESIMI PRODOTTI. Per l’Antitrust, i vaccini costituendo una delle attività di sanità pubblica di maggior tradizione e impatto sociale, rilevando che risultano attualmente obbligatorie o altamente raccomandate, sono somministrati a carico del Sistema Sanitario, per tale motivo rappresentano per la sanità pubblica una rilevante voce di spesa: secondo primi dati a disposizione, essa è complessivamente corrisposta per l’anno 2013 a circa 322 milioni di euro, pari a circa l’1,6% delle spese totali sostenute annualmente dal Sistema Sanitario Nazionale per l’acquisto di prodotti farmaceutici. A questo approvvigionamento dei vaccini si provvede a mezzo di procedure di acquisto per quantitativi definiti sulla base di una pluralità di criteri (obiettivi di copertura vaccinale, andamenti storici di consumo, ecc.), di cui si fanno tipicamente carico strutture organizzative riconducibili agli enti territoriali. Ma la spia di allarme che ha azionato l’Antitrust riguarda proprio il fatto che tali procedure d’acquisto siano caratterizzate da un ricorso a gare sempre più centralizzate, svolte per via telematica con aggiudicazione al prezzo più basso, in linea con una tendenza ormai consolidata a livello nazionale, anche sulla base di specifici atti normativi, volta a ottenere guadagni di efficienza in termini di risparmio attraverso l’aggregazione della domanda pubblica. Salva tale disposizione di fondo, pare nondimeno persistente una frammentazione della domanda, fino a casi di acquisti ancora realizzati da singole aziende sanitarie locali: ne conseguirebbero differenziali di prezzo per medesimi prodotti anche rilevanti e, almeno a una prima sommaria analisi, non correlati alle quantità acquistate.

Lorenzin ritratta e passa la palla. La titolare del dicastero della salute sembra impermeabile al caso, come fece per il Tavolo Ministeriale sui metodi alternativi alla sperimentazione animale, riavviato solo quando a suo carico fu aperto un fascicolo in Procura di Roma, scattato dopo la diffida del Partito Animalista Europeo. Così il ministro della Salute eri mattina, 19 ottobre 2015, a Radio 24 spiegava: “C’è un dibattito sull'obbligo che è venuto dalle associazioni dei genitori che hanno sollevato il problema. Ne sta discutendo la conferenza Stato Regioni ma qualora si dovesse decidere una cosa del genere in ogni caso bisognerà passare per il Parlamento”. E poi l'apertura sulle sanzioni in caso di prescrizioni inappropriate: “Si va avanti perché è una legge dello Stato, ma se il sistema non funziona cambieremo”.

Lorenzin ritratta e lo fa sui media, insorge l’Ordine dei medici di Roma e accusa la caccia alle streghe ai medici che non consigliano la profilassi. L’ordine de medici dei Roma è saturo dei continui voltafaccia della ministra Lorenzin e con un comunicato del 19 ottobre 2015 affronta la parziale smentita del Ministro della salute: “Per quanto parzialmente smentita dal Ministro Lorenzin, l’ipotesi assurda non impone le vaccinazioni mette in fibrillazione l’intera comunità medica italiana, soprattutto quella in rapporto di dipendenza o convenzione con il Servizio Sanitario pubblico. Se verrà in qualche modo poi confermata sarà respinta senza se e senza ma, da tutta la categoria, poiché sarebbe l’ennesima dimostrazione di una vera e propria caccia alle streghe attuata nei nostri confronti. E’ insopportabile e inaccettabile questione, per quanto delicata, debba essere affrontata preliminarmente con la minaccia della sanzione. Più che medici e professionisti responsabili sembra che il Governo ci consideri automobilisti indisciplinati cui applicare il codice della strada anziché il buon senso la consultazione preventiva”

I medici e l’obbligo delle profilassi, ma quali sanzioni? E’ senza sfumature il commento di Roberto Lala il Presidente del più numeroso Ordine provinciale dei medici nel nostro Paese - quello di Roma che conta oltre 41 mila iscritti - alle prospettate misure sanzionatorie per quelli che non consiglieranno le varie profilassi. Per il rappresentante dei camici bianchi capitolini, inoltre, è inconcepibile che notizie così importanti e su un tema così delicato siano oggetto di un balletto di anticipazioni, rettifiche tutto attraverso i media: “E’ evidente che il fondamento di tale avventata ipotesi risiede nel Piano vaccinale 2016-2018 all'esame della Conferenza Stato-Regioni, quindi i giornali non hanno sprecato pagine e titoli a vuoto, ma ci chiediamo se il Governo si rende conto di come tutto ciò ingeneri una crescente confusione nella popolazione e tra i medici. E per quanto ci riguarda - sottolinea il presidente Lala - devo ricordare al Ministro della Salute che il malcontento della nostra categoria era già ai massimi livelli a seguito del decreto sull’appropriatezza delle prescrizioni. Ora questa nuova prospettata aggiunta di sanzioni è veramente capace di far saltare il coperchio a una pentola in ebollizione da troppo tempo”.

E sorge spontanea una domanda: “Chi ha permesso un monopolio dell’esavalente e quanti soldi hanno fatto intascare i due vaccini raccomandati ma di fatto resi obbligatori senza alcuna legge da troppi anni ormai, che inoltre hanno leso la libertà di scelta dei genitori?”

L’antitrust ce lo spiegherà, ma questa scelta di rendere un vaccino esavalente ora obbligatorio per legge fa acqua da tutte le parti. Ci si augura che dietro la stagione della caccia alle streghe, qualcuno possa fare definitivamente chiarezza, non è giocare sulle emozioni e sul terrore pandemico che uno stato civile possa pensare di legalizzare un monopolio delle multinazionali a colpi di spugna. Siamo arrivati a fare cassa per rimpinguare il sistema sanità in forte sofferenza sui bambini senza alcuna logica e ledere inoltre le libertà deontologiche? Ciò sarebbe davvero inquietante.


Fonte: http://www.osservatoreitalia.it/index.asp?art=5933&red=5&arg=21



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