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FARMACI, EVENTI AVVERSI E DECESSI IN RITARDO: L'ALLARME ARRIVA DAGLI USA

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In Italia nel campo delle segnalazione avverse comunicate dai medici è accaduto la medesima e deprecabile inosservanza della legge, anzi molto più grave.

di Cinzia Marchegiani

E’ stato pubblicato su JAMA Intern Med, il 27 luglio 2015 uno studio firmato Pinar Karaca-Mandic, Ph.D., l'Università del Minnesota School of Public Health, Minneapolis, e coautori i quali hanno esaminato i dati dal FDA Adverse Event Reporting System e analizzato le segnalazioni di eventi avversi ricevute dal gennaio 2004 al giugno 2014. Lo studio finale ha incluso solo rapporti iniziali caratterizzati, cioè classificati dalla FDA come "accelerato" e quindi soggetta al regolamento che richiede la consegna delle relazioni da presentare entro 15 giorni di calendario.

Mancate segnalazioni in USA. Circa il 10 per cento degli eventi avversi gravi e imprevisti non sono stati segnalati dai produttori di farmaci per la Food and Drug Administration entro il termine di 15 giorni imposti dai regolamenti federali, secondo un articolo pubblicato online da JAMA Medicina interna . Gli operatori sanitari e consumatori possono segnalare volontariamente eventi avversi da farmaci direttamente alla FDA o il produttore di droga (farmaci). Gli eventi avversi che sono seri (compresa la morte, pericolo di vita, l'ospedalizzazione, invalidità e difetti di nascita) e inaspettata (qualunque esperienza avversa non elencato nell'etichetta corrente) sono classificati come "accelerato" e produttori che ricevono tali relazioni hanno il compito di trasmetterle al la FDA "il più presto possibile, ma in ogni caso non oltre 15 giorni di calendario dal ricevimento iniziale delle informazioni" ai sensi del regolamento federale in base alle informazioni nella lettera di ricerca.

Analisi studio sui dati in USA. Lo studio - sostenuto da un finanziamento della ricerca presso la University of Minnesota Accounting Research Center e una sovvenzione da parte del National Institute of Aging - che ha incluso più di 1,6 milioni di segnalazioni di eventi avversi, ha stimato che 9.94 per cento dei rapporti (160.383 in totale, 40.464 con la morte del paziente e 119.919 senza morte del paziente) non sono stati ricevuti dalla FDA dalla soglia di 15 giorni. Le analisi degli autori suggeriscono che la morte del paziente è stato associato con segnalazione ritardata. "La nostra analisi ha dimostrato che i produttori di droga ritardare la segnalazione di eventi avversi gravi eventi avversi alla FDA. Sorprendentemente, eventi avversi con la morte del paziente erano più probabilità di essere in ritardo. E 'possibile che i produttori di trascorrere del tempo addizionale per verificare i rapporti sulle morti, ma questo la discrezione è al di fuori del campo di applicazione del regime normativo attuale ", concludono gli autori.

In una nota del redattore correlato, Rita F. Redberg, MD, M.Sc., direttore di JAMA Medicina Interna , scrive: "Tali ritardi di segnalazione non dovrebbero mai accadere, perché significa che più pazienti sono esposti a gravi danni potenzialmente evitabile, compresa la morte . ... Un miglioramento sarebbe per AE riferisce per andare direttamente alla FDA invece che attraverso il produttore, come raccomandato da Ma et al. ... I medici ei loro pazienti devono essere informati dei benefici, dei danni e le alternative per una vasta scelta di trattamenti, soprattutto quelli recentemente approvato per i quali l'esperienza clinica è limitata."

In Italia nel campo delle segnalazione avverse comunicate dai medici è accaduto la medesima e deprecabile inosservanza della legge, anzi molto più grave. Da noi addirittura l’AIFA lo scorso 13 novembre 2014 con un comunicato denunciava: “E’ stato recentemente riscontrato nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) un numero cospicuo di segnalazioni con una data di insorgenza della reazione di parecchi anni precedente alla data di compilazione della scheda stessa. La segnalazione spontanea di sospette reazioni avverse costituisce un’importante fonte di informazioni per le attività di farmacovigilanza, in quanto consente di rilevare potenziali segnali di sicurezza relativi all’uso dei medicinali. Tale strumento è tanto più efficace quanto più è adoperato nei corretti tempi e modi”.
A tal proposito, la stessa Aifa richiamava i segnalatori al rispetto dell’Art. 132 “Obblighi a carico delle strutture e degli operatori sanitari e successivi adempimenti dell'AIFA” del D.Lgs. 219/06 che recita: "I medici e gli altri operatori sanitari devono trasmettere le segnalazioni di sospette reazioni avverse, tramite l'apposita scheda, tempestivamente, al responsabile di farmacovigilanza della struttura sanitaria di appartenenza. [omissis]".
Ma affinché le segnalazioni di reazioni avversa mantengano la loro utilità come strumento di tutela della salute pubblica tramite la precoce individuazione dei segnali di sicurezza è essenziale che esse siano compilate e inviata non appena chi segnala viene a conoscenza della reazione avversa. Inoltre, segnalazioni inviate con anni di ritardo rendono molto difficile l’acquisizione di eventuali informazioni mancanti o l’esecuzione del follow-up.

Ma cosa è accaduto da allora in Italia? In merito alle segnalazioni avverse, addirittura risalenti ad anni precedenti sono state analizzate, è stata attivata un’indagine scrupolosa sulla classe di farmaci che hanno prodotto reazioni avverse? E che tipo di problemi hanno prodotto agli ignari malati che seguivano una terapia farmacologica? Per quanto tempo questi farmaci sono stati in commercio e soprattutto quali erano, o peggio, sono ancora sono in commercio? Nulla di ciò si conosce. Rimane il fattoche anche in Italia è accaduto un grave fatto di malasanità, che ancora ad oggi sembra sia stato affrontato con una semplice bacchetta ai medici non solerti nei loro compiti imprescindibili. Occorrerebbe capire le cause che hanno spinto questi medici solo dopo molti anni a segnalare le molteplici le reazioni avverse dei pazienti, la categoria dei farmaci interessati e quali risvolti a livello dei conflitti di interesse abbiano investito, poiché la trasparenza è l’unica via per disseminare dubbi e sospetti soprattutto nella sanità pubblica italiana. Farmaci venduti e somministrati per anni di cui ancora nulla si conosce, l’isola felice di questo controllo lascia errori talmente grossolani che sembra non interessare nessuno. Il dato oggettivo che si riscontra è che ancora ad oggi è tutto secretato, cioè ancora non si conoscono quali farmaci e in quale misura hanno dato problemi di salute o addirittura morte ai malati che seguivano una terapia farmacologica. Chi tutela il cittadino? Una bella domanda che molti si sono posti.

Dopo il fattaccio, arriva il nuovo decreto in Italia sulla Farmacovigilanza. Al fatto grave avvenuto in Italia, l’unico elemento di aggiornamento è pervenuto dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.143 del 23 giugno 2015, il decreto Ministeriale del 30 aprile 2015 che recepisce le direttive europee sulla farmacovigilanza (Direttive 2010/84/EU e 2012/26/UE). In particolare, il decreto introduce importanti modifiche sul sistema nazionale di farmacovigilanza per la raccolta e valutazione delle segnalazioni di sospette reazioni avverse da medicinali. Si spiega che è' previsto un maggiore impegno e coinvolgimento di tutte le strutture e figure professionali quali l’AIFA, le Regioni, le ASL, gli Ospedali, gli IRCCS, le aziende farmaceutiche, gli operatori sanitari e i pazienti/cittadini. In particolar modo, agli operatori sanitari e ai pazienti/cittadini è richiesto di segnalare qualsiasi tipo di sospetta reazione avversa (grave, non grave, nota, non nota), sia derivante dall'uso di un medicinale conformemente all'autorizzazione all'immissione in commercio (AIC), sia dall’uso al di fuori delle normali condizioni di autorizzazione, incluso l'uso improprio e l'abuso del medicinale, ma anche dagli errori terapeutici e dall’esposizione professionale. L’ampliamento della definizione direazione avversa fa sì che nuove problematiche siano analizzate e che vengano sviluppate delle iniziative di minimizzazione dei rischi ad esse connessi, nello spirito di proattività della nuova legislazione comunitaria in materia di farmacovigilanza.

Tempi nella nuova direttiva sulla segnalazione. Il decreto introduce inoltre una tempistica ben precisa per la segnalazione delle sospette reazioni avverse: ll segnalatore è adesso tenuto a trasmettere la scheda entro 2 giorni, ridotti a 36 ore nel caso di farmaci di origine biologica (vaccini inclusi), al responsabile della farmacovigilanzadella struttura sanitaria di competenza (ASL, Azienda Ospedaliera, IRCCS), il quale, entro 7 giorni dal ricevimento della scheda, deve inserirla nella RNF previa verifica della completezza e della congruità dei dati. Questa disposizione favorirà l’individuazione precoce dei segnali di sicurezza assicurando una segnalazione tempestiva delle reazioni avverse.
Un’altra novità rispetto al passato è costituita dal fatto che i pazienti/cittadini sono fortemente incoraggiati a segnalare le sospette reazioni avverse da medicinali ed è incentivata la loro attiva partecipazione. Al fine di incoraggiare i pazienti/cittadini e gli operatori sanitari alla segnalazione, il decreto prevede che questa possa avvenire direttamente tramite il portale web dell'AIFA. Quest'ultima modalità, attualmente in fase di progetto pilota, richiederà comunque una validazione da parte del Responsabile di FV della struttura sanitaria di appartenenza del segnalatore.

Trasparenza, speriamo non solo a parole. L’AIFA spiega che un punto essenziale del nuovo decreto è la trasparenza: tutte le informazioni importanti inerenti la sicurezza dei medicinali devono essere rese tempestivamente accessibili al pubblico. A questo scopo, il portale web dell’AIFA continuerà a giocare un ruolo fondamentale. Chissà se ci sarà un bel report sull’inchiesta interna che sarebbe dovuta partire in merito alle massicce segnalazioni delle reazione avverse pervenute addirittura anni dopo che i malati hanno subito gli eventi avversi in seguito alla cure farmacologiche. Per trasparenza ad un fatto così grave ed eclatante i tempi sono maturi per un’informazione sempre più corretta e in linea agli annunci pubblicati.

fonte: http://www.osservatoreitalia.it/index.asp?art=5211



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