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Come i conflitti di interesse hanno potuto corrompere il CDC

Come i conflitti di interesse hanno potuto corrompere il CDC

di Joseph Mercola

Traduzione a cura di: Associazione COMILVA Onlus

Fonte: mercola.com


I conflitti di interesse sono diventati più la regola che l’eccezione occasionale. Anche il noto e generalmente affidabile CDC (Centers for Disease Control and Prevention) americano riceve pesanti finanziamenti da parte dell’industria.

Come questo conflitto di interessi può averinfluenzato le decisioni dell’organizzazione è l’argomento di un articolo [1] del British Medical Journal (BMJ), scritto dal redattore associato della rivista, Jeanne Lenzer, che nota:

“Il CDC include la seguente dichiarazione di non responsabilità (Disclaimer), nelle sue raccomandazioni: I CDC, i nostri progettisti, ed i nostri esperti comunicano di non avere interessi finanziari o altre relazioni con i produttori di prodotti commerciali … i CDC non accettano supporti commerciali“.


L’immagine del CDC come ente di controllo indipendente sulla salute pubblica ha dato enorme prestigio a questa organizzazione, e le sue raccomandazioni sono occasionalmente imposte dalla legge.
Nonostante il diniego dell’agenzia, il CDC però riceve milioni di dollari sotto forma di “regali e finanziamenti”, sia direttamente che indirettamente, e diverse recenti azioni e raccomandazioni del CDC hanno sollevato molti interrogativi circa la fondatezza scientifica, le linee guida cliniche promosse, e soprattutto sulla quantità di denaro ricevuto”.

Il CDC sta proteggendo il bene privato o quello pubblico?
Sulle discrepanze che emergono tra la pubblica dichiarazione di non responsabilità del CDC e la realtà dei fatti, ovvero i finanziamenti aziendali che sono indirizzati a questa organizzazione, Tom Frieden, direttore del CDC, risponde:
“I partenariati pubblico-privato consentono al CDC di agire di più e più velocemente. I valori fondamentali dell’agenzia di responsabilità, rispetto e integrità restano un punto fermo nel guidare i CDC nelle modalità con cui utilizza i fondi che gli sono stati affidati. Quando emergono possibili conflitti di interesse, teniamo la situazione sotto controllo in modo molto stretto per garantire che siamo osservate le adeguate politiche e corrette linee guida, e questo prima di accettare qualsiasi donazione esterna".

In altre parole, il CDC crede, e “assicura” di avere una solida “spina dorsale morale” per fare la cosa giusta. Ciononostante le inchieste hanno dimostrato che questa “fibra morale” tende a deteriorarsiin maniera significativa non appena una fonte di finanziamento con un’agenda ben precisa comincia a distribuire denaro.
Inoltre, da un’indagine dell’Ufficio dell’Ispettore Generale che risale al 2009, si evince che il CDC ha “una mancanza sistematica di supervisione del programma etico”, rivelando che il 97% delle informative presentate dai consiglieri dell’organizzazione erano incomplete, e che il 13% dei consiglieri non ne avevano presentata nemmeno una.

È possibile che l’industria farmaceutica abbia “comprato” la raccomandazione del CDC per l’estensione dello screening sull’epatite C?
I finanziamenti esterni al CDC sotto forma di “donazioni dalle industrie” sono state autorizzate nel 1983, quasi 40 anni dopo la nascita dell’organizzazione, nel 1946. Dopo l’approvazione della legislazione nel 1992, che ha incoraggiato i rapporti fra il CDC e l’industria, è stata costituita, nel 1995, la Fondazione non-profit CDC. L’anno scorso, questa Fondazione ha ricevuto 12 milioni di dollari da imprese private, e il CDC ha ricevuto altri 16 milioni di dollari in finanziamenti destinati a progetti specialida aziende, produttori, e varie associazioni filantropiche.
Lenzer, scrive : “Per esempio, nel 2012, Genentech ha stanziato 600.000 dollari in donazioni alla Fondazione CDC per gli sforzi del CDC nel promuovere l’effettuazione di test estesi ed il trattamento dell’epatite virale. Genentech e la sua società madre, la Roche, producono il test kit e i trattamenti per l’epatite C”.

Dal 2010, quando il CDC e la Fondazione CDC formarono la “Viral Hepatitis Action Coalition“, i produttori del test kit e dei farmaci per l’epatite C hanno donato più di 26 milioni di dollari a questa coalizione.
Oltre a Genentech, i donatori includono: Abbott Laboratories, Abbvie, Galaad, Janssen, Merck, OraSure Technologies, Quest Diagnostics, e Siemens.
Due anni più tardi, nel 2012, il CDC ha pubblicato le linee guida che raccomandano lo screening esteso per l’epatite C a tutti i nati tra il 1945 e il 1965, affermando nel contempo che i nuovi farmaci antivirali possono efficacemente arrestare la progressione della malattia.
Ancora Lenzer scrive: “il metodo scientifico che sta alla base dello screening di coorte è statocontestato da alcuni studiosi ed è oggetto di un grande dibattito, come pure il costo dei farmaci più recenti (oltre 84.000 dollari per ogni ciclo di trattamento con il nuovo SOFOSBUVIR), sollevano più di una questione sul finanziamento al CDC da parte delle industrie implicate in questo mercato”.

Le raccomandazioni dei CDC sono sempre più sospette
Il CDC e la Fondazione CDC hanno ricevuto denaro dalla Roche per la creazione della campagna del CDC per l’influenza, denominata “Take 3″, ancora una volta sollevando dubbi circa l’influenza dei finanziamenti sulle sue raccomandazioni per i farmaci. Genentech, il produttore del controverso e pericoloso farmaco antinfluenzale Tamiflu, è un membro del gruppo Roche. La fase 3 della campagna antinfluenzale del CDC consiglia di “prendere i farmaci antivirali se il medico li prescrive “.

In un articolo intitolato “Perché CDC Raccomanda i farmaci antivirali contro l’influenza”, l’agenzia cita una serie di studi a sostegno della sua raccomandazione, tra cui una recente meta-analisi pubblicata su “The Lancet” [2].
Il problema con questo studio, sottolinea Lenzer, è che il CDC lo descrive come “indipendente“, quando in realtà è stato sponsorizzato da Roche. Inoltre, tutti i quattro autori hanno legami finanziari con Roche, Genentech (entrambi vendono Tamiflu), o Gilead (che ne detiene il brevetto).

In aggiunta a ciò, il CDC non ha incluso nello studio la revisione sistematica [3] di 83 studi condotti dalla Cochrane Collaboration lo scorso anno, organizzazione che rappresenta il “gold standard” per l’analisi della ricerca indipendente.
Questa analisi è stata forse ignorata perché conclude che Tamiflu allevia i sintomi dell’influenza per meno di 17 ore, ha un effetto limitato sul vostro rischio di polmonite, non ha alcun effetto sui ricoveri ospedalieri degli adulti, e causa nausea, vomito, mal di testa, problemi renali e sindromi psichiatriche? Secondo il gruppo Cochrane: “Il compromesso tra benefici e rischi deve essere tenuto ben presente quando si prendono decisioni per l’uso di Oseltamivir [nome commerciale Tamiflu] per il trattamento, la profilassi, o per farne semplicemente delle scorte”.
Un altro problema è questo: il direttore CDC Tom Frieden ha dichiarato che l’assunzione di Tamiflu potrebbe salvare la vita, ma la Food and Drug Administration (FDA) ha avvertito la Roche che non può attribuire a questo farmaco di ridurre i casi di polmonite o le morti in quanto non è mai stata prodottanessuna prova al riguardo.

Ma chi ha bisogno di evidenze scientifiche quando il CDC fa affermazioni off-label? Di nuovo Lenzer scrive: “Shannon Brownlee, vice presidente dell’Istituto Lown ha dichiarato al British Medical Journal: “Questa è a tutti gli effetti una strategia classica di marketing nascosto, in cui l’industria mette il suo messaggio promozionale in bocca a un terzo di fiducia, come un accademico o una organizzazione professionale”.

FDA: il poster del bambino malato per la distorsione industriale
La Food and Drug Administration (FDA) è diventata famosa per i suoi conflitti di interesse e gli stretti legami con varie industrie: ci sono molti esempi di questo.
L’anno scorso, in uno scambio di e-mail e lettere tra la FDA e Pfizer si evince che al gigante del farmaco è stata inappropriatamente data ampia facoltà di decidere quando e come comunicare al pubblico i rischi connessi al suo medicinale veterinario ROXARSONE.
I ricercatori FDA hanno trovato una certa quantità di arsenico inorganico nel fegato dei polli ai quali era stato somministrato questo medicinale. Nella corrispondenza tra Heidi Chen, all’epoca avvocato nella divisione salute degli animali di Pfizer, e William Flynn, vice direttore della FDA per la politica scientifica presso il Centro di Medicina Veterinaria, si trovano le prove di come l’agenzia abbia permesso a Pfizer di modificare il testo di un comunicato stampa sui dati che riguardavano il ROXARSONE [4,5], e … molto altro.

Il governo dovrebbe intervenire per proteggere l’integrità scientifica
Tornando al CDC, era stato creato ed è stato invocato come agenzia indipendente, senza legami con l’industria che potrebbero generare perplessità sulle sue raccomandazioni a riguardo di salute e sicurezza.
Ora, è evidente che non si può contare più nemmeno sul CDC per un consiglio su base scientifica imparziale. Allora che cosa potremo fare per porre rimedio alla situazione?

Considerando il fatto che i finanziamenti al CDC dall’industria sono stati approvati dal governo, la risposta, come ha notato Jerome R. Hoffman [6], metodologo e professore emerito di medicina presso la UCLA, è quella di “convincere il governo a respingere questo patto col diavolo, cambiando le regole del gioco in modo che questo non possa più accadere”. E’ semplicemente irragionevole credere che qualsiasi organizzazione possa ignorare le sue “vacche da contanti da mungere”, ed è altrettanto ingenuo credere che l’industria continuerà a donare soldi se l’agenzia decide di fare qualcosa che prelude al contenimento dei profitti dell’industria stessa.

Ad esempio, la NRA (National Rifle Association) ha subito ritirato i suoi finanziamenti al CDC quando l’agenzia ha iniziato a studiare i casi di violenza perpetrati con le armi da fuoco [7]. In sintesi, i conflitti di interesse mettono in pericolo vite umane. Il benessere delle persone passa in secondo piano rispetto alla strategia aziendale, e nessuna organizzazione o società è immune agli effetti dei conflitti di interesse, nemmeno il CDC. Università per la ricerca, anche di tutto rispetto come l’Università del Minnesota, sono state preda di questo mostro, attraverso il rilassamento dei principi etici, fenomeno che comporta anche la morte dei soggetti stessi della ricerca [8].

L’ex responsabile del CDC è ora a capo della Merck Vaccines
L’infame gioco della porta girevole tra il governo e l’industria farmaceutica è un altro fattore che ha fatto un sacco di danni alla integrità scientifica e alla responsabilità del governo. Un esempio classico è la dottoressa Julie Gerberding, che ha guidato i CDC – che tra l’altro ha il compito disorveglianza sui vaccini – dal 2002 al 2009 prima di diventare il presidente di Merck divisione vaccini, una posizione che detiene tuttora.
L’influenza che può esercitare per i suoi ex legami ad alto livello nei CDC è enorme, considerando il fatto che Merck produce dai 14 ai 17 vaccini pediatrici raccomandati dal CDC, oltre a 9 dei 10 raccomandati per gli adulti.

E mentre nel dibattito sulla sicurezza dei vaccini si sta cercando di contenere il numero di quelli somministrati ai bambini, gli appelli per approfondire gli studi di sicurezza continuano a cadere nel vuoto. L’industria dei vaccini è in piena espansione, ed è ormai chiaro come il potenziale di crescita del profitto sia il fattore trainante. Queste situazioni riprovevoli e ingiustificabili fanno sì che il cambiamento di questo fallace paradigma sia in realtà una sfida enorme.

Almeno la metà dei lavori pubblicati sulle riviste scientifiche rischia di essere del tutto falsa, avverte il direttore della maggiore rivista scientifica
Così come i CDC insistono sulla propria capacità di mantenere la propria integrità nonostante la pioggia di finanziamenti provenienti dal settore privato, così le imprese coinvolte in questo meccanismo insistono sulla propria integrità e capacità di rimanere su solide basi scientifichequando si tratta di valutare i propri prodotti. Ma, proprio come gli studi dimostrano che la fonte del finanziamento altera le conclusioni scientifiche, così la ricerca rivela che quella finanziata dall’industria è piena di difetti, carenze, e vere e proprie frodi. Come riportato dal “Progressive Review” [9,10]:
“… Il dottor Richard Horton, l’attuale direttore di The Lancet, ha recentemente pubblicato un documento [11] dove dichiara che molte ricerche pubblicate nelle riviste specializzate del settore sono infatti inaffidabili, nella migliore delle ipotesi, se non del tutto false. La questione è molto semplice: molta letteratura scientifica, forse la metà, può essere semplicemente falsa. Studi invalidati dall’esiguità dei campioni di ricerca, risultati molto limitati, analisi esplorative non valide, e conflitti di interesse palesi, insieme con l’ossessione di perseguire tendenze di moda ma di dubbia importanza, … insomma la scienza ha imboccato una strada nel buio … “

La Dottoressa Marcia Angell (negli ultimi due decenni redattore del New England Journal of Medicine) rincara la dose di par suo, affermando: Semplicemente non è più possibile credere a molta della ricerca clinica che viene pubblicata, o fare affidamento sul giudizio dei medici di fiducia o sulle linee guida mediche autorevoli.

L’omissione delle informazioni spesso serve a proteggere i profitti delle imprese
L’omissione di dati è un altro mezzo comunemente utilizzato per alterare il consenso scientifico, e questo è altrettanto pericoloso come la pubblicazione di fatti completamente inventati. Ad esempio, secondo la dottoressa Lucija Tomljenovic, [12,13] una borsista post-dottorato presso l’Università della British Columbia (UBC) che lavora presso il dipartimento di neuroscienze della facoltà di Medicina, molti produttori di vaccini e le autorità sanitarie sono in realtà ben consapevoli dei pericoli associati ai vaccini, ma hanno scelto di non rendere queste informazioni di dominio pubblico. Scrive, inoltre:
“Nascondere deliberatamente informazioni di questo genere ai genitori per il solo scopo di far rispettare loro un programma di vaccinazione ufficiale potrebbe essere considerata come una forma di violazione etica o di comportamento scorretto. I documenti ufficiali ottenuti dal ministero della Sanità britannico (DH) e del Comitato paritetico per la vaccinazione e immunizzazione (JCVI) rivelano che le autorità sanitarie britanniche sono state impegnate in tale pratica negli ultimi 30 anni, a quanto pare per il solo scopo di proteggere il programma nazionale di vaccinazione”.

Molti studi finanziati dall’industria con risultati negativi, semplicemente non vedono mai la luce, come suggerito da un recente indagine del New England Journal of Medicine NEJM [14] che confrontava i tassi di conformità con i risultati riportati al ClinicalTrials.gov (ClinicalTrials.gov è un database che registra i risultati di studi clinici pubblici e privati condotti in tutto il mondo).

Il Food and Drug Administration Amendment Act (FDAAA) richiede la presentazione tempestiva dei risultati degli studi clinici rilevanti ai ClinicalTrials.gov, ma solo il 13,4% degli studi ha riportato risultati di sintesi entro 12 mesi dal completamento dei trials, mentre il 45% degli studi finanziati dall’industria non erano tenuti a riferire questi risultati. Per contro, solo il 6% degli studi finanziati dal National Institutes of Health (NIH) e il 9% degli studi finanziati da altre istituzioni governative o accademiche sono stati esclusi dalla presentazione dei risultati.
Anche i medici condividono la colpa …

Il favoreggiamento (in inglese Bias) è un altro grave problema che ha sempre “sporcato” la comunità scientifica, e nessuno ne è immune, nemmeno i medici, soprattutto quando ricevono ingenti somme di denaro da una casa farmaceutica. Secondo “la più completa analisi contabile finora disponibile dei legami finanziari che hanno compromesso le cure mediche”, pubblicata lo scorso anno, i medici americani e le cliniche universitarie americane hanno ricevuto, solo negli ultimi 5 mesi del 2013, una somma enorme, pari a 3,5 milioni di dollari [15].

Un recente articolo [16] del NEJM intitolato “Understanding Bias – The Case for Careful Study“, offre una riflessione interessante sul problema del favoreggiamento, al centro della quale si trovano proprio i conflitti di interesse finanziari. Ma ci sono anche una serie di altri conflitti nascosti, in gran parte inconsci nell’individuo, che potrebbero influenzare il suo processo decisionale, come la scelta verso trattamenti che richiedono minor impegno e tempo rispetto ad altri, il che consentirebbe al medico un po’ più di tempo libero per se stesso ….

In entrambi i casi, i conflitti di interesse hanno un impatto sul paziente, e quando alla base della scelta, anche del medico, ci sono motivazioni egoistiche, sia per guadagnare più soldi o tempo libero, l’impatto rischia di essere dannoso. Come indicato nell’articolo NEJM:
“Circa il 94% cento dei medici hanno rapporti con l’industria, anche se queste relazioni riguardano spesso attività come ricevere campioni di farmaci o alimenti sul luogo di lavoro … I medici che frequentano simposi finanziati da aziende farmaceutiche successivamente prescriveranno i loro farmaci in misura maggiore rispetto ad altri …”.

I medici sono invitati a metter fine alla pratica dell’eccessivo trattamento dei pazienti
Ancora un altro articolo del BMJ [17] invita i medici a fermare la medicalizzazione dei loro pazienti e a smettere di sottoporli a trattamenti eccessivi, avvertendo che stanno facendo più male che bene. Come riportato da BBC News [18]:
“Con il lancio della campagna Scegliere Saggiamente, gli esperti chiedono alle organizzazioni mediche di identificare cinque protocolli che non dovrebbero essere offerti di routine o in alcuni casi per nulla. Questi possono includere: pillole per la depressione lieve; troppi esami del sangue di routine e inutili; farmaci per il controllo di forme lievi di ipertensione … Gli esperti affermano che gli individui dovrebbero essere incoraggiati a verificare se questi protocolli sono sicuri e adatti per loro. Ad esempio, i pazienti sono invitati a chiedere: Ho veramente bisogno di questo test o di questo protocollo? Ci sono forse delle opzioni più semplici?; Che cosa succede se non faccio niente?”

Medicalizzazione e trattamenti esagerati sono il risultato della eccessiva influenza dell’industria farmaceutica, anche se non è certo l’unica ragione. Sembra chiaro che somministrare più farmaci, fare più test e/o interventi chirurgici non equivale a una migliore salute. Al contrario, comportamaggiori rischi di effetti collaterali che possono essere tanto pericolosi quanto il problema da trattare o anche peggio. Si pone anche il problema degli errori medici fatali, un destino che si abbatte su 440.000 americani ogni anno, come riportato da Forbes [19] nel 2013:
“Queste persone non muoiono per le malattie che li hanno inizialmente portati a cercare cure ospedaliere. Essi muoiono per incidenti che gli ospedali avrebbero potuto evitare. Quali sono gli errori più frequenti? Dalla garza lasciata all’interno del paziente sottoposto ad intervento chirurgico, costringendolo a settimane di misterioso dolore addominale, lasciandolo agonizzante prima che l’infezione definitivamente abbia la meglio sulle funzioni corporee, alla somministrazione di un farmaco iniettato ad un bambino il cui dosaggio era calcolato per un uomo di 100 chili. Per non parlare delle infezioni causate da strumenti e apparecchiature contaminate. Purtroppo, oltre un migliaio di persone al giorno muoiono per questi tipi di errori “.

La pubblicità dei farmaci può mettere in secondo piano l’attenzione verso i loro effetti collaterali
Avete mai chiesto al vostro medico se un certo farmaco era giusto per voi, secondo le indicazioni che ricevete ogni santo giorno dalla pubblicità mandata in onda in televisione?
Chiaramente, questo stratagemma funziona molto bene, o l’industria farmaceutica non spenderebbe 453.000.000.000 $ l’anno per la promozione (DTC, Direct-To-Customer) dei suoi prodotti [20].
Fra i tanti modi in cui la pseudo-scienza supporta la promozione per l’uso di farmaci di ogni genere, la Food and Drug Administration (FDA) sta prendendo in considerazione la semplificazione di alcune pubblicità stampate “DTC” rendendole più semplici e facendo sì che i produttori da un lato riassumano i potenziali effetti collaterali in termini “profani”ed alla portata di tutti, e dall’altro omettano del tutto alcuni dettagli sul farmaco. Viene preso in considerazione anche il taglio della lunga lista di effetti collaterali dagli spot radiofonici e televisivi, apparentemente allo scopo di migliorare la comprensione dei rischi del farmaco.

Secondo Forbes: [21]
“In generale, l’FDA ritiene che le liste esaurienti che includono anche i rischi minori toglie, e rende difficile per i consumatori il comprendere e ricordare le informazioni sui rischi più importanti, la FDA dice che le ricerche dimostrano come le persone possono elaborare solo una quantità limitata di informazioni che ricevono durante la pubblicità di un farmaco. Inoltre, la FDA ha riscontrato che praticamente nessuno legge neppure la metà delle informazioni stampate in caratteri minuscoli nella pubblicità dei farmaci e, delle persone che lo fanno, il 55% dice che sono informazioni difficili da capire. L’agenzia cita inoltre alcuni studi che mettono in evidenza che quando i rischi di un certo farmaco vengono descritti con termini comuni anziché con termini medici, la comprensione aumenta a dismisura”.

E’ chiaramente difficile comprendere se un cambiamento come questo potrebbe effettivamente modificare il “sentire” o il “vedere” il rapporto rischio/beneficio di un dato farmaco da parte dei consumatori. L’approccio più ragionevole sarebbe quello di ridurre drasticamente o vietare del tutto la pubblicità dei farmaci in modalità DTC, dal momento che questa non ha alcuna incidenza nel migliorare la salute pubblica. Al contrario, portando la gente a pensare che potrebbe trarre beneficio nel consumare un determinato farmaco non si fa altro che produrre una ricetta per un vero e proprio disastro, in quanto si rafforza la convinzione che ci sia una pillola magica per ogni male, quando in realtà la maggior parte delle malattie possono essere efficacemente prevenute o affrontate con un cambiamento nello stile di vita, poco costoso e che non comporta effetti collaterali dannosi.

La storia è piena di esempi di farmaci che hanno portato molto più male che bene. Vioxx è un esempio classico. Ha ucciso circa 60.000 persone, prima di essere ritirato dal mercato. Più recentemente, Takeda Pharmaceutical ha accettato di pagare 2.4 miliardi di dollari per risolvere circa 9.000 azioni legali di pazienti che hanno sviluppato il cancro della vescica dopo aver assunto questo farmaco [22], un effetto collaterale questo che la compagnia farmaceutica aveva tenuto nascostoal pubblico, secondo gli avvocati dei querelanti. Nonostante questi rischi, Actos è ancora venduto negli Stati Uniti e in altri paesi.
Si spera quindi che ciascuno di noi decida di prendere il controllo della propria salute ed evitare così di diventare parte di una statistica di un sistema in pieno conflitto di interessi e che, in ultima analisi, attribuisce maggior valore ai titolari di azioni rispetto ai pazienti.

1 BMJ 2015;350:h2362
2 Lancet 2015;385:1729-37
3 6 BMJ 2014;348:g2545
4 Food and Water Watch November 20, 2014
5 MSN January 15, 2015
7 Cfstreatment.blogspot.com May 23, 2015
8 Forbes May 27, 2015
9 Progressive Review May 24, 2015
10, 13 Collective-evolution.com May 16, 2015
11 Lancet.com, Offline: What is medicine’s 5 sigma? (PDF)
12 BSEM March 2011, The Health Hazards of Disease Prevention (PDF)
14 N Engl J Med 2015; 372:1031-1039
15 Wall Street Journal September 30, 2014
16 N Engl J Med 2015; 372:1959-1963
17 BMJ 2015;350:h2308
18 BBC News May 13, 2015
19 Forbes September 23, 2013
20, 21 Forbes May 7, 2015
22 New York Times April 28, 2015

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/conflitti-interesse-cdc.php?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook