Salute, l'istituto di ricerca convince la Pepsi: via l'aspartame dalle bibite
Un'indagine del Ramazzini, che si occupa di studi sul cancro, costringe il colosso a togliere il dolcificante dai prodotti "Diet": una decisione storica
di VALERIO VARESIBOLOGNA - Un’indagine dell’istituto “Ramazzini” di Bologna fa vacillare il gigante delle bevande Usa Pepsi costretto dalle pressioni dei consumatori a eliminare l’aspartame come dolcificante dalle celebri bibite “Diet”. A darne l’annuncio in diretta è stata nientemeno che la britannica Bbc citando le ricerche del centro di Bentivoglio fondato da Cesare Maltoni e oggi diretto da Morando Soffritti.
Segue la pubblicazione dei dati scientifici e comincia a montare l’allarme da parte delle istituzioni sanitarie che si estende ben presto alle associazioni di consumatori. Ma a smuovere definitivamente la grande industria e i suoi cospicui profitti sono stati gli umori dei consumatori sondati da una ricerca che l’azienda statunitense aveva promosso per capire le ragioni della disaffezione al suo prodotto. Così sono emersi i timori nei confronti del contenuto in bottiglietta a seguito delle notizie non proprio rassicuranti sul celebre dolcificante.
"La presa di coscienza dei consumatori - commenta soddifatto Soffritti - è stata decisiva. Adesso le autorità di vigilanza adottino quantomeno criteri di prudenza segnalando i rischi in etichetta". I risultati della ricerca del “Ramazzini” non furono del tutto validati dalle autorità europee le quali, tuttavia, consigliarono di osservare dei limiti nell’assunzione giornaliera del dolcificante. Ora, dopo la decisione della multinazionale statunitense, quest’ultima userà come dolcificante il sucralosio, una sostanza sulla quale, a tutt’oggi, non pare in carico nessuna controindicazione per la salute umana. Resta il fatto che per il prodotto Pepsi diet destinato ai mercati extra Usa, l’aspartame continuerà a essere usato in quanto la “Food and drug administration”, l’autorità sanitaria statunitense, lo considera tuttora sicuro.
"La sensibilità dei consumatori e l’attenzione per la propria salute crescono sempre più" riprende Soffritti. "Dalle nostre ricerche, protrattesi per anni, abbiamo riscontrato la comparsa di tumori in ratti e topi a cui veniva somministrato aspartame. Bisogna insistere con le autorità di vigilanza - prosegue - affinché adottino criteri di prudenza e, quantomeno, impongano di inserire adeguate avvertenze". Il “Ramazzini” sta comunque svolgendo analisi anche a carico di altri dolcificanti artificiali tra cui proprio il sucralosio e lo stelvia.
Fonte: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/05/06/news/bologna_l_istituto_di_ricerca_convince_la_pepsi_via_l_aspartame_dalle_bibite_-113706881/
La Leva di Archimede ha dato il suo contributo a questa storia, tranducendo in italiano i primi articoli che si trovano in rete sull'aspartame e con milioni di visitatori sui suoi siti (http://www.laleva.cc e http://www.laleva.org) e diversi blog.
La nostra corrispondenza con il Ministero della Sanità è cominciata nel lontano 2000.
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