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Il vaccino ha lesionato per sempre mio figlio

«Il vaccino ha lesionato per sempre mio figlio»

I genitori hanno chiesto un risarcimento di più di 5 milioni di euro L'Ulss 20: «I guai arrivati due giorni dopo la somministrazione»

La cifra di 5.302.880 viene riportata nella seconda pagina della delibera del direttore generale Maria Giuseppina Bonavina numero 253. E sono i soldi che l'Ulss 20 di Verona dovrebbe sborsare sulla base delle richieste di due genitori di un piccolo sottoposto al vaccino anti pneumococco nel distretto numero 4 di San Bonifacio. Con questa «medicina», si vogliono prevenire le malattie come la meningite, la polmonite e la setticemia.

I genitori hanno avviato una causa civile contro la struttura sanitaria e lamentano che il loro piccolo ha subito guai fisici seri anche se l'ufficio stampa dell'Ulss 20 non fornisce particolari su che tipo di lesioni sono state subite dal piccolo. Non si tratterebbe, comunque, di sintomi riconducibili all'autismo, è l'unica indiscrezione che trapela.

L'ufficio legale dell'Ulss 20 ha, quindi, una nuova gatta da pelare dopo che i genitori si sono rivolti ad un legale per vedersi risarcire i danni subiti dal loro piccolo. Anche perchè, in questo caso, il «sinistro», come viene definito nella delibera, è sì coperto dall'assicurazione Lloyd's ma «supera il massimale previsto». Ciò comporta che l'Ulss si costituisca in giudizio davanti al giudice civile chiamando in causa perà anche la compagnia assicurativa.
Si riapre così l'eterna discussione sulla lesività dei vaccini. I particolari su questa vicenda sono difficilmente reperibili anche perchè l'Ulss 20 ritiene che, vista la delicatezza del caso, si debbano fornire poche informazioni.
Il tutto risale al 31 agosto 2009 fa quando il bambino è stato vaccinato nella sede sanbonifacese dell'Ulss 20. I genitori sostengono che due giorni dopo, il piccolo ha subito lamentato disturbi poi rivelatisi cronici con danni alla salute quantificabili nell'atto di citazione in più di cinque milioni di euro .
L'Ulss 20 si oppone alla richiesta, classificandola come destituita di ogni fondamento. In una nota, i dirigenti premettono che «ogni intervento medico purtroppo comporta il rischio di complicanze». In questo caso, però, precisano ancora dalla direzione generale, «non pare che l'evento capitato al bambino sia riconducibile alla prestazione effettuata». Mancano, infatti, nella letteratura scientifica queste lesioni come «possibili e tipici» a chi è stato inoculato il vaccino. Altro problema riguarda i tempi. Le lesioni al bimbo si sarebbero manifestate, fa sapere l'Ulss 20, a due giorni dalla somministrazione del vaccino.
Un bel labirinto di problemi procedurali e sostanziali e toccherà al giudice trovare la via d'uscita, verificando per prima cosa il nesso causale tra il danno gravissimo subito dal bimbo e la vaccinazione somministrata due giorni prima rispetto alla manifestazione dei serissimi guai fisici.

Giampaolo Chavan