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La “pena di morte” per le Multinazionali (Corporazioni) diventa maggiorenne

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La “pena di morte” per le Multinazionali (Corporazioni) diventa maggiorenne.

Traduzione a cura di Ivan Ingrillì
Originale: http://www.corpwatch.org/article.php?id=1810&printsafe=1


In due recenti e sorprendenti casi, un professore di scuola di diritto e un giudice della Corte hanno cercato di revocare gli atti costitutivi di alcune corporazioni criminali.

Conosciamo bene il significato di “pena di morte” riguardante le persone: commettere un crimine vergognoso, morire per mano dello Stato. Ma cosa significa parlare di “pena di morte” per le corporazioni? Semplicemente questo: quando queste commettono un crimine vergognoso gli viene revocato l’atto costitutivo. In altre parole, perdere il diritto concesso dallo Stato di esistere. E’ un concetto interessante, perché la maggior parte di noi non ha mai pensato che le società abbiano bisogno del permesso di qualcuno per esistere. Ma ne hanno bisogno.

Nel corso della loro storia, gli Stati hanno sempre avuto – ed hanno ancora – l’autorità di dar vita ad una società, garantendo l’atto costitutivo, e di imporre la pena di morte ad una società criminale revocando le concessioni. L’attivista e autore Richard Grossman fa notare che nel 1890, per esempio, l’alta corte di New York ha revocato lo statuto della “North River Sugar Refining Corporation” facendo esplicitamente riferimento alla “morte aziendale” nella sentenza. Era ampliamente compreso che lo Stato avesse questo potere. Nel 1800, gli Stati di “New York, Ohio, Michigan ed il Nebraska hanno revocato le licenze e monopoli per il petrolio, lo zucchero, il whiskey” scrive Grossman nel suo volantino, “Taking Care of Business: Citizenship and the Charter of Incorporation”, scritto insieme a Frank Adams.

Per molti decenni, questo vitale potere è rimasto dormiente nella mente della cittadinanza, ma un piccolo gruppo di attivisti guidati da Grossman spera di resuscitarlo. Loro credono che per arginare l’ondata di crescita e l’inspiegabile potere delle corporazioni, non è sufficiente far affidamento alla regolamentazione, al contenzioso, alla legislazione e alle forze dell’ordine. Grossman e il suo progetto, con base a Cambridge, sulle corporazioni, il diritto e la Democrazia vogliono che i cittadini reclamino il potere di poter “mettere a morte le corporazioni”.


Anche se Grossman ha scritto e tenuto conferenze su questo tema, in pochi lo hanno preso sul serio. In una recente intervista, ha ammesso di avere soltanto 11 partecipanti attivi al suo gruppo.

L’ingresso del Professor Robert Benson, della Loyola Law School.
Benson non aveva mai sentito nulla riguardo la “pena di morte per le corporazioni” finchè non lesse il lavoro di Grossman. Quindi, qualche anno fa, Benson invitò Grossman a Los Angeles a parlare davanti alla scuola di legge e dopo questo evento folgorati da un’interessante conversazione. Benson stava cercando un modo per rimettere in riga le Corporazioni criminose e la revoca dello statuto lo colpì positivamente come un qualcosa che potesse funzionare e così decise di provarci, in modo eclatante.

Il 10 Settembre, lui e una coalizione di oltre 30 organizzazioni di interesse pubblico hanno presentato una petizione al procuratore generale della California per revocare le licenze alla Union Oil of California (Unocal). Nei circoli di responsabilità civile la Unocal è ben (o forse mal) conosciuta per il suo controverso Gasdotto in Birmania, costruito da un consorzio in parte posseduto dalla stessa Unocal e dal fuorilegge regime militare locale. Per la costruzione del Gasdotto, il regime Birmano ha sequestrato terre, trasferito forzatamente interi villaggi e utilizzato lo sfruttamento del lavoro – compreso quello di bambini e anziani. La petizione di Benson ha riportato molte altre violenze – tra cui indicibili violazioni dei diritti umani nei rapporti tra la Unocal e i miliziani talebani in Afghanistan, conosciuti per la loro estrema crudeltà nel maltrattamento delle donne; la responsabilità per i sversamenti di petrolio nel Canale di Santa Barbara nel 1969; Centinaia di altre violazioni ambientali e della sicurezza sul lavoro. Notando che la California mette abitualmente fuori mercato centinaia di commercialisti indisciplinati, avvocati e medici ogni anno, la coalizione ha invitato il procuratore generale della California Dan Lungren (che si presentava come Governatore) a revocare le licenze della Unocal.

“Stiamo lasciando i cittadini della California all’oscuro di tutto”, ha detto Benson. “Le persone suppongono erroneamente che dobbiamo cercare di controllare questi giganti recidivi volta per volta, ogni volta che commettono un disastro ambientale, quando licenziano, ogni volta che violano i diritti umani. Ma la legge ha sempre consentito al procuratore generale di andare in tribunale e semplicemente sciogliere una società che commette illeciti e vendere i suoi beni ad altri che operano nell’interesse pubblico.”

In California questo potere di revoca sembra sia stato invocato una sola volta durante questo secolo – nel 1976, quando un procuratore generale, conservatore e repubblicano, ha chiesto ad un giudice di sciogliere una società privata per la distribuzione d’acqua per aver fornito ai propri clienti acqua inquinata. A New York, è stata invocata più recentemente, quando il procuratore generale ha cercato di revocare gli atti costitutivi di due società che presumibilmente avevano diffuso ricerche “scientifiche” ingannevoli per conto dell’industria del tabacco.

Il portavoce della Unocal, Barry Lane ha dichiarato che “non ci sono le basi legali” per la petizione di Benson. Ma questo è falso, grazie ad una legge della California che autorizza il procuratore generale alla revoca degli atti costitutivi. Leggi simili sono state inserite in tutti i 50 Stati, più il distretto della Columbia.

“Abbiamo commesso delle infrazioni in passato”, ammette Lane. “E’ stato così per molte aziende. Abbiamo operato per 100 anni. Si, abbiamo commesso molti errori, ma ci siamo sempre presi la responsabilità degli errori e lavorato per rimediare”.

Se questo sia vero o no, la revoca per le aziende non sembra essere un pericolo nell’immediato. L’ufficio del procuratore generale ha respinto la petizione appena qualche giorno dopo la sua deposizione. Consegnata di Giovedì, è stata respinta il Martedì successivo – tempo appena sufficiente per visionare il documento di 127 pagine nella quale si citavano 24 leggi statali e federali, 45 casi e 40 leggi internazionali. ”Abbiamo ricevuto tre sentenze di rifiuto che la corte può chiaramente invertire come arbitrarie e capricciose”, ha detto Benson, preparando un piano d’appello.

“Non siamo politicamente ingenui,” ha spiegato Benson, “Non pensiamo che la Unocal verrà immediatamente chiusa, anche se così dovrebbe essere.” La petizione è stata fatta per cambiare la cultura legislativa e politica. “Il nostro obbiettivo principale è di cambiare l’opinione pubblica e la percezione mediatica del potere che le corporazioni hanno sulle persone e di riportare a galla la sovranità delle popolazioni sulle corporazioni.” ha detto. E ci si può lavorare. Mentre il caso non è riuscito a suscitare l’attenzione dei principali media nazionali, è stato oggetto d’attenzione sulla costa occidentale e di giornali come il Journal Of Commerce e il Financial Time di Londra. “La prossima volta che tenteremo di sciogliere una corporazione”, ha detto Benson, “la cultura e i media saranno molto più recettivi.”

Questa ipotetica “prossima volta” potrebbe già essere a portata di mano – grazie all’inaspettato caso-gemello presentato in Alabama dal giudice William Wynn, che sta cercando di revocare gli atti costitutivi delle cinque principali produttrici nazionali di sigarette. Sorprendentemente il giudice Wynn si aspetta di avere successo.

Non aveva mai sentito parlare di Grossman o di revoca degli atti costitutivi, quando nel maggio del 1998 ha presentato una denuncia al tribunale statale di Birmingham, Alabama, chiedendo che le licenze della Philip Morris, Brown & Williamson, RJ Reynoldsm, Liggett Group e della Lorillard Corporation venissero revocate. Il giudice era arrabbiato perché lo stato di Alabama aveva rifiutato di aderire, insieme ad altri 22 Stati, alla denuncia contro le multinazionali del tabacco, spendendo la gran parte dell’anno a cercare una legge che costringesse lo stato in questione a prendere iniziativa. Si imbattè in uno oscuro statuto del 19° secolo che dava ad ogni cittadino il diritto di fare una petizione contro lo stato per “writ of quo warranto” – una frase latina che sta a significare “con quale autorità?” come ha spiegato il giudice Wynn, il “writ of quo warranto” permette ad ogni cittadino di far causa contro una qualsiasi azienda, ponendo la domanda: “Con quale autorità si è in possesso di una licenza aziendale per fare affari, quando in realtà state infrangendo la legge?”

Il giudice Wynn ha scoperto un certo numero di leggi che crede che i produttori di sigarette abbiano violato, incluso l’aver contributo alla dipendenza minorile, la distribuzione illegale di materiale dannoso per i minori, il mettere in pericolo il benessere dei bambini, aggressione di terzo grado, incauto danneggiamento di terzi, pratica commerciale ingannevole, l’istigazione al reato minorile. Anche se le compagnie non sono state accusate di questi reati in Alabama, il giudice Wynn sostiene di star “chiedendo maggiore criminalizzazione per queste infrazioni”. Il giudice Wynn chiede quindi la revoca delle licenze di quelle società che vengono trovate in violazione della legge.

Forse la risposta più sorprendente alla causa è stata quella del più influente giornale nazionale, il Birmingham News. Il quotidiano non solo ha riportato la notizia della causa, ma ha anche pubblicato un lungo articolo riguardante l’opinione di Grossman, dal titolo “L’uccisione di Big Tobacco”. Il grande pubblico fu così esposto allo stile radicale di Grossman, che sosteneva che il giudice Wynn “ha delle solide basi legali per chiedere che lo Stato dell’Alabama fornisca al popolo sovrano dei rimedi efficaci per fermare l’usurpazione dell’autorità popolare da parte delle corporazioni.”

Il giudice Wynn è ottimista circa le sue possibilità. Conosce David Barber, il procuratore distrettuale locale, da circa 25 anni e lo definisce “uno che tira dritto”. Sostiene che le possibilità che Barber presenterà delle accuse penali contro le compagnie del tabacco sono “eccellenti” e prevede che se Barber le presenterà, qualsiasi giudice che presiederà la causa sarà obbligato a revocare le licenze statali alle compagnie. Siccome questo comporterebbe una perdita giornaliera di 2 milioni di $ per l’industria del tabacco, le compagnie saranno costrette a trovare un accordo. Questo è quanto il giudice Wynn prevede che accadrà.

Se le parole del giudice Wynn rimarranno solo del fumo, allora il movimento per la pena di morte per le corporazioni potrebbe essere nuovamente offuscato per un po’. Se il giudice ha ragione, presto ci saranno nuove notizie nei maggiori quotidiani nazionali e forse osserveremo un cambio di opinione sull’amministrazione corporativa in America.



Risorse

  • '' Taking Care of Business: Citizenship and the Charter of Incorporation”' un pamphlet di Richard Grossman e Frank Adams, pubblicato la prima volta nel 1993, è un'ottima introduzione al concetto di “Scioglimento delle Corporazione”. Singole copie disponibili a 4,55 dollari presso il Program on Corporations, Law & Democracy (PO Box 806, Cambridge, MA 02140).

    http://www.ratical.org/corporations/TCoB.html

  • Robert Benson, Professore di Diritto, può essere raggiunto presso Loyola Law School, Los Angeles, CA 90015. Telefono 213 / 736-1094.

Il giudice William Wynn può essere raggiunto a 660 Jefferson County Courthouse, Birmingham, AL 35263. Telefono 205 / 325-5367.

Contributi:

'' E’ quasi un concetto radicale o drastico che ad alcune società dovrebbe essere impedito definitivamente di commettere del male. Lo Stato revoca definitivamente il privilegio di fare business di commercialisti, medici, avvocati e altri autorizzati dallo Stato. Centinaia ogni anno ''

- Tesi N.3 dalla petizione per revocare la licenza della Unocal.

'' Le aziende oggi operano fuori controllo come governi privati ​​più potenti degli stati-nazione. ''

- Tesi N.6 dalla petizione per revocare la licenza della Unocal.

“Anche sotto la costituzione di statuti 'liberalizzati' nella corsa per una blanda regolamentazione statale delle corporazioni, l'attività d'impresa deve essere legale e in accordo con l'ordine pubblico dello Stato.”

- Tesi N.9 dalla petizione per revocare la licenza della Unocal.

“La devastazione ambientale perpetrata da un’azienda si estende dal locale al globale ed è abbastanza grave da essere descritta come ecocidio. ''

- Dalla petizione per revocare la licenza della Unocal.

“Una società per la legge è ciò che l'atto costitutivo stabilisce. E’ una creazione della legge e può essere modellata in una qualsiasi forma o per qualsiasi scopo il legislatore può ritenere più idoneo per il bene comune.”

- 1834, dichiarazione della legislatura della Pennsylvania

“Si tratta di un evento storico. E' il primo tentativo su larga scala di questo secolo che utilizza l’autorità sovrana del popolo contro una società con licenza statale ponendo fine al suo privilegio per fare affari.”

- Ronnie Dugger, fondatore de “Alleanza per la democrazia”, uno dei 30 gruppi aderenti alla petizione per revocare la licenza della Unocal.



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