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Vaccini: quando la smetteRAI di raccontare panzane?

Continua la disinformazione di Stato pagata dai contribuenti per compiacere le multinazionali del farmaco, NDR

Vaccini: quando la smetteRAI di raccontare panzane?

Scritto da Stefano Montanari

Oggi ero in automobile per un breve spostamento. Accesa la radio sintonizzata su RAI1, ho avuto la ventura di ascoltare 10 minuti di un programma “scientifico” a proposito dei vaccini. Life Obiettivo Benessere è il nome della trasmissione, una trasmissione che, a quanto pare, verte su temi sanitari.


Ascoltandola, confesso che mi è venuto da ridere. Da ridere non tanto

per le enormità e le frottole sparate senza vergogna dai due “scienziati” ospitati dal servizio pubblico radiofonico, enormità e frottole aventi come bersaglio ascoltatori evidentemente valutati come dei poveri gonzi, ma per il fatto che noi la RAI la manteniamo. In definitiva, noi paghiamo per essere disinformati e, magari, potremmo arrivare a ridere della nostra ingenuità.

Inutile dire che i dieci minuti che ho ascoltato consistevano nelle ormai solite stravaganze pubblicitarie delle quali siamo da tempo vittime: una raffica mortificante di slogan senza la minima base non dico scientifica né, scendendo di un gradino, medica, ma nemmeno qualcosa che avesse a che fare con il fair play necessario per chi pretende di fornire informazioni e non di spacciare panzane. Insomma, a dispetto dell’argomento delicatissimo che meriterebbe altro livello e altra onestà, il livello era quello del detersivo che lava più bianco.

Lasciando da un canto le “inesattezze” e, soprattutto, i silenzi che i “luminari” pontificanti hanno partorito confortati dall’entusiastico condimento della conduttrice, tale Annalisa Manduca, mi piacerebbe sapere se i due personaggi hanno mai analizzato un vaccino; se inietterebbero ad un bambino di due mesi (o a chiunque) pezzetti di acciaio o di piombo o di tungsteno o di titanio o di combinazioni degli elementi chimici più disparati; se hanno idea di quali siano le conseguenze dell’ingresso nell’organismo di quegli oggettini; se hanno mai letto per intero il bugiardino di un vaccino; se hanno mai visto una vittima dei vaccini; se sanno che nei vecchi i vaccini non possono avere effetto; se hanno mai letto i documenti “riservati” che le aziende produttrici compilano per uso interno; se conoscono i dati relativi alla storia naturale di malattie come, ad esempio, il tetano; se abbiano nozioni non distorte di farmacologia e sappiano che i vaccini, come tutti gli altri farmaci, non danno alcuna certezza di fare ciò che incoscientemente qualcuno promette come sicuro; se sono al corrente di aver prestato il Giuramento d’Ippocrate.

Informare significa mettere sul tavolo tutti i dati, da quelli che fanno piacere, qualunque ne sia il motivo, a quelli che non piacciono, e, soprattutto,comunicare senza deviare la mente di chi ascolta. E chi ha ascoltato quella sequela di assurdità è uscito convinto che, vaccinandosi come si fa oggi e con i vaccini che sono sul mercato oggi non si ammaleranno mai di una serie lunghissima di malattie. Tanto per fare un esempio, è in uso il vaccino etichettato come antimeningococcico. Chi s’inietta il farmaco è convinto che di meningite non si ammalerà mai, e sono balle. Ammettendo pure che il vaccino non dia guai e persino funzioni (e non è affatto certo), il soggetto sarà solo parzialmente protetto, e lo sarà solo per un tempo limitato, dagli effetti della Neisseria meningitidis, il batterio che causa la malattia. Credo che sarebbe onesto informare che i sierotipi sono 13, che 5 sono quelli principali e che il vaccino si rivolge ad uno solo di essi. Ma discorsi analoghi sarebbero possibili per parecchie malattie, cosa che nessuno pare abbia volontà di fare, in questo modo dando al soggetto l’illusione di essere immune da quella determinata patologia e, di conseguenza, facendolo convinto di non aver bisogno di prendere le precauzioni del caso. Il tetano è un esempio classico: quando arrivò il vaccino, la malattia, già in fortissima diminuzione da decenni quanto a casistica e a mortalità, riprese a salire. Ma di questo non si dice mai. Così come non si dice nulla dell’inquinamento di quei prodotti.

L’ho ripetuto fino alla noia: io non sono contro i vaccini a prescindere. Però non posso tollerare l’“informazione” come quella che ci propina la RAI né posso tollerare che persone che noi paghiamo perché veglino sulla nostra salute (es. chi ricava pane e companatico dall’Istituto Superiore di Sanità o dall’accozzaglia di enti sanitari che pullulano in un paese come il nostro dove la salute si protegge a chiacchiere) ci raccontino menzogne vergognose e censurino i fatti. Tutto questo non può non insospettire né generare cattivi pensieri. Il fatto stesso che s’insabbino i risultati delle nostre analisi rifiutando a priori ogni discussione è una tara molto pesante che grava sui vaccini non tanto come idea quanto come pratica.

Da ultimo, con tutta la benevolenza dovuta a una signora che sicuramente tiene famiglia e che per questa tratta di argomenti che non conosce, consiglierei alla signora Manduca di continuare sul filone del libro che ha pubblicato: Cosa pensano le donne quando lessano gli spinaci. Io non ho letto il libro né lo leggerò, ma credo che, mantenendosi prudentemente sul discettare di spinaci lessi, la signora farebbe molti meno danni.