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La grande paura: fatti, dicerie e invenzioni sulle meningiti. (1 parte)

La meningite così come viene descritta dai mass-media fa troppa paura, e questo provoca comportamenti emotivi e impedisce ragionamenti razionali.Pubblichiamo un intervento del dott. Eugenio Serravalle, Presidente di AsSIS, suddiviso in due parti. La prima riguarda le infezioni da haemophilus influenzae, la seconda quella da meningococco.

a cura del Dottor Eugenio Serravalle – © Riproduzione Riservata

La “Grande Paura” fu un fenomeno di panico collettivo che si propagò contemporaneamente da punti diversi delle campagne francesi tra il luglio e l’agosto 1789, l’anno della Rivoluzione.1 Gli storici la studiano perché costituisce uno dei primi esempi relativamente ben documentati dei meccanismi di auto-suggestione e auto-inganno che possono innescarsi in una comunità, non ristretta, ma addirittura estesa su scala nazionale. In genere si tende a credere che fenomeni simili possano generarsi tanto più facilmente quanto più s’inquadrano in ambienti sociali e culturali tipici di epoche diverse da quella attuale, caratterizzati cioè da scarsità d’informazioni, difficoltà di verificare le notizie, inaffidabilità di queste ultime a causa di un sistema di comunicazioni consistente in buona parte nel “passa parola”.

Nonostante la diversità delle due discipline, storia e medicina, quest’ultima potrebbe fornire alcuni utili casi di studio al genere di storiografia che indaga il modo in cui si forma un’opinione all’interno di un gruppo sociale, in modo del tutto indipendente dai fatti oggettivi. Il caso più appropriato sarebbe proprio quello della percezione sociale del pericolo delle meningiti negli ultimi decenni, percezione che ha assunto più volte il carattere del panico collettivo, fenomeno quanto mai singolare in un’epoca che ha assistito alla rivoluzione informatica, grazie alla quale conoscenze, dati, e possibilità di verifica puntuale delle informazioni sono a disposizione della maggior parte, anche se non di tutta, la popolazione. Va anche detto, però, che questo fenomeno, a differenza di quello studiato dagli storici francesi, non ha per nulla il carattere della spontaneità, ma, come vedremo, è stato favorito e artificialmente alimentato ancora una volta dall’anomalo intreccio d’interessi tra industria farmaceutica, mondo della politica, e autorità sanitarie.

Inizia così il paragrafo dedicato alle meningiti del mio ultimo libro Vaccinazioni: alla ricerca del rischio minore.

Quanti lo hanno letto sanno che non è mia abitudine nascondere o manomettere i dati, anzi ho esposto dettagliatamente i diversi tipi di meningite e le loro possibili conseguenze, chiarendo perché ci si possa attendere dal vaccino effetti limitati, o addirittura indesiderati, ed evidenziando l’entità del rischio di contrarre la malattia attraverso un confronto con altri rischi ritenuti, nella vita quotidiana, accettabili o addirittura non rilevanti. Non ho taciuto le possibili gravi conseguenze della malattia perché il mio intento non è minimizzarne la natura, bensì di ricondurre entro termini realistici il rischio effettivo di contrarla.

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