Article reference: http://www.laleva.org/it/2013/07/cancro_rossella_puccio.html

CANCRO: ROSSELLA PUCCIO



L'inizio dei miei studi coincide con un evento terribile, la morte di mia madre per cancro. Era il 6 aprile 1992. Da quando le diagnosticarono in carcinoma alle vie biliari

alla sua morte trascorsero appena 90 giorni. Pochissimi, ma anche sufficienti per intraprendere una lotta contro il tempo fatta di studi e ricerche, nel disperato tentativo

di capire cosa la stesse uccidendo e come salvarla. Decisi di trasformare quel dolore in determinazione. Non abbandonai quanto avevo iniziato, intraprendendo un serrato

lavoro di ricerca e studio su questa patologia. Occorre una piccola digressione, che ci riporta al 1977, quando incuriosito dalle patologie degenerative che colpivano le piante

superiori iniziai a interessarmene, studiando le muffe che si formavano sul tronco.

Furono i primi passi di quella idea che ho negli anni sviluppato, basata sul metodo scientifico: l'oncologia sperimentale afferma che affinché si formi una neoplasia gli

oncogeni devono essere spinti da una causa chimica, fisica o virale; partendo da questo assunto ciò che ho tentato di dimostrare è che affinché questo si possa verificare il

sistema di protezione dell'organismo, chiamato scudo molecolare antiossidante, debba essere del tutto compromesso.



Decido di argomentare la mia tesi in uno riassunto di quasi cento pagine di migliaia di fogli di appunti (mai pubblicato) , dal titolo 'Eziopatogenesi del cancro', e di sottoporlo a eminenti scienziati e ricercatori. In 46, afferenti a 16 discipline scientifiche diverse, hanno accolto la mia teoria decidendo di porre la propria firma simbolica sul testo. Il 5 dicembre del 1998, durante il congresso "50° anniversario della Costituzione dei Diritti umani", tenutosi a Palazzo Comitini a Palermo alla presenza di consoli stranieri e autorità politiche locali e internazionali, mi fu chiesto di intervenire per raccontare la mia esperienza.

Per la prima volta,
pubblicamente raccontai di avere scoperto "Causa prevenzione e cura del cancro", avanzando la richiesta di potere dimostrare le mie scoperte attraverso una sperimentazione ufficiale. L'anno successivo viene presentata un'interrogazione parlamentare, dall'on. Nino Lo Presti, "Sostegno all'attività di ricerca sul cancro posta in essere da un privato", (http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed868/s040.htm ) in cui si chiede di potere supportare una sperimentazione basata sui miei studi.

Ossia: poter dimostrare che alla base del cancro c'è lo stress ossidativo, causato dalla distruzione dell'amminoacido cisteina, asse portante del sistema antiossidante. Una molecola derivante da un metabolita legato, a sua volta, a un batterio chiamato 'Sarcina Ventriculi'.


Attraverso una serie di reazioni biochimiche, che interagiscono con il processo enzimatico, questi formano la cloracetaldeide che interagendo con al cisteina forma l'acido tiodiglicolico che riscontriamo regolarmente nelle urine degli ammalati di cancro che abbiamo analizzato.

Pertanto, sostengo che per prevenire e curare il cancro occorra eliminare la causa e quindi lo stress ossidativo ristabilendo il giusto rapporto riducente/ossidante omeostatico cellulare;questo eviterà la recidiva da causa ma non da chemio, anche se la ritarda. Ma oltre allo stress ossidativo arriva il blocco delle pompe cellulari che fa accumulare il calcio a livello intra ed entro cellulare facendo diventare la cellula tumorale come un protesi irriconoscibile al sistema immunitario, oltre un scarsa adesività per l'abbassamento del potenziale membrana.


Ma tutto questo è possibile superarlo con una semplice operazione che è possibile fare attraverso degli aghi teleguidati (tac 16 strati) che vanno ad immettere delle micromole

di decalcificanti come il bicarbonato di sodio(soluzione n.9) e la Vitamina c. dentro la massa rendendola attaccabile dal sistema immunitario (immunogenicità).


La risposta all'interrogazione è assai aleatoria e inconcludente, come sottolineato dallo stesso Lo Presti. Cosi come non è stata nessuna risposta a quest'altra

interogazione parlamentare presentata dal Dott. Formica (medico chirurgo) http://stressossidativobenecomune.it/download/interrogazione_28_01_2004.pdf

Il documento del 1999 però è un'importante attestazione di quanto oggi, seppure lentamente, sta interessando il mondo scientifico, lo stesso Istituto Superiore di Sanità

ha dichiarato di aver intrapreso un trial di ricerca che parte dall'assunto che i tumori sono acidi. «L'acidità è un meccanismo che il cancro usa per isolarsi da tutto il resto,

farmaci compresi - spiega Stefano Fais, presidente Ispdc e membro del dipartimento del farmaco dell'Iss in un'intervista su la Repubblica.it -. Ma le cellule tumorali, per

difendersi a loro volta da questo ambiente acido, fanno iperfunzionare le pompe protoniche che pompano protoni H+. Se si bloccano queste pompe, la cellula tumorale

rimane disarmata di fronte all'acidità, e finisce per morire autodigerendosi».

(http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2010/09/27/news/cancro_una_molecola_spegne_i_geni_responsabili_della_crescita_delle_cellule_cancerose-7490226/ ).


Il 17 febbraio 2011, il professore Lisanti cosa ha fatto?

http://www.newsfood.com/antiossidanti-una-valida-terapia-contro-il-cancro/

http://www.sciencedaily.com/release/2011/02/110215102836.htm

L'istituto superiore dopo 14 anni conferma quello che mi ha negato nell'interrogazione parlamentare del 1999.

23/01/2013
http://www.lastampa.it/2013/01/23/scienza/obiettivo-l-habitat-del-tumore-jF5BWjMmY6AiDD2jnUBUCM/pagina.html

15/04/2013
Noi dosiamo nelle urine la molecola che deriva dalla reazione tra la cloraacetaldeide e la cisteina.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23280980