Article reference: http://www.laleva.org/it/2010/09/comunicato_delliss_combattere_lacidita_per_sconfiggere_il_tumore.html

Comunicato dell'ISS: Combattere l'acidità per sconfiggere il tumore

ISS 27 settembre 2010

Sono cinque oggi i trial clinici basati su un'alternativa alla chemioterapia. Saranno presentati oggi, infatti, all'Istituto Superiore di Sanità durante il Primo Simposio Internazionale tutti gli studi su cui sta puntando l' "International Society for Proton Dynamics in Cancer" (ISPDC) che utilizzano queste nuove strategie antitumorali. "L'obiettivo - spiega Stefano Fais, del Dipartimento del Farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità - è quello di colpire soltanto il target molecolare che causa il tumore, per evitare gli effetti collaterali frequenti nelle terapie tradizionali utilizzando inibitori della pompa protonica per inibire la crescita della massa tumorale ".

Questi studi sono partiti dalla considerazione che l'acidità è una caratteristica del microambiente tumorale tanto che le cellule normali ai livelli di acidità nei quali normalmente cresce il tumore muoiono. Queste condizioni si creano progressivamente durante la crescita del tumore, con un iniziale accumulo di acido lattico, dovuto al metabolismo tumorale, e la successiva selezione di cellule che per sopportare l'incremento dell'acidità fanno iperfunzionare delle pompe cellulari che eliminano protoni all'esterno della cellula.

"I risultati sono estremamente incoraggianti - conclude Fais - ma devono essere confermati su un numero più ampio di pazienti".


I cinque trial

Nel mirino di queste terapie melanoma e osteosarcoma. Sono i primi due studi clinici eseguiti in Italia all'Istituto dei Tumori di Milano ed all'Università di Siena per i melanomi e presso il Gruppo Italiano dei sarcomi, con sede a Bologna per gli osteosarcomi. 
Lo stesso approccio è utilizzato per combattere il carcinoma alla mammella presso la Fudan University di Shangai.

Anche il bicarbonato assunto per bocca potrà rientrare fra le nuove terapie anti-tumorali, utilizzato in Florida dal professor Robert Gatenby del Dipartimento di oncologia integrata al Cancer Center di Tampa.

A Tokio, invece, il prof. Kusuzaki del Dipartimento di Oncologia dell'Università di Edobashi usa una vecchia molecola, l'arancio di acridina per combattere i sarcomi. L'arancio di acridina si concentra negli organuli acidi della cellula e susseguentemente ad uno stimolo luminoso (raggi x) si trasforma in un composto altamente tossiche per le cellule tumorali, senza segni di tossicità per i tessuti normali circostanti.

Tutte queste terapie sono basate sull'utilizzo di farmaci che usano l'acidità tumorale come target o inibendo i meccanismi che la causano (inibitori di pompa protonica) o semplicemente tamponando (bicarbonato) o cambiando il loro stato una volta concentrati all'interno dei tumori (arancio di acridina).


Fonte: Istituto Superiore della Sanità

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In merito al post pubblicato sul vostro sito che riporta l’articolo di Repubblica, “In Italia sono partiti i primi due trial clinici per sostituire i chemioterapici con i farmaci per l'acidità di stomaco” vogliate accettare alcune considerazioni in merito. Si parla di uno studio innovativo, ma lo è davvero? Giovanni Puccio da quasi 20 anni lotta per il riconoscimento dei propri studi e di una terapia (C.R.A.P) che sintetizza quanto sta alla base “degli studi” e “nuove strategie” – si legge nel comunicato stampa dell’ISS - , presentati oggi dal del Dipartimento del Farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità. Nel comunicato stampa in oggetto si parla di "nuove strategie antitumorali", "microambiente acido", "inibitori della pompa protonica per inibire la crescita della massa tumorale", “alternative alla chemioterapia”, “accumulo di acido lattico, dovuto al metabolismo tumorale”… punti cardine degli studi di Giovanni Puccio, una raccolta di studi, indagini ed esperimenti (condotti privatamente con l’ausilio di scienziati e ricercatori che hanno creduto nelle sue intuizioni, firmando lo stesso studio a testimonianza del loro pubblico appoggio), che compongono la sua relazione “Eziopatogenesi del cancro” (1998), in cui si parla di ciò che oggi l’Istituto di Sanità propone come uno studio proprio e innovativo. È oltraggioso quello a cui si assiste, alla luce degli incontri che negli anni la nostra Associazione Emmanuele ha avuto con il Governo nazionale e i ministri di Sanità che si sono succeduti (vedi interrogazione parlamentare del 2001 http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed868/s040.htm le lettere e i documenti che testimoniano come negli anni si sia richiesta più volte la sperimentazione ufficiale della terapia e la riproduzione di quegli esperimenti con cui Puccio avrebbe individuato i batteri enterofermentanti e acido-resistenti presenti nello stomaco che, a suo avviso, sarebbero implicati nei processi che causano patologie degenerative, quali il cancro ). L’unica lettura possibile è chiedersi se l’ISS stia tentando di salvare il salvabile. Occorre non sottovalutare però come questa possa essere una crepa in un sistema lobbistico che inizia, finalmente, a cedere.