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Integratori alimentari - la libertà non è garantita

Una delle battaglie più intense de La Leva è quella per la libertà di scelta nel campo dell’alimentazione. Parliamo della nostra facoltà di integrare nella dieta elementi nutritivi, senza restrizioni di forma o dosaggio.

L’integrazione di elementi nutritivi ad alto dosaggio non ha mai fatto parte della cultura salutistica italiana e quella di alcuni altri paesi europei come Francia, Germania e Grecia. Tuttavia, l’uso di integratori nella tradizione anglosassone si è notevolmente diffuso in Europa in seguito alla maggiore disponibilità di studi scientifici e libri sull’uso dei nutrienti per la salute in questi ultimi decenni. Però, l’uso di vitamine e minerali come strumento preventivo e in qualche caso curativo, si è scontrato in alcuni paesi, tra i quali l’Italia, con una pratica amministrativa piuttosto restrittiva. Limiti di dosaggio alquanto bassi erano in vigore un po’ ovunque.

Negli anni ‘90 la battaglia si spostò a Bruxelles, dove la politica, nella migliore tradizione europea, cercava di elaborare dei compromessi “nell’interesse dei consumatori”. Quelle discussioni si concretizzarono nella direttiva europea per gli integratori alimentari che entrò in vigore nel 2002. Visti i forti contrasti tra chi proponeva maggiore libertà di scegliere e chi invece pensava di dover proteggere la nostra salute dai supposti danni di un consumo eccessivo di vitamine, la direttiva rimase incompleta. La determinazione di un elenco ufficiale di “fonti vitaminiche e minerali”, di sostanze formalmente riconosciute e approvate come ingredienti negli integratori venne rimandata a futura determinazione. Oltre a quell’elenco “positivo”, ossia restrittivo, la direttiva prospettava dei limiti di dosaggio delle vitamine e dei minerali. Oggi, sette anni più tardi, ancora non si conoscono né l’elenco definitivo delle sostanze “fonte” che riceveranno il nulla osta, né si hanno notizie sui dosaggi eventualmente permessi. Però l’anno 2009 promette la fine dell’incertezza. La direttiva infatti dovrà diventare pienamente operativa prima della fine dell’anno. Questo significa che l’elenco “fonti” deve essere ultimato insieme alla pubblicazione di eventuali limiti di dosaggio.

L’Italia ha attuato la direttiva integratori con un decreto legislativo che ha istituito l’obbligo, per produttori e importatori, di notificare al ministero della Salute le etichette degli integratori. Gli altri due aspetti materiali della direttiva, “elenco” e “dosaggi”, sono rimasti aperti - per modo di dire. Mentre per l’elenco degli ingredienti il nostro ministero ha mostrato massima disponibilità, permettendo l’uso di tutte quelle sostanze già utilizzate in precedenza, per i dosaggi purtroppo ha fatto l’esatto contrario. Non seguendo lo spirito e la lettera della direttiva, la prassi amministrativa in Italia è rimasta come prima. Sono tuttora in vigore limiti bassi per i singoli nutrienti, nonostante la direttiva li abbia aboliti.

In questo momento, il futuro degli integratori in Europa dipende dalle decisioni che verranno prese dall’Autorità Europea per la sicurezza degli Alimenti a Parma e dalla Commissione europea a Bruxelles. Nessuna delle due è particolarmente felice di toccare la patata bollente. La reazione dei consumatori nel caso di limiti troppo restrittivi è quasi scontata.

Le discussioni adesso vertono sull’applicazione di una tecnica di valutazione del rischio elaborata per le sostanze chimiche potenzialmente tossiche a sostanze nutritive indispensabili per la nostra salute. L’ANH, Alliance for Natural Health con l’apporto di associazioni nazionali come La Leva, sostiene che, sia per la valutazione di ingredienti (fonti di vitamine e minerali) che per gli eventuali limiti di dosaggio, si debba tenere in considerazione un’importante differenza. Non si tratta di veleni chimici senza valore nutritivo da allontanare dalla nostra alimentazione, bensì di elementi nutritivi di vitale importanza per la nostra salute.

Ancora non c’è alcuna certezza su quale sarà il regime per gli integratori di vitamine e minerali. Quel che possiamo dire è che la lotta si prospetta dura. La nostra convinzione è che la nutrizione è un’affare personale. Se si vuole rispettare la libertà di scelta dei consumatori come la Commissione europea ha affermato a più riprese, non è il caso di intervenire con mano pesante sulla disponibilità di sostanze nutrienti negli integratori alimentari.

Sepp Hasslberger
La Leva di Archimede