Article reference: http://www.laleva.org/it/2005/06/codex_alimentarius_e_le_vitamine.html

Codex Alimentarius e le Vitamine

Il Codex Alimentarius si sta occupando di integratori di vitamine e minerali proponendo nelle sue "linee guida" una strategia molto simile a quella dell'Unione Europea, espressa nella direttiva europea sugli integratori. Dopo lunghe delibere la "linea guida" Codex è stata ultimata lo scorso novembre, da approvare in via definitiva a Roma, durante la riunione della "Commissione Codex" che avrà luogo dal 4 al 9 luglio 2005 alla FAO.

Sento, un po' sotto voce, la domanda - "ma non abbiamo già abbastanza da fare con l'Unione europea che ci rende la vita difficile per le vitamine e le erbe; che cos'è questo CODEX e perché si mette a dettare leggi sulla salute e la nutrizione?"

Cari miei, il Codex è quel forum internazionale che decide le regole per il commercio internazionale. Fa le leggi internazionali per tutto quanto legato agli alimenti e la salute: determina livelli di residui di "fitofarmaci" (pesticidi, erbicidi, antibiotici, ormoni) accettabili negli alimenti, approva organismi geneticamente modificati, irradiazione degli alimenti, prescrive il contenuto di formule per neonati, etichette dei prodotti alimentari nel commercio internazionale, e via dicendo. Lo scopo è di eliminare tutte le barriere al commercio internazionale.

La globalizzazione

I membri del Codex sono i paesi aderenti alle Nazioni Unite, rappresentati per lo più da funzionari ministeriali, i quali "decidono per il proprio paese". Si potrebbe capire se avessero ricevuto un mandato dal popolo, o al limite dal parlamento che poi ne approvi i risultati. Niente affatto. Le regole elaborate dai vari comitati Codex servono da "standard" per il commercio internazionale e così diventano legge. I singoli paesi praticamente non hanno scelta. Il WTO, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, usa quanto elaborato dal Codex per determinare ragione e torto nelle controversie tra stati sovrani. Solo che gli stati, sovrani non sono più, perché le leggi vengono fatte da funzionari amministrativi con grande input delle industrie chimiche e agroalimentari tipo Nestlé, Monsanto, Cargill ("industria" del grano), e senza alcun controllo democratico. E' facile immaginare che queste leggi favoriscono ... le forze della globalizzazione.

Così le linee guida Codex di prossima approvazione riprendono con fedeltà la filosofia del controllo alla tedesca già codificata nella direttiva europea sugli integratori: Livelli massimi di dosaggio da stabilire, elenchi di ingredienti "approvati", assoluto divieto di menzionare elementi nutritivi e malattie nella stessa frase o solo di "accennare" a qualche proprietà salutare di questi elementi preziosi.

Guadagna l'industria mondiale del farmaco che così pensa di eliminare una concorrenza diventata assai scomoda. Troppa gente si rivolge verso le cure naturali e la prevenzione. Si prendono provvedimenti per proteggere l'orticello farmaceutico.

Questi tedeschi...

Il tutto è iniziato una diecina d'anni fa in Germania. Un primo tentativo di far iniziare i lavori per la direttiva europea per controllare tutti quei prodotti naturali che già allora affollavano il mercato, era appena stato abbandonato perché il tema era troppo caldo. Non si prevedeva che fosse possibile arrivare ad un accordo senza che scoppiasse il finimondo - proteste dei consumatori, dei produttori, dei commercianti... Decisero allora di far progredire i lavori in un forum meno aperto allo scrutinio da parte del pubblico, quello appunto del Codex Alimentarius. La delegazione tedesca un bel giorno si svegliò e introdusse una proposta di "linee guida per le vitamine e i minerali". La Germania era il proponente ideale, dato che il paese ospita le riunioni annuali del Comitato per la Nutrizione del Codex. E' anche il paese europeo dove forse l'industria farmaceutica ha più voce in capitolo di salute che in qualsiasi altro paese europeo. I lavori sulla proposta tedesca continuavano "alla chetichella", con riunioni ogni anno a Berlino oppure a Bonn, finché nel novembre scorso il capo del Comitato per la Nutrizione, il tedesco Grossklaus, poteva annunciare: le linee guida sono pronte per essere inoltrate alla Commissione Codex a Roma per l'ok finale.

Mentre il Codex lavorava in gran silenzio, la Commissione europea ricominciò il suo progetto di direttiva per la protezione del farmaco come unico mezzo volto alla salute. E' la direttiva europea sugli integratori, gemello identico, o quasi, delle "linie guida" Codex. E l'Europa è arrivata per prima. La direttiva fu approvata nel 2002 ed è in fase di inserimento graduale nel regolamento dei paesi membri. E' vero che un'azione legale incalza la nuova normativa, la quale si potrebbe trovare invalidata oppure rafforzata, quando i giudici annunciano il loro verdetto, atteso per il 12 luglio prossimo venturo.

Così diversi - così uguali

Abbiamo visto che le regole del Codex sono diverse da quelle della Comunità europea - legalmente parlando. Le une non dipendono dalle altre, Codex è globale, mentre la direttiva europea vale solo per gli stati membri dell'Unione. Ma l'intento e l'effetto di queste nuove regole che rendono la vita difficile alle vie naturali per la salute è praticamente identico.

In partenza, tutti e due questi progetti sorgevano dalla stessa fonte: le autorità sanitarie di un paese forte, con legami indissolubili all'industria del farmaco. La domanda da mille dollari: Quale agenda si nasconde dietro questa spinta a dominare gli integratori di vitamine e minerali, e in futuro di altri prodotti per la salute naturale?

Il campo di gioco "livellato"

La risposta viene da Peter Byrne, giornalista investigativo Usa (www.peterbyrne.info), che ha messo il tutto a punto in un articolo dal titolo: The Fate of Vitamins - Il destino delle vitamine.

Secondo Byrne, le regole elaborate dal Codex Alimentarius nel tempo schiacceranno ogni legislazione nazionale contraria, perfino l'attuale legge americana, perché il WTO è pronto a far sì che il Codex sia rispettato. La parola d'ordine è il "libero commercio". Laddove leggi nazionali o regionali, come quelle dell'Unione europea, "ostacolano" quella libertà di commercio, assorta a credo universale della globalizzazione, il WTO interviene, comminando sanzioni, che nella quasi totalità dei casi comportano il cambiamento delle leggi "inferiori".

Viene così livellato il campo di gioco, "non per rendere competitivi i produttori minori o le economie dei paesi in via di sviluppo", bensì "per assicurare la continua crescita delle multinazionali, permettendo che divorino i pesci piccoli e espandano il loro dominio a nuovi mercati sia nei paesi industrializzati che nelle economie in via di sviluppo". Continua Byrne: "si sta massimizzando l'estrazione dei profitti per gli investitori, piuttosto di massimizzare la salute o l'indipendenza economica dei popoli."

Il tutto è codificato negli accordi internazionali, in questo caso l'accordo sulle Misure Sanitarie e Fitosanitarie (SPS), e l'accordo sulle Barriere Tecniche al Commercio (TBT). Secondo questi accordi, tutti i paesi aderenti si impegnano a non porre ostacoli ingiustificati al commercio, armonizzando al contempo le loro leggi agli standard internazionali, pena le sanzioni imposte dal tribunale speciale del WTO.

Strategia di accerchiamento

Pare che la salute naturale si trovi di fronte ad una vera e propria strategia di guerra, un attacco da più lati, dopo essere stata "accerchiata" dalle multinazionali che propongono un'approccio esclusivamente farmaceutico alla salute. Dovessero riuscire le forze della salute naturale a districarsi dalle varie direttive europee, si troveranno subito di fronte ad un nuovo attacco, quello internazionale che in effetti sarà ancora più pesante del primo.