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Il metodo Pantellini: una speranza nella lotta ai tumori

Giovedì 19 maggio 2005 ore 21,00

Aula Magna Itis “ Q. Sella “ Via Rosselli  2 Biella

Il metodo Pantellini: una speranza nella lotta ai tumori  ( ascorbato di potassio )

Dottori Guido Paoli e Dottor Efisio Pantellini
Responsabili Fondazione Pantellini di Firenze

Dottor Mario Clerico
Direttore S.C. di Oncologia Ospedale di Biella

Corrado Maggia
Pastore della Chiesa di Cristo Re di Biella

Con testimonianze Durante la serata di persone guarite con il Metodo Pantellini, con la medicina ufficiale e con la Preghiera

INGRESSO LIBERO 

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Lo stato di fatto sul cancro e la sua cura è che da decenni di ricerche e miliardi di dollari, di lire ed oggi di euro spesi, il problema cancro è ancora irrisolto. Ogni anno appaiono sulla scena mondiale nuove scoperte che poi miseramente ricadono nell’oblio. Nello stesso tempo la medicina ufficiale continua a praticare delle terapie “ devastanti “, indirizzando la ricerca solo verso il loro miglioramento( per esempio dalla “cobaltoterapia  alla chemioterapia” )
Le statistiche sulle remissioni di malattia sono riportate nell’arco dei cinque anni dal momento della diagnosi e in esse non si fa menzione della qualità di vita del paziente e non si parla delle morti causate dalla terapia stessa.
La ricerca è in mano alle case farmaceutiche che studiano solo rimedi da cui ricavare profitti.
Le terapie naturali o di poco costo non vengono prese in considerazione.
Tutto ciò che non è pubblicato sulle riviste specializzate della corporazione oncologica è considerato non degno di nota.
I malati guariti con terapie non convenzionali non vengono ascoltati e spesso tacciono ai loro medici la verità.
Nel settembre del 1997 ad Heidelberg in Germania , si sono riuniti oncologi di tutto il mondo per discutere sui casi che si sono definiti “ remissioni spontanee” cioè guarigioni ottenute con terapie non convenzionali o con assenza di terapia e le testimonianze sono state tantissime.
Invece di aggredire con veleni e radiazioni le cellule cancerogene( ed insieme quelle sane ) forse si dovrebbe fare più attenzione al rapporto mente-corpo?
E’ ormai scientificamente provato che la nostra mente manda dei messaggi ad ogni singola cellula attraverso i neurotrasmettitori e la cellula con i suoi recettori riceve i messaggi e ne è influenzata la sua natura.
Dunque il malato che avrà un atteggiamento rilassato e affronterà il cancro come fosse un’influenza, forse  avrà molte più possibilità di sopravvivenza di una persona terrorizzata.
La meditazione ( e aggiungo io la preghiera ) è ormai accettata come pratica benefica anche dalla medicina moderna, gli ayurvedici indiani la usano da millenni per la cura delle malattie.
Agire sullo stato d’animo del paziente è dunque una delle armi in mano ai medici, ma sfortunatamente molti medici hanno un atteggiamento pessimistico e terrorizzano il paziente anche per aumentare il proprio potere su di lui.
Il caso del professor Di Bella ha mostrato come un medico, gentile e disinteressato,  fosse capace di guarire moltissimi malati utilizzando sia dei farmaci non convenzionali sia dando la fiducia al paziente.
Il paziente è un numero.
E così la realtà è che i pazienti si rivolgono alla medicina ufficiale, nello stesso tempo fanno cure alternative di cui tacciono l’esistenza all’oncologo, che spesso si meraviglia di risultati ottenuti da qualcosa di cui ignora l’esistenza ed erroneamente ne attribuisce il merito a questa o a quella terapia.
Gli arabi prima e gli inglesi poi , cercarono invano di far sparire dall’India la Medicina Ayurvedica che adesso è praticata in tutto il mondo.
L’agopuntura è usata nella medicina moderna per anestesie non pericolose.
L’omeopatia è praticata da migliaia di medici che hanno abbandonato l’allopatia, in tutto il mondo.
Sempre più persone si affidano alle diete, allo yoga, al Tai Chi ed altre tecniche di concentrazione e presa di coscienza ( compresa la preghiera )  ottenendo risultati notevoli per la loro salute psico-fisica.
La medicina cinese ed i suoi rimedi erboristici è famosa nel mondo per la sua efficacia.
La formula “ Caisse” degli indiani Ojibwa è uno di questi rimedi passatici dai nostri fratelli di terre lontane.
Perdiamo l’occasione di integrare tutti questi metodi per una vera cura della salute individuale, di una vera prevenzione della malattia.

( tratto dal libro di Ludovico Guarneri “ La formula Caisse” )

Comments


Mi piacerebbe proprio sapere di quali profonde conoscenze medicheil sig. Federico è a conoscenza e che, secondo Lui, non possiedono persone come il Dr. Linus Pauling (premio Nobel per la chimica e premio Nobel per la pace).



a proposito di portafogli grassi bisognerebbe guardare al costo dei farmaci per il cancro e delle cure convenzionali e alla carità notevole e soprattutto remota condotta nei laboratori farmaceutici verso i poveri malati che fanno anche da cavie per ricerche e bilanci di multinazionali. studiate studiate ma voi carità e impegno personale li mettete dietro il paravento degli studi ufficiali nelle università, siete in grado di litigare per la paternità di una teoria piuttosto che per la salute delle persone a cui servono i rimedi.



...ma cosa state dicendo???Pensate ai vostri di dati pubblicati. L'unico scopo della vostra terapia è ridurre lo stato di obesità del portafoglio dei poveri malati. La medicina tradizionale è l'unica che veramente da qualche speranza; certezze non ne da nessuno.Tantomeno chi pensa di curare il cancro con il bicarbonato di potassio o cose del genere; dovrebbe studiare bene cos'è il cancro. Io l'ho studiato e ho la presunzione di affermare che la cura pantellini è una grandissima idea perchè permette ai fautori di questa teoria di fare un sacco di soldi; a livello medico però è come dire che l'acqua san benedetto fa guarire il tumore del polmone. Sdegnati saluti.