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"Cartello per far lievitare i prezzi" Antitrust contro le big dei farmaci

L'accusa: le tredici principali industrie del settore si accordavano per spartirsi il mercato dei medicinali nelle Asl di diciannove città
"Cartello per far lievitare i prezzi" Antitrust contro le big dei farmaci
Il fascicolo aperto dopo l'inchiesta della Guardia di Finanza
di MARCO MENSURATI

MILANO - L'autorità antitrust ha aperto un fascicolo sulle filiali italiane delle tredici principali industrie farmaceutiche mondiali che avrebbero, secondo l'accusa, costruito un maxi-cartello per spartirsi l'intero mercato del farmaco nelle strutture pubbliche di diciannove città (tra le quali Roma, Napoli, Bologna, Torino e Cagliari). In questo modo avrebbero deciso per anni le modalità dell'aggiudicazione dei vari appalti e, soprattutto, avrebbero mantenuto alti i prezzi di specialità farmaceutiche, vaccini e perfino dei disinfettanti.

L'iniziativa dell'antitrust, che potrebbe concludersi con una multa senza precedenti, origina da un'inchiesta penale avviata dal nucleo speciale per la tutela della concorrenza e del mercato della Guardia di finanza. Al termine di due anni di indagine e di sei mesi di intercettazioni telefoniche, i militari avevano individuato due distinte associazioni a delinquere finalizzate alla turbativa d'asta.

La prima era composta dai rappresentanti delle società per azioni Glaxo-Smith-Kline, Pharmacia & Upjohn, Roche e Astrazeneca che avrebbero predeterminato (con un'intesa riservata valida in tutta Italia) i vincitori degli appalti per i medicinali. La stessa Astrazeneca insieme con altre sette aziende, tra cui Esoform, Pierrel, Asta Medica e Braun, si sarebbe invece spartita i contratti pubblici per i disinfettanti e i detergenti sanitari. Il cartello aveva diviso in due il mercato italiano: per i medicinali, il primo "cartello" si sarebbe aggiudicato le forniture di farmaci, vaccini ed emoderivati negli ospedali di Bologna, Pordenone, Sondrio, Napoli, Caserta e Caltagirone (Catania). Il secondo invece avrebbe avuto il monopolio nelle vendite di disinfettanti alle Asl di Roma, Benevento, Salerno, Cagliari, Livorno, Napoli, Torino e Fermo (Ascoli).

Dalle perquisizioni arrivarono i riscontri a quanto scoperto dalle intercettazioni: tutte le gare di cui si era parlato nelle telefonate erano state vinte dal cartello. Ma, al processo, fu tutto vano, perché la legge sulle intercettazioni telefoniche prevede che queste vengano realizzate "esclusivamente per mezzo degli impianti installati in procura"; dove però mancava lo spazio. Il provvedimento con cui il pm le autorizzava dalla caserma non era sufficientemente motivato e così il giudice non le considerò parte del processo e decise per una piena assoluzione.

Adesso però le carte di questa inchiesta, intercettazioni comprese, sono state acquisite dall'autorità antitrust che nei giorni scorsi ha già cominciato i suoi interrogatori. A ritmo serrato.


(20 aprile 2005)
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