Article reference: http://www.laleva.org/it/2004/03/ritalin_in_vendita_in_italia_nonostante_i_problemi_dabuso.html

Ritalin in vendita in Italia nonostante i problemi d'abuso

Corriere della sera
dell’11 Maggio 2001

In vendita anche da noi il Ritalin, usato per piccoli supervivaci o disattenti. Effetti simili alla droga

Arrivano gli psicofarmaci per bimbi contestati negli Usa
di De Bac — mdebac@rcs.it

ROMA - Arriva in Italia il Ritalin, lo psicofarmaco indicato nella sindrome del «bambino iperattivo», malattia mentale che colpisce uno scolaro ogni tre classi, fra 6 e 12 anni. Il prodotto è stato appena approvato dal ministero della Sanità (manca solo da definire il prezzo). Ma negli Stati Uniti, dove si è creato un fenomeno d’abuso, su questo farmaco si sono scatenate feroci polemiche. Anche in Italia ci sono due partiti. Quelli che considerano il Ritalin il rimedio più efficace e quelli che mettono in guardia sul rischio di «impasticcare» i bambini troppo vivaci. Il farmacologo Garattini: «Ben venga la nuova cura, ma occorre essere molto prudenti nella diagnosi e nella prescrizione». L’arrivo del medicinale è stato richiesto da associazioni di pediatri.

In Italia gli psicofarmaci per bambini vivaci

Sì al Ritalin, il medicinale che cura l’iperattività sotto accusa in America.
«Ma così droghiamo i nostri figli»

ROMA - Hanno approvato anche in Italia il Ritalin. Il farmaco più discusso degli ultimi mesi, quello che negli Stati Uniti non molto tempo fa si è guadagnato la copertina del prestigioso Newsweek. Il primo e unico medicinale contro una malattia mentale abbastanza diffusa tra 6-12 anni: deficit di attenzione con o senza iperattività (Ad/Hd in inglese). Ne soffrono uno scolaro ogni tre classi, uno per ogni classe se inattenzione patologica e iperattività compaiono separatamente. Bambini supervivaci, incapaci di concentrarsi sullo studio, amicizie, giochi più di qualche secondo. Non ascoltano, non seguono, devono muoversi senza tregua. Comportamenti che conducono all’esclusione sociale. Le polemiche nascono dal fatto che il farmaco è a base di metilfenidato, uno psicotropo con moderata azione stimolante che agisce prevalentemente sulla noradrenalina, uno dei neurotrasmettitori chimici del cervello. L’effetto è una via di mezzo tra amfetamina e cocaina. «L’unico strumento farmacologico efficace contro l’Ad/Hd», affermano i sostenitori. «Faremo dei nostri bambini dei drogati, li impasticcheremo senza ragione», replica chi è convinto che bastino metodi psicoeducativi. E c’è un terzo partito: «La malattia non esiste, è un’invenzione».

Il Ritalin è stato approvato dalla Commissione Unica del farmaco (Cuf) e destinato alla fascia A (rimborso). Restano da definire prezzo e modalità di prescrizione. È probabile che si decida di limitarne l’uso ai centri specializzati. Il farmaco è stato in circolazione, con indicazioni molto diverse, fino all’89 e poi ritirato perché contenente una sostanza presente nella tabella uno degli stupefacenti. Torna con una procedura insolita. Il ministero della sanità, su pressione di diverse associazioni di pediatri, ha chiesto alla multinazionale Novartis di ripresentare il dossier per la registrazione. Lo stesso prodotto è venduto in Usa, Canada e diversi Paesi europei tra cui Francia, Germania e Gran Bretagna.

«Ritengo giusto che anche in Italia sia stato messo a disposzione questo strumento di cura – è l’equidistante commento del farmacologo del Mario Negri, Silvio Garattini –. Il problema sarà quello di garantire che, attraverso limitazioni prescrittive, il Ritalin sia dato in modo appropriato e non venga proposto sulla stessa stregua di un ricostituente a bambini semplicemente svogliati o troppo vivaci». Il neuropsichiatra di Cagliari Alessandro Zuddas ricorda che in uno studio dell’americano Nih (National Institute of Health) «il Ritalin ha mostrato di funzionare, da solo o in combinazione con la psicoeducazione, meglio che con i soli psicotrattamenti. Occorrerà usarlo però con molta prudenza».

Usa, denunce di massa contro i produttori

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON ENNIO CARRETTO - Poco più di un anno fa, il Journal of the American Medical Association pubblicò un rapporto sui bambini al di sotto dei sei anni. Così si seppe che il numero dei bambini che prendono psicofarmaci in America era salito del 200% tra il ’91 e il 95; e il numero dei bambini dai 2 ai 4 anni che prendono il Ritalin, la «pillola dell’obbedienza», si era triplicato. Il giornale ammonì che «non esistono ricerche cliniche sugli effetti di questi farmaci» e che «è lecito sospettare che i bambini vengano giudicati iperattivi o disattenti troppo facilmente». L’allora first lady Hillary Clinton intervenne: ordinò un’inchiesta governativa di cui si attendono i risultati. Quel rapporto fu la miccia che quest’anno ha fatto esplodere un class action suit , una querela di massa, contro i produttori del Ritalin, sull’esempio dei processi contro i produttori di sigarette. Tra i querelanti ci sono i genitori di Ken Abbots, 13 anni, a cui il farmaco avrebbe causato irregolarità cardiache; quelli di Louis Thompson, un bambino di 8, in cui avrebbe provocato esplosioni d’ira incontrollabili; e quelli di Stephanie Hall, una bambina di 11, morta d’infarto. Le ditte farmaceutiche respingono ogni accusa, ma l’avvocato Richard Scruggs, che ottenne la condanna delle società del tabacco, ammette che il ricorso all’uso del Ritalin dovrebbe essere limitato solo ai casi gravi. Oggi invece 3 milioni di bambini al di sotto dei 6 anni vengono curati con il Ritalin per iperattività o incapacità di concentrazione. I medici prescrivono 11 milioni di ricette all’anno, così il fatturato annuo di questo e altri farmaci analoghi sfiora i 700 milioni di dollari (1.400 miliardi di lire). «È un giro di affari – afferma Scruggs – in cui è facile perdere di vista gli interessi dei pazienti. Il problema è che il Ritalin si presta a troppi abusi, nelle scuole lo chiamano “la coca dei poveri” perché rende euforici».

Terry Woodworth è il vicedirettore della Dea, l’Antidroga: «Preso per via orale il Ritalin non produce euforia. Ma ridotto in polvere e sniffato sì, tanto che se fa commercio nelle scuole». Lawrence Diller, un pediatra autore di Correre col Ritalin, un libro che ha avuto molto successo, lo appoggia: «Per parecchi ragazzi, è l’anticamera di droghe anche pericolose». Richard de Grande, un altro medico, invita i genitori a rifiutare il farmaco se non in casi estremi.

L’ultimo fenomeno riguarda le madri: aumenta il numero di quelle a cui i medici prescrivono il Ritalin. Mentre al di sotto dei 6 anni sono soprattutto i maschietti ad averne bisogno, in età adulta sono le donne. La spiegazione dei produttori: il loro male non fu diagnosticato nell’infanzia, se lo sono portato dietro tutta la vita, vengono curate solo adesso.